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Слова растамана

Akvarium / Аквариум
Lingua: Russo


Akvarium / Аквариум

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Słova Rastamana
[2004]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Boris Grebenšćikov
Album / Albumi: Reggae

aquarium reggae


"Canzone "rasta" per la pace e contro il separatismo
Simpatica e anche attuale, in qualche modo." [Donatella Leoni]
Какая радость, когда человек слышит слова растамана,
Какая радость, когда человек что-то слышит.

Аврорафобы, те, кто боятся рассвета – вот ваше имя.
Дети подземелья, снимайте растяжки и мины.
Если ты не знаешь, зачем ты живёшь – это не повод стрелять разрывными,
Ты можешь попасть прямо в сердце своей половины.

Какая радость, когда человек слышит слова растамана,
Какая радость, когда человек что-то слышит.

Случилось так, что в саду наших душ вместо ангелов ходят артисты,
Ходят за деньги, прямо по цветам сапогами.
До счастья было рукой подать, но всё испортили сепаратисты,
Теперь нам придётся идти к нему своими ногами.

Когда Джа-Джа поёт, ты делаешь вид, что не слышишь,
Джа-Джа танцует, ты где-то всегда в другом месте.
Если ты забудешь, никто не напомнит тебе, как ты дышишь,
Музыка свяжет по рукам и ногам и заставит вертеться на месте.

По радио снова транслируют то, что унижает человеческий ум,
Этот низкий потолок страшнее чумы и проказы.
Война удобна – она избавляет от необходимости думать,
Но с каких пор ты стал любить повиноваться приказам?

Какая радость, когда человек слышит слова растамана,
Какая радость, когда человек что-то слышит.

inviata da Donatella Leoni - 22/2/2022 - 18:24



Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 25-2 / 3-3-2022

dostofyod


Cinque o sei parole del traduttore. Per una piccola cronaca interna, questa era la canzone che stavo traducendo quando è scoppiata la guerra e le armate di Putin hanno invaso l'Ucraina. Sinceramente, non ci credevo; o meglio, non ci volevo credere e minimizzavo, stupidamente ironizzando persino. Mi sbagliavo. Ci si sbaglia sempre, di fronte a tali cose. La misteriosissima Donatella Leoni, appassionata contributrice di interessantissime canzoni “pop” russe chiosate con lapidari commenti, nonché autrice di simpatici e colossali “arrosti” nei suoi inserimenti -che obbligano il disgraziato amministratore a pigliare le sue pagine e rifarle di sana pianta- ci aveva spedito questo pezzo degli Akvarium, scritto da Boris Grebenšćikov nel 2004; gli Akvarium erano il gruppo “proprio” di Grebenšćikov, che aveva girato anche in mezzo ai Kino di Viktor Coj (Tsoi). Entrare nelle pagine di Donatella Leoni è una sorta di viaggio mistico; quando poi c'è di mezzo un testo di Grebenšćikov, il viaggio diventa anche una sorta di esplorazione in territori sconosciuti, sintetizzabili con la classica domanda: Ma questo qui, quanta roba bòna (anzi, bonissima) si fumava? Essendoci poi addirittura di mezzo un rasta... Il traduttore, quindi, oltre a inerpicarsi su per gli ardui sentieri della lingua russa (che, no, non è semplice), si deve infilare anche nella testa di Boris Grebenšćikov e nei suoi testi sovente oscuri e indecifrabili. Ad esempio, ancora sto qui a chiedermi chi o che cosa sia il/la “Dja-Dja” che compare nel testo, sperando che si facciano vive schiere di grebenšćikologi (o di djadjaologi) che chiariscano l'arcano. (risolto!) Io, qui, mi sono arreso. Però, riprendendo e terminando la traduzione oramai in tempo di guerra, spero di aver diradato almeno qualche nube, e di aver fatto apparire una canzonetta anche un po' più “simpatica e attuale” di quanto concisamente dichiarato dalla Donatella Leoni (che, almeno un po', il russo lo deve conoscere se invia canzoni del genere).

Indubbiamente, lo scoppio della guerra putiniana mi ha un po' preso in questi giorni -come potrebbe essere altrimenti, in un sito di “Canzoni contro la guerra”, poi?... Ma le cose, possibilmente, non vanno lasciate in sospeso. E senza dare ostracismi o “sanzionare” alcunché. In questi ultimi giorni, ad esempio, si assiste a un tentativo di sanzionare non soltanto il gas russo, le banche e l'economia russa in generale, lo sport, le squadre di calcio e la vodka: si vuole sanzionare persino la cultura russa e la sua lingua. Ad esempio, dopo Vladimir Vladimirovič Putin, almeno in Italia è stato individuato un nuovo nemico da eliminare: il pericolosissimo Fëdor Michajovič Dostoevskij (1821-1881). A Firenze, addirittura, qualcuno ha chiesto al sindaco di eliminare e distruggere la statua di Dostoevskij che si trova nel parco delle Cascine. Poiché, come recita un famoso detto, “la madre degli imbecilli è sempre incinta” (oppure il padre degli imbecilli non usa mai il preservativo), vorrei essere molto chiaro. Noialtri siamo un sito di canzonette di un certo tipo, e sicuramente non possiamo occuparci di altissima letteratura (a meno che Dostoevskij non abbia scritto, chissà, qualche canzone); però le canzonette in russo continueremo imperterriti a metterle, a farle conoscere e, possibilmente, a tradurle. Lo dico casomai a qualcuno pigliasse il ghiribizzo di desiderare “sanzioni” anche qua dentro. Non partecipiamo ai coretti di isteria antirussa, così come non ci piacciono per niente tutte le isterie “anti-chiunque”. Per il resto, del gas se ne può anche fare a meno e auspico un deciso sviluppo delle stufe a pigne secche sulle quali mettere il samovar a bollire. Ecco dunque la traduzione con alcune note. [RV]
Parole di un Rasta

Che gioia, quando qualcuno ascolta le parole di un Rasta,
Che gioia, quando qualcuno ascolta qualcosa.

Aurorafobi [1], chi ha paura dell'alba. Questo è il vostro nome.
Figli della segreta [2], togliete le mine a strappo [3] e le mine normali.
Se non sai perché sei vivo, non è il motivo per far scoppiare esplosivi,
Puoi centrare direttamente il cuore della tua medietà.

Che gioia, quando qualcuno ascolta le parole di un rasta,
Che gioia, quando qualcuno ascolta qualcosa.

Capitava che nel giardino delle nostre anime andassero artisti invece che angeli,
Ci vanno per denaro, calpestando diritti i fiori con gli stivali.
La felicità era a portata di mano, ma tutto è stato rovinato dai separatisti,
Ora ci tocca raggiungerla a piedi.

Quando Jah-Jah [4] canta, tu fai finta di non ascoltare,
Jah-Jah danza, e tu sei sempre da qualche altra parte.
Se tu scordi, nessuno ricorderà te e come respiri,
La musica lega mani e piedi, e fa rigirare sul posto.

Alla radio mandan di nuovo roba che annienta la mente umana,
Questo soffitto basso è peggio della peste e della lebbra.
La guerra è conveniente, elimina la necessità di pensare,
Ma dimmi un po', da quando ti piace obbedire agli ordini?

Che gioia, quando qualcuno ascolta le parole di un rasta,
Che gioia, quando qualcuno ascolta qualcosa.
[1] Per quanto sembri improbabile, l' aurorafobia esiste per davvero. Anche se, dopo più approfondite ricerche, sono venuto a sapere che, più propriamente, si tratta della paura, del terrore che colpisce, nei paesi nordici, di fronte al fenomeno delle aurore boreali. Ancora però non riesce a battere la celebre Triscaidecafobia, il terrore patologico del numero 13, protagonista di una storia di Paperino del 1969.

trisca


[2] Nel senso di “cella sotterranea” di un antico maniero, di un carcere ecc. (ingl. dungeon).

[3] Il termine russo растяжкa significa propriamente “tirata; estensione; flessibilità”. Indica anche la pratica fisioterapica dello “stretching”. Nel gergo militare, però, è la “mina a strappo” (ingl. pull-action mine o trip-wire mine).

[4] Si veda qui

3/3/2022 - 19:46


Ma Rick, no Dja-Dja (che sarebbe nonnino in russo), ma il vecchio e buono Jah, lo stesso "souldža" (Sołdat) dei 5'nizza e dei tutti i rastafari del mondo :-DDD

Il rastafarianesimo è comunemente concepito secondo categorie radicalmente lontane dalla sua essenza: nasce infatti come nazionalismo, o meglio, come versione religiosa del movimento politico nazionalista conosciuto come etiopismo. Il rastafarianesimo si è ispirato alla predicazione del leader Marcus Mosiah Garvey. Altri elementi di spicco, che hanno avuto un ruolo primario nella nascita di questo credo: Leonard Howell, H. Archibald Dunkley e Joseph Nathaniel Hibbert. A partire dagli anni ottanta la cultura rasta ha aumentato la propria diffusione nel mondo, soprattutto grazie a Bob Marley e Peter Tosh tramite la musica reggae, che ne veicola i contenuti. Nel 2001 il numero di rasta nel mondo è valutabile a 1.000.000 di persone (da altre fonti anche 10.000.000 o 15.000.000 di persone).

it.wikipedia

krzyś Ѡ - 3/3/2022 - 20:43


Ecco perché fumava, aha, aha...

krzyś Ѡ - 3/3/2022 - 20:49


Quella sopra va messa in una pagina tutta sua, altro che...!

Riccardo Venturi - 3/3/2022 - 20:51


Oh, grazie davvero!...ma si vede da questo quanto sono poco addentro alle religioserie di qualsiasi tipo, perché proprio davvero non lo sapevo (poi, forse, il cirillico mi ha fuorviato, come quando mi chiedono meravigliati..."Ma tu Riccardo parli davvero il cirillico...?" E io gli rispondo, "Come no! Parlo come un cirillico nato!").

Riccardo Venturi - 3/3/2022 - 21:15


Mi son sbagliato, ma ho controllato:

дядя – zio

Джа-Джа – Jah-Jah


https://external-preview.redd.it/N8W2H...

k - 4/3/2022 - 20:53




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