Eravamo noi con i pantaloni lunghi per la prima volta
Incantati dai vecchi di vent'anni nelle piazze in rivolta
Eravamo noi, con qualche domanda in più
In un mondo di eskimo verdi, noi, con l'eskimo blu
Eravamo noi, tutto e subito e crescere in fretta
Combattuti tra il vestirci a modo e il Che sulla maglietta
Eravamo noi a fare bella la luna
Con le nostre vite di merda e le comete per endovena
Eravamo noi e non c'era più nessun futuro
Strappato via il poster di Woodstock dal muro
Imbracciare la chitarra o imparare a sparare
Come i vecchi di trent'anni: "colpire al cuore"
Eravamo noi, le nostre prime paranoie distopiche
Spiati, controllati, ansie forse anacronistiche
Ma era un fratello piccolo che cresceva da sé
Eravamo noi, alla fine dell'83
Eravamo noi, forse un po' frastornati
Tra scure trame, tette al vento e banchieri impiccati
Indecisi se fare i soldi o restare a guardare
I vecchi di quarant'anni convertiti al capitale
Eravamo noi, si lanciavano monetine
A una classe dirigente arrivata alla fine
Poi un altro ventennio senza più primavera
E i vecchi di cinquant'anni tutti in camicia nera
Eravamo noi, "non sarà mai più come prima"
Il portavoce del re del mondo legge la sua velina
Indicando col dito un altro Goldstein [1] da odiare
E i vecchi di sessant'anni con la paura di crepare
E siamo noi, siamo noi che continuiamo a precipitare
Per un vuoto d'aria, un vuoto di memoria
Un vuoto più vuoto del vuoto qui dentro
E adesso non ti sento
Non ti sento, non ti sento, non ti sento, non ti sento più
Incantati dai vecchi di vent'anni nelle piazze in rivolta
Eravamo noi, con qualche domanda in più
In un mondo di eskimo verdi, noi, con l'eskimo blu
Eravamo noi, tutto e subito e crescere in fretta
Combattuti tra il vestirci a modo e il Che sulla maglietta
Eravamo noi a fare bella la luna
Con le nostre vite di merda e le comete per endovena
Eravamo noi e non c'era più nessun futuro
Strappato via il poster di Woodstock dal muro
Imbracciare la chitarra o imparare a sparare
Come i vecchi di trent'anni: "colpire al cuore"
Eravamo noi, le nostre prime paranoie distopiche
Spiati, controllati, ansie forse anacronistiche
Ma era un fratello piccolo che cresceva da sé
Eravamo noi, alla fine dell'83
Eravamo noi, forse un po' frastornati
Tra scure trame, tette al vento e banchieri impiccati
Indecisi se fare i soldi o restare a guardare
I vecchi di quarant'anni convertiti al capitale
Eravamo noi, si lanciavano monetine
A una classe dirigente arrivata alla fine
Poi un altro ventennio senza più primavera
E i vecchi di cinquant'anni tutti in camicia nera
Eravamo noi, "non sarà mai più come prima"
Il portavoce del re del mondo legge la sua velina
Indicando col dito un altro Goldstein [1] da odiare
E i vecchi di sessant'anni con la paura di crepare
E siamo noi, siamo noi che continuiamo a precipitare
Per un vuoto d'aria, un vuoto di memoria
Un vuoto più vuoto del vuoto qui dentro
E adesso non ti sento
Non ti sento, non ti sento, non ti sento, non ti sento più
[1] Emmanuel Goldstein è un personaggio letterario creato da George Orwell, presente nel romanzo 1984. È il nemico principale del Partito che governa Oceania. A causa della sua opposizione al Grande Fratello, ogni giorno a partire dalle 11.00, in ogni ufficio e luogo pubblico si tengono manifestazioni di isteria collettiva contro di lui: i famosi "Due minuti d'odio".
inviata da Dq82 - 4/12/2020 - 22:23
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Dall'album Venti, venti canzoni scritte durante il lockdown in questo 2020.
In Eravamo noi racconti 50 anni d’Italia in pochi versi. Cosa rappresentano gli eventi storici che citi?
Sono i miei 60 anni, quello sono io. Quegli episodi sono le cose che mi vengono in mente per prime quando parlo degli anni che furono. Un po’ come adesso che si parla solo di Covid. C’è un unico riferimento che non era sulla bocca di tutti, cioè la citazione di 1984.
Giorgio Canali, la catastrofe siamo noi