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Language: Greek (Modern)


Apostolos Hadzichristos / Απόστολος Χατζηχρήστος

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O Καϊξής / Kayıkçı
O Kaïksís
[ 1948 ]

Στίχοι / Söz / Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Giórgos Fotídas [ Γιώργος Φωτίδας]

Film / Ταινία / Movie / Elokuva:
Biket İlhan
Kayıkçı

Μουσική / Müzik / Musica / Music / Musique / Sävel:
Apóstolos Chatzichrístos [Απόστολος Χατζηχρήστος] , Evángelos Chatzichrístos [Ευάγγελος Χατζηχρήστος]

Ερμηνεία / Tarafından gerçekleştirilen / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:

1. Apóstolos Chatzichrístos [Απόστολος Χατζηχρήστος] , Evangelos Chatzichristos [Ευάγγελος Χατζηχρήστος]
Δίσκος / Disco / Disc / Disque / Vinyylilevy : Απόστολος Χατζηχρήστος Οι Μεγάλοι Του Ρεμπέτικου – 2 MARGO 8151 [1976]

2.Hüsnü Şenlendirici and Trio Chios
'Αλμπουμ / Album: Both Sides of the Aegean [2010]

3. Maria Farandouri

4. Haris Alexiou
'Αλμπουμ / Album: Η Ζωή Μου Κύκλους Κάνει [1982]



Premessa

Talvolta ci si imbatte in perle poco note , dimenticate forse non solo per la lontananza temporale. In questo caso si trovano intrecciati un film, una canzone e un paradigma del clima di una stagione passata che auspichiamo si possa ripresentare con rinnovata vitalità. Ci riferiamo all’ultimo quarto del secolo scorso quando Greci e Turchi sembravano avere trovato la via di una coesistenza pacifica. Vero è che anche allora non avevano sepolto i ricordi delle guerre balcaniche, delle tragiche vicende della guerra greco-turca del 1919, di Cipro. Però i notevoli cambiamenti della linea politica in Grecia, e in qualche misura anche in Turchia, avevano spianato la strada verso una reciproca comprensione e il tentativo di smussare le non poche asperità.
Venendo allo specifico di questo sito ci sembra interessante segnalare alcune contaminazioni tra culture musicali e scelte artistiche tra le due sponde dell’Egeo. Sono espressioni che proseguono sulla scia dei passi intrapresi da Theodorakis e Livaneli, in tono minore ma con analoga consapevolezza.

Le contese tra Grecia e Turchia

Purtroppo da pochi anni si è manifestata un’inversione di tendenza, complici gli interessi economico-strategici nel Mediterraneo orientale e la radicalizzazione delle politiche nei due paesi. Hanno soffiato sul fuoco in Turchia l’egemonia dei partiti di ispirazione islamista, le mire espansioniste, la brutale repressione delle opposizioni e delle richieste indipendentiste curde. In Grecia ha influito il riassetto della società conseguente ad una grave crisi economica e alle pressioni dei flussi migratori, più difficili da gestire rispetto all’esodo controllato di siriani e pakistani in Turchia. Le tensioni sono evidenti, si è ancora lontani purtroppo da una forma d’accordo.
La materia del contendere verte su tre questioni principali: la zonazione delle aree marine, i diritti relativi alle aree marine e allo spazio aereo, lo status di Cipro.
Il punto di massima tensione si è verificato ad Agosto 2020 quando Ankara ha inviato una nave esplorativa per le perforazioni in acque rivendicate da Atene. Dopo le reazioni della UE e le preoccupazioni della Nato finalmente Atene ed Ankara hanno avviato dei negoziati bilaterali a Gennaio 2021 a Istanbul. Nel mese in corso i colloqui sono proseguiti ad Atene.
Oltre alle questioni di merito sussistono profonde divergenze sul metodo, cioè sull’agenda. Ankara solleva questioni che sembravano superate tra cui la sovranità di alcune isole greche nell’Egeo orientale. Atene non intende discutere di tali argomenti, l’oggetto della sua partecipazione al negoziato sono le delimitazioni delle Zone Economiche Esclusive e i diritti di sfruttamento.

A complicare la vicenda si frappongono dei nodi che sembrano insormontabili. La Turchia non ha firmato la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) che invece la UE, quindi anche la Grecia, ha sottoscritto. In altri termini le regole sulla delimitazione delle acque e sui diritti di sfruttamento, valide per la maggior parte dei paesi, sono respinte dalla Turchia che minaccia ritorsioni se la Grecia dovesse applicarle alle isole dell’Egeo orientale distanti poche miglia dalle coste turche. Ankara inoltre insiste di vantare diritti di sfruttamento nelle acque limitrofe alla Repubblica di Cipro Nord, non riconosciuta dalla comunità internazionale.
L’elenco delle controversie è piuttosto nutrito ma ciò che abbiamo citato è più che sufficiente per avere una percezione delle grandi difficoltà in cui versano i rapporti tra i due popoli.

Difficile indovinare come, eppure chi scrive ha la sensazione che troveranno la “quadra”: parafrasando Dante, più che il dolor poté il petrolio.

Il film Kayıkçı

Uscì nel 1999, realizzato con una coproduzione turco-greca, a quanto pare la prima in materia di cinematografia. Fu diretto da Biket İlhan, una regista affermata in Turchia anche come produttore, avendo fondato la Sinevizyon Film, attiva a livello internazionale.
Narra delle vicende di un barcaiolo sordomuto di Smirne, chiamato con il soprannome Kayıkçı, che vuol dire appunto barcaiolo. Kayıkçı rimane incantato dalla figura e dalle movenze della cantante greca Evdokia venuta da Chio per esibirsi in un festival a Çeşme. Nasce un amore profondo nello spazio di una notte. Dopo il ritorno della cantante in Grecia Kayıkçı si accorge di non potere fare a meno di lei. Raggiunge Chio a nuoto, viene scoperto e tratto in arresto dalla polizia greca, stupita dalle circostanze. Evdokia accorre in suo soccorso dichiarando che c’è una relazione, tenuta nascosta, tra lei e il giovane. Kayıkçı viene rilasciato e fa ritorno a Çeşme. Il finale non è lieto. Kayıkçı va incontro ad un isolamento crescente da parte degli amici che lo considerano una spia.

Il protagonista è impersonato dall’attore turco Memet Ali Alabora , attivista nella difesa dei diritti civili; Evdokia è interpretata dall’attrice greco-statunitense Katerina Moutsatsou
Indichiamo il link di una sequenza:


Sequenza del film Kayıkçı


La canzone Kayıkçı

Fu composta da Apostolos Chatzichristos con la collaborazione di Markos Vamvakaris. Era il 1948, la guerra civile infuriava, Apostolos aveva fatto parte della Resistenza nella guerra contro l’Asse, continuò anche dopo la liberazione. I versi sono di Giorgos Fotidas , un autore rimasto defilato nonostante un discreto numero di testi di canzoni di rebetica siano opera sua.
Fa parte della colonna sonora del film che ha contribuito molto alla sua riscoperta. Sia la musica che le parole sono espressioni di un crocevia di culture attraverso il protagonista, quel mare che per tre millenni si è fatto beffe delle barriere. Le isole dell’Egeo orientale sono state dei ponti per la loro geografia e la storia di secoli. Chi avrebbe mai pensato sino a pochi decenni fa che sarebbe stato il mare a dovere soccombere contro le piattaforme continentali?

Le interpretazioni

Sono tutte notevoli ed interessanti, ciascuna per aspetti diversi. La prima è interpretata dall’autore, fa parte della storia del Rebetiko. La seconda è interpretata dal grande clarinettista turco Hüsnü Şenlendirici e dal trio Chios formato dai musicisti greci Markellos Poupalos , voce e chitarra, Manolis Stathis al bouzouki e Stamatis Poupalos al violino. Il video è girato sulle rive del Bosforo e a piazza Sultanahmet a Istanbul, ai tempi ippodromo di Bisanzio. Nella terza interpretazione Maria Farantouri dà al brano un’impronta quasi epica secondo il suo stile. Haris Alexìou, Haroula, è la cantante di notevole spessore della quarta interpretazione.
[Riccardo Gullotta]
Γκελ γκελ Καϊξή
γιαβάς γιαβάς
Μεσ’της Πόλης τ’ακρογιάλι
μέσ’τη σιγαλιά
μεσ’του Χαρεμιού τη Λίμνη
γκέλ γκέλ Καιξή

Να κλέψω τη
Γκιουζέλ Χανούμ
σκλάβα μέσα στο κελί της
κλαίει και θρηνεί
και ζητάει τη λευτεριά της
γκελ γκελ Καϊξή

Contributed by Riccardo Gullotta - 2021/3/29 - 23:59




Language: Italian

Traduzione italiana / Μετέφρασε στα ιταλικά / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Alessio Miranda

Il titolo sarebbe letteralmente “Il barcaiolo” [RG]
CAICCO

Vieni vieni caicco
lentamente lentamente
sulla spiaggia di Costantinopoli
nel silenzio
nel lago dello Harem
vieni vieni caicco

a rapire
la bella dama
schiava nella sua cella
piange e geme
e cerca la sua libertà
vieni vieni caicco
Note di Alessio Miranda

E' una canzone ricca di termini turchi, un vero ponte tra oriente e occidente, il passaggio tra parole greche e turche contribuisce al fascino della canzone. Traduco in italiano le note di Hakan dalla versione tedesca e il commento di Geeske

Πόλης: Costantinopoli, la Città per eccellenza (per inciso Istanbul viene proprio da εις την Πόλιν)

καϊξή: dal turco. kayıkçı = conducente del caicco io lo tradurro' semplicemente caicco

γκελ: dal turco. gelmek = venire. qui all' imperativo Gel!= vieni!

γιαβάς: dal turco. yavaş = lentamente

Γκιουζέλ: dal turco güzel = bello

Χανούμ: dal turco e a sua volta dal persiano hanım/chanum=ragazza, dama (termine onorifico)

Contributed by Riccardo Gullotta - 2021/3/30 - 00:03




Language: Turkish

Türkçe çeviri / Τουρκική μετάφραση / Traduzione turca / Turkish translation / Traduction turque / Turkinkielinen käännös :
Barishan
KAYIKÇI

Gel, gel kayıkçı! Yavaş yavaş [1]
İstanbul'un kıyısında, sessizlik içinde
Haremin hüznünde
Gel, gel kayıkçı![2]

Böylece güzel hanımı[3] kaçırayım
Hücresinde bir köle, ağlayıp inliyor
Ve özgürlüğünü arıyor
Gel, gel kayıkçı![4]
[1], [2] , [3], [4] Bu kısımlar şarkının orijinal sözlerinde de Türkçedir
[Barishan]

Contributed by Riccardo Gullotta - 2021/3/30 - 11:10




Language: English

English translation / Μετέφρασε στα αγγλικά / Ingilizce çeviri / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös :
Geeske
THE KAIKSIS

Gkel, gkel, kaiksi!
Softly, gently
to the shoreline of the Only City
into the quiet
into the oblivion of the harem...
Gkel, gkel, kaiksi!

let me steal away
Guzel Hanoum
a slave in her cell
weeping and mourning
and asking for her freedom
Gkel, gkel, kaiksi!

Translator's notes

The kaiksis is the captain of the caïque, a typical boat of the eastern Mediterranean: small, narrow, with oars not sails. If the song had been set in Venice instead of Istanbul, it would have been gondoliere instead of kaiksis, and I would have left the name in the original language too.
"The Only City": this is Istanbul, in its earlier much-lamented incarnation as Constantinople, or, in Greek, Constantinoupoli ("the city of Constantine"), or "i poli", "the city", for short.

It's a well-spiced song, etymologically speaking. The Ottoman city is called by its Greek name, kaiksis and kaïki are Turkish words, so is the call "gkel, gkel", the harem, of Arab origin, is the same in Turkish, Greek and (all?) other languages, and Guzel (a Turkish girl's name) is titled "hanoum" which is a polite honorific to address a woman or girl, and is, if I am not mistaken, of Persian origin.

Further note
Güzel is turkish for "beautiful". Hanim is turkish for "Lady/ Woman"

Contributed by Riccardo Gullotta - 2021/3/30 - 21:33




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