Tiritera tirito’ tre civette sul comò
fosgene arsina ed iprite e il dottore si ammalò
e io chissà cosa sognavo quando il mare ci ingoiò
Noi giovani stelle sotto a un cielo nero
noi sotto al tiro vigliacco dell’impero
noi qui tra il negus rasta e il duca d’Aosta
per una terra che non sarà mai e poi mai la nostra
Come fu proprio non so però sfiniti si arrivò
tra giraffe zebre e vacche alle nostre baracche
e il campo ci sembrò un giardino profumato
cinto di rose, tamarindo e… filo spinato
Seguendo quel profumo di fiori che saliva
ci ritrovammo tutti all’infermeria
colpiti dall’infetto bacio dell’insetto
che dentro a una galera è un gesto unico d’affetto
E la notte è da ululato in questo pascolo affamato
dove il sogno realizzato è un proiettile evitato
in questa eclissi di sole e di stelle
si strozzano le parole figuriamoci… quelle più belle
Con la dura fame che morde e che non tace
nostra fedele amica sempre la più tenace
per noi poveri ostaggi che quello che resta
è un pezzo di pane e un piatto di minestra
Noi giovani stelle comete abbandonate
noi vite maltrattate noi fughe disperate
nel campo di Naivascia ad arrancare
noi marinai arrivati fino a qui per naufragare
… che amba aradam su quel comò…
fosgene arsina ed iprite e il dottore si ammalò
e io chissà cosa sognavo quando il mare ci ingoiò
Noi giovani stelle sotto a un cielo nero
noi sotto al tiro vigliacco dell’impero
noi qui tra il negus rasta e il duca d’Aosta
per una terra che non sarà mai e poi mai la nostra
Come fu proprio non so però sfiniti si arrivò
tra giraffe zebre e vacche alle nostre baracche
e il campo ci sembrò un giardino profumato
cinto di rose, tamarindo e… filo spinato
Seguendo quel profumo di fiori che saliva
ci ritrovammo tutti all’infermeria
colpiti dall’infetto bacio dell’insetto
che dentro a una galera è un gesto unico d’affetto
E la notte è da ululato in questo pascolo affamato
dove il sogno realizzato è un proiettile evitato
in questa eclissi di sole e di stelle
si strozzano le parole figuriamoci… quelle più belle
Con la dura fame che morde e che non tace
nostra fedele amica sempre la più tenace
per noi poveri ostaggi che quello che resta
è un pezzo di pane e un piatto di minestra
Noi giovani stelle comete abbandonate
noi vite maltrattate noi fughe disperate
nel campo di Naivascia ad arrancare
noi marinai arrivati fino a qui per naufragare
… che amba aradam su quel comò…
envoyé par Dq82 - 6/1/2022 - 11:07
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Tratturo de Don Durito
Musica di Massimo Liberatori – Claudio Scarabottini – Stefano Trabalza – Gianluca Bibiani / Testo di Massimo Liberatori
Diario/tiritera di un prigioniero della guerra in Africa orientale
Testo tratto da una memoria scritta sotto forma di tiritera dal giovane marinaio Mario Parasassi durante la prigionia in Africa Orientale nel campo di Naivascia (Novash) in Kenia. Si ritrovò lì a seguito delle vicende della seconda guerra mondiale. Non era un volontario e io l’ho conosciuto come uomo di pace e di sensibilità solidale, oltre che padre di un mio carissimo amico dall’infanzia.
Personaggi: il giovane marinaio Mario, una nave, un duca di Aosta, un Negus ras Tafari, tre gas velenosi, un dottore, un comò, il tamarindo…
Naivascia: (Novash) campo di prigionia in Kenia.
Amba Aradam: altopiano etiope, “Abissinia”, teatro nel 1936 della guerra coloniale italiana combattuta usando anche gas velenosi: fosgene, arsina ed iprite…
Duca d’Aosta, breve nota sul colonialismo italiano: … a seguito della spartizione dell’Africa da parte delle potenze europee nel (1881-1914), il Regno d’Italia controllava Eritrea, Somalia, Cirenaica, Tripolitania e Isole egee.
Il regime fascista con la guerra del 1935-36 conquistò l’Etiopia dando vita all’Africa Orientale Italiana. Nel 1937 Amedeo di Savoia, duca d’Aosta, vi si insediò come governatore generale. Il duca, insieme al generale Rodolfo Graziani, su autorizzazione di Mussolini, fu tra i primi utilizzare i gas velenosi (fosgene, arsina ed iprite) nelle azioni repressive contro la resistenza etiope e le popolazioni civili. Nel 1941, di fronte alla avanzata degli inglesi, le truppe italiane rimaste al suo comando si ritirarono sulle montagne etiopiche dell’Amba Alagi dove il duca fu fatto prigioniero e anche lui portato in Kenia.
Negus (re)
Hailé Selassié “potenza della trinità”), nato Tafari Maconnèn secondo la tradizione etiope ras Tafarì Maconnèn (ras è un titolo aristocratico) incoronato imperatore con il nuovo nome di Hailé Selassié I°. Oppositore dello schiavismo, è considerato dal movimento rastafariano (reggae) il nuovo Messia tornato sulla terra per liberare le nazioni dal male nazifascista e, in primis, la popolazione nera.