Dovete scusarmi, voi gente bigotta
se voglio cantare con questa canzone
le rare virtù di una venere rotta
se invece di dolci oggi porto carbone
Se, essendo al riparo da corda e forcone
possa parlare, lungi dalla garrotta
di quella che a me parve un fior di limone
e voi, senza sconti, chiamate mignotta
e voi, senz’amore, chiamate mignotta
Lasciatemi dire dell’aspra madonna
che veglia la via senza ceri di sorta
di quel che si dice una pubblica donna
l’amante in affitto, la moglie di scorta
Non siate villani con la buona Alina
che tutta la notte fa l’ombra al lampione
e vi porta, allegra come una bambina
a volare al buio con il suo aquilone
rincorrere al buio il suo verde aquilone
La buona Alina batte la strada
e dà il suo amore a chi paga
È una bambina che ha perso la strada
e non sa più tornare a casa
Non lo direi un gioco il suo umile impiego
sebbene necessiti di fantasia
esige rispetto, ed io qui ve ne prego
che sia vocazione, bisogno o mania
Guardatela bene, voi che vi accostate
il corpo vi piace, e poi lei sorride
anche il prezzo è onesto e così la portate
ma è lei che vi guida, è lei che decide
è lei che vi usa e, finito, vi uccide
O uomini amari dal sesso frustrato
consumate asfalto come cani da caccia
Alìna vi accoglie nel suo abbraccio usato
nei seni sfioriti vi culla la faccia
E mentre tradite, voi sangue di Giuda,
vi assalgono i dubbi degli innamorati
quando a voglie spente lei, ancora nuda,
vi mostra la luna dai vetri appannati
v’insegna la luna dai vetri oscurati
La buona Alina batte la strada
e dà il suo amore a chi paga
È una bambina che ha perso la strada
e non sa più tornare a casa
Va, canzone, vola dalla buona Alina
fatti un bel mazzo di rose profumate
che quando si sveglia triste la mattina
ricordi la forza di un giorno d’estate
se voglio cantare con questa canzone
le rare virtù di una venere rotta
se invece di dolci oggi porto carbone
Se, essendo al riparo da corda e forcone
possa parlare, lungi dalla garrotta
di quella che a me parve un fior di limone
e voi, senza sconti, chiamate mignotta
e voi, senz’amore, chiamate mignotta
Lasciatemi dire dell’aspra madonna
che veglia la via senza ceri di sorta
di quel che si dice una pubblica donna
l’amante in affitto, la moglie di scorta
Non siate villani con la buona Alina
che tutta la notte fa l’ombra al lampione
e vi porta, allegra come una bambina
a volare al buio con il suo aquilone
rincorrere al buio il suo verde aquilone
La buona Alina batte la strada
e dà il suo amore a chi paga
È una bambina che ha perso la strada
e non sa più tornare a casa
Non lo direi un gioco il suo umile impiego
sebbene necessiti di fantasia
esige rispetto, ed io qui ve ne prego
che sia vocazione, bisogno o mania
Guardatela bene, voi che vi accostate
il corpo vi piace, e poi lei sorride
anche il prezzo è onesto e così la portate
ma è lei che vi guida, è lei che decide
è lei che vi usa e, finito, vi uccide
O uomini amari dal sesso frustrato
consumate asfalto come cani da caccia
Alìna vi accoglie nel suo abbraccio usato
nei seni sfioriti vi culla la faccia
E mentre tradite, voi sangue di Giuda,
vi assalgono i dubbi degli innamorati
quando a voglie spente lei, ancora nuda,
vi mostra la luna dai vetri appannati
v’insegna la luna dai vetri oscurati
La buona Alina batte la strada
e dà il suo amore a chi paga
È una bambina che ha perso la strada
e non sa più tornare a casa
Va, canzone, vola dalla buona Alina
fatti un bel mazzo di rose profumate
che quando si sveglia triste la mattina
ricordi la forza di un giorno d’estate
inviata da Matteo Podda - 22/8/2020 - 08:52
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Immagini del video tratte da "Prostitution" di Jean-François Davy, "Dossier Prostitution" di Jean-Claude Roy, "Pimps and prostitutes documentary", "Hamburg Red Light District", "Minnesota Girls".