Quando ormai più niente va
la stragrande quantità
d’intellettuali vi dirà:
“Noi lo sapevamo già!”
E poi ci abbindolerà
con un diluvio di Sì-Ma
e con quelli si rifarà
una nuova verginità.
Gli opinionisti sanno già
che a loro basterà un Sì-Ma
per sdoganare la viltà
che li ha contaminati già.
E detto questo ognuno poi
continua a farsi i cazzi suoi
imputando ciò che non va
all’ottusa Umanità.
Che niente al mondo fermerà
gente a milioni che fuggirà
le spaventose calamità
che il clima ci riserverà.
Mister Sì-Ma dirà “Lo so,
e lo sapevo da un bel po’,
che la catastrofe verrà
e preparatevi Sì-Ma
Che sul mondo incombe già
Il fascismo del G.A.F.A.
Mister Sì-Ma lo sa e dirà:
“State in guardia Sì-Ma!
E chi reclama più equità,
maggior giustizia e dignità,
mister Sì-Ma lo sosterrà
dicendo: È vero! Sì-Ma”
Che il pianeta stia già
morendo lui lo griderà
ma alla sfilata scritto avrà
sul suo cartello un gran Sì-Ma
Alla Tivù proclamerà:
“L’ ecologia ormai sarà
la più grande priorità
che va affrontata, Sì-Ma!”
E sempre giustificherà
con il fior fiore dei suoi Sì-Ma
abusi e criminalità
di chi pagò la sua viltà.
E mai costui si accorgerà
di esser lui, mister Sì-Ma,
la miccia accesa che farà poi
saltare in aria lui e noi.
Vaffanculo, Mister Sì-Ma!
Con questa tua duplicità,
pensa ai tuoi figli, se non voi
pensar un attimo anche a noi.
La morte ignorerà i Sì-Ma
e sconti non te ne farà
e quando il mondo salterà
tu non dirai mai più: Sì-Ma!
la stragrande quantità
d’intellettuali vi dirà:
“Noi lo sapevamo già!”
E poi ci abbindolerà
con un diluvio di Sì-Ma
e con quelli si rifarà
una nuova verginità.
Gli opinionisti sanno già
che a loro basterà un Sì-Ma
per sdoganare la viltà
che li ha contaminati già.
E detto questo ognuno poi
continua a farsi i cazzi suoi
imputando ciò che non va
all’ottusa Umanità.
Che niente al mondo fermerà
gente a milioni che fuggirà
le spaventose calamità
che il clima ci riserverà.
Mister Sì-Ma dirà “Lo so,
e lo sapevo da un bel po’,
che la catastrofe verrà
e preparatevi Sì-Ma
Che sul mondo incombe già
Il fascismo del G.A.F.A.
Mister Sì-Ma lo sa e dirà:
“State in guardia Sì-Ma!
E chi reclama più equità,
maggior giustizia e dignità,
mister Sì-Ma lo sosterrà
dicendo: È vero! Sì-Ma”
Che il pianeta stia già
morendo lui lo griderà
ma alla sfilata scritto avrà
sul suo cartello un gran Sì-Ma
Alla Tivù proclamerà:
“L’ ecologia ormai sarà
la più grande priorità
che va affrontata, Sì-Ma!”
E sempre giustificherà
con il fior fiore dei suoi Sì-Ma
abusi e criminalità
di chi pagò la sua viltà.
E mai costui si accorgerà
di esser lui, mister Sì-Ma,
la miccia accesa che farà poi
saltare in aria lui e noi.
Vaffanculo, Mister Sì-Ma!
Con questa tua duplicità,
pensa ai tuoi figli, se non voi
pensar un attimo anche a noi.
La morte ignorerà i Sì-Ma
e sconti non te ne farà
e quando il mondo salterà
tu non dirai mai più: Sì-Ma!
inviata da Dq82 - 8/3/2022 - 17:17
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2022
Nuovo Cantacronache n°7
Testi/ lyrics: Beppe Chierici
Musica / Music / Musique / Sävel: Giuseppe Mereu (Doc Pippus)
Beppe Chierici ci ha abituati con le sue canzoni ribelli, colme di intelligenza, di ironia e di occhi sul presente, a riflettere su chi siamo, come siamo cambiati e verso quale direzione l’umanità stia navigando. Non è un viaggio pacifico, quello che raccontano queste canzoni. L’autore ci restituisce la realtà di un mondo devastato da ignoranza e odio verso l’altro. Un mondo svuotato di valori, governato da spietato consumismo, guerre di conquista, sopraffazione in tutte le sue forme: fisica, culturale, ideologica. Un mondo privo di fratellanza e dignità. Diventato tossico, senza solidarietà, né amore. Un mondo in cui il mare è una tomba. Ha affogato sogni, persone, culture, desideri. Quel mare un giorno si è vendicato dell’orrore di cui è stato testimone. Con un’onda ha ingoiato colpevoli e innocenti, città e palazzi. Ma questa è solo una leggenda, pensa il pescatore dell’anno 2100, che cala le sue reti e di nulla si preoccupa. Invece, ci sono le macerie. E sulla loro polvere resta il segno della Storia, dei grandi e dei piccoli eventi. La polvere, unica sopravvissuta alla distruzione di ecosistemi, per le scelte scellerate di chi li abita irrispettosamente. Un’umanità mostrificata. Quella fanatica di Trump, delle cui gesta inqualificabili la canzone si fa testimonianza storica; quella ingannevole di chi ha imbevuto le menti fragili di menzogne, costringendo la povera gente a costruire templi smisurati invece di predicare rispetto e convivenza. Quella insulsa degli opportunisti, di chi finge di non sapere, di chi non vuole vedere e legittima azioni orripilanti e sciagurate. Un’umanità irresponsabile e vile in cui tutti siamo lo stronzo di qualcuno, perché è meglio incolpare il prossimo di ogni nefandezza, invece di prendersi una responsabilità. Un’umanità irretita da messaggi degenerati. Quelli delle pubblicità, che deformano, manipolano, costruiscono falsità con l’unico scopo di trasformare le persone in consumatori. Sordi ai sentimenti, ciechi alle verità, impotenti alle scelte. Fantasmi. Ma è anche un viaggio in cui la musica benevola dell’amico e complice Giuseppe Mereu, solleva e dà sollievo.
Viaggio in cui l’autore, cantastorie contemporaneo, parla dell’oggi accompagnato dalle melodie e dagli strumenti del folk più autentico. Racconta storie incantando, deride, dileggia, induce a pensare. Un viaggio che cerca un porto sicuro in cui attraccare. E portare in salvo ciò che di buono è rimasto. La voce del saggista francese Jacques Lacarriére. Quella di Louise Michel, combattente anarchica già cantata da Paul Verlaine, Victor Hugo. Condannata, deportata in esilio, da sempre in lotta contro ogni tirannide. Prima femminista, a favore dell’emancipazione, del divorzio, del diritto all’istruzione. E poi la voce dello spagnolo Blas Otero, che evoca il parlare antico, i detti contadini, le espressioni sincere e autentiche. Un mondo di valori perduti. Infine la voce dell’autore che in “Il mio tempo” scrive la sua autobiografia. Una riflessione sul tempo di una vita, quello che rimane, un tempo che spinge furiosamente in avanti. Che nel correre veloce e lontano, a ogni passo si alleggerisce di qualcosa: i pesanti vestiti del passato, i ricordi di ieri e di mille anni fa, le storie e la Storia. Si spoglia di tutto per arrivare all’essenza. E così affrontare il futuro.
il cenacolo di Ares