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Language: Greek (Modern)


Kostas Varnalis / Κώστας Βάρναλης

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Ποίημα / Poesia / A Poem by / Poème / Runo
Kostas Varnalis[ Κώστας Βάρναλης]

Μουσική / Musica / Music / Musique / Sävel:
B.D. Foxmoor



Domeniko, 16 Febbraio 1943

Aprile 1941. Sotto la pressione delle truppe tedesche la Grecia capitola , viene occupata dagli eserciti italiano, tedesco e bulgaro. Nella spartizione all’Italia fu assegnato il controllo della maggior parte della Grecia continentale e delle isole. Il 16 febbraio 1943 un convoglio italiano venne attaccato dai partigiani greci nei pressi del villaggio di Domeniko. Nove militari italiani rimasero uccisi. Il comandante della 24^ divisione di fanteria Pinerolo, generale Cesare Benelli, diede l’ordine di una rappresaglia efferata.

Nel pomeriggio di quel 16 febbraio i fanti della Pinerolo circondarono il villaggio, radunarono la popolazione nella piazza. Arrivarono i caccia dell’aviazione fascista, scaricarono bombe incendiarie a bassa quota distruggendo tutte le abitazioni e i fienili di civili già ridotti alla fame dalla guerra e dalla carestia. Poco dopo tutti i maschi di Domeniko in età maggiore di 14 anni furono massacrati, le donne avviate in un campo di concentramento.
Segue uno stralcio della parte finale del rapporto con cui il generale Benelli si vantava dell’azione, "esempio e monito per il futuro":

"Le perdite sono le seguenti, da parte nostra. Morti in combattimento truppa 8: morto in ospedale in seguito alle ferite, truppa 1. Feriti: 2 ufficiali, truppa 13. Da parte dei greci. Morti durante lo scontro: 8. Sbandati, fuggiaschi, raggiunti e passati per le armi dalla scorta dell’autocolonna: 7. Rastrellati dalla compagnia di rinforzo e passati per le armi: 16. Passati per le armi perché cercavano di fuggire dall’accerchiamento: 4. Passati per le armi da reparto inviato da Tyrnavos: 8. Passati per le armi a Damasi: 97 (sono i cittadini di Domenikon). In totale 140 sudditi greci deceduti".

Sul massacro scese il silenzio sinché nel 2008 questo documentario “La sporca guerra di Mussolini” del regista Giovanni Donfrancesco riesumò l’accaduto. Fu trasmesso sul canale History Channel e poi su Rete 4, la Rai non ha ritenuto opportuno interessarsene.
Il procuratore militare De Paolis aprì un fascicolo a carico di 11 imputati. Nel 2019 il gip del tribunale militare di Roma ha archiviato l’indagine dato che nove degli imputati erano deceduti e non è stato possibile identificare gli altri due, i capimanipolo delle camicie nere Penta e Morbiducci. Nessun colpevole insomma è stato assicurato alla giustizia.

Un altro “valoroso” generale, Carlo Geloso, con la sua circolare del Marzo 1943 ordinò di effettuare rappresaglie applicando il principio aberrante della “responsabilità collettiva” sulla falsariga di Domeniko. Seguirono altri massacri a Tsaritsani, Domokos, Farsalos, Oxine.
Ci sono crimini di più vasta portata di cui si rese responsabile il regio Esercito in Grecia, sui quali si sorvola. Alla popolazione fiaccata dagli stenti furono sottratte con la forza ingenti quantità di viveri. La razione di pane fu ridotta a 30 (trenta) grammi al giorno. Ne conseguì una carestia tragica: in due anni, dal ‘41 al ’43 morirono tra i 200mila e i 300mila greci. Nel contempo una buona parte del comando d’armata, nomi e rapporti documentati, era coinvolto in traffici illeciti, contrabbando e speculazione oltre ad altri comportamenti squallidi tra cui lo sfruttamento della prostituzione su ampia scala.
Italiano, brava gente, talvolta.
[Riccardo Gullotta]
Μες στο δροσάνεμο
που αναγαλλιάζω
κι ο νους χανότανε
σε χάος γαλάζιο
ψηλά ας μ’ αφήνατε
να ξεχαστώ
φωτοπερίχυτη,
στόμα κλειστό.

Ποιο χέρι απλώθηκε
να με σπαράξει
απ’ το χρυσόνειρο
στην άγια πράξη!
Ο πρώτος ήχος μου
πρώτη πληγή,
με τραβάς, αίμα μου
ξανά στη Γη.

Ω! σεις χαμόσυρτα
λερά σκουλήκια,
η άλαμπη ζήση σας
ζήση ναι δίκια!
Μια τρύπα ο κόσμος σας
και μέσα κει
ο Χάρος λύτρωση
κι ώρα γλυκή.

Δεν είναι κέντρισμα
να σας κουνήσει,
κορμιά, που η άλυσσο
τα ’χει τσακίσει!
Σκέψη, ποιος άνεμος
θέ ν’ αξιωθεί
να σ’ ανατάραζε,
σκότος βαθύ;

Πίσου απ’ τα λόγια μου
πίκρα φαρμάκι,
τι κόσμοι απέραντοι
βυθοί λουλάκι!
Μάτι δε βρίσκεται
να θαμπωθεί
κι αφτί δε βρίσκεται
να λιγωθεί;

Να `ταν να ξήλωνεν
απ’ την καρδιά μου
Μοίρα καλόβουλη
τ’ άγρια καρφιά μου
και να με σήκωνε
μ’ άξιο φτερό
σκέψη που μέστωσε
με τον καιρό.

Πάνω από θάλασσες
πάνω από χώρες
με τον καλόκαιρο
και με τις μπόρες
να με κατέβαζεν αγαλινά
όπου τ’ ανθρώπινο
πλήθος πονά.

Σε μίνες φόνισσες
μπουχές καζέρνες,
λιμάνια ολόκαπνα,
βοερές ταβέρνες,
σπιτάλια σκοτεινά
και φυλακές,
μπορντέλ’ ακάθαρτα
και προσευκές.

Στα στήθια να μπαινα
σαν την ανέσα,
σφυγμός βαθύρριζος
στις φλέβες μέσα
στο νου σαν άστραμα
και στην ψυχή,
ν’ αχούσ’ αδιάκοπα
τη διδαχή:

Όλα τελειώνουνε
κι όλα περνάνε!
Ιδέες βασίλισσες
κακογερνάνε.
Στις νέες ανάγκες σου
κόπος βαρύς,
σκοπούς αλάθεφτους
κοίτα να βρεις.

Αν είν’ η σκέψη σου
πριν από σένα,
δεν είναι απόκομμα
θεού και γέννα.
Τη σκλάβα σκέψη σου, σκλάβα δετή
σου τηνε πλάσανε
οι Δυνατοί.

Φτωχέ, σου μάραναν
κόποι και πόνοι
τη θέληση άβουλη
πιωμένη αφιόνι!
Αν είναι ο λάκκος σου
πολύ βαθής,
χρέος με τα χέρια σου
να σηκωθείς!

Τ’ άσκημα χέρια σου,
των όλω αιτία,
βαστάνε μάργελη
την πολιτεία!
Βγαίνει απ’ τα χέρια σου
κάθε αγαθό
του ωραίου περίθετο
το χρυσανθό.

Σφίξε τα χέρια σου,
για Σένα κράτει
τ’ άμοιαστον έργο σου,
την Πλάση ακράτη
κι όλο ανεβαίνοντας
προς τη Χαρά
μέσα σου θά ναβεν
άστρων σπορά.

Κι όπου σε σφάζουνε
δεμένον πίσου,
να βρόνταε άξαφνα
σεισμός αβύσσου,
χίλι’ αστροπέλεκα:
Δεν είναι μπρος!
Κρύβεται πίσω σου
χρόνια ο οχτρός!

Contributed by Riccardo Gullotta - 2021/2/16 - 20:49




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