Δωμάτια σαν μέντα, και χιόνι εκεί
σε παράθυρα που είχες σταθεί,
πλάνα με κόσμο που ξεκινούν
και σε τάξη μυστική γυρνούν.
Τώρα νιώθω γιατί είναι οι νόμοι σου σκληροί
από τον έρωτά σου κρατούν
κι όχι από μια βία σημερινή,
Άσπα, δε φοβάμαι πια, και ξέρω γιατί.
Πίσω σκοτάδι και φυλακές
που αποδράσαμε με πτήσεις αργές,
σαν από όνειρο μια σκηνή
που στο μέλλον θα ξανασυμβεί.
Αλλά ως τότε, θα’ ναι σαν τον χωρισμό
θα μοχθούμε κι οι δυο μας για `κεί
όπου στέκεις κι όλας σοβαρή,
Άσπα, και πονάς, για την σκληρή μας ζωή.
Πόλεις που είδες απ’ την σκοπιά
καραβιού, καθώς ο αέρας γυρνά
με χορωδίες Βαλκανικές
όλο ξυλόγλυπτα και σκαλωσιές.
Γυάλινοι θόλοι ν’ αναπτυχθούν
με τραβέρσες και με βεγγαλικά,
φέγγοντας όλο το χωρισμό
σαν ολόχρυσο γεφύρι εδώ.
Σταθερά στη βροχή
πριν το τρένο αποσπαστεί,
τα χρυσά σου χείλη ακουμπάς
στα βρεγμένα μάγουλά μου,
Άσπα, κάνε λίγο υπομονή χαρά μου.
σε παράθυρα που είχες σταθεί,
πλάνα με κόσμο που ξεκινούν
και σε τάξη μυστική γυρνούν.
Τώρα νιώθω γιατί είναι οι νόμοι σου σκληροί
από τον έρωτά σου κρατούν
κι όχι από μια βία σημερινή,
Άσπα, δε φοβάμαι πια, και ξέρω γιατί.
Πίσω σκοτάδι και φυλακές
που αποδράσαμε με πτήσεις αργές,
σαν από όνειρο μια σκηνή
που στο μέλλον θα ξανασυμβεί.
Αλλά ως τότε, θα’ ναι σαν τον χωρισμό
θα μοχθούμε κι οι δυο μας για `κεί
όπου στέκεις κι όλας σοβαρή,
Άσπα, και πονάς, για την σκληρή μας ζωή.
Πόλεις που είδες απ’ την σκοπιά
καραβιού, καθώς ο αέρας γυρνά
με χορωδίες Βαλκανικές
όλο ξυλόγλυπτα και σκαλωσιές.
Γυάλινοι θόλοι ν’ αναπτυχθούν
με τραβέρσες και με βεγγαλικά,
φέγγοντας όλο το χωρισμό
σαν ολόχρυσο γεφύρι εδώ.
Σταθερά στη βροχή
πριν το τρένο αποσπαστεί,
τα χρυσά σου χείλη ακουμπάς
στα βρεγμένα μάγουλά μου,
Άσπα, κάνε λίγο υπομονή χαρά μου.
envoyé par Riccardo Gullotta (contributo minimale) - 18/11/2022 - 00:19
Langue: italien
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Riccardo Venturi, 18-11-2022
La moglie di Dionysis Savvopoulos, con cui è sposato da 55 anni, si chiama Aspasia Arapidou, detta Aspa. E' un nome che ritorna non solo in questa, ma anche in diverse altre canzoni di Savvopoulos che, ora, ha quasi ottant'anni. Si erano conosciuti, Aspa e Dionysis, nei primi anni '60, grazie ad un'altra grande artista, Dimitra Galani; come ha avuto modo di dire Savvopoulos, la Galani gli ha fatto “il dono più bello della sua vita”. Un dono che perdura.
Dionysis Savvopoulos è nato nel 1944 a Salonicco. Nel confuso e complicato 1963, lascia gli studi di giurisprudenza all'Università Aristotele nella sua città natale, che è anche la città dove vive e viene assassinato Grigoris Lambrakis, ed ha una lite furibonda col padre che praticamente lo caccia di casa. Dionysis ha due passioni: le canzoni e la politica. E la politica si riverbera nelle sue canzoni. Si fa dare un passaggio da un camionista, e arriva a Atene. Fa diecimila lavori, compreso quello di posare nudo come modello per gli studenti dell'Accademia delle Belle Arti. Comincia a esibirsi suonando la chitarra e presentando le sue non anodine canzoni in vari locali di Atene, assieme a volte ad altri giovani artisti come la diciannovenne Maria Farandouri e Manos Loïzos; ben presto si fece conoscere, e fu associato alla New Wave greca.
Dionysis Savvopoulos non è mai stato noto per la sua voce; ma aveva un talento enorme nello scrivere canzoni, che impressionò Alekos Patsifas, il direttore della LYRA Records in Grecia. Nel 1966 pubblica il suo primo album, Φορτηγό, che significa “Camion” in ricordo del passaggio datogli fino ad Atene tre anni prima. La critica lo acclama, ma è un fiasco commerciale (solo 3000 copie vendute). Le canzoni di Φορτηγό, però, cominciano ad essere conosciutissime lo stesso (tra le quali Βιετνάμ γιέ-γιέ); ben presto, Dionysis Savvopoulos diviene un oggetto di culto presso la giovane generazione. Si comincia a chiamarlo il “Bob Dylan greco” (naturalmente) ed anche, sia per gli arrangiamenti sia per il suo stesso aspetto, il “Frank Zappa Greco”. In realtà, la musica di Savvopoulos è difficilmente definibile. Combinando Frank Zappa con la musica popolare greca (rebetiko e la musica popolare macedone in primis).
I testi delle canzoni cominciano subito a provocargli qualche piccolo problema. Il successo pieno è dietro l'angolo; disgraziatamente, l'angolo lo hanno già svoltato i carri armati del 21 aprile e la giunta militare. Così, Dionysis Savvopoulos si ritrova, seppur per breve tempo ma per due volte, incarcerato e pestato a sangue (agosto e settembre 1967). Fresco di carcere e botte, il 28 ottobre 1967 sposa Aspasia Arapidou; poiché in Grecia, il 28 ottobre è festa nazionale (è il giorno dell' "OXI", il "NO" pronunciato dal dittatore Metaxas all'ultimatum di Mussolini), Savvopoulous ebbe a dichiarare: "Il giorno del No, ho detto Sì". E c'è da credere che gli sposi non abbiano scelto caso quel giorno per il matrimonio.
Per il resto della dittatura, viene però lasciato in pace, sebbene le sue critiche politiche e sociali non cessino affatto; specialmente durante la cosiddetta “fase liberale” della dittatura di Papadopoulos gli viene anzi permesso di pubblicare degli album -che sono, probabilmente, i suoi più belli: si parla di Το περιβόλι του τρελού (“Il giardino del matto”, 1969), Μπάλλος (“Ballos”; una danza popolare greca con il nome derivato dall'italiano) e, soprattutto, Το βρωμικό ψωμί (“Pane sporco”) -che contiene Ζεϊμπέκικο e H Δημοσθένους λέξις. Un album, quest'ultimo, che fa epoca anche per la copertina assolutamente insolita, dove non ci sono né il titolo dell'album, né il nome dell'artista, ma soltanto una fotografia di Savvopoulos che cammina da solo per una strada di Atene.
E' certo che, per tutta la durata della dittatura, Dionysis Savvopoulos continua a scrivere canzoni non pubblicabili. Già parecchie sue canzoni erano state censurate (alcune anche prima del 21 aprile 1967), ma quelle che stava scrivendo e che teneva nel cassetto aspettando tempi migliori non sarebbero state solo censurate, ma lo avrebbero portato diritto in via Bouboulinas o a Korydallòs. Quelle canzoni formavano una specie di “riserva”, di “serbatoio”: una Ρεζέρβα, appunto. Un serbatoio che fu aperto solo nel 1979, contenente Tο μακρύ ζεϊμπέκικο για τον Nίκο Κοεμτζή, contenente Για την Κύπρο e contenente questa canzone, 'Ασπα.
Che è, certo, una canzone d'amore, di profondo amore per la moglie. Una canzone per un distacco, temporaneo ma pur sempre un distacco, una partenza nella quale non si sa chi parte e chi resta. E poiché i testi di Savvopoulos sono ostici in quanto permeati spesso da quel particolare ermetismo generato dalle censure e dalle dittature, si fa presto a dire che questa canzone non è una cosa sola. Non soltanto una canzone d'amore, ma una canzone d'amore con “alle spalle tenebre e prigioni”. [RV]
Riccardo Venturi, 18-11-2022
La moglie di Dionysis Savvopoulos, con cui è sposato da 55 anni, si chiama Aspasia Arapidou, detta Aspa. E' un nome che ritorna non solo in questa, ma anche in diverse altre canzoni di Savvopoulos che, ora, ha quasi ottant'anni. Si erano conosciuti, Aspa e Dionysis, nei primi anni '60, grazie ad un'altra grande artista, Dimitra Galani; come ha avuto modo di dire Savvopoulos, la Galani gli ha fatto “il dono più bello della sua vita”. Un dono che perdura.
Dionysis Savvopoulos è nato nel 1944 a Salonicco. Nel confuso e complicato 1963, lascia gli studi di giurisprudenza all'Università Aristotele nella sua città natale, che è anche la città dove vive e viene assassinato Grigoris Lambrakis, ed ha una lite furibonda col padre che praticamente lo caccia di casa. Dionysis ha due passioni: le canzoni e la politica. E la politica si riverbera nelle sue canzoni. Si fa dare un passaggio da un camionista, e arriva a Atene. Fa diecimila lavori, compreso quello di posare nudo come modello per gli studenti dell'Accademia delle Belle Arti. Comincia a esibirsi suonando la chitarra e presentando le sue non anodine canzoni in vari locali di Atene, assieme a volte ad altri giovani artisti come la diciannovenne Maria Farandouri e Manos Loïzos; ben presto si fece conoscere, e fu associato alla New Wave greca.
Dionysis Savvopoulos non è mai stato noto per la sua voce; ma aveva un talento enorme nello scrivere canzoni, che impressionò Alekos Patsifas, il direttore della LYRA Records in Grecia. Nel 1966 pubblica il suo primo album, Φορτηγό, che significa “Camion” in ricordo del passaggio datogli fino ad Atene tre anni prima. La critica lo acclama, ma è un fiasco commerciale (solo 3000 copie vendute). Le canzoni di Φορτηγό, però, cominciano ad essere conosciutissime lo stesso (tra le quali Βιετνάμ γιέ-γιέ); ben presto, Dionysis Savvopoulos diviene un oggetto di culto presso la giovane generazione. Si comincia a chiamarlo il “Bob Dylan greco” (naturalmente) ed anche, sia per gli arrangiamenti sia per il suo stesso aspetto, il “Frank Zappa Greco”. In realtà, la musica di Savvopoulos è difficilmente definibile. Combinando Frank Zappa con la musica popolare greca (rebetiko e la musica popolare macedone in primis).
I testi delle canzoni cominciano subito a provocargli qualche piccolo problema. Il successo pieno è dietro l'angolo; disgraziatamente, l'angolo lo hanno già svoltato i carri armati del 21 aprile e la giunta militare. Così, Dionysis Savvopoulos si ritrova, seppur per breve tempo ma per due volte, incarcerato e pestato a sangue (agosto e settembre 1967). Fresco di carcere e botte, il 28 ottobre 1967 sposa Aspasia Arapidou; poiché in Grecia, il 28 ottobre è festa nazionale (è il giorno dell' "OXI", il "NO" pronunciato dal dittatore Metaxas all'ultimatum di Mussolini), Savvopoulous ebbe a dichiarare: "Il giorno del No, ho detto Sì". E c'è da credere che gli sposi non abbiano scelto caso quel giorno per il matrimonio.
Per il resto della dittatura, viene però lasciato in pace, sebbene le sue critiche politiche e sociali non cessino affatto; specialmente durante la cosiddetta “fase liberale” della dittatura di Papadopoulos gli viene anzi permesso di pubblicare degli album -che sono, probabilmente, i suoi più belli: si parla di Το περιβόλι του τρελού (“Il giardino del matto”, 1969), Μπάλλος (“Ballos”; una danza popolare greca con il nome derivato dall'italiano) e, soprattutto, Το βρωμικό ψωμί (“Pane sporco”) -che contiene Ζεϊμπέκικο e H Δημοσθένους λέξις. Un album, quest'ultimo, che fa epoca anche per la copertina assolutamente insolita, dove non ci sono né il titolo dell'album, né il nome dell'artista, ma soltanto una fotografia di Savvopoulos che cammina da solo per una strada di Atene.
E' certo che, per tutta la durata della dittatura, Dionysis Savvopoulos continua a scrivere canzoni non pubblicabili. Già parecchie sue canzoni erano state censurate (alcune anche prima del 21 aprile 1967), ma quelle che stava scrivendo e che teneva nel cassetto aspettando tempi migliori non sarebbero state solo censurate, ma lo avrebbero portato diritto in via Bouboulinas o a Korydallòs. Quelle canzoni formavano una specie di “riserva”, di “serbatoio”: una Ρεζέρβα, appunto. Un serbatoio che fu aperto solo nel 1979, contenente Tο μακρύ ζεϊμπέκικο για τον Nίκο Κοεμτζή, contenente Για την Κύπρο e contenente questa canzone, 'Ασπα.
Che è, certo, una canzone d'amore, di profondo amore per la moglie. Una canzone per un distacco, temporaneo ma pur sempre un distacco, una partenza nella quale non si sa chi parte e chi resta. E poiché i testi di Savvopoulos sono ostici in quanto permeati spesso da quel particolare ermetismo generato dalle censure e dalle dittature, si fa presto a dire che questa canzone non è una cosa sola. Non soltanto una canzone d'amore, ma una canzone d'amore con “alle spalle tenebre e prigioni”. [RV]
Aspa
Stanze da manicomio, [1] e neve, là
Ai finestrini dove t'eri fermata,
Riprese di gente che sta partendo
E che ritorna in ordine segreto.
Ora capisco perché son dure
Le tue leggi. Promanan dall'amore,
E non da una violenza del momento.
Aspa, via la paura. E so perché.
Alle spalle, tenebre e prigioni
Da cui siamo volati, lenti, via.
Una scena come fosse da un sogno,
E che in futuro si ripeterà.
Ma, come allora, sarà come un distacco,
Faticheremo tutt'e due per arrivare
Là dove, Aspa, te ne stai tutta seria
Soffrendo per la nostra vita dura.
Città che hai visto da bordo
D'una nave, mentre il vento gira
Con canti corali dei Balcani,
Tutto è sculture lignee e ponteggi.
Cupole vitree da far venire su
Con sbarre e fuochi d'artificio,
Che rischiarano tutto il distacco
Come un ponte, qui, tutto d'oro.
Di continuo, sotto la pioggia
Prima che il treno parta,
Posi le tue labbra dorate
Sulle mie guance bagnate,
Aspa, abbi pazienza, gioia mia.
Stanze da manicomio, [1] e neve, là
Ai finestrini dove t'eri fermata,
Riprese di gente che sta partendo
E che ritorna in ordine segreto.
Ora capisco perché son dure
Le tue leggi. Promanan dall'amore,
E non da una violenza del momento.
Aspa, via la paura. E so perché.
Alle spalle, tenebre e prigioni
Da cui siamo volati, lenti, via.
Una scena come fosse da un sogno,
E che in futuro si ripeterà.
Ma, come allora, sarà come un distacco,
Faticheremo tutt'e due per arrivare
Là dove, Aspa, te ne stai tutta seria
Soffrendo per la nostra vita dura.
Città che hai visto da bordo
D'una nave, mentre il vento gira
Con canti corali dei Balcani,
Tutto è sculture lignee e ponteggi.
Cupole vitree da far venire su
Con sbarre e fuochi d'artificio,
Che rischiarano tutto il distacco
Come un ponte, qui, tutto d'oro.
Di continuo, sotto la pioggia
Prima che il treno parta,
Posi le tue labbra dorate
Sulle mie guance bagnate,
Aspa, abbi pazienza, gioia mia.
[1] Il greco μέντα (che viene pronunciato, per eccezione, [menta] come in italiano, dato che dall'italiano deriva) è, naturalmente, la pianta della menta. Poi c'è una seconda μέντα, che deriva sempre dall'italiano e che è l'abbreviazione di “[malattia] mentale”. 'Εχεις μέντα = “sei pazzo da legare”, “sei da manicomio”.
×
[1979]
Στίχοι και μουσική / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel
Dionysis Savvopoulos
'Αλμπουμ / Album: Η Ρεζέρβα
A meno di non commettere uno svarione, la canzone parla di Άσπα / Aspasia, che, guarda caso, è il nome della moglie dell’autore. Hanno celebrato qualche settimana fa il loro 55° anniversario. E’ tutto quello che riusciamo a percepire in questa canzone che, presumiamo, non si limita a celebrare il trasporto per l’amata. Congetture, in assenza di una traduzione e del contesto.
Sappiamo che le canzoni di Dionysis Savvopoulos riscuotono il gradimento di Riccardo Venturi. Ci affidiamo quindi più che volentieri al suo intervento e alle notazioni che ci vorrà dispensare. Sarà il primo, se non l’unico, ad avere tradotto la canzone dal 1979. [Riccardo Gullotta]