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Freight Train

Elizabeth "Libba" Cotten
Language: English


Elizabeth "Libba" Cotten

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Related Songs

Go down, Moses
(Anonymous)
Queen of the Field (Patsey's Song)
(Alicia Keys)
The Ballad of Nat Turner
(Robert Hayden)


[primi del 900]
Parole e musica di Elizabeth "Libba" Cotten (1893-1987), afroamericana, chitarrista blues e folk, originaria del North Carolina.

Questa è una di quelle canzoni che mi piacciono tanto, non solo perchè è uno splendido standard della musica popolare americana, interpretato da molti artisti anche famosi, ma perchè ha dietro una storia di persone dalle vite modeste eppure incredibili, fantasmi, che sono apparsi, scomparsi, riapparsi, spariti di nuovo. Dimenticati, celebrati, scordati nuovamente e poi riscoperti.



Il tema della canzone è uno dei più cari alla musica blues e folk americana, quello del treno merci a vapore, mezzo di trasporto e di fuga per tutti i diseredati, bianchi e neri, miseri hobo o schiavi fuggiaschi, dalla metà dell'800 fino al primo dopoguerra e alla Grande Depressione. Treno che, come il fiume, spesso diveniva metafora della Salvezza offerta da Dio all'uomo senza più speranza (Roll, Jordan, Roll), o addirittura – come per l'"Underground Railroad" - della salvezza offerta dall'uomo ai propri fratelli che altri uomini invece consideravano bestie da soma per via della pelle diversa (Go down, Moses).

"Per favore, non dire su quale treno sono salito / Non devono sapere in che direzione sono andato ..."

Elizabeth Cotten - Li'l Sis o, più tardi, Libba – compose "Freight Train" che era una ragazzina. Il banjo lo aveva imparato fin da piccola, poi una chitarra pagata meno di 4 $. Il fatto è che lei era mancina, e lo strumento lo suonava al contrario, senza invertire la posizione delle corde, con uno stile di fingerpicking assolutamente unico.
Peccato che fin dai 9 anni le toccò di campare facendo la domestica, e poi incontrò un qualche pastore che la convinse che quella che amava suonare – folk, blues, ragtime e melodie da ballo - era musica del demonio, e poi si sposò presto e continuò come serva.
Banjo e chitarra furono appesi al chiodo.
A metà degli anni 40, Libba lasciò il marito e si trasferì dalla figlia a Washington.



Un giorno, mentre lavorava in un grande magazzino, aiutò una bimba che si era persa a ritrovare la madre. La bimba era Peggy Seeger, sorella di Mike e sorellastra di Pete.
Elizabeth Cotten divenne la domestica di casa Seeger, una famiglia senz'altro devota alla musica.
Ma Libba non rivelò la sua antica passione. Solo alcuni anni dopo fu sorpresa da Peggy e Mike mentre di nascosto suonava una delle loro chitarre, come sempre al contrario. I due Seeger rimasero stupiti e affascinati dalla tecnica e dal repertorio chitarristico di quella che fino a quel momento era stata soltanto la loro colf. Mike fece diverse registrazioni domestiche di brani proposti da Libba Cotten, più tardi confluite nell'album "Elizabeth Cotten. Folksongs and Instrumentals with Guitar", edito dalla Folkways Records nel 1958.

Elizabeth Cotten. Folksongs and Instrumentals with Guitar

Nel frattempo Peggy cominciò ad includere il brano nei suoi concerti e poi se ne appropriarono diversi musicisti, come Nancy Whiskey e Rusty Draper.
Solo a partire dai primi anni 60 Elizabeth Cotten divenne nota al pubblico degli appassionati cominciando a suonare dal vivo a importanti eventi musicali, come il Newport Folk Festival e lo Smithsonian Festival of American Folklife.

Elizabeth Cotten Live!


Questa grande musicista, che a 11 anni aveva scritto la sua prima e più famosa canzone, venne quindi riscoperta vicina ai suoi 70 anni... Nel 1984 – tre anni prima della morte – le fu conferito un Grammy Award per il disco "Elizabeth Cotten Live!".

Music from and Inspired by 12 Years a Slave


Nel 2013, il regista Steve McQueen, il compositore Hans Zimmer e John Legend vollero realizzare un album a commento del film "12 Years a Slave". Nell'album è inclusa anche "Freight Train", interpretata dal musicista texano afroamericano Gary Lee Clark Jr.
Su queste pagine abbiamo già incontrato (Queen of the Field (Patsey's Song), Run, Nigger, Run, Roll, Jordan, Roll) l'incredibile storia vera raccontata nel film, quella di Solomon Northup, nero libero, suonatore di violino, rapito e ridotto in schiavitù in Louisiana per molti anni prima di essere nuovamente liberato.



Solomon Northup scomparve nelle piantagioni del sud nel 1841 per "resuscitare" poi nel 1853. Il suo libro di memorie ebbe un'effimera notorietà, a seguito di alcune conferenze da lui tenute in alcuni Stati del nord. Poi molto presto ci si dimenticò di lui, il suo libro andò fuori catalogo e di lui si persero nuovamente le tracce. Non si sa che fine abbia fatto, se sia morto durante la guerra civile o aiutando altri schiavi a fuggire dal sud attraverso la Underground Railroad...



Nel 1930, una bimba di 12 anni, Sue Eakin (nata Myrtle Sue Lyles) scoprì per caso il libro con le memorie di Northup nella biblioteca di un conoscente in Louisiana, e si appassionò alle vicende narrate. In seguito Sue Eakin trovò una rara copia originale di "12 Years a Slave" presso un rigattiere, il quale gliela vendette per soli 25 cents, perchè "si trattava di un racconto di fantasia di nessun valore." Divenuta una ricercatrice in Storia locale, Sue Eakin dedicò molti anni a verificare l'attendibilità di quel racconto, ricostruendolo accuratamente con ricerche sul campo, nei luoghi dove la vicenda si era svolta. Nel 1968 il team di storici diretto da Sue Eakin pubblicò lo studio che confermava la veridicità del racconto e ne commentava e correggeva alcune inevitabili imprecisioni storiche.

Come la musicista Elizabeth Libba Cotten, anche il musicista Solomon Northup era resuscitato una seconda volta, restituito dall'oblìo degli uomini alla dignità della Storia.
Freight train, freight train run so fast
Freight train, freight train run so fast
Please don't tell what train I'm on
They won't know what route I'm gone

When I'm dead and in my grave
No more good times here I crave
Place the stones at my head and feet
And tell them all I've gone to sleep

When I die, Lord, bury me deep
Way down on old Chestnut Street
Then I can hear old Number Nine
As she comes rolling by

Freight train, freight train run so fast
Freight train, freight train run so fast
Please don't tell what train I'm on
They won't know what route I'm gone

Contributed by Bernart Bartleby - 2022/1/7 - 13:38




Languages: Italian, English

La versione di Massimo Liberatori

Tratturo zero


Musica e testo di Elisabeth Cotten / Paul James / Frederick Williams - Adattamento Massimo Liberatori
UN TRENO MERCI PER ELISABETH (Freight train)

Freight train freight train run so fast
Freight train freight train run so fast
please don’t tell what train i’m on
just tell me where i’m bound

Corri treno merci corri veloce
treno merci che mi strozzi la voce
io salgo a bordo come fossi un pacco clandestino
ma coi sogni resistenti anche al sole del mattino

Vecchio numero nove portaci con te
ancora sulla montagna portaci con te
prendi quella curva dove nessun occhio ci insegue
prendi quella curva e scompariamo insieme

When i die bury me deep
down at the end of chestnut street
tell my friends that when i’m gone
when i’m gone, i’m just going home

Quando arriverà il treno alla stazione
sarà solo il silenzio a riempire quel vagone
ma voi sul binario morto pensateci a dormire
dite a tutti che noi siamo qui a dormire

Elisabeth dice che il Signore arriverà
e che sulla via delle castagne lui ci cullerà
col vecchio treno numero nove ci ruoterà intorno
e cullerà quel treno il nostro sonno profondo
UN TRENO MERCI PER ELISABETH (Freight train)

Freight train freight train run so fast
Freight train freight train run so fast
please don’t tell what train i’m on
just tell me where i’m bound

Contributed by Dq82 - 2022/1/9 - 12:04




Language: Italian

Traducanzone / Translasong / Traduchanson / Käännöksenlaulu: Andrea Buriani

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TRENO MERCI - Freight Train in italiano

di Elizabeth Cotten - Traducanzone di Andrea Buriani
Treno merci

Treno merci, treno merci, corri via veloce
Treno merci, treno merci, corri via veloce
Per favor, non dire il treno in cui io son :
che non si sappia la mia destinazion.

Quando sarò morto giù nella mia fossa,
che ricordar i bei tempi io possa.
Su di me metti pietre ed in fine
di' a tutti che io son lì a dormire.

Seppelliscimi in profondità
in una vecchia strada di città
dove io possa sentirlo arrivar
il vecchio “nove” a sferragliar.

2023/7/17 - 13:55




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