Proč se nocí, prázdnem toulaj, se svou duší bolavou?
Cestou zdaj si malej tajnej sen, den je budí s obavou,
kdo jim ránu dá, kdo se jim zas bude smát,
jestli maj se bát, ptaj se sebe tisíckrát.
Proč v slzách skrývaj strach, proč pláčou zas
kluci s duší bolavou?
Proč se bojej říkat, táto měj mě rád?
Nevědí, co s tím, tak lžou.
Proto pláčou, do tmy pláčou.
V duchu ptaj se, kdo jim sílu dá,
kdo jim trochu síly dá.
Svoje přání do snů skrývaj a do očí se nedívaj.
Jako stín se loudaj za štěstím a do slzí se ukrývaj.
Mají strach říct, táto, já jsem já, tak měj mě prosím rád.
Já jsem ten, kdo sám se nejlíp zná, chci žít a ne se vzdát.
Proč tiše pláčou k ránu na polštář, kluci s duší bolavou.
Proč se bojej říkat, táto, měj mě rád, nevědí, co s tím, tak lžou.
Slzy dál utíraj, v duchu ptaj se, kdo jim sílu dá,
kdo jim trochu síly dá.
Utři pláč a schovej stud, vstaň a už sám sebou buď.
Je to snadný, vím to dávno.
Neutíkej pořád pryč, věř, že smát se zase smíš.
Tak už koukej začít žít, prostě žít.
Proč kluci pláčou k ránu na polštář, pro to, za co nemohou?
Proč choděj s láskou prosit před oltář, za svou duši duhovou?
Slzy dál utíraj, v duchu ptaj se, kdo jim sílu dá,
kdo jim sílu dá, kdo jim trochu síly dá.
Cestou zdaj si malej tajnej sen, den je budí s obavou,
kdo jim ránu dá, kdo se jim zas bude smát,
jestli maj se bát, ptaj se sebe tisíckrát.
Proč v slzách skrývaj strach, proč pláčou zas
kluci s duší bolavou?
Proč se bojej říkat, táto měj mě rád?
Nevědí, co s tím, tak lžou.
Proto pláčou, do tmy pláčou.
V duchu ptaj se, kdo jim sílu dá,
kdo jim trochu síly dá.
Svoje přání do snů skrývaj a do očí se nedívaj.
Jako stín se loudaj za štěstím a do slzí se ukrývaj.
Mají strach říct, táto, já jsem já, tak měj mě prosím rád.
Já jsem ten, kdo sám se nejlíp zná, chci žít a ne se vzdát.
Proč tiše pláčou k ránu na polštář, kluci s duší bolavou.
Proč se bojej říkat, táto, měj mě rád, nevědí, co s tím, tak lžou.
Slzy dál utíraj, v duchu ptaj se, kdo jim sílu dá,
kdo jim trochu síly dá.
Utři pláč a schovej stud, vstaň a už sám sebou buď.
Je to snadný, vím to dávno.
Neutíkej pořád pryč, věř, že smát se zase smíš.
Tak už koukej začít žít, prostě žít.
Proč kluci pláčou k ránu na polštář, pro to, za co nemohou?
Proč choděj s láskou prosit před oltář, za svou duši duhovou?
Slzy dál utíraj, v duchu ptaj se, kdo jim sílu dá,
kdo jim sílu dá, kdo jim trochu síly dá.
Contributed by Stanislava - 2022/11/4 - 23:06
Language: Italian
Versione italiana di Stanislava
COMING OUT
Perché vagabondano nella notte, nel vuoto, con la loro anima dolente?
Per la strada sognano il loro piccolo sogno segreto, il giorno li sveglia con la preoccupazione:
chi gli darà un colpo, chi riderà di nuovo di loro.
Chiedono mille volte a se stessi se devono avere paura.
Perché nelle lacrime nascondono la paura, perché piangono di nuovo
i ragazzi con l'anima dolente,
perché hanno paura di dire: papà, puoi volermi bene?
Non sanno che fare, e allora mentono.
Per quello piangono, piangono dentro l'oscurità
Tra sé e sé chiedono chi darà loro la forza
chi darà loro un po' di forza.
Nascondono i loro desideri dentro i sogni, e non guardano negli occhi.
Come un'ombra si trascinano inseguendo la felicità, e si nascondono dentro le lacrime.
Hanno paura di dire: papà, io sono io, e allora per favore, mi puoi voler bene?
Sono io chi meglio conosce me stesso, voglio vivere e non arrendermi.
Perché piangono in silenzio, la mattina dentro il cuscino, i ragazzi con l'anima dolente?
Perché hanno paura di dire: papà, mi puoi voler bene? Non sanno che fare, e allora mentono.
Continuano ad asciugarsi le lacrime, tra sé e sé chiedono chi darà loro la forza
chi darà loro un po' di forza.
Asciuga il pianto e nascondi la vergogna, alzati e sii finalmente te stesso.
È facile, lo so già da tempo.
Non scappare sempre via, credi che puoi di nuovo ridere.
E datti da fare per cominciare a vivere, semplicemente vivere.
Perché i ragazzi piangono la mattina dentro il cuscino per cose di cui non hanno colpa?
Perché portano l'amore davanti all'altare, a pregare per la loro anima arcobaleno?
Continuano ad asciugarsi le lacrime, tra sé e sé chiedono chi darà loro la forza
chi darà loro la forza, chi darà loro un po' di forza.
Perché vagabondano nella notte, nel vuoto, con la loro anima dolente?
Per la strada sognano il loro piccolo sogno segreto, il giorno li sveglia con la preoccupazione:
chi gli darà un colpo, chi riderà di nuovo di loro.
Chiedono mille volte a se stessi se devono avere paura.
Perché nelle lacrime nascondono la paura, perché piangono di nuovo
i ragazzi con l'anima dolente,
perché hanno paura di dire: papà, puoi volermi bene?
Non sanno che fare, e allora mentono.
Per quello piangono, piangono dentro l'oscurità
Tra sé e sé chiedono chi darà loro la forza
chi darà loro un po' di forza.
Nascondono i loro desideri dentro i sogni, e non guardano negli occhi.
Come un'ombra si trascinano inseguendo la felicità, e si nascondono dentro le lacrime.
Hanno paura di dire: papà, io sono io, e allora per favore, mi puoi voler bene?
Sono io chi meglio conosce me stesso, voglio vivere e non arrendermi.
Perché piangono in silenzio, la mattina dentro il cuscino, i ragazzi con l'anima dolente?
Perché hanno paura di dire: papà, mi puoi voler bene? Non sanno che fare, e allora mentono.
Continuano ad asciugarsi le lacrime, tra sé e sé chiedono chi darà loro la forza
chi darà loro un po' di forza.
Asciuga il pianto e nascondi la vergogna, alzati e sii finalmente te stesso.
È facile, lo so già da tempo.
Non scappare sempre via, credi che puoi di nuovo ridere.
E datti da fare per cominciare a vivere, semplicemente vivere.
Perché i ragazzi piangono la mattina dentro il cuscino per cose di cui non hanno colpa?
Perché portano l'amore davanti all'altare, a pregare per la loro anima arcobaleno?
Continuano ad asciugarsi le lacrime, tra sé e sé chiedono chi darà loro la forza
chi darà loro la forza, chi darà loro un po' di forza.
Contributed by Stanislava - 2022/11/4 - 23:07
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La sera del 12 ottobre 2022, a Bratislava, un diciannovenne armato ha tolto la vita a due ragazzi, Juraj e Matúš, davanti al bar Tepláreň, luogo conosciuto come punto di ritrovo della comunità LGBT+. Tanto si parla delle leggi omofobe dell'Ungheria di Orbán e delle politiche contro i diritti civili in Polonia, che gli altri due paesi appartenenti al gruppo di Visegrád, la Repubblica Ceca e la Slovacchia, rimangono un po' fuori dal mirino. Ma che se ne parli meno non significa che il clima là da questo punto di vista sia più favorevole.
Si è visto bene ora: è un clima dove un giovane prende la pistola del padre e spara a due ragazzi seduti davanti a un bar, solo perché non sopporta la loro esistenza. Gesto di un folle, dicono, da notare comunque che suo padre è, guarda caso, membro del partito di estrema destra Vlasť (Patria). Un clima dove tra le reazioni non ci sono solamente le manifestazioni di solidarietà per i famigliari delle vittime, ma anche una gran quantità di discorsi pieni di odio e di intolleranza. Ignoranza e pressapochismo di chi neanche di fronte a un doppio omicidio riesce a stare almeno zitto. E questo anche tra giornalisti e personaggi pubblici.
Non mi voglio dilungare tanto, simili discorsi purtroppo siamo abituati a sentirli anche in Italia, e ultimamente non è che si vada a migliorare. Mi limito a contribuire questa canzone che ha cantato Jan Bendig durante una manifestazione a Praga, in ricordo dei due ragazzi uccisi.