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Cinema

Erica Mou
Lingua: Italiano


Erica Mou

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dall'album "Nature"
Nature

“Cinema” è un pezzo che racconta la voglia di futuro, di maternità e di paternità, il bilancio di quello che è il mondo oggi e di cosa stiamo consegnando ai nostri figli, ma soprattutto la canzone si domanda chi saranno questi figli.


Anche se siamo universi diversi / Siamo figli, fratelli, di questo pianeta, una canzone profonda e sincera dalla bellissima voce di Erica Mou.
Ehi, andiamo al cinema
Ci pensi mai se i nostri figli fra vent'anni sapranno cos'è un cinema?
E se faranno i conti a mente o viaggeranno per le stelle?
Se scriveranno a mano libera?
Ehi, mai stati pronti
Per le carriere, per i tempi, per i soldi, per nuove notti insonni
Ma in questo scaricabarile di colpe e di petrolio
Si è versato solo odio

Io posso darti solo la piccola certezza
Che sbaglieremo insieme
Io posso farti solo questa promessa
Che saranno diversi da noi
Saranno migliori di noi

Ehi, come alieni, come guerrieri
La fantascienza è nella vita vera
E la paura di esser normali
Scivola tra le tue mani

Io posso darti solo la piccola certezza
Che sbaglieremo insieme
Io posso farti solo questa promessa
Che saranno migliori
Io posso darti solo la piccola certezza
Che sbaglieremo insieme
Io posso farti solo questa promessa
Che saranno diversi da noi
Saranno migliori di noi

Anche se siamo universi diversi
Siamo figli, fratelli, di questo pianeta
Non importa del sangue che porti nel petto
Conta quello che lasci alla terra
Non importa del sangue che porti nel petto
Conta quello che lasci alla terra

Ehi, andiamo al cinema

inviata da Lorenzo - 25/3/2022 - 23:09


Un 2024 di aspirazioni e anche di vite nuove

di Erica Mou da La Gazzetta del Mezzogiorno

Erica


Anno nuovo vita nuova, penso guardandomi la pancia enorme che accorcia i maglioni e non mi lascia più vedere le scarpe. Mentre salto la fila al supermercato, evito cenoni e luoghi affollati, mi massaggio la schiena e guardo la valigia pronta da portare in ospedale, mi chiedo quand’è che mia figlia vorrà nascere, in che giorno, a che ora, quale sarà la data che festeggeremo per sempre come un secondo Natale, come un altro Capodanno. Il giorno in cui una vita prende nome, cognome e persino carta d’identità, quando viene alla luce un’anima che nuotava nel buio ma pure una cittadina, con i suoi documenti, i suoi diritti, la sua legittima richiesta di cura.

No, io e mio marito non abbiamo deciso di mettere al mondo un bambino perché oggi vediamo istituzioni che sono più attente al tema della famiglia, come ha asserito unilateralmente la presidente del consiglio pochi giorni prima di Natale. Se avesse chiesto a noi, avremmo risposto che anzi questo ci sembra un tempo violento, non tutelato, storto e pieno zeppo di contraddizioni tra propaganda ed effettivi sostegni.

No, io e mio marito non crediamo neanche che la maternità debba essere la massima aspirazione per una donna, come ha dichiarato la senatrice Mennuni pochi giorni fa. Potrebbe esserlo, certo, e non ci sarebbe niente di male. Ma noi, a questa bambina che desideriamo, amiamo e a giorni incontreremo, auguriamo di trovare da sola la propria aspirazione senza il senso di fallimento che cresce in “ciò che dovrebbe”. Soprattutto a diciott’anni (sempre per citare la senatrice), quando tutto è da scrivere ed è lo zaino pieno di libri a rendere il corpo più pesante, o magari pieno di magliette non stirate durante un viaggio, o pieno di sogni da assaggiare prima di dire per sempre, senza confondere la realizzazione personale con l’essere cool.

Quando i chili stanno sul dorso e non sulla pancia, quando le scarpe sono bene in vista per esplorare strade che chissà dove porteranno. A tutti voi carissimi lettori e lettrici auguro un luminoso 2024, che sia un anno di aspirazioni e vite nuove, a modo vostro.

1/1/2024 - 23:02




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