Mireu-los com van
Senyorets des de sempre
Se'ls hi nota a l'esquena
Que no han acotat mai
Mireu-los com van
Són la vella caverna
Però amb les noves caretes
Per seguir mal manant!
Ara són més polits que els seus pares
I es disfressen amb plomes de Harvard
Però si arriba el poder,
Adéu Proust, adéu Brecht.
Mireu-los com van
Són l'Espanya de sempre
La d'antigues tenebres
Que van ressuscitant
Mireu-los com van
Presumits i fatxendes
És l'adéu als complexos
Pels pecats dels papás
Pel poder, que els manté tan contentos
Ja no calen els pronunciamientos
Ara guanyen escons
Sense el clam dels canons
I mentre a la Gangreunió
Els Nostrats s'esveren
Senyor, si arriba a fer mal
Un fatxa pel rera
Nosaltres els vestim sants
Per la democràcia.
Ja veus amb quins cops de pal
Ens tornen les gràcies!
Ells porten els pantalons,
Nosaltres les calces;
Ells són els toreadors,
Nosaltres les banyes!
I ara què fem? On anem?
No ens queden banderes!
I com se'ns creurà la gent
Si fem marxa enrera?
Mireu-los com van
Neofatxes de sempre
Neofatxes per sempre
Neofatxes globals!
Mireu com anem
Engreixant als bandarres
Empenyent el desastre
Fins el dia de... Ah!
Senyorets des de sempre
Se'ls hi nota a l'esquena
Que no han acotat mai
Mireu-los com van
Són la vella caverna
Però amb les noves caretes
Per seguir mal manant!
Ara són més polits que els seus pares
I es disfressen amb plomes de Harvard
Però si arriba el poder,
Adéu Proust, adéu Brecht.
Mireu-los com van
Són l'Espanya de sempre
La d'antigues tenebres
Que van ressuscitant
Mireu-los com van
Presumits i fatxendes
És l'adéu als complexos
Pels pecats dels papás
Pel poder, que els manté tan contentos
Ja no calen els pronunciamientos
Ara guanyen escons
Sense el clam dels canons
I mentre a la Gangreunió
Els Nostrats s'esveren
Senyor, si arriba a fer mal
Un fatxa pel rera
Nosaltres els vestim sants
Per la democràcia.
Ja veus amb quins cops de pal
Ens tornen les gràcies!
Ells porten els pantalons,
Nosaltres les calces;
Ells són els toreadors,
Nosaltres les banyes!
I ara què fem? On anem?
No ens queden banderes!
I com se'ns creurà la gent
Si fem marxa enrera?
Mireu-los com van
Neofatxes de sempre
Neofatxes per sempre
Neofatxes globals!
Mireu com anem
Engreixant als bandarres
Empenyent el desastre
Fins el dia de... Ah!
inviata da Riccardo Venturi - 3/1/2023 - 06:13
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 3-1-2023 06:15
Riccardo Venturi, 3-1-2023 06:15
Neofascisti globali
Guardateli come vanno
Quei signorini, da sempre
È chiaro, dalla schiena,
Che non han mai sgobbato
Guardateli come vanno,
Son dei cavernicoli,
Però con nuove maschere
Séguitano a far danni!
Ora son più educati dei loro padri
E si celano dietro lauree a Harvard,
Però, se arrivano al potere,
Bye bye Proust, bye bye Brecht!
Guardateli come vanno,
Son la Spagna di sempre,
Quella d'antiche tenebre
Che stan risuscitando.
Guardateli come vanno,
Presuntuosi e arroganti,
Addio ai complessi
Per i peccati dei papà [1]
Per il potere, che li rende tanto contentos
Non han più bisogno di pronunciamientos [2]
Ora guadagnan seggi
Senza il rombo dei cannoni
E mentre alla Cancriunione [3]
I Pezzi Grossi [4] si spaventano
Dio mio, se un fascista appeso [5]
Basta a fare del male,
Noialtri, invece, li santifichiamo
Per la democrazia.
Ora lo vedete con che bastonate
Ci ringraziano!
Loro portano i pantaloni,
E noi i calzoncini corti.
Loro sono i toreri,
E noi le corna del toro!
E ora, che famo? 'Ndò annamo?
Non abbiam più bandiere.
E come può crederci, la gente
Se facciam marcia indietro?
Guardateli come vanno,
Neofascisti di sempre,
Neofascisti per sempre,
Neofascisti globali!
Guardateci come andiamo
A ingrassare i banditi,
A spingere al disastro
Fino al giorno che...Ah!
Guardateli come vanno
Quei signorini, da sempre
È chiaro, dalla schiena,
Che non han mai sgobbato
Guardateli come vanno,
Son dei cavernicoli,
Però con nuove maschere
Séguitano a far danni!
Ora son più educati dei loro padri
E si celano dietro lauree a Harvard,
Però, se arrivano al potere,
Bye bye Proust, bye bye Brecht!
Guardateli come vanno,
Son la Spagna di sempre,
Quella d'antiche tenebre
Che stan risuscitando.
Guardateli come vanno,
Presuntuosi e arroganti,
Addio ai complessi
Per i peccati dei papà [1]
Per il potere, che li rende tanto contentos
Non han più bisogno di pronunciamientos [2]
Ora guadagnan seggi
Senza il rombo dei cannoni
E mentre alla Cancriunione [3]
I Pezzi Grossi [4] si spaventano
Dio mio, se un fascista appeso [5]
Basta a fare del male,
Noialtri, invece, li santifichiamo
Per la democrazia.
Ora lo vedete con che bastonate
Ci ringraziano!
Loro portano i pantaloni,
E noi i calzoncini corti.
Loro sono i toreri,
E noi le corna del toro!
E ora, che famo? 'Ndò annamo?
Non abbiam più bandiere.
E come può crederci, la gente
Se facciam marcia indietro?
Guardateli come vanno,
Neofascisti di sempre,
Neofascisti per sempre,
Neofascisti globali!
Guardateci come andiamo
A ingrassare i banditi,
A spingere al disastro
Fino al giorno che...Ah!
[1] In questa canzone in catalano, Lluís Llach ha inserito dei termini in castigliano. Nell'originale, papá è in castigliano a causa dell'accento acuto (in catalano sarebbe papà con l'accento grave).
[2] Vedi sopra. In castigliano, contento sarebbe content, ma qui, oltre al castiglianismo “di colore”, si ha anche l'esigenza di fare la rima con pronunciamientos, vale a dire: colpo di stato militare. Si tratta del resto di un termine noto internazionalmente.
[3] Il termine Gangreunió è stato creato probabilmente proprio da Lluís Llach in questa canzone. E' formato evidentemente da gangrena “cancrena” e reunió “riunione, assemblea”, e l'ho quindi tradotto con un analogo portmanteau italiano. Indica la riunione, o assemblea, di tutti i partiti istituzionali per decidere sul da farsi riguardo a importanti questioni, in primis l'autonomia catalana; per esteso, può riferirsi anche alle Cortes, il parlamento generale dello stato spagnolo. E' un termine che ha avuto fortuna, se ancora nel 2016, in prossimità del famoso referendum sull'indipendenza catalana (1° ottobre 2017) poi stroncato con la repressione, veniva adoperato per le varie riunioni partitiche per discutere sulla questione.
[4] Traduco così il Nostrats dell'originale, che ha un senso interno catalano non facilmente coglibile. Propriamente, il latinismo nostrat significa in catalano “nostrano, della nostra terra”, o “della nostra patria”; ma qui Llach si riferisce ai notabili, ai “pezzi grossi” economici e politici che gestiscono i poteri in Catalogna.
[5] Nel testo originale sarebbe propriamente: “...se un fascista a culo alto”. Qui però non ho resistito ad un'incursione nella storia italiana.
[2] Vedi sopra. In castigliano, contento sarebbe content, ma qui, oltre al castiglianismo “di colore”, si ha anche l'esigenza di fare la rima con pronunciamientos, vale a dire: colpo di stato militare. Si tratta del resto di un termine noto internazionalmente.
[3] Il termine Gangreunió è stato creato probabilmente proprio da Lluís Llach in questa canzone. E' formato evidentemente da gangrena “cancrena” e reunió “riunione, assemblea”, e l'ho quindi tradotto con un analogo portmanteau italiano. Indica la riunione, o assemblea, di tutti i partiti istituzionali per decidere sul da farsi riguardo a importanti questioni, in primis l'autonomia catalana; per esteso, può riferirsi anche alle Cortes, il parlamento generale dello stato spagnolo. E' un termine che ha avuto fortuna, se ancora nel 2016, in prossimità del famoso referendum sull'indipendenza catalana (1° ottobre 2017) poi stroncato con la repressione, veniva adoperato per le varie riunioni partitiche per discutere sulla questione.
[4] Traduco così il Nostrats dell'originale, che ha un senso interno catalano non facilmente coglibile. Propriamente, il latinismo nostrat significa in catalano “nostrano, della nostra terra”, o “della nostra patria”; ma qui Llach si riferisce ai notabili, ai “pezzi grossi” economici e politici che gestiscono i poteri in Catalogna.
[5] Nel testo originale sarebbe propriamente: “...se un fascista a culo alto”. Qui però non ho resistito ad un'incursione nella storia italiana.
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Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Lluís Llach
Album / Albumi: Jocs
La canzone ha più di vent'anni: è del 2002, inserita nell'album Jocs. Naturalmente, si riferisce in gran parte alla realtà dello stato spagnolo (e anche della Catalogna, dove comunque i fascisti non mancano di certo). Ma, a partire dal titolo, si capisce bene che ha una valenza molto più ampia, generale, globale: la tendenza era già chiara vent'anni fa -e anche prima!-, e noialtri ne sappiamo qualcosa, perlomeno a partire dal 1993-94 quando il berlusconismo italiano dettò la linea cominciando non solo a “sdoganare”, ma anche a inserire nel potere i fascisti. Dico semplicemente “fascisti” perché non mi è mai piaciuto quel “neo-” prefissato alla parola: non c'è nessun “neo-”, sono i fascisti di sempre e non hanno millenni, né secondi e né terzi. Lo vediamo bene al giorno d'oggi, con la fascista Meloni al potere assieme ai suoi camerati (e ferrea sostenitrice dei fascisti spagnoli di Vox), e con i fascisti al potere in mezza Europa, col fascista Trump ancora in ballo per ridiventare presidente degli Stati Uniti, e chi più ne ha, più ne metta. Ma questa è una canzone che, nello stile di Lluís Llach, non si fodera certo gli occhi col prosciutto. Abbiamo fatto davvero marcia indietro, ed è colpa anche e soprattutto nostra. Sarà bene, invece, ricominciare a far marcia avanti finché siamo in tempo, prima di cadere nel baratro dal quale non ci si rialza più. Fino al giorno che...ah! [RV]