By yon bonnie banks and by yon bonnie braes,
Where the sun shines bright on Loch Lomond,
Where me and my true love were ever wont to gae,
On the bonnie, bonnie banks o' Loch Lomond.
O ye'll tak' the high road, and I'll tak' the low road,
And I'll be in Scotland a'fore ye,
But me and my true love will never meet again,
On the bonnie, bonnie banks o' Loch Lomond.
'Twas there that we parted, in yon shady glen,
On the steep, steep side o' Ben Lomond,
Where in soft purple hue, the highland hills we view,
And the moon coming out in the gloaming.
O ye'll tak' the high road, and I'll tak' the low road,
And I'll be in Scotland a'fore ye,
But me and my true love will never meet again,
On the bonnie, bonnie banks o' Loch Lomond.
The wee birdies sing and the wildflowers spring,
And in sunshine the waters are sleeping.
But the broken heart it kens nae second spring again,
Though the waeful may cease frae their grieving.
O ye'll tak' the high road, and I'll tak' the low road,
And I'll be in Scotland a'fore ye,
But me and my true love will never meet again,
On the bonnie, bonnie banks o' Loch Lomond.
Where the sun shines bright on Loch Lomond,
Where me and my true love were ever wont to gae,
On the bonnie, bonnie banks o' Loch Lomond.
O ye'll tak' the high road, and I'll tak' the low road,
And I'll be in Scotland a'fore ye,
But me and my true love will never meet again,
On the bonnie, bonnie banks o' Loch Lomond.
'Twas there that we parted, in yon shady glen,
On the steep, steep side o' Ben Lomond,
Where in soft purple hue, the highland hills we view,
And the moon coming out in the gloaming.
O ye'll tak' the high road, and I'll tak' the low road,
And I'll be in Scotland a'fore ye,
But me and my true love will never meet again,
On the bonnie, bonnie banks o' Loch Lomond.
The wee birdies sing and the wildflowers spring,
And in sunshine the waters are sleeping.
But the broken heart it kens nae second spring again,
Though the waeful may cease frae their grieving.
O ye'll tak' the high road, and I'll tak' the low road,
And I'll be in Scotland a'fore ye,
But me and my true love will never meet again,
On the bonnie, bonnie banks o' Loch Lomond.
Contributed by Elia Sponton - 2022/9/11 - 22:21
Language: Italian
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 12-9-2022 22:31
Il testo del 1841 che qui si traduce (per “testo del 1841” si deve ovviamente intendere la data di prima pubblicazione a stampa; come ben messo in luce da Elia Sponton, il testo tradizionale è sicuramente anteriore) proviene da The Vocal Melodies of Scotland, propriamente: The Vocal Melodies of Scotland united to the songs of Robert Burns, Sir Walter Scott, and other distinguished poets, Arranged with symphonies and accompaniments for the piano forte, a cura di Finlay Dun [1795-1853] e John Thomson [1805-1841]. Pubblicato da Paterson & Roy (27 George Street, Edinburgh), il volume non è in realtà datato e si ritiene il 1841 come anno più probabile, anche se potrebbe essere retrodatato al precedente 1840. Parecchie versioni della ballata hanno grafie irregolari e “fantasiose”, come ad esempio “Loch Loman”. La prima versione a stampa ha invece una grafia “normalizzata” basata sull'inglese standard (un vero testo in lingua scozzese sarebbe risultato pressoché incomprensibile ad un lettore standard, anche scozzese); lo si potrebbe considerare un testo scritto in inglese con qualche coloratura scozzese (bonnie, gae, tak', kens...) e qualche termine “tipico” di cui si dà ragione in nota. E' un esempio chiarissimo di come i raccoglitori di testi popolari del XVIII e XIX secolo intervenivano sui testi per renderli "leggibili", non di rado manipolandoli anche testualmente (procedimento di cui sir Walter Scott fu maestro, ma che fu iniziato in gran parte dal famoso Percy). [RV]
Riccardo Venturi, 12-9-2022 22:31
Il testo del 1841 che qui si traduce (per “testo del 1841” si deve ovviamente intendere la data di prima pubblicazione a stampa; come ben messo in luce da Elia Sponton, il testo tradizionale è sicuramente anteriore) proviene da The Vocal Melodies of Scotland, propriamente: The Vocal Melodies of Scotland united to the songs of Robert Burns, Sir Walter Scott, and other distinguished poets, Arranged with symphonies and accompaniments for the piano forte, a cura di Finlay Dun [1795-1853] e John Thomson [1805-1841]. Pubblicato da Paterson & Roy (27 George Street, Edinburgh), il volume non è in realtà datato e si ritiene il 1841 come anno più probabile, anche se potrebbe essere retrodatato al precedente 1840. Parecchie versioni della ballata hanno grafie irregolari e “fantasiose”, come ad esempio “Loch Loman”. La prima versione a stampa ha invece una grafia “normalizzata” basata sull'inglese standard (un vero testo in lingua scozzese sarebbe risultato pressoché incomprensibile ad un lettore standard, anche scozzese); lo si potrebbe considerare un testo scritto in inglese con qualche coloratura scozzese (bonnie, gae, tak', kens...) e qualche termine “tipico” di cui si dà ragione in nota. E' un esempio chiarissimo di come i raccoglitori di testi popolari del XVIII e XIX secolo intervenivano sui testi per renderli "leggibili", non di rado manipolandoli anche testualmente (procedimento di cui sir Walter Scott fu maestro, ma che fu iniziato in gran parte dal famoso Percy). [RV]
Le belle ripe del Lago Lomond
Presso quelle belle ripe, presso quei bei colli [1]
Ove il sole splende chiaro sul Lago Lomond, [2]
Ove io e la mia innamorata eravam soliti andare,
Presso le belle, belle ripe del Lago Lomond
Oh, prenderai la strada maestra, io quella secondaria,
E io sarò in Scozia prima di te,
Ma io e la mia innamorata non c'incontreremo più
Presso le belle, belle ripe del Lago Lomond.
Fu là che ci separammo, in quell'ombrosa valletta [3]
Sullo scosceso, scosceso fianco del Ben Lomond, [4]
Ove mireremo gli alti colli di tenero color porpora
E la luna che spunta al cader della notte.
Oh, prenderai la strada maestra, io quella secondaria,
E io sarò in Scozia prima di te,
Ma io e la mia innamorata non c'incontreremo più
Presso le belle, belle ripe del Lago Lomond.
Cantano gli uccellini [5] e sbocciano i fiori di campo,
E in pieno sole le acque stan dormendo.
Ma il cuore spezzato non conosce un'altra primavera,
Sebben chi è afflitto possa cessar di rattristarsi.
Oh, prenderai la strada maestra, io quella secondaria,
E io sarò in Scozia prima di te,
Ma io e la mia innamorata non c'incontreremo più
Presso le belle, belle ripe del Lago Lomond.
Presso quelle belle ripe, presso quei bei colli [1]
Ove il sole splende chiaro sul Lago Lomond, [2]
Ove io e la mia innamorata eravam soliti andare,
Presso le belle, belle ripe del Lago Lomond
Oh, prenderai la strada maestra, io quella secondaria,
E io sarò in Scozia prima di te,
Ma io e la mia innamorata non c'incontreremo più
Presso le belle, belle ripe del Lago Lomond.
Fu là che ci separammo, in quell'ombrosa valletta [3]
Sullo scosceso, scosceso fianco del Ben Lomond, [4]
Ove mireremo gli alti colli di tenero color porpora
E la luna che spunta al cader della notte.
Oh, prenderai la strada maestra, io quella secondaria,
E io sarò in Scozia prima di te,
Ma io e la mia innamorata non c'incontreremo più
Presso le belle, belle ripe del Lago Lomond.
Cantano gli uccellini [5] e sbocciano i fiori di campo,
E in pieno sole le acque stan dormendo.
Ma il cuore spezzato non conosce un'altra primavera,
Sebben chi è afflitto possa cessar di rattristarsi.
Oh, prenderai la strada maestra, io quella secondaria,
E io sarò in Scozia prima di te,
Ma io e la mia innamorata non c'incontreremo più
Presso le belle, belle ripe del Lago Lomond.
[1] Brae, sia “colle, collina”, che “ripa che digrada verso un fiume o lago”. Termine tra i più tipici della lingua scozzese, presente tra l'altro in parecchie ballate tradizionali (come The Braes o' Yarrow, Child #214) e la Kellyburnbraes di Robert Burns. Nel variopinto impianto linguistico scozzese, il termine brae fa parte del cospicuo “stock” di origine norreno-scandinava (molto maggiore che nell'inglese standard, e assai antico): si confronta direttamente con l'antico islandese brá (“palpebra”) attraverso il medio scozzese bra, bro (ingl. brow) nel senso di “sommità di un colle”.
[2] E' pur vero che i lochs scozzesi sono formazioni tipiche dell'area, ma sono pur sempre laghi, e laghi restano (a me non piace tradurre in italiano tenendo i “termini folkloristici”). Il termine è di origine gaelica; ha dato origine, tra l'altro, ad una parola medioinglese poi persasi, lough. Si risale a un indeuropeo *lokos “pozza; stagno”, che, beninteso, è alla base anche del latino lacus (da cui il nostro “lago”). Lake è, in inglese, un prestito dal francese.
[3] Glen, termine di origine gaelica (irl. e gaelico sc. gleann “valle” in senso generico, mentre in scozzese si è specializzato nel senso di “piccola e recondita valle”). Termine panceltico (gallese glyn, mannese glion), di origine sconosciuta e probabilmente non indeuropea, prob. da una precedente lingua di sostrato. Non ignoto alle nostre latitudini in toponimi anticamente celtici: si veda ad esempio il torrente Gleno in Val di Scalve (Bergamo) ("torrente della valle"), tristemente noto per la diga criminalmente costruita e crollata il 1° dicembre 1923, causando la morte di circa 500 persone.
[4] Il monte che sovrasta il Lago Lomond (il lago prende nome dal monte, ovviamente). Fa parte della catena montuosa delle Highlands è, per gli standard scozzesi, è un'alta montagna coi suoi 974 metri. Il suo nome gaelico, Beinn Laomainn (l'inglese è la sua resa sommaria) significa “montagna-faro”, o “monte-vedetta”.
[5] A differenza dell'inglese standard, lo scozzese è ricchissimo di diminutivi (in -ie, -y), che usa assai volentieri. Qui birdies è addirittura accompagnato dall'aggettivo infantile wee “piccino, piccolino” (cfr. la ballata The Wee Wee Man “L'omino piccino picciò”, Child #38).
[2] E' pur vero che i lochs scozzesi sono formazioni tipiche dell'area, ma sono pur sempre laghi, e laghi restano (a me non piace tradurre in italiano tenendo i “termini folkloristici”). Il termine è di origine gaelica; ha dato origine, tra l'altro, ad una parola medioinglese poi persasi, lough. Si risale a un indeuropeo *lokos “pozza; stagno”, che, beninteso, è alla base anche del latino lacus (da cui il nostro “lago”). Lake è, in inglese, un prestito dal francese.
[3] Glen, termine di origine gaelica (irl. e gaelico sc. gleann “valle” in senso generico, mentre in scozzese si è specializzato nel senso di “piccola e recondita valle”). Termine panceltico (gallese glyn, mannese glion), di origine sconosciuta e probabilmente non indeuropea, prob. da una precedente lingua di sostrato. Non ignoto alle nostre latitudini in toponimi anticamente celtici: si veda ad esempio il torrente Gleno in Val di Scalve (Bergamo) ("torrente della valle"), tristemente noto per la diga criminalmente costruita e crollata il 1° dicembre 1923, causando la morte di circa 500 persone.
[4] Il monte che sovrasta il Lago Lomond (il lago prende nome dal monte, ovviamente). Fa parte della catena montuosa delle Highlands è, per gli standard scozzesi, è un'alta montagna coi suoi 974 metri. Il suo nome gaelico, Beinn Laomainn (l'inglese è la sua resa sommaria) significa “montagna-faro”, o “monte-vedetta”.
[5] A differenza dell'inglese standard, lo scozzese è ricchissimo di diminutivi (in -ie, -y), che usa assai volentieri. Qui birdies è addirittura accompagnato dall'aggettivo infantile wee “piccino, piccolino” (cfr. la ballata The Wee Wee Man “L'omino piccino picciò”, Child #38).
Language: Scots
Il testo eseguito dai Corries [1987, da Barrett's Privateer]. 1876, da JG Wilson, The Poets and Poetry of Scotland, London, Blackie & Son.
"Di seguito la versione del gruppo folk scozzese The Corries; da notare la diversità tra questo e il testo precedente" [Elia Sponton]
E' possibile che la versione eseguita dai Corries (dall'album del 1987 Barrett's Privateers) rifletta vicende del periodo Giacobita, e sicuramente ha un plot narrativo molto più chiaro e completo (una ballata popolare autentica, si ricorda, ha fini narrativi e non “poetici”, una cosa che i raccoglitori sette o ottocenteschi non avevano affatto chiara, presi dal mito della “musa popolare” e che, sovente, intervenivano sui testi per “migliorarne la poesia” creando a volte capolavori sì, ma falsi; l'esempio classico del genere, a parte i geniali pastrocchi di Sir Walter Scott, è il Tam Lin manipolato, o meglio riscritto, da Robert Burns). Ciononostante, il testo qui presente compare soltanto nella prima metà del XIX secolo, in un broadside (foglio volante) dello stampatore Sanderson che Lady John Scott raccolse nel 1838 da un ragazzo, a Edimburgo che la stava cantando “to the tune of...”. Trattandosi di un broadside, non sussiste alcun dubbio sul fatto che un qualche testo popolare fosse stato “adattato per il vasto pubblico” da un poetastro. Nella forma qui presente, però, e con ulteriori interventi, il testo compare a stampa nel 1876 nell'antologia The Poets and Poetry of Scotland from the Earliest to the Present Time, comprising characteristic selections from the works of more noteworthy Scottish poets with biographical and critical notices, in 4 volumi, curata da James Grant Wilson e pubblicata da Blackie & Son a Londra. Rispetto al “testo del 1841” (che appare come una stilizzazione della vicenda, un procedimento che può avere qualche carattere autenticamente popolare dato che l'erosione di una vicenda è spesso indice di circolazione effettiva per un lungo periodo), il presente testo è maggiormente “scozzese” dal punto di vista linguistico.[RV]
"Di seguito la versione del gruppo folk scozzese The Corries; da notare la diversità tra questo e il testo precedente" [Elia Sponton]
E' possibile che la versione eseguita dai Corries (dall'album del 1987 Barrett's Privateers) rifletta vicende del periodo Giacobita, e sicuramente ha un plot narrativo molto più chiaro e completo (una ballata popolare autentica, si ricorda, ha fini narrativi e non “poetici”, una cosa che i raccoglitori sette o ottocenteschi non avevano affatto chiara, presi dal mito della “musa popolare” e che, sovente, intervenivano sui testi per “migliorarne la poesia” creando a volte capolavori sì, ma falsi; l'esempio classico del genere, a parte i geniali pastrocchi di Sir Walter Scott, è il Tam Lin manipolato, o meglio riscritto, da Robert Burns). Ciononostante, il testo qui presente compare soltanto nella prima metà del XIX secolo, in un broadside (foglio volante) dello stampatore Sanderson che Lady John Scott raccolse nel 1838 da un ragazzo, a Edimburgo che la stava cantando “to the tune of...”. Trattandosi di un broadside, non sussiste alcun dubbio sul fatto che un qualche testo popolare fosse stato “adattato per il vasto pubblico” da un poetastro. Nella forma qui presente, però, e con ulteriori interventi, il testo compare a stampa nel 1876 nell'antologia The Poets and Poetry of Scotland from the Earliest to the Present Time, comprising characteristic selections from the works of more noteworthy Scottish poets with biographical and critical notices, in 4 volumi, curata da James Grant Wilson e pubblicata da Blackie & Son a Londra. Rispetto al “testo del 1841” (che appare come una stilizzazione della vicenda, un procedimento che può avere qualche carattere autenticamente popolare dato che l'erosione di una vicenda è spesso indice di circolazione effettiva per un lungo periodo), il presente testo è maggiormente “scozzese” dal punto di vista linguistico.[RV]
Loch Lomond
O wither away my bonnie May
Sae late an' sae far in the gloamin'
The mist gather grey o'er moorland and brae
O wither sae far are ye roamin'?
O ye'll tak the high road
An' I'll tak the low
I'll be in Scotland afore ye
For me and my true love will never meet again
By the bonnie bonnie banks o' Loch Lomond
I trusted my ain love last night in the broom
My Donald wha' loves me sae dearly
For the morrow he will march for Edinburgh toon
Tae fecht for his King and Prince Charlie
O well may I weep for yestreen in my sleep
We stood bride and bridegroom together
But his arms and his breath were as cold as the death
And his heart's blood ran red in the heather
O ye'll tak the high road
An' I'll tak the low
I'll be in Scotland afore ye
For me and my true love will never meet again
By the bonnie bonnie banks o' Loch Lomond
As dauntless in battle as tender in love
He'd yield ne'er a foor toe the foeman
But never again frae the field o' the slain
Tae his Moira will he come by Loch Lomond
The thistle may bloom, the King hae his ain
And fond lovers may meet in the gloamin'
And me and my true love will yet meet again
Far above the bonnie banks of Loch Lomond
O ye'll tak the high road
An' I'll tak the low
I'll be in Scotland afore ye
For me and my true love will never meet again
By the bonnie bonnie banks o' Loch Lomond
O wither away my bonnie May
Sae late an' sae far in the gloamin'
The mist gather grey o'er moorland and brae
O wither sae far are ye roamin'?
O ye'll tak the high road
An' I'll tak the low
I'll be in Scotland afore ye
For me and my true love will never meet again
By the bonnie bonnie banks o' Loch Lomond
I trusted my ain love last night in the broom
My Donald wha' loves me sae dearly
For the morrow he will march for Edinburgh toon
Tae fecht for his King and Prince Charlie
O well may I weep for yestreen in my sleep
We stood bride and bridegroom together
But his arms and his breath were as cold as the death
And his heart's blood ran red in the heather
O ye'll tak the high road
An' I'll tak the low
I'll be in Scotland afore ye
For me and my true love will never meet again
By the bonnie bonnie banks o' Loch Lomond
As dauntless in battle as tender in love
He'd yield ne'er a foor toe the foeman
But never again frae the field o' the slain
Tae his Moira will he come by Loch Lomond
The thistle may bloom, the King hae his ain
And fond lovers may meet in the gloamin'
And me and my true love will yet meet again
Far above the bonnie banks of Loch Lomond
O ye'll tak the high road
An' I'll tak the low
I'll be in Scotland afore ye
For me and my true love will never meet again
By the bonnie bonnie banks o' Loch Lomond
Contributed by Elia Sponton - 2022/9/12 - 16:19
Language: Italian
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 12-9-2022 23:40
Riccardo Venturi, 12-9-2022 23:40
Il lago Lomond
Sfiorisci, mio bel maggio,
sì tardi e sì lungi al calar della notte.
Il fosco grigio s'addensa sulla landa e sul colle,
sfiorisci sì lungi...stai forse vagando?
Oh, prenderai la strada maestra
e io quella secondaria,
sarò in Iscozia prima di te.
Ché io ed il mio amore non c'incontreremo più
Sulle belle, belle ripe del lago Lomond.
Mi son fidata del mio amore l'altra notte nella scopaia,
il mio Donald che mi ama sì caro,
perché al mattino andrà nella città di Edimburgo
a combatter per il suo Re e per il principe Carlo.
E posso ben piangere, ché ieri notte dormivamo [1]
Insieme come sposo e sposa,
ma le sue braccia e il suo respiro eran freddi come la morte
e il sangue del suo cuore fluiva rosso nell'erica
Oh, prenderai la strada maestra
e io quella secondaria,
sarò in Iscozia prima di te.
Ché io ed il mio amore non c'incontreremo più
Sulle belle, belle ripe del lago Lomond.
Intrepido in battaglia così com'è tenero in amore,
non cederà mai un dito al nemico,
però mai più, dal campo dei morti in battaglia
tornerà dalla sua Moira al lago Lomond.
Può fiorire il cardo, il Re ha ciò che è suo,
e gli innamorati possono incontrarsi al calar del buio,
ed io ed il mio amore non c'incontreremo più
lassù lontano, sulle belle ripe del lago Lomond.
Oh, prenderai la strada maestra
e io quella secondaria,
sarò in Iscozia prima di te.
Ché io ed il mio amore non c'incontreremo più
Sulle belle, belle ripe del lago Lomond.
Sfiorisci, mio bel maggio,
sì tardi e sì lungi al calar della notte.
Il fosco grigio s'addensa sulla landa e sul colle,
sfiorisci sì lungi...stai forse vagando?
Oh, prenderai la strada maestra
e io quella secondaria,
sarò in Iscozia prima di te.
Ché io ed il mio amore non c'incontreremo più
Sulle belle, belle ripe del lago Lomond.
Mi son fidata del mio amore l'altra notte nella scopaia,
il mio Donald che mi ama sì caro,
perché al mattino andrà nella città di Edimburgo
a combatter per il suo Re e per il principe Carlo.
E posso ben piangere, ché ieri notte dormivamo [1]
Insieme come sposo e sposa,
ma le sue braccia e il suo respiro eran freddi come la morte
e il sangue del suo cuore fluiva rosso nell'erica
Oh, prenderai la strada maestra
e io quella secondaria,
sarò in Iscozia prima di te.
Ché io ed il mio amore non c'incontreremo più
Sulle belle, belle ripe del lago Lomond.
Intrepido in battaglia così com'è tenero in amore,
non cederà mai un dito al nemico,
però mai più, dal campo dei morti in battaglia
tornerà dalla sua Moira al lago Lomond.
Può fiorire il cardo, il Re ha ciò che è suo,
e gli innamorati possono incontrarsi al calar del buio,
ed io ed il mio amore non c'incontreremo più
lassù lontano, sulle belle ripe del lago Lomond.
Oh, prenderai la strada maestra
e io quella secondaria,
sarò in Iscozia prima di te.
Ché io ed il mio amore non c'incontreremo più
Sulle belle, belle ripe del lago Lomond.
[1] "Variatio" rispetto al testo originale dovuta alle esigenze linguistiche italiane.
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Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Con tutta probabilità la canzone scozzese è un adattamento di un precedente canto giacobita (il giacobitismo fu un movimento politico del XVII Secolo che rivendicava la legittimità della Casata degli Stuart, spodestati dopo la Glorious Revolution)
All'interno del testo di "The Bonnie Banks o' Loch Lomond", infatti, vi sono frequenti riferimenti a Charles Edward Stuart, conosciuto anche come Bonnie Prince Charlie (in scozzese "Bonnie" sta a significare "bello", "caro"), legittimo sovrano d'Inghilterra che, dopo la Glorious Revolution del 1688 che spodestò suo nonno Giacomo II e la conseguente guerra civile (avvenuta con l'insurrezione dei suoi giacobiti) contro il Parlamento, si vide costretto a rifugiarsi a Roma, dove morirà nel 1788.
La Scozia, luogo di origine della stessa Casata Stuart, fu per molti anni, assieme all'Irlanda, le regioni a maggioranza giacobita. Questo perché gli Stuart furono gli ultimi Re cattolici (Irlanda e Scozia furono, e sono tutt'ora, fortemente influenzati dalla Chiesa di Roma) ed anche perché lo stesso Giacomo II, attraverso la Dichiarazione di Indulgenza del 1687, tentò di stabilire in Inghilterra la libertà di culto. Ciò diede modo al Parlamento di detronizzarlo successivamente.
Secondo alcuni, le parole contenuto all'interno della canzone, vennero pronunciate da un soldato giacobita rinchiuso all'interno di una prigione inglese, mentre aspettava la decapitazione. Il tema della morte è molto presente all'interno della canzone: secondo le parole del soldato (che sono poi quelle del canto), la sua anima camminerà per la "strada bassa" -che si antepone alla "strada alta", ovvero quella dei vivi-, così facendo raggiungerà prima la Scozia, la sua terra; di seguito il frammento preso in considerazione:
An' I'll tak the low
I'll be in Scotland afore ye"
Il contenuto del testo è un continuo ricordo del soldato a proposito della bellezza del lago Loch Lomond e della sua amata, con cui era solito andare.
Perduto il suo tratto realista e legittimista, dopo un po' di tempo la canzone "The Bonnie Banks o' Loch Lomond" è divenuto un canto di emancipazione in Scozia, nonché una straordinaria melodia tradizionale. Vi è anche una versione irlandese intitolata "Red Is the Rose".
Tra le numerose versioni degne di note, spicca quella del gruppo scozzese "The Corries", dove cambiano molte delle parole ed il testo prende dunque quasi un altro significato. [Elia Sponton]