Quei treni alla stazione sì che li ricordo
Ci dicevano tutti che era un azzardo
Si schierava attorno la polizia
Ma non bastava non bastava a mandarci via
Perché noi volevamo
Che la nostra azienda
Non finisse in bancarotta
E ci scusavamo
Per quella forma di lotta
Gli operai con gli sriscioni sì che li ricordo
Le bandiere al vento e alto lo sguardo
Si avvicinava il treno su dalla ferrovia
Ma non lo avremmo non l’avremmo mandato via
Perché noi volevamo
Che il nostro lavoro
Non finisse in bancarotta
Era necessaria
Questa forma di lotta
Undici e cinquantacinque è preciso l’orario
Il rapido per Roma è già pronto sul binario
Sale un operaio e spiega al capotreno
Ci basta una mezz’ora una mezz’ora almeno
Perché noi vogliamo
Che la nostra città
Non finisca in bancarotta
E ci scusiamo
Per questa forma di lotta
E si schiera con elmi e scudi la polizia
Il commissario grida di cacciarci via
Vuole denunciare tutti per oltraggio
E gli operai arretrano cercano altro coraggio
Perché noi vogliamo
Che la nostra lotta
Non finisca senza niente
Ma dai balconi
Ora applaude la gente
Quella telefonata sì che la ricordo
Ci diceva in Parlamento c’è l’accordo
Il sindaco della città lanciammo in aria
Festeggiammo in questo modo la vittoria
Quei treni alla stazione sì che li ricordo
Ci dicevano tutti che era un azzardo
Non finiva certo qui la nostra lotta
Ma l’azienda non era più in bancarotta
E questa fu la lotta
Della Classe Operaia
Ne siamo ancora fieri
Di lotta ne vorremmo
Ancora un po’ anche oggi
E questa fu la lotta
Della Classe Operaia
Ne siamo ancora fieri
Di lotta ne vorremmo
Ancora un po’ anche oggi
Ci dicevano tutti che era un azzardo
Si schierava attorno la polizia
Ma non bastava non bastava a mandarci via
Perché noi volevamo
Che la nostra azienda
Non finisse in bancarotta
E ci scusavamo
Per quella forma di lotta
Gli operai con gli sriscioni sì che li ricordo
Le bandiere al vento e alto lo sguardo
Si avvicinava il treno su dalla ferrovia
Ma non lo avremmo non l’avremmo mandato via
Perché noi volevamo
Che il nostro lavoro
Non finisse in bancarotta
Era necessaria
Questa forma di lotta
Undici e cinquantacinque è preciso l’orario
Il rapido per Roma è già pronto sul binario
Sale un operaio e spiega al capotreno
Ci basta una mezz’ora una mezz’ora almeno
Perché noi vogliamo
Che la nostra città
Non finisca in bancarotta
E ci scusiamo
Per questa forma di lotta
E si schiera con elmi e scudi la polizia
Il commissario grida di cacciarci via
Vuole denunciare tutti per oltraggio
E gli operai arretrano cercano altro coraggio
Perché noi vogliamo
Che la nostra lotta
Non finisca senza niente
Ma dai balconi
Ora applaude la gente
Quella telefonata sì che la ricordo
Ci diceva in Parlamento c’è l’accordo
Il sindaco della città lanciammo in aria
Festeggiammo in questo modo la vittoria
Quei treni alla stazione sì che li ricordo
Ci dicevano tutti che era un azzardo
Non finiva certo qui la nostra lotta
Ma l’azienda non era più in bancarotta
E questa fu la lotta
Della Classe Operaia
Ne siamo ancora fieri
Di lotta ne vorremmo
Ancora un po’ anche oggi
E questa fu la lotta
Della Classe Operaia
Ne siamo ancora fieri
Di lotta ne vorremmo
Ancora un po’ anche oggi
Contributed by Tullio Bugari - 2022/1/8 - 12:50
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Canzone tratta dal libro di Tullio Bugari "La Simeide, una lotta vincente", SeriEditore, dedicato alla lunga vertenza degli operai della Sima di Jesi, tra gli anni Settanta e Novanta. L'azienda, oggi di proprietà della multinazionale Caterpillar, è minacciata da chiusura.
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