ריווקעלע

Rivkele
[1932]

מוזיק / Muzyka / Musica / Music / Musique / Sävel:
Zygmunt Białostocki

טעקסט / Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Unknown

פּערפאָרמער / W wykonaniu / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulaa :
1.
vocal: Olga Avigail
piano: Hadrian Tabęcki
bandoneon: Grzegorz Bożewicz
guitar: Piotr Malicki

2.
vocal: Ola Bilińska
harp : Katarzyna Kolbowska
cello : Edyta Czerniewicz
violin : Julia Ziętek
Roland : Sebastian Witkowski




Polonia e cultura ebraica

Di recente i rapporti tra la popolazione polacca e gli ebrei hanno subito una recrudescenza. Il 12 Agosto 2021 il parlamento polacco ha approvato una legge che di fatto pregiudica agli ebrei sopravvissuti all’Olocausto e ai loro discendenti la possibilità di chiedere la restituzione dei beni a loro confiscati dai nazisti e in seguito dal regime comunista. È l’ultima manifestazione di una intransigenza che riapre il solco degli episodi di persecuzione e intolleranza emersi durante la seconda guerra mondiale. Il principale fu il pogrom di Jedwabne, nel 1941. Per decenni era calato il silenzio sul massacro di almeno 340 ebrei, compresi donne e bambini, la maggior parte dei quali furono rinchiusi in un granaio dato alle fiamme. Non furono soltanto i militari nazisti della Sicherheitspolizei che lasciarono fare, presero parte attiva al massacro almeno una quarantina degli abitanti del villaggio. La giornalista polacca Anna Bikont ha riscostruito la vicenda nel suo My z Jedwabnego / Il crimine e il silenzio, un saggio che è un riferimento essenziale per conoscere i fattori antropologici e psicologici dietro i crimini compiuti da una comunità verso l’altra.

Il quadro appare scarsamente comprensibile quando si pensa che la Polonia sin dal medioevo è stata in assoluto la nazione più accogliente verso gli ebrei che furono agevolati dai regnanti nello sviluppo di una vita sociale e culturale. Gli ebrei furono non solo accolti ma anche protetti dallo Statuto di Kalisz del 1264 e nel secolo successivo da Casimiro il Grande. Nel XVI secolo i tre quarti della popolazione mondiale ebraica vivevano in Polonia. Nel XVIII secolo gruppi consistenti di ebrei combatterono a fianco dei polacchi per l’indipendenza della Polonia, spartita tra Russia, Prussia e Austria. Agli ebrei furono imposte dall’impero russo notevoli vessazioni economiche e sociali, prima fra tutte quella di stanziarsi nella Čerta osedlosti [Черта оседлости] / Zona di residenza. Questa contava circa 5 milioni di ebrei, cioè il 40% della popolazione mondiale.
Alla fine del XIX secolo dopo l’assassinio dello zar Alessandro si scatenarono i pogrom contro gli ebrei. L’industrializzazione con il conseguente spostamento di vaste fasce di popolazione dagli shtetl verso le città e i pogrom diedero luogo a tre diversi movimenti, il sionismo, il socialismo del Bund, l’assimilazionismo, mentre l’antisemitismo prendeva piede. Le trasformazioni sociali ed i movimenti segnarono quello che sarebbe stato il periodo più fecondo della cultura yiddish sino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Letteratura, organi di informazione, opere teatrali, musica. L’apporto dell’ebraismo nelle sue declinazioni alla cultura polacca fu intenso. E viceversa: lo sviluppo della cultura ebraica non si può cogliere nella sua interezza senza un’attenzione alle radici polacche e russe.

Dopo la prima guerra mondiale, con l’indipendenza della Polonia, nonostante l’antisemitismo covasse in sordina, le interazioni tra la popolazione polacca e la comunità ebraica erano singolari. Gli uni parlavano la lingua degli altri, i rapporti sociali e commerciali erano intensi.
Quel crogiolo di etnie, di polacchi, ebrei, bielorussi, ucraini, lituani, tedeschi faceva della Polonia, se non un’isola felice, un territorio a cui guardare con rispetto e ammirazione per il fiorire delle attività culturali in tutti i campi.
Qualche cifra servirà a conferire concretezza a quanto descritto. Nel censimento polacco del 1931 la composizione percentuale delle varie etnie su una popolazione totale di circa 31,9 milioni di polacchi era la seguente: Polacchi 68,9%, Ucraini 10 %, Ebrei 8,6 %, Ruteni 3,8 %, Bielorussi 3,1 %, Tedeschi 2,3 %, Russi 0,4%, Lituani 0,3 %, Altri 2,2 %.
La statistica è articolata in base alla lingua, se effettuata in base alla religione la percentuale della componente ebraica salirebbe al 9,8%, cioè una popolazione di più di 3 milioni di ebrei. In altri termini la Polonia ospitava il 20% della popolazione ebraica mondiale, era il paese al secondo posto dopo gli Stati Uniti per numero di ebrei residenti. La quasi totalità fu sterminata nei lager nazisti. Oggi vivono in Polonia circa 10mila ebrei.



* Jerzy Petersburski : pianoforte e direzione; Bronisław Bykowski : violino ; Artur Gold : violino e direzione; Bazyli Jakowenko : contrabbasso ; Kazimierz Roczyński : batteria ; Leon Szulc: banjo


Il Tango yiddish

Le Orquestas Típicas argentine che suonavano il tango erano composte agli inizi da un trio di bandoneon, violino e pianoforte, poi furono allargate a 2 bandoneon, 2 violini, pianoforte, contrabbasso. Il tango fece l’ingresso in Europa in occasione dell’Expo di Parigi del 1900, si diffonderà dopo il 1913 nell’Europa occidentale. Nell’Europa dell’Est la sua diffusione non fu diretta, dato che le Orquestas Tipicas non vi si inoltravano. Si diffuse invece grazie ai dischi e alla radio, perciò assunse caratteristiche locali che ne marcarono la differenza rispetto allo stile argentino.
Varsavia, ebbra dell’indipendenza riconquistata della Polonia, divenne una capitale europea del tango. Dato che i musicisti ebrei erano numerosi e ben integrati nella società polacca, si sviluppò il genere noto come Tango yiddish. Si può parlare di genere date le sue peculiarità che non si limitavano alla lingua. Il tango fu parte essenziale del repertorio dei Kleynkunst / cabaret con funzione di satira politica e sociale. Si citano in proposito le compagnie Azazel di Varsavia , Ararat a Łódź, Sambatyon a Vilna, Di Yidishe Bande , Gilarina a Białystok .
Tra i compositori si citano Zygmund Białostocki, Oskar Strock , Jerzy Petersburski, Dovid Beygelman.

Tra le canzoni eseguite nei ghetti e nei campi di sterminio figurarono musiche di vario genere a seconda dei paesi di origine dei prigionieri. Anche il tango ebbe una parte rilevante. Parecchie delle canzoni composte in quegli anni di disperazione sono andate perdute con l'assassinio dei loro autori. La raccolta Lider fun di getos und lagern / Canzoni dai ghetti e dai lager, pubblicata a New York nel 1948, comprende dei tanghi.




Rebeka / Rivkele e la riscoperta del Tango yiddish

Il tango Rebeka, Rivkele al diminutivo in yiddish, fu composto da Zygmund Białostocki nel 1932. Divenne molto popolare già dalla sua prima esecuzione a Varsavia . E’ una musica ispirata ad uno zemer del chassidismo, movimento mistico ebraico. זֶמֶר [zemer] in yiddish significa canzone, canto (da cui la parola klezmer).
Nella versione yiddish Rivkele rifiuta la proposta di matrimonio di un ricco polacco aristocratico per rimanere fedele alla sua religione. Nella versione polacca invece Rebeka, ragazza di provincia che vive in uno shtetl, si innamora di un nobile polacco che risiede in città. Sogna di sposarlo, ma lui torna con un’altra, fidanzata o moglie. Rebeka rimane sconvolta e affranta cadendo sul marciapiedi.

L’artista che si è spesa per riscoprire le radici del tango yiddish riproponendone i brani a livello internazionale è Olga Avigail, cantante, suonatrice di fisarmonica e ricercatrice del folklore musicale dell'Europa orientale. Olga ha studiato musica classica e si è laureata in Antropologia culturale all’Università di Varsavia. Ha lanciato vari progetti musicali polacco-israeliani promuovendo la comprensione reciproca tra cultura polacca e cultura ebraica.
[Riccardo Gullotta]

[1] טראַנסקריפּציע / Trascrizione / Transcription

tsum ershtn mol hot er ir gezen
un ir gebetn aleyn
ven er hot koyfn dos gevolt

aun zayt shoyn dan
flegt er nisht optretn
oft nor bay ir gebetn
zay mayn ikh shit dikh on mit gold

ikh bin der porits
fun gantsn shtetl
leyg dayn kaptsonish kleydl
vart, a bas-malke makh

ikh dikh ikh vil gor fun dir
gor a kleynem nadn
zolst du zikh far mir opshmadn
in mayne palatsn nem ikh dikh tsu zikh

aoy du mayn basherter
dayne zise verter
zenen azoy sheyn vi du
ober tate-mame aun dos gantse
shtetl sheltn veln mikh

rbkl'h du kleyne
du tsnyes'dike sheyne
iz antlofn mit a goy
aun ashtot a shul gor in a kloyster dort
vel ikh nor zayn ir fraynd !

a yomer, a gevald! a geshrey!
in shtetl aoy dos vet zayn
zeyer groyl
der tate-mame esveynt
der bruder-shvester aun aoykh
dos gantse hoyz

dos iz mayn basherter
zayne zise verter
zoln blaybn heylik reyn
ober aunzer libe
aunzer heylike libe
zol bloyz a khlum zayn