لا نُصْبَ... لا زهرة... لا تذكار[1]
لا بيت شعر يؤنّس القتلى ولا أستار
لا خِرقة مخضوبة بالدم من قميص
كان على اخوتنا الأبرار
لا حجرٌ خُطّت به أسماؤهم
لا شيء ... يا للعار!
اشباحهم ما بَرَحَت تدور
تَنْبُشُ في انقاض كفر قاسم القبور
لا بيت شعر يؤنّس القتلى ولا أستار
لا خِرقة مخضوبة بالدم من قميص
كان على اخوتنا الأبرار
لا حجرٌ خُطّت به أسماؤهم
لا شيء ... يا للعار!
اشباحهم ما بَرَحَت تدور
تَنْبُشُ في انقاض كفر قاسم القبور
[1] Transcription / Trascrizione
la nusba... la zahrata... la tadhkar
la bayt shaer ywnns alqatlaa wala 'astar
la khirqt makhdubatan bialdam min qamis
kan ealaa akhuatina al'abrar
la hjr khuttt bih 'asmawuhum
la shay' ... ya lileari!
aishibahuhum ma barahat tadur
tanbush fi aniqad kafr qasim alqabur
la nusba... la zahrata... la tadhkar
la bayt shaer ywnns alqatlaa wala 'astar
la khirqt makhdubatan bialdam min qamis
kan ealaa akhuatina al'abrar
la hjr khuttt bih 'asmawuhum
la shay' ... ya lileari!
aishibahuhum ma barahat tadur
tanbush fi aniqad kafr qasim alqabur
envoyé par Riccardo Gullotta - 19/12/2022 - 00:24
Langue: anglais
English translation / الترجمة الإنجليزية / Traduzione inglese / Traduction anglaise/ תרגום לאנגלית / Englanninkielinen käännös :
A.Z. Foreman
A.Z. Foreman
THE END OF A DISCUSSION WITH A PRISON GUARD
Through the eyehole of this little cell of mine
I can see the trees all smiling at me,
The rooftops crowded with my family,
The windows breaking into tears for me
And prayers for me.
Through the eyehole of this little cell of mine
I see your bigger cell just fine.
Through the eyehole of this little cell of mine
I can see the trees all smiling at me,
The rooftops crowded with my family,
The windows breaking into tears for me
And prayers for me.
Through the eyehole of this little cell of mine
I see your bigger cell just fine.
envoyé par Riccardo Gullotta - 19/12/2022 - 00:27
Langue: italien
Traduzione italiana / الترجمة الإيطالية / Italian translation / Traduction italienne / תרגום לאיטלקית / Italiankielinen käännös:
Luca Billi
Luca Billi
FINE DELLA DISCUSSIONE COL SECONDINO
Dallo spioncino della più piccola delle celle
vedo alberi che mi sorridono,
tetti affollati della mia gente,
finestre che piangono pregano per me.
Dallo spioncino - è la più piccola cella -
vedo la tua, la più grande.
Dallo spioncino della più piccola delle celle
vedo alberi che mi sorridono,
tetti affollati della mia gente,
finestre che piangono pregano per me.
Dallo spioncino - è la più piccola cella -
vedo la tua, la più grande.
envoyé par Riccardo Gullotta - 19/12/2022 - 08:55
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[1984]
شعر / Poesia / A Poem by / Poésie / שירה/ Runo :
Samih al-Qasim [سميح القاسم]
مطرب / Interpreti / Performed by / Interprétée par / שַׂחְקָן/ Laulavat :
1. A.Z. Foreman, in Arabic and English
2.Patrick Willis , in English
Poesia, lotta e mito
Samih al-Qasim , palestinese, figura di riferimento nel panorama della poesia araba contemporanea, è scomparso nel 2014. Ci ha lasciato 24 volumi di poesie. Quella qui proposta è una tra le più note. Da vivo non ha goduto di grande popolarità, come la maggior parte di palestinesi che hanno lottato con coerenza forti dei principi di giustizia, dignità e solidarietà con un popolo emarginato.
Arrestato nel 1967, alla fine della Guerra dei Sei giorni, fu detenuto a Haifa. Più tardi dichiarò durante un’intervista: “Dovevo fare due scelte, o trovare una caverna nelle montagne, isolata dall'umanità, o trovare uno stadio più alto nella lotta”. Il suo problema, analogo a quello vissuto da Mahmoud Darwish, fu quello di non rimanere intrappolato nel nazionalismo, di non rimanere appiattito sull’immagine del “poeta della resistenza” mobilitabile all’occorrenza.
Non è che Samih abbia mutato sostanzialmente il suo orientamento da quando scriveva verso il 1967 nel Discorso al mercato dell’eroismo:… forse brucerai le mie poesie e i miei libri / forse nutrirai i cani con la mia carne […] / ma non mercanteggerò! / Lotterò fino all’ultima pulsazione delle mie vene.”
Ha avvertito piuttosto il rischio che il suo messaggio potesse essere ridotto ad un esercizio nobile quanto si vuole ma sterile e incapace di volare. In questo senso dirà nell’opera Sadder than water nel 2001: ”Attenzione alle prerogative della retorica che danza sul sangue ”.
Nello stesso volume dirà: “ No. Non credere a quello che dicono le storie, o le leggende…/ Sei nato per restare nella terra, / ma per restarvi ucciso / e triste – più triste della tristezza.”
Shalom / salām
[Riccardo Gullotta]