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Questo è il mondo

Stefano Pais
Lingua: Italiano


Stefano Pais

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[2006]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Margherita Hack [1922-2013]
Musica / Music / Musique / Sävel: Stefano Pais

Firenze, 1940. Margherita Hack impegnata in una gara di salto in lungo.
Firenze, 1940. Margherita Hack impegnata in una gara di salto in lungo.


Qualche anno fa, un giovane artista italiano, poi trasferitosi a Berlino per fare anche una carriera di attore teatrale, presentò una canzone alle selezioni per il festival di Sanremo. Si chiamava (e si chiama tuttora, fortunatamente) Stefano Pais, e la canzone si intitola Questo è il mondo. Un titolo quanto mai appropriato, perché l'autrice del testo era senz'altro assai qualificata per dire com'è il mondo, anzi l'Universo intero: Margherita Hack. A Margherita Hack, come è abbastanza lecito attendersi, non importava un bel niente di “canzoni, Sanremi e Pippi Baudi” (com'ebbe a dire lo stesso Stefano Pais in un'intervista); volle soltanto fare un piacere personale ad un giovane amico, per dargli un po' di visibilità. La ottenne senz'altro, nonostante la canzone fosse stata poi bocciata; era fatta così la Margherita, che quindi, nel 2006, non si vide iscritta tra i parolieri delle canzonette in concorso al teatro Ariston. Era fatta così la Margherita, protagonista di uno dei più clamorosi casi di “omen” legati alla strada dov'era nata: Firenze, 1922, quartiere del Campo di Marte a due passi dallo stadio calcistico che ancora, peraltro, non era stato costruito così come ancora non esisteva neppure la Fiorentina, squadra per la quale la Margherita avrebbe fatto un tifo sfegatato per tutta la vita. La strada si chiamava (e si chiama tuttora) “Via delle Cento Stelle”, e direi che sia un bel nome per colei che sarebbe divenuta una delle maggiori astrofisiche italiane, e non solo italiane. Atea, razionalista, ostile a ogni forma di superstizione e credenza “soprannaturale”, presidentessa onoraria della UAAR (che ha un suo Canzoniere, da cui questo sito ha attinto spesso e volentieri), scienziata di fama mondiale, in gioventù discreta atleta, vegetariana, animalista, più o meno comunista, anticapitalista e anche paroliera di una canzone; era fatta così la Margherita, che dopo mezza vita passata a Trieste parlava ancora in fiorentino come una sanfredianina e s'incavolava perché a novant'anni non avevano voluto rinnovarle la patente di guida. Naturalmente non voglio qui rifare la biografia di Margherita Hack, che è volata in cielo il 29 giugno 2013. Non nel senso che si dà comunemente a tale espressione: ci è volata letteralmente, dato che nello spazio gironzola da qualche parte l'Asteroide 8558 Hack, così denominato in suo onore. A queste condizioni, sarei disposto anch'io a volare in cielo. Non nascondo che avere, che so io, un Asteroide 6666 Venturi mi garberebbe parecchio, a prescindere dal fatto che d'astrofisica non abbia mai capito nulla se non al più infimo livello divulgativo. Però sono certo che, mànfano come sono, andrei a schiantarmi sulla Terra dopo poco, provocando l'estinzione della razza umana. E dire che, da ragazzo, ho abitato sì e no a 300 metri da via delle Cento Stelle, che dev'essere un odonimo altamente evocativo, se così si intitola anche una raccolta poetica di Aldo Palazzeschi, fiorentino pure lui. Il dodici di giugno di quest'anno, Margherita Hack avrebbe compiuto cent'anni, cento come le Stelle della strada in cui era nata; pochi mesi dopo ci sarebbe stata la "marcia su Roma".



La canzone, insomma, eccola qua. A Sanremo non c'è andata, e ce ne faremo una ragione; ma in questo sito, oggi, ci va e direi a molto buon diritto. Può darsi che non sarà una canzone che entrerà nella storia, ma sicuramente è entrata in un'asteroide. E questo non è riuscito nemmeno a Claudio Villa, nemmeno ai Jalisse e nemmeno ai Måneskin. [RV]
Questo secolo ormai trascorso,
Passato in un lampo
Pieno di avvenimenti,
Straordinari progressi
La pecora Dolly
Il telescopio spaziale
Berlino e quel muro
Le guerre mondiali
L’uomo va sulla Luna,
E dai cavalli siam passati ai Concorde

Madri sessantottenni
Mani Pulite
Il nazismo e le vergogne razziali
Il giro del mondo
non più ottanta giorni
Ma in venti ore o poco più
È l’avverarsi delle fantasie
Che raccontava nei libri Jules Verne

È questo il mondo,
Pieno di contraddizioni e di perché
È questo il mondo,
Gira intorno e girerà anche senza te
Così va il mondo
E il tempo non torna più.

Gli anni di scuola passavano lenti,
Quelle estati lunghissime, intervalli felici
Questo è il mistero soggettivo del tempo
Ma trascorre in fretta la gioventù.

È questo il mondo,
Pieno di contraddizioni e di perché
È questo il mondo,
Gira intorno e girerà anche senza te
Così va il mondo
E il tempo non torna più.

È questo il mondo,
Pieno di contraddizioni e di perché
È questo il mondo,
Gira intorno e girerà anche senza te
Così va il mondo
E il tempo non torna più.

inviata da Riccardo Venturi - 1/2/2022 - 15:36


è una mia impressione o il riff iniziale è copiato da "Bandiera Bianca" di Battiato ? Non male la canzone comunque.

Lorenzo - 1/2/2022 - 18:12


Stessa impressione mia, riascoltando la canzone. Anzi, stessissima! Non solo: la strofa "Gli anni della scuola passavano lenti" ecc. secondo me ha delle reminiscenze battiatesche.

Riccardo Venturi - 1/2/2022 - 19:52




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