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Da quando ti sogno

Giuseppe Mereu [Doc Pippus]
Lingua: Italiano


Giuseppe Mereu [Doc Pippus]

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(Giuseppe Mereu [Doc Pippus])


2019
Nuovo Cantacronache 5
5
Testo di Beppe Chierici
Musica di Giuseppe Mereu

Dopo i CD di Mireille Safa, Beppe Chierici, Igor Lampis e Malva, ecco arrivare il “Nuovo Cantacronache 5” del musicista sardo Doc Pippus (al secolo Giuseppe Mereu), quinta perla di una collana che ha preso il via nel 2017 su impulso di Margot Galante Garrone (la mitica “Margot” dei Cantacronache) e di Beppe Chierici (traduttore e amico di Georges Brassens). Una serie edita dal Cenacolo di Ares che ripropone la tradizione del gruppo “Cantacronache“, operante negli anni 50-60, che si prefiggeva di “evadere dall’evasione” (slogan coniato da Italo Calvino, che ne faceva parte) contrapponendosi al costante disimpegno della musica che definiva “gastronomica” e che noi oggi, nell’epoca del digitale e di internet, potremmo chiamare “mordi e fuggi”.
Tornando al CD di Doc Pippus, esso comprende dodici brani, nei quali la purezza dei testi del poeta siciliano Salvo Lo Galbo (nove) e di Beppe Chierici (tre) si amalgama alla perfezione con musica, arrangiamenti e voce del cantante e compositore sardo. La presentazione in copertina è di Malva mentre, per la parte grafica, ad appagare la vista ci pensano i bei bozzetti di Dario Faggella, illustratore delle opere di Chierici, al cui estro creativo sono stati affidati tutti i CD della collana.

Seguono “Il morto n. 18” e “Da quando ti sogno”, con testi di Beppe Chierici, tratti dall’opera poetica del palestinese Mohamoud Darwish, che la voce e le armonie di Doc Pippus hanno saputo rivestire di sonorità esotiche a tratti sensuali.

introduzione
Da quando io ti sogno, ogni notte
un giardino dorme nel mio letto,
c’è un oceano d’amore che m’inghiotte,
c’è un Mozart che compone un minuetto.

Sotto le tue palpebre c’è il miele,
sulle tue labbra il profumo delle mele,
il desiderio scorre lungo le tue anche
e scende fra le tue cosce bianche.

Tu sei il mio frutto proibito,
l’ambrosia degli dei e delle dee
Tu sei l’asfodelo che è fiorito,
stamattina, là, in mezzo alle trincee.

Quaggiù il tempo è come demente,
né il sole né la luna hanno un senso,
il sognarti scaccia via dalla mente
l’orrore quotidiano così immenso .

Vorrei dissolvermi in te, amor mio,
e scordare per un’ora questa guerra
che combatto per non dire mai addio
a questa nostra bella e sacra terra.

Chi usa armi sa anche che uccide
gli Amori, le gioie e i desideri,
e per non esser mai apatride
subisce odio, ingiustizie e vituperi.

Un marmocchio lanciò un sasso contro
l’oppressore e altri a loro volta
con sassi e fionde andarono allo scontro
e così ebbe inizio la rivolta.

Un sasso contro un mitra o una bomba,
ragazzi in shorts e jeans contro soldati,
un sasso contro il rischio d’una tomba
in nome di diritti profanati.

Per questo io non voglio come tanti,
posar le armi e scegliere l’esilio,
partire con valigie di rimpianti,
perduti amori e in cuore lo scompiglio.

Preferisco combattere e sognare
ogni notte di te, immenso amore,
non guardare più tramonti ma aurore
di nuovi giorni per ricominciare.

Per questo non depongo le mie armi,
per questo continuerò a sognarti,
per questo io rifiuto di umiliarmi,
per questo morirò senza sposarti.

inviata da Dq82 - 4/4/2021 - 12:01




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