Queridos Hildita, Aleidita, Camilo, Celia y Ernesto:
Si alguna vez tienen que leer esta carta, será porque yo no esté entre ustedes.
Casi no se acordarán de mí y los más chiquitos no recordarán nada.
Su padre ha sido un hombre que actúa como piensa y, seguro, ha sido leal a sus convicciones.
Crezcan como buenos revolucionarios. Estudien mucho para poder dominar la técnica que permite dominar la naturaleza. Acuérdense que la Revolución es lo importante y que cada uno de nosotros, solo, no vale nada. Sobre todo, sean siempre capaces de sentir en lo más hondo cualquier injusticia cometida contra cualquiera en cualquier parte del mundo. Es la cualidad más linda de un revolucionario.
Hasta siempre hijitos, espero verlos todavía. Un beso grandote y un gran abrazo de
Papá
Sono Ernesto Che Guevara,
circondato senza via di scampo
nella giungla Boliviana
a lottare per un maledetto senso di uguaglianza
per la razza umana.
Mi rivedo in quella foto in bianco e nero
col dolore che mi segna,
disteso a torso nudo su una panca
come il Cristo del Mantegna
Ti saluto comandante
alzo in alto il mio bicchiere
alla libertà che ognuno chiede
Grido a quello che è importante,
a lottare ancora insieme
alla poesia delle persone vere
También herida Cuba canta canta, canta, Cuba canta
canta, canta, canta, Cuba canta,
canta, canta, canta, Cuba canta, canta.
E nell’aria risuona l’eco di una vecchia canzone
Risuona un vago senso di rivoluzione
Sono Ernesto Che Guevara,
di tre quarti sopra un manifesto
Credo ancora in una strada
per un mondo meno falso e un po’ più onesto
Mi dispiace non avere avuto il tempo
per giocare con mio figlio
Per andare al matrimonio all’Havana di mia figlia
mi hanno detto mi somiglia
Ti saluto comandante
alzo in alto il mio bicchiere
alla libertà che ci appartiene
Brindo a quello che è importante,
a lottare ancora insieme
al coraggio che scorre nelle vene
También herida Cuba canta canta, canta, Cuba canta
canta, canta, canta, Cuba canta,
canta, canta, canta, Cuba canta, canta.
E nell’aria risuona l’eco di una vecchia canzone
Risuona un vago senso di rivoluzione
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
ad ogni giorno di allegria, ad ogni giorno di pianto
a te amore dovunque tu sia,
ti sarò per sempre accanto.
También herida Cuba canta canta, canta, Cuba canta
canta, canta, canta, Cuba canta,
canta, canta, canta, Cuba canta, canta.
Si alguna vez tienen que leer esta carta, será porque yo no esté entre ustedes.
Casi no se acordarán de mí y los más chiquitos no recordarán nada.
Su padre ha sido un hombre que actúa como piensa y, seguro, ha sido leal a sus convicciones.
Crezcan como buenos revolucionarios. Estudien mucho para poder dominar la técnica que permite dominar la naturaleza. Acuérdense que la Revolución es lo importante y que cada uno de nosotros, solo, no vale nada. Sobre todo, sean siempre capaces de sentir en lo más hondo cualquier injusticia cometida contra cualquiera en cualquier parte del mundo. Es la cualidad más linda de un revolucionario.
Hasta siempre hijitos, espero verlos todavía. Un beso grandote y un gran abrazo de
Papá
Sono Ernesto Che Guevara,
circondato senza via di scampo
nella giungla Boliviana
a lottare per un maledetto senso di uguaglianza
per la razza umana.
Mi rivedo in quella foto in bianco e nero
col dolore che mi segna,
disteso a torso nudo su una panca
come il Cristo del Mantegna
Ti saluto comandante
alzo in alto il mio bicchiere
alla libertà che ognuno chiede
Grido a quello che è importante,
a lottare ancora insieme
alla poesia delle persone vere
También herida Cuba canta canta, canta, Cuba canta
canta, canta, canta, Cuba canta,
canta, canta, canta, Cuba canta, canta.
E nell’aria risuona l’eco di una vecchia canzone
Risuona un vago senso di rivoluzione
Sono Ernesto Che Guevara,
di tre quarti sopra un manifesto
Credo ancora in una strada
per un mondo meno falso e un po’ più onesto
Mi dispiace non avere avuto il tempo
per giocare con mio figlio
Per andare al matrimonio all’Havana di mia figlia
mi hanno detto mi somiglia
Ti saluto comandante
alzo in alto il mio bicchiere
alla libertà che ci appartiene
Brindo a quello che è importante,
a lottare ancora insieme
al coraggio che scorre nelle vene
También herida Cuba canta canta, canta, Cuba canta
canta, canta, canta, Cuba canta,
canta, canta, canta, Cuba canta, canta.
E nell’aria risuona l’eco di una vecchia canzone
Risuona un vago senso di rivoluzione
Grazie alla vita che mi ha dato tanto
ad ogni giorno di allegria, ad ogni giorno di pianto
a te amore dovunque tu sia,
ti sarò per sempre accanto.
También herida Cuba canta canta, canta, Cuba canta
canta, canta, canta, Cuba canta,
canta, canta, canta, Cuba canta, canta.
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Album: Parola
Intro: Aleida Guevara
«“Canta” è ispirata alla “Lettera ai figli” di Ernesto Guevara in Bolivia. Una lettera molto evocativa ed emozionante in cui il rivoluzionario scrive ai suoi figli scusandosi di essere stato un padre poco presente e lasciando loro una sorta di testamento di valori, quasi un manuale dell’emotività. La voce della figlia, Aleida, era l’unica in grado di dare il giusto peso a queste straordinarie parole. La rivoluzione oggi risiede in piccoli gesti quotidiani di accoglienza e supporto delle persone più deboli e fragili, nell’accettazione dell’altro e delle diversità, nella convivenza pacifica».
Giovanni Caccamo: guida all'ascolto di "Parola", istruzioni per l'uso