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Georges Brassens: Si le bon Dieu l'avait voulu

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Lingua: Francese


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brasschat
[1961]
Poesia di Paul Fort (1872-1960) / Poème de Paul Fort (1872-1960) / A poem by Paul Fort (1872-1960) / Paul Fortin (1872-1960) runo [1917]
Musica / Musique / Music / Sävel: Georges Brassens
In album / En album / Albumissa: Les trompettes de la renommée

silebondieOggi 17 febbraio, giornata internazionale del Gatto (miao!), mi son detto: visto che Flavio Poltronieri ha dato un'alquanto gradita stura a Paul Fort musicato e cantato da zio Georges, perché non continuare? E, infatti, continuo con questa poesia diventata canzone. Sinceramente non so per chi Paul Fort abbia scritto questa meraviglia; se per la moglie, per il primo amore, per un'amante o per uno di quegli amori fugaci della Marine; forse, chissà, per tutte costoro singolarmente e en bloc. So benissimo, però, di averla cantata io per una signorina, talmente tanti anni fa che manco mi ricordo come si chiamava, la signorina, o quasi. Paul Fort aveva un dono non comune nei poeti: quello di sapere scrivere cose semplici, con un linguaggio semplice. La cosa, credo, in assoluto più difficile. Su di essa (la poesia è del 1917, dalla raccolta L'alouette) Brassens scrisse il suo consueto e altrettanto semplice valzerino, pubblicato nel 1961 nell'album Les trompettes de la renommée (vous êtes bien mal embouchées!). Eccolo qua, con tutte le sue storiche o favolose, ma comunque bellissime donne che l'autore non ha mai conosciuto perché il buon Dio non l'ha voluto; ha voluto invece, sempre il buon Dio, che egli abbia conosciuto la donna cui la poesia è dedicata; e questa, come dire, è una dichiarazione in piena regola, e parecchio seria e impegnativa. Che la cosa sia durata, lo ripeto, un giorno o una vita; e persino che non sia durata altro che i cinque minuti delle Passanti. [RV]

Si le bon Dieu l'avait voulu,
Lanturlurette, lanturlu
J'aurais connu la Cléopâtre
Et je ne t'aurais pas connue.

J'aurais connu la Cléopâtre
Et je ne t'aurais pas connue,
Sans ton amour, que j'idolâtre,
Las! Que fussé-je devenu?

Si le bon Dieu l'avait voulu,
J'aurais connu la Messaline,
Agnès, Odette et Mélusine
Et je ne t'aurais pas connue.

J'aurais connu la Pompadour,
Noémie, Sara, Rébecca,
La fille du Royal-Tambour
Et la Mogador, et Clara.

Mais le bon Dieu n'a pas voulu
Que je connaisse leurs amours,
Je t'ai connue, tu m'as connu,
Gloire à Dieu au plus haut des nues!

Las! Que fussé-je devenu
Sans toi la nuit, sans toi le jour?
Je t'ai connue, tu m'as connu,
Gloire à Dieu au plus haut des nues!

inviata da Riccardo Venturi - 17/2/2021 - 20:30



Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 17-2-2021 20:31


Intrerpretata da Les Pornographes et Sébastien Giniaux


Due parole del traduttore. Le “due parole” non riguardano il testo della poesia-canzone, che è semplicissimo nonostante la presenza di una rarissima prima persona singolare del congiuntivo imperfetto interrogativo (ma con valore di condizionale irreale), sulla quale il Grevisse ci dice dèbbasi porre l'accento (fussé-je). Riguardano invece le favolose donne che Paul Fort non ha conosciuto, per le quali sono state approntate delle note (a parte per Cleopatra, che dovrebbe essere universalmente nota). Però, su Cleopatra va detta una cosa: qui Paul Fort la nomina come “la Cleopatra”, con un uso familiare proprio sia del francese che dell'italiano. Quasi fosse una donna del vicinato: significa quasi metterla al livello della “mi' regazza, ahò” (che, in questo contesto, ha una connotazione a mio parere deliziosa). L'ultima nota, invece, è una mia considerazione personale. Nella traduzione, ho italianizzato i nomi delle donne laddove possibile.
Se il buon Dio avesse voluto

Se il buon Dio avesse voluto,
Lanturlurette, lanturlu
Avrei conosciuto la Cleopatra
E a te, non t'avrei conosciuta.

Avrei conosciuto la Cleopatra,
E a te, non t'avrei conosciuta,
Senza il tuo amore, che idolatro,
Ahi, che ne sarebbe stato di me?

Se il buon Dio avesse voluto,
avrei conosciuto Messalina [1],
Agnese [2], Odetta [3] e Melusina [4]
E a te, non t'avrei conosciuta.

Avrei conosciuto la Pompadour, [5]
Noemi, Sara e Rebecca [6],
La figlia del Tamburin del Re [7]
E la Mogador [8], e Clara. [9]

Ma il buon Dio non ha voluto
Che io conoscessi i loro amori,
Ho conosciuto te, e tu me,
Gloria a Dio nell'alto dei cieli! [10]

Ahi, che ne sarebbe stato di me
Senza di te notte e giorno?
Ho conosciuto te, e tu me,
Gloria a Dio nell'alto dei cieli!
[1] Messalina: la storica moglie dell'imperatore romano Claudio e madre di Britannico. Passata alla storia come mostro di nequizie, di depravazione, di crimini (fece assassinare le figlie di Germanico) e di débauche. Passata rapidamente a nome comune: “una messalina”. Nel 48 d.C. Claudio la fece eliminare: aveva 23 anni. A Claudio succedette Nerone.

Valeria Messalina (rappresentazione di fantasia)
Valeria Messalina (rappresentazione di fantasia)


[2] Agnese: Agnès Sorel, la favorita del re Carlo VII (1422-1450). Fu detta la ”Dame de Beauté"; fu rappresentata dal sommo pittore Jean Fouquet in una celeberrima Madonna col Bambino e Angeli (detta Madonna Lactans) nella quale ha una tetta completamente gnuda. E', a buon diritto, nella storia del topless. Morì a soli 28 anni il 9 febbraio 1450 dopo aver dato alla luce la quarta figlia (anche la bambina morì); risultò poi essere stata intossicata di mercurio.

Jean Fouquet: Vierge à l'Enfant avec Anges, raffigurante Agnès Sorel
Jean Fouquet: Vierge à l'Enfant avec Anges, raffigurante Agnès Sorel


[3] Odetta: l'interpretazione più comune è che Paul Fort abbia voluto riferirsi alla Odette De Crécy di Un amore di Swann di Marcel Proust (un personaggio letterario, quindi).

Odette De Crécy nel film Un amore di Swann (interpretata da Ornella Muti).
Odette De Crécy nel film Un amore di Swann (interpretata da Ornella Muti).


[4] Melusina: la fata Melusina appartiene al folklore di varie zone della Francia (Poitou, Alsazia, Lorena, Champagne), e anche del Lussemburgo e della Germania. È di origine molto antica, probabilmente corrispondente alla Mater Lucina classica (Mère Lucine). La fata è anguiforme: ha corpo di ragazza e coda di serpente (o di pesce).

La fata Melusina.
La fata Melusina.


[5] Pompadour: Jeanne Antoinette Poisson, marchesa di Pompadour (1721-1764). La più celebre favorita del re Luigi XV di Francia, nonché, probabilmente, la donna più potente del XVIII secolo. Nel 1741, all'età di 20 anni, sposò il 24enne Charles Guillaume Le Normant d'Étiolles, un serio e bravo giòvine dedito agli affari e figlio del Tesoriere Generale della Zecca francese. Nel 1745, in occasione del matrimonio del Delfino di Francia, la giovane sposina conobbe il Re il quale, travestito da tasso, corteggiava una giovane e bella cacciatrice (il cui maritino era in viaggio): andò a finire che il tasso e la cacciatrice passarono la notte insieme. Quando lo sposino tornò dal suo viaggio, scoprì che la mogliettina si era già trasferita a Versailles dopo averlo trasformato in un cervo reale. A mo' di consolazione, il giovane cornuto fu nominato fermier général, carica assai redditizia. Dopo un numero considerevole di parti e aborti, Madame de Pompadour morì all'età di 43 anni.

Madame de Pompadour.
Madame de Pompadour.


[6] Figure di donne bibliche: Noemi [ebr. “gioia, letizia”] appartiene al Libro di Ruth, dove è suocera della protagonista; cambia nome in Marah (“triste”) dopo la morte del marito e dei figli. Sara è notoriamente la sposa del padre Abramo, cui dà un figlio (Isacco, “colui che ride”), alla bella età di 90 anni. Rebecca è la sposa di Isacco.

[7] La bella figlia del Tamburin del Re è la protagonista di una ballata popolare francese.

[8] Mogador: Céleste Vénard (1824-1909), prostituta fin dall'età di 15 anni poi nota come “Céleste Mogador”, fu anche danzatrice (si dice che abbia inventato lei il ballo del can-can), donna assai colta legata al mondo dei letterati e della politica e, infine, divenuta per matrimonio addirittura Contessa De Chabrillan. Fu anche commediografa, memorialista, romanziera, direttrice di un teatro. Durante l'assedio di Parigi del 1870, durante la guerra Franco-Prussiana, fondò le Sorelle di Francia, un ente assistenziale; l'anno dopo si oppose all'istaurazione della Comune di Parigi. Morì in miseria il 18 febbraio 1909.

Céleste Mogador.
Céleste Mogador.


[9] Clara: probabilmente Clara Wieck Schumann, compositrice e pianista (1819-1896), moglie del compositore Robert Schumann. Celebre per la sua grande bellezza, è stata raffigurata anche sulle banconote da 100 marchi tedeschi. C'è però da tenere presente che, proprio assieme alla Mogador, una “Clara” compare in un verso di una canzone di Gustave Nadaud:

Pomaré, Maria,
Mogador et Clara,
À mes yeux enchantés
Apparaissez, belles divinités!


Clara Wieck Schumann.
Clara Wieck Schumann.


[10] L'originale, Gloire à Dieu au plus haut des nues!, è l'ecclesiastico Gloria in excelsis Deo (che le vecchine fiorentine pronunciavano “Gròria scendi 'ndrèo”). Ma, in francese, ha un simpatico doppio senso che, in una poesia del genere, magari non era sfuggito a Paul Fort (o forse sì, chissà): “Gloria a Dio nell'alto delle donne gnùde”.

17/2/2021 - 20:33




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