Zní hlasy soudních znalců a padlých andělů,
řvou ústa slavných starců z reklamních panelů,
a jaro karty míchá pro záda shrbená,
a přetěžko se dýchá a svítí červená.
V tom jaru listy žloutnou a sněží do květin.
A hrůza chodí s loutnou a s věncem kopretin.
Té loutně struny chybí a stvůra bez tváře.
Spár dravce - tlama rybí si hýká z oltáře,
že blázni pošetilí jsou na oprátce.
Dnes vládce zavraždili, ať žije vládce!
Tryznu mu vypravili a jde se dál.
Dnes krále popravili, ať žije král!
Jak tóny kravských zvonců zní stránky pamfletů.
Lze dobrati se konců, být stádem Hamletů.
Být každý sobě drábem, to mnohé přehluší.
Však vápno neseškrábem, když vězí na duši.
Je večer, v sálech hrají pár dalších premiér,
jak loni třešně zrají a štěká teriér,
a znovu ptáci vzlétnou. výš k slunci! Poslepu!
To léto chodí s flétnou a sahá po tepu.
Už blázni pošetilí jsou na oprátce.
Dnes vládce zavraždili, ať žije vládce!
Tryznu mu vypravili a jde se dál.
Dnes krále popravili, ať žije král!
Je známo čí je vina. To hraní s kostrami
má jméno Rakovina a voní astrami.
Kůň běží bez udidla, kouř štípe do očí.
Hrajem si na pravidla a deska přeskočí,
přeskočí, přeskočí.
řvou ústa slavných starců z reklamních panelů,
a jaro karty míchá pro záda shrbená,
a přetěžko se dýchá a svítí červená.
V tom jaru listy žloutnou a sněží do květin.
A hrůza chodí s loutnou a s věncem kopretin.
Té loutně struny chybí a stvůra bez tváře.
Spár dravce - tlama rybí si hýká z oltáře,
že blázni pošetilí jsou na oprátce.
Dnes vládce zavraždili, ať žije vládce!
Tryznu mu vypravili a jde se dál.
Dnes krále popravili, ať žije král!
Jak tóny kravských zvonců zní stránky pamfletů.
Lze dobrati se konců, být stádem Hamletů.
Být každý sobě drábem, to mnohé přehluší.
Však vápno neseškrábem, když vězí na duši.
Je večer, v sálech hrají pár dalších premiér,
jak loni třešně zrají a štěká teriér,
a znovu ptáci vzlétnou. výš k slunci! Poslepu!
To léto chodí s flétnou a sahá po tepu.
Už blázni pošetilí jsou na oprátce.
Dnes vládce zavraždili, ať žije vládce!
Tryznu mu vypravili a jde se dál.
Dnes krále popravili, ať žije král!
Je známo čí je vina. To hraní s kostrami
má jméno Rakovina a voní astrami.
Kůň běží bez udidla, kouř štípe do očí.
Hrajem si na pravidla a deska přeskočí,
přeskočí, přeskočí.
inviata da Stanislava - 3/3/2021 - 18:50
Lingua: Italiano
Versione italiana di Stanislava
CANCRO
Tuonano le voci di esperti giudiziari e di angeli caduti,
urlano le bocche di celebri vegliardi dai tabelloni pubblicitari,
la primavera mescola le carte per le schiene gobbe,
si respira con estrema difficoltà e sul semaforo c'è il rosso.
In questa primavera ingialliscono le foglie e nevica sui fiori,
il terrore cammina con il liuto e con una corona di margherite.
Al liuto mancano le corde, e un mostro senza volto –
artiglio di rapace, boccaccia di pesce – raglia dall'altare
che dei folli ingenui sono sulla forca.
Oggi hanno assassinato il sovrano, evviva il sovrano!
L'hanno commemorato in grande stile e si va avanti.
Oggi hanno giustiziato il re, evviva il re!
Le pagine dei pamphlet risuonano come campanelle delle mucche.
Si può arrivare a una fine, essere un gregge di Amleti.
Ognuno aguzzino di sé stesso, così molte cose vengono soffocate;
non riusciamo a grattare via la calce se è attaccata all'anima.
È di sera, nelle sale fanno qualche altro spettacolo in prima visione,
come l'anno scorso maturano le ciliegie e un terrier abbaia,
e di nuovo gli uccelli spiccheranno il volo, più in alto verso il sole, alla cieca!
L'estate passeggia con il flauto e tasta il polso.
Ormai dei folli ingenui sono sulla forca.
Oggi hanno assassinato il sovrano, evviva il sovrano!
L'hanno commemorato in grande stile e si va avanti.
Oggi hanno giustiziato il re, evviva il re!
Si sa di chi è la colpa: quel baloccarsi con gli scheletri
si chiama Cancro e profuma di astri.
Il cavallo corre senza morso, il fumo brucia negli occhi,
giochiamo alle regole e il disco salta,
salta, salta...
Tuonano le voci di esperti giudiziari e di angeli caduti,
urlano le bocche di celebri vegliardi dai tabelloni pubblicitari,
la primavera mescola le carte per le schiene gobbe,
si respira con estrema difficoltà e sul semaforo c'è il rosso.
In questa primavera ingialliscono le foglie e nevica sui fiori,
il terrore cammina con il liuto e con una corona di margherite.
Al liuto mancano le corde, e un mostro senza volto –
artiglio di rapace, boccaccia di pesce – raglia dall'altare
che dei folli ingenui sono sulla forca.
Oggi hanno assassinato il sovrano, evviva il sovrano!
L'hanno commemorato in grande stile e si va avanti.
Oggi hanno giustiziato il re, evviva il re!
Le pagine dei pamphlet risuonano come campanelle delle mucche.
Si può arrivare a una fine, essere un gregge di Amleti.
Ognuno aguzzino di sé stesso, così molte cose vengono soffocate;
non riusciamo a grattare via la calce se è attaccata all'anima.
È di sera, nelle sale fanno qualche altro spettacolo in prima visione,
come l'anno scorso maturano le ciliegie e un terrier abbaia,
e di nuovo gli uccelli spiccheranno il volo, più in alto verso il sole, alla cieca!
L'estate passeggia con il flauto e tasta il polso.
Ormai dei folli ingenui sono sulla forca.
Oggi hanno assassinato il sovrano, evviva il sovrano!
L'hanno commemorato in grande stile e si va avanti.
Oggi hanno giustiziato il re, evviva il re!
Si sa di chi è la colpa: quel baloccarsi con gli scheletri
si chiama Cancro e profuma di astri.
Il cavallo corre senza morso, il fumo brucia negli occhi,
giochiamo alle regole e il disco salta,
salta, salta...
inviata da Stanislava - 3/3/2021 - 18:51
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L'album Rakovina (Cancro) è il secondo album di Karel Kryl, uscito nel 1969 già in esilio in Germania. Secondo cs.wikipedia, la maggior parte delle canzoni è stata composta ancora in Cecoslovacchia nel biennio 1968-69, e rappresentano una reazione agli avvenimenti di agosto 1968. Il disco ha raggiunto la Cecoslovacchia con false copertine (sembrava un disco di musica classica) per raggirare la censura.
È uno di quegli album che, in un certo senso, si potrebbero classificare per intero come “album contro la guerra”. Ad oggi, questo sito ospita due brani dell'album: Marat ve vaně e Tak vás tu máme, bratři
Nella canzone che dà il nome all'intero album, Kryl usa il paragone di una malattia subdola per parlare dell'occupazione come di un male che si insinua nella società e la scompone in silenzio.