S’il faut vous dire comment mener
Le paysan et l’ouvrier,
Eh bien mettez-vous tous à boire!
Je vous raconterai son histoire.
Eh bien mettez-vous tous à boire!
Je vous raconterai son histoire.
Le prince et tous ses courtisans
Écrasait les pauvres paysans,
Pétignat part de sa province,
S’en va porter ses plaintes au prince.
Pétignat part de sa province,
S’en va porter ses plaintes au prince.
Il lui dit: Sire, le paysan
A droit comme vous d’avoir du pain,
L’ouvrier n’est pas un esclave,
Qui ne doit boire que de l’eau.
L’ouvrier n’est pas un esclave,
Qui ne doit boire que de l’eau.
Pendant ce temps, un officier
Dit au prince: J’connais mon métier.
J’ai là cinquante gendarmes à pied,
Pour prendre Pétignat et l’enfermer.
J’ai là cinquante gendarmes à pied,
Pour prendre Pétignat et l’enfermer.
Nous n’sommes que peu -dit Pétignat,
Nous n’sommes que peu mais ça ira!
Enfants, ouvrez la porte bien large
Pour leur livrer libre passage.
Enfants, ouvrez la porte bien large
Pour leur livrer libre passage.
Ils les laissèrent tous bien entrer,
Autant d’entrés, tant d’assommés.
Si bien qu’il ne resta d’la troupe
Que l’officier pour boire la goutte.
Si bien qu’il ne resta d’la troupe
Que l’officier pour boire la goutte.
Voilà comment faut faire à tous:
Foutre au tyran la paix au cul!
Sitôt qu’nous aurons la victoire
Comme Pétignat, nous pourrons boire.
Sitôt qu’nous aurons la victoire
Comme Pétignat, nous pourrons boire.
Le paysan et l’ouvrier,
Eh bien mettez-vous tous à boire!
Je vous raconterai son histoire.
Eh bien mettez-vous tous à boire!
Je vous raconterai son histoire.
Le prince et tous ses courtisans
Écrasait les pauvres paysans,
Pétignat part de sa province,
S’en va porter ses plaintes au prince.
Pétignat part de sa province,
S’en va porter ses plaintes au prince.
Il lui dit: Sire, le paysan
A droit comme vous d’avoir du pain,
L’ouvrier n’est pas un esclave,
Qui ne doit boire que de l’eau.
L’ouvrier n’est pas un esclave,
Qui ne doit boire que de l’eau.
Pendant ce temps, un officier
Dit au prince: J’connais mon métier.
J’ai là cinquante gendarmes à pied,
Pour prendre Pétignat et l’enfermer.
J’ai là cinquante gendarmes à pied,
Pour prendre Pétignat et l’enfermer.
Nous n’sommes que peu -dit Pétignat,
Nous n’sommes que peu mais ça ira!
Enfants, ouvrez la porte bien large
Pour leur livrer libre passage.
Enfants, ouvrez la porte bien large
Pour leur livrer libre passage.
Ils les laissèrent tous bien entrer,
Autant d’entrés, tant d’assommés.
Si bien qu’il ne resta d’la troupe
Que l’officier pour boire la goutte.
Si bien qu’il ne resta d’la troupe
Que l’officier pour boire la goutte.
Voilà comment faut faire à tous:
Foutre au tyran la paix au cul!
Sitôt qu’nous aurons la victoire
Comme Pétignat, nous pourrons boire.
Sitôt qu’nous aurons la victoire
Comme Pétignat, nous pourrons boire.
envoyé par Riccardo Venturi - 6/9/2020 - 00:06
Langue: italien
Traduzione italiana / Traduction italienne / Italian translation / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 6-9-2020 00:08
Riccardo Venturi, 6-9-2020 00:08
La rivolta di Pétignat
Se occorre dirvi come si guidano
Il contadino e l'operaio,
Beh, mettetevi tutti a bere!
Ché vi racconto la sua storia.
Beh, mettetevi tutti a bere!
Ché vi racconto la sua storia.
Il principe e tutti i suoi cortigiani
Opprimevano i poveri contadini,
Pétignat parte dalla sua provincia
A portare al principe le sue doglianze.
Pétignat parte dalla sua provincia
A portare al principe le sue doglianze.
Gli dice: Sire, il contadino
Come Voi ha diritto al pane,
Il lavoratore non è uno schiavo
Che non deve bere altro che acqua.
Il lavoratore non è uno schiavo
Che non deve bere altro che acqua.
Intanto, un ufficiale
Dice al principe: So fare il mio mestiere.
Ci ho cinquanta fanti
Per catturare Pétignat e rinchiuderlo.
Ci ho cinquanta fanti
Per catturare Pétignat e rinchiuderlo.
Non siamo che pochi -dice Pétignat,
Non siamo che pochi ma fa niente!
Ragazzi, spalancate la porta
Per lasciar loro libero passo.
Ragazzi, spalancate la porta
Per lasciar loro libero passo.
Eccome se li fecero entrrare,
Tanti ne entrarono, tanti ne furono ammazzati.
Cosicché non resto della truppa
Che l'ufficiale per bersi un cicchetto.
Cosicché non restò della truppa
Che l'ufficiale per bersi un cicchetto.
Ecco come bisogna fare a tutti quanti:
Col cazzo lasciarlo in pace, il tiranno!
Non appena avremo la vittoria,
Come Pétignat, si potrà brindare.
Non appena avremo la vittoria,
Come Pétignat, si potrà brindare.
Se occorre dirvi come si guidano
Il contadino e l'operaio,
Beh, mettetevi tutti a bere!
Ché vi racconto la sua storia.
Beh, mettetevi tutti a bere!
Ché vi racconto la sua storia.
Il principe e tutti i suoi cortigiani
Opprimevano i poveri contadini,
Pétignat parte dalla sua provincia
A portare al principe le sue doglianze.
Pétignat parte dalla sua provincia
A portare al principe le sue doglianze.
Gli dice: Sire, il contadino
Come Voi ha diritto al pane,
Il lavoratore non è uno schiavo
Che non deve bere altro che acqua.
Il lavoratore non è uno schiavo
Che non deve bere altro che acqua.
Intanto, un ufficiale
Dice al principe: So fare il mio mestiere.
Ci ho cinquanta fanti
Per catturare Pétignat e rinchiuderlo.
Ci ho cinquanta fanti
Per catturare Pétignat e rinchiuderlo.
Non siamo che pochi -dice Pétignat,
Non siamo che pochi ma fa niente!
Ragazzi, spalancate la porta
Per lasciar loro libero passo.
Ragazzi, spalancate la porta
Per lasciar loro libero passo.
Eccome se li fecero entrrare,
Tanti ne entrarono, tanti ne furono ammazzati.
Cosicché non resto della truppa
Che l'ufficiale per bersi un cicchetto.
Cosicché non restò della truppa
Che l'ufficiale per bersi un cicchetto.
Ecco come bisogna fare a tutti quanti:
Col cazzo lasciarlo in pace, il tiranno!
Non appena avremo la vittoria,
Come Pétignat, si potrà brindare.
Non appena avremo la vittoria,
Come Pétignat, si potrà brindare.
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Testo / Paroles / Lyrics / Sanat: Serge Kerval
Musica / Musique / Music / Sävel: [?]
Album / Albumi:
- Complaintes et ballades de France - Vol. 5 [1970]
- Chansons Révolutions, ou l'Esprit de 1789 [1989]
La canzone è contenuta nell'album Complaintes et ballades de France – Vol. 5, inciso nel 1970 da Serge Kerval. Bretone di nascita (era nato a Brest il 2 aprile 1939) e allievo di Jacques Douai, Serge Kerval è stato un riscopritore e un interprete di moltissime canzoni del patrimonio popolare di tutta la Francia (oppure ad esso ispirate) che ha registrato in parecchi album basandosi su collezioni e raccolte di canti tradizionali non di rado molto rare, e, sovente, rielaborandoli di persona; ma ha anche inciso diversi album di reinterpretazioni di autori a lui cari (Léo Ferré, Charles Trenet, Félix Leclerc, Anne Sylvestre, persino Bob Dylan) ed altri di versioni da lui musicate di poesie di celebri poeti (Victor Hugo, Pierre Seghers, Hervé Bazin, Alfred De Musset e Jules Verne [!]). A partire dal 1973, ha scritto e cantato anche sue canzoni originali, con l'aiuto dell'amico Jacques Durand-Desjeux. Serge Kerval è morto a Nantes il 4 giugno 1998.
Nel 1989, Serge Kerval incise di nuovo la canzone in un album intitolato Chansons Révolutions, ou l'Esprit de 1789. A 200 anni dal 1789, una canzone che proviene, secondo Serge Kerval, dalla Franca Contea e che dev'essere comunque, in una qualche sua forma, originaria di quello che oggi è il cantone del Giura, in Svizzera. Qui si svolsero gli avvenimenti della Rivolta di Pétignat. “Pétignat” si chiamava in realtà Pierre Péquignat ed era nato nel 1669 (secondo altre fonti nel 1677, dato che nei registri anagrafici della zona esistevano due “Pierre Péquignat”) nel Giura svizzero, e più precisamente nella contrada dell'Ajoie, nel distretto di Porrentruy. In quel periodo, che fosse nato nel 1669 o nel 1677, Pierre Péquignat era già un uomo in là con gli anni; forse proprio per questo, era stato designato dai suoi concittadini per apportare le doglianze del popolo (oppresso in particolare da una tassazione pesantissima) al cospetto del Principe-Vescovo che governava la provincia dalla sua fortezza di Basilea. Le doglianze si tramutarono ben presto in rivolta contadina, di cui Pierre Péquignat prese il comando; arrestato, fu condannato a morte ricevendo la punizione riservata ai “ribelli all'autorità”: fu prima decapitato, poi squartato sulla piazza di Porrentruy. Non era finita: i suoi resti sanguinanti furono esposti all'ingresso dei municipi dei differenti paesi dell'Ajoie, a mo' di monito per il popolo.
Fino all'ultimo momento, il Principe-Vescovo di Santa Romana Chiesa, Jacques Sigismond, barone di Reinach-Steinbrunn (1683-1743) rifiutò la grazia a Péquignat, ritenendo che la rivolta fosse giù durata abbastanza e che era giunto il momento di dare un esempio chiaro. Occorre dire che la rivolta durava già da diverso tempo: esattamente dal 1726, quando era scoppiata contro la “riforma amministrativa” voluta proprio dal Principe-Vescovo (in che cosa consistesse la “riforma” è facile intuirlo: tasse, tasse e più tasse ancora); ed era proprio nel distretto di Porrentruy che la rivolta si era fatta più generalizzata e violenta. All'inizio, la borghesia cittadina aveva incoraggiato e spinto i contadini alla rivolta, spingendola a nominare dei deputati incaricati di consegnare le doglianze al Principe-Vescovo; come però spesso succede, per non dire quasi sempre, in base al principio “armiamoci e partite” detta “coraggiosa” borghesia aveva ben presto fatto marcia indietro sottomettendosi al Principe, lasciando i contadini soli nella lotta e abbandonandoli al boia (nonostante alcuni piccoli commercianti e membri del basso clero avessero continuato a sostenere la lotta, ricevendo per questo pesanti punizioni). Da notare che, in base ad un patto d'alleanza concluso nel settembre 1739, furono delle truppe francesi, inviate dal re Luigi XV, che si incaricarono degli arresti e della repressione della rivolta.
Gli avvenimenti della rivolta di Pétignat, mai dimenticati, diedero luogo a delle narrazioni in musica a partire soprattutto dal secolo successivo, quando essa fu considerata come un magnifico esempio di resistenza popolare all'assolutismo dei potenti. Nel 1833, Jules Thurmann compose una canzone in francese intitolata Les Pétignats che attribuisce la vittoria a Péquignat non parlando assolutamente della tragica conclusione della storia; un'altra, scritta però nel dialetto della zona, comparve nel 1854 ad opera di Ferdinand Feusier, ed è probabilmente a quest'ultima che Serge Kervel si dev'essere ispirato per la sua rielaborazione. Nel 1875, il deputato liberale Auguste Quiquerez scriverà un libro dedicato a Pierre Péquignat, raccontando gli avvenimenti del 1740 nell'Episcopato di Basilea; libro che contribuirà, assieme alla tradizione popolare che aveva “abbellito” la leggenda, alla consacrazione di Péquignat come eroe e martire della libertà. Comunque la si voglia vedere, la “rielaborazione” o riscrittura di Serge Kerval è assolutamente magnifica. Metto per ora un [?] quanto alla musica, perché non mi è dato sapere se si tratti di un motivo popolare o di una creazione di Serge Kerval (o di chiunque altro). [RV]