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La Sindrome di Itaca

Fermentivivi
Lingua: Italiano



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La Sindrome di Itaca è il viaggio inteso come ritorno al punto da dove si è partiti.

E’ la storia di Ulisse, sporco di sangue, di sale, di vittoria e di storie da raccontare che torna verso l’isola di Itaca portandosi dietro la sua sete immensa e mai spenta di conoscenza, ma è anche la storia di ogni reduce di ogni guerra di ogni tempo che dopo essere scampato ad un altro macello, ritorna alla propria casa, se ancora ne possiede una.
Il viaggio, allora, diventa quasi un obbligo al ritorno che prova a dirottare la propria nave mentale lontano da tutti gli orrori vissuti e/o commessi e che cerca di ritornare sulle sponde incontaminate e tranquille degli inizi della vita, dove tutto poteva ancora essere possibile, anche la pace e l’amore.

testo di Benedetto Mortola musica di Andrea Brignole
Ho calpestato l’alba in riva al mare del sangue
la notte che le spade affondarono nella carne tremante
e ho spento la luce negli occhi nemici nella terra
sotto il cielo stracciato dal grido nero della guerra,
ho tagliato la strada per la vittoria dentro ogni ferita,
ho fatto diventare un missile la mia lancia antica
e ho inseguito un sogno per non restare a sognare,
ma lei, lei, lei, lei era sempre oltre il mare.

Non ha pace il ricordo, non torna indietro il tempo
sulla pianura rossa gonfia di voci perse nel vento,
l’orizzonte ha intrappolato il cielo dentro alle mie mani,
così ho spinto il viaggio in mare e l’ho chiamato "domani",
ho afferrato ogni giorno e ho rischiato il cambiamento,
ho imparato che la vita è strana in ogni momento
e ho inseguito un sogno per farmi ritornare,
ma lei, lei, lei, lei era sempre oltre il mare.

Ho sentito il fumo e l’odio salire dentro le città,
ho visto la legge del più forte piegare ogni verità,
e anch’io ho alzato la spada, anch’io ho puntato il fucile
per una causa giusta, per paura o per non morire,
e la strada è bruciata e il cortile è stato spazzato via,
restano i carri armati e una bambola rotta in periferia
e ho inseguito un sogno per farmi pensare,
ma lei, lei, lei, lei era sempre oltre il mare.

Le stelle scaldano le rotte audaci dentro al presente,
H2O, rocce, armi affiorano negli spazi della mente,
ho bevuto il sale, ho mescolato l’inganno alla rabbia
ho spremuto voglia di vivere dal deserto di sabbia,
ho cercato una risposta in fondo ad ogni vita,
ho raccontato la mia storia prima che fosse finita
e ho inseguito me stesso per riuscirmi a trovare,
ma lei, lei, lei, lei è sempre dopo il mare...

inviata da i.fermentivivi




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