Madre madonna degli sciagurati
santa patrona del malaugurio
croce e carezza dei malcapitati
sfarzo e corona di ogni tugurio
Mamma madonna degli sciagurati
signora nostra e di tutto ciò che è
vergine e luce dei diseredati
questo è ciò che sembra, ciò che sembra non è
L’onda immensa del popolo minuto
chiama la tempesta e l’edificio crollò
sacra la vittoria delle moltitudini
non temo ciò che viene, temo chi è venuto già
Chi non ha avuto casa ancora,
casa ancora non avrà
chi è restato a lungo solo,
solo a lungo resterà
Povero cristo dalla testa reclina
non avere un tetto non si chiama libertà
nel lento funerale di ogni cosa viva
non temo ciò che viene temo che è venuto già
Madre madonna degli sciagurati
santa patrona del malaugurio
croce e carezza dei malcapitati
sfarzo e corona di ogni tugurio
L’onda immensa del popolo minuto
chiama la tempesta e l’edificio crollò
sacra la vittoria delle moltitudini
non temo ciò che viene, temo chi è venuto già
Mamma madonna degli sciagurati
signora nostra e di tutto ciò che è
vergine e luce dei diseredati
questo è ciò che sembra, ciò che sembra non è
(Parlato):
La scarica li prende con le braccia al cielo
in mezzo al silenzio delle labbra cucite
“Noi siamo uno, e nessun altro”,
hanno il coraggio di urlare mentre arrivano i colpi
e da ogni foro sgorga qualcosa che verrà chiamato memoria.
Ad ora scura, la seconda piena
ed è dentro a quel tuono
che li sappiamo ansimare
pazientemente
crollare.
E il vento porta via con sé
tutta l’insufficienza della parola “pace”
santa patrona del malaugurio
croce e carezza dei malcapitati
sfarzo e corona di ogni tugurio
Mamma madonna degli sciagurati
signora nostra e di tutto ciò che è
vergine e luce dei diseredati
questo è ciò che sembra, ciò che sembra non è
L’onda immensa del popolo minuto
chiama la tempesta e l’edificio crollò
sacra la vittoria delle moltitudini
non temo ciò che viene, temo chi è venuto già
Chi non ha avuto casa ancora,
casa ancora non avrà
chi è restato a lungo solo,
solo a lungo resterà
Povero cristo dalla testa reclina
non avere un tetto non si chiama libertà
nel lento funerale di ogni cosa viva
non temo ciò che viene temo che è venuto già
Madre madonna degli sciagurati
santa patrona del malaugurio
croce e carezza dei malcapitati
sfarzo e corona di ogni tugurio
L’onda immensa del popolo minuto
chiama la tempesta e l’edificio crollò
sacra la vittoria delle moltitudini
non temo ciò che viene, temo chi è venuto già
Mamma madonna degli sciagurati
signora nostra e di tutto ciò che è
vergine e luce dei diseredati
questo è ciò che sembra, ciò che sembra non è
(Parlato):
La scarica li prende con le braccia al cielo
in mezzo al silenzio delle labbra cucite
“Noi siamo uno, e nessun altro”,
hanno il coraggio di urlare mentre arrivano i colpi
e da ogni foro sgorga qualcosa che verrà chiamato memoria.
Ad ora scura, la seconda piena
ed è dentro a quel tuono
che li sappiamo ansimare
pazientemente
crollare.
E il vento porta via con sé
tutta l’insufficienza della parola “pace”
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“Canto degli sciagurati” è il video del singolo che anticipa “La mia Patria attuale”, il nuovo album di Massimo Zamboni in uscita nell’autunno 2021. Affiancato nella produzione da “Asso” Stefana (storico chitarrista di Vinicio Capossela), il musicista e scrittore emiliano si circonda di alcune vecchie conoscenze come Gigi Cavalli Cocchi alla batteria e Simone Beneventi alle percussioni.
Diretto da Piergiorgio Casotti, il video di “Canto” degli sciagurati è un racconto cinematografico in bianco e nero che mette in scena un atto di repressione, come fosse una soglia da oltrepassare:
Scrive Zamboni: