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Uscita di emergenza
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2015
Uscita di emergenza
Uscita di emergenza

Gli Uscita d’Emergenza sono un duo creatosi a Barletta per un breve periodo dal 2014 al 2016 e che vedeva due venticinquenni, Stefano Gissi alla chitarra e voce e Gaetano Terlizzi alle tastiere, chitarra e voce.

Ci sono solo le loro voci ed i loro strumenti in questo disco del 2015 uscito in una cinquantina di copie (attenzione il cd NON E’ stampato ma semplicemente masterizzato da loro tante volte quante le copie richieste). Le copie realizzate, di fatto, sono state distribuite ad alcuni locali e ad alcuni amici (tra cui - appunto – il sottoscritto). Tutto il lavoro sa di autoproduzione: dalla masterizzazione in proprio, alle registrazioni sommarie, alla grafica del libretto allegato in bianco/nero (costa molto meno della quadricromia). Tredici composizioni per circa un’ora di ascolto.

Eppure la stoffa c’e, anche se non si è mai trasformata in abito.
La prima impressione che si ha, ascoltandolo, è quello di essere proiettati in una specie di macchina del tempo che riporta ai tempi in cui gente come Fabrizio De Andrè ed i suoi epigoni incidevano dischi con sola voce e chitarra, spogli di altro. Niente basso, niente batteria, tanto meno tappeti di tastiere e sezioni di fiati. Immaginate questi stessi brani, che sentite in questo cd, completamente riarrangiati con una intera band a disposizione (come fece la PFM con De Andrè) e si potrà avere una idea di come si sarebbero potuti sviluppare se solo le situazioni fossero state diverse. Per puro diletto intellettuale ho provato ad immaginare qualcuno di questi brani riarrangiati in chiave prog, rock, blues, easy-listening, metal, funky, con aggiunte di cori e doppie voci – in tutti i casi potrebbero ben funzionare. Se qualcuno degli amici che legge fa del piano-bar, potrebbe tranquillamente adattarli al proprio stile ed eseguirli – penso che figurerebbero bene.

I pezzi qui presenti uniscono ad una serie di spunti, molto belli, delle ingenuità evidenti. Anche le registrazioni, effettuate quasi sempre in presa diretta, presentano una serie di slabbrature, che comunque non danneggiano l’economia generale del disco, considerato che si tratta di poco più di una demo. Le atmosfere che riescono a creare sono spesso coinvolgenti, così come allo stesso tempo si notano sezioni ridondanti che avrebbero potuto essere meglio sintetizzate. Tutte le composizioni sono realizzate da loro, sia singolarmente che in coppia. Il lavoro è stato registrato artigianalmente in un locale/garage del Terlizzi con strumentazioni molto ma molto amatoriali. Girando per la rete scopro che lo stesso identico nome è di una ben rodata band musicale rock/blues del vicentino, oltre che di una rivista musicale web. Evidentemente il nome ha un che di attrattivo.

Le loro esibizioni si sono limitate ad alcuni eventi in pub e locali simili per alcuni mesi a cavallo del 2015 – 2016, e soltanto in Barletta. Quando ho chiesto a Stefano Gissi perché avessero realizzato questo cd mi ha detto che era semplicemente perché volevano vedere sino a che punto potessero essere approvati per il loro lavoro musicale. Stefano Gissi oggi lavora stabilmente presso l’Ospedale di Barletta,. Gaetano Terlizzi nella locale industria calzaturiera. Gissi ha appeso al chiodo la chitarra, non potendo fare lo stesso con i pazienti ospedalieri che lo fanno quotidianamente impazzire. Anche Terlizzi ha temporaneamente appeso il pianoforte al chiodo, dovendo quotidianamente “fare le scarpe” a tanti altri.

Un’ultima menzione, atto dovuto, alle illustrazioni in tratto bianco/nero che meritano attenzione per la loro semplicità e bellezza. Sono il frutto della bravura artistica del Terlizzi specialista della tecnica del tratto a penna – ritengo particolarmente bella quella usata per il label del cd, che richiama un particolare della copertina. Per non parlare di quello centrale del libretto, che mi ha causato una botta di nostalgia, facendomi andare con la mente ai coloratissimi ed onirici inserti interni degli album degli Yes.
verso-la-stratosfera.blogspot.com
guardava quel giorno nei cieli di Brescia
il sole a irradiare la piazza
ma forse anche lui non voleva guardare
la gente scesa a manifestare
urlava la plebe golosa di pace
cercava di farsi ascoltare
ma forte il messaggio
scavalca lo stato
e arriva diretto ai nemici
quel 28 maggio del '74
bandiere che sanno di gloria
solenni precedon l'intero subbuglio
capeggiato dai sindacati

Le mura si colmano di voci confuse
e di occhi di tutti colori
si oppongono a quei terroristi fascisti
che si chiamano Ordine Nuovo
la folla ruggisce parole di vita
e di sano antifascismo
violenze e barbarie non sono concesse
il silenzio non basta più
durante il comizio il tritolo si sveglia
in un cesto dell'immondizia
si sveglia con un frastornante sbadiglio
dileguandosi nell'esplosione

Tra nubi di fumo lo sguardo si affaccia
e corpi non più verticali
le scarpe che prima abbracciavano i piedi
adesso son troppo distanti
qual è questa volta la scusa ideale
che serve per giustificare
l'attacco codardo che ha ucciso per caso
otto vite e la democrazia
chissà cosa pensa la statua di marmo(1)
d'Italia che ha visto la strage
vorrebbe buttare la corona d'alloro
umiliando la civiltà

E tragga qualcuno il suo insegnamento
lo scriva sui libri di scuola
ma nulla rimane più a lungo nei cuori
di idee partorite dai sogni
ma nulla rimane più a lungo nei cuori
di idee partorite dai sogni
ma nulla rimane più a lungo nei cuori
di idee partorite dai sogni

inviata da Dq82 - 6/10/2020 - 20:18




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