Notti, notti di luc’î luna china,
Occhi di stiddi niuri î luna fina,
Notti ca talìa...
Luna zingara, luna ca firrìa
E iu mi fazzu marmaru
Nzinu cu 'n viju a tìa
...li tò manu ca fermanu u tempu,
Li me ali ca pigghianu u ventu,
Cori s'allazzanu e ciatu va lentu
Ca si sfarda la negghia di la vita mia,
Si sfarda la negghia quannu viju a tìa,
Si sfarda la negghia di sta vita mia,
Si sfarda la negghia quannu viju.
Jornu ca arriva a spartìri l'amuri,
Jornu ca è sulu scrùsciu ccu rumuri,
Jornu ca bbannìa, a jornu cani,
Jornu ca friddulìa e iu perdu lu senziu
Ppà 'spittari a tìa
...li tò manu ca fermanu u tempu,
Li me ali ca pigghianu u ventu,
Cori s'allazzanu e ҫiatu va lentu
Vuci ca fa travidìri, vuci ca annaculìa,
Vuci ca nnagghia rintra,
Vuci ca parla a mia,
Vuci c’attigghia a vucca,
Vuci di lumìa, vuci ca t'aja dari,
Vuci d'amuri.
Occhi di stiddi niuri î luna fina,
Notti ca talìa...
Luna zingara, luna ca firrìa
E iu mi fazzu marmaru
Nzinu cu 'n viju a tìa
...li tò manu ca fermanu u tempu,
Li me ali ca pigghianu u ventu,
Cori s'allazzanu e ciatu va lentu
Ca si sfarda la negghia di la vita mia,
Si sfarda la negghia quannu viju a tìa,
Si sfarda la negghia di sta vita mia,
Si sfarda la negghia quannu viju.
Jornu ca arriva a spartìri l'amuri,
Jornu ca è sulu scrùsciu ccu rumuri,
Jornu ca bbannìa, a jornu cani,
Jornu ca friddulìa e iu perdu lu senziu
Ppà 'spittari a tìa
...li tò manu ca fermanu u tempu,
Li me ali ca pigghianu u ventu,
Cori s'allazzanu e ҫiatu va lentu
Vuci ca fa travidìri, vuci ca annaculìa,
Vuci ca nnagghia rintra,
Vuci ca parla a mia,
Vuci c’attigghia a vucca,
Vuci di lumìa, vuci ca t'aja dari,
Vuci d'amuri.
envoyé par Riccardo Gullotta - 24/7/2020 - 18:08
Langue: italien
Traduzione italiana / Traduzzioni taliana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
Riccardo Gullotta
E SI SQUARCIA LA NEBBIA
Notte, notte di luce di plenilunio
Occhi di stelle nere di luna sottile
Notte che scruta
Luna gitana, luna che va in giro
E io rimango impietrito come marmo
finché non vedo te
Ah le tue mani che fermano il tempo
Ah le mie ali che prendono il vento
I cuori palpitano e il respiro va lento
e si squarcia la nebbia della mia vita
si squarcia la nebbia quando vedo te
si squarcia la nebbia di questa vita mia
si squarcia la nebbia quando vedo
Giorno che arriva a separare l’amore
Giorno che è soltanto rumore sopra rumore
Giorno che grida, giorno cane,
giorno che ti fa a pezzi e perdo la ragione
aspettando te
Ah le tue mani che fermano il tempo
Ah le mie ali che prendono il vento
I cuori palpitano e il respiro va lento
Voce che fa intravedere, voce che culla
Voce che afferra dentro,
voce che parla a me
Voce che solletica la bocca,
voce profumata, voce con cui debbo chiamarti,
voce d'amore.
Notte, notte di luce di plenilunio
Occhi di stelle nere di luna sottile
Notte che scruta
Luna gitana, luna che va in giro
E io rimango impietrito come marmo
finché non vedo te
Ah le tue mani che fermano il tempo
Ah le mie ali che prendono il vento
I cuori palpitano e il respiro va lento
e si squarcia la nebbia della mia vita
si squarcia la nebbia quando vedo te
si squarcia la nebbia di questa vita mia
si squarcia la nebbia quando vedo
Giorno che arriva a separare l’amore
Giorno che è soltanto rumore sopra rumore
Giorno che grida, giorno cane,
giorno che ti fa a pezzi e perdo la ragione
aspettando te
Ah le tue mani che fermano il tempo
Ah le mie ali che prendono il vento
I cuori palpitano e il respiro va lento
Voce che fa intravedere, voce che culla
Voce che afferra dentro,
voce che parla a me
Voce che solletica la bocca,
voce profumata, voce con cui debbo chiamarti,
voce d'amore.
envoyé par Riccardo Gullotta - 24/7/2020 - 22:54
@ Antonia X
Risposta breve: potresti dare un’occhiata alla precedente risposta a “Elisa” e ad altre analoghe utilizzando le opzioni di ricerca del sito. Potresti avere risposte efficaci anche (ri)vedendo una puntata della seconda serie del Giovane Montalbano (anche la prima serie andrebbe bene).
Risposta articolata. Noto che i check di congruenza tendono a provenire dal lato femminile. Eppure la condizione della donna non sembrerebbe, anche in tempi di coronavirus, una problematica secondaria; questo sito, sensibile alla radice, ne ha già dato conto varie volte.
Dato che il dubbio è l’anticamera delle certezze, alla lettrice Antonia desidererei rivolgere qualche stimolo.
A chi soffre violenze fuori dalla guerra, uno strato smisurato di persone, si può dedicare attenzione oppure i morti, i mitra e le mimetiche debbono per forza aleggiare come conditio sine qua non?
Ai migranti cosiddetti economici, quelli cioè che non scappano dalla guerra ma dalla fame o da condizioni indegne, si può dedicare un’attenzione o no?
Agli omosessuali e alle lesbiche che non sono oggetto di guerra ma di discriminazione, che cosa dobbiamo fare per renderli degni di attenzione, occuparcene soltanto se hanno qualche relazione con la Libia e il Medioriente?
A chi vengono sottratti i diritti civili, sociali con o senza scontri uso guerra gliela dedichiamo un’attenzione oppure debbono attendere il turno sino a che nei media non si parlerà di guerriglia?
Agli esseri di una società che tra un respiro e l’altro sono talmente imbevuti di social, fessbuc, cazzapp e varie, tali da smarrire sempre più senza accorgersene quei connotati che distinguono gli umani dai sistemi con intelligenza artificiale, gliela dedichiamo un’attenzione oppure debbono indossare l’elmetto come prerequisito?
Ho appena sfiorato una problematica che certamente esiste da quando è nato il sito. Tutto sommato qualche domanda, magari più argomentata, contribuisce positivamente al confronto e ad assestare la rotta (il cui porto di destinazione oltreché lontano non è noto, per fortuna).
In proposito ringrazio Antonia per avermi dato l'opportunità di riflettere e di proporre.
Per soddisfare i dubbi della prossima lettrice, che si potrebbe chiamare Eufemia o Giorgia, sarà forse opportuno offrire anche un altro tipo di risposta, alla radice: un elenco di canzoni, parziale ma nutrito, di queste pagine in cui la guerra nella sua accezione di violenza armata sembra non figurare. Richiederebbe tempo ma aiuterebbe Amleti & Natascie a ritrovare lo scopo che, penso, abbiamo tutti in comune su questo sito fenomenale: apprezzare talvolta, nei pochi intervalli tra due guerre, la derelitta Irene a danno della zoccola Der Krieg.
Se la statistica non è un’opinione, la prossima volta dovrebbe essere un lettore a sollevare la domanda rituale. Fatemi passare una gag, un po’ d’ilarità non guasta. Ecco, per animare la situazione, il prossimo potrebbe aggiungere la domanda che il noto showman delle porte di Rai1 era solito rivolgere, strusciando le mani strette una all’altra, pupilla mobile e assatanata: Quanti morti? Quanti morti…?
Risposta breve: potresti dare un’occhiata alla precedente risposta a “Elisa” e ad altre analoghe utilizzando le opzioni di ricerca del sito. Potresti avere risposte efficaci anche (ri)vedendo una puntata della seconda serie del Giovane Montalbano (anche la prima serie andrebbe bene).
Risposta articolata. Noto che i check di congruenza tendono a provenire dal lato femminile. Eppure la condizione della donna non sembrerebbe, anche in tempi di coronavirus, una problematica secondaria; questo sito, sensibile alla radice, ne ha già dato conto varie volte.
Dato che il dubbio è l’anticamera delle certezze, alla lettrice Antonia desidererei rivolgere qualche stimolo.
A chi soffre violenze fuori dalla guerra, uno strato smisurato di persone, si può dedicare attenzione oppure i morti, i mitra e le mimetiche debbono per forza aleggiare come conditio sine qua non?
Ai migranti cosiddetti economici, quelli cioè che non scappano dalla guerra ma dalla fame o da condizioni indegne, si può dedicare un’attenzione o no?
Agli omosessuali e alle lesbiche che non sono oggetto di guerra ma di discriminazione, che cosa dobbiamo fare per renderli degni di attenzione, occuparcene soltanto se hanno qualche relazione con la Libia e il Medioriente?
A chi vengono sottratti i diritti civili, sociali con o senza scontri uso guerra gliela dedichiamo un’attenzione oppure debbono attendere il turno sino a che nei media non si parlerà di guerriglia?
Agli esseri di una società che tra un respiro e l’altro sono talmente imbevuti di social, fessbuc, cazzapp e varie, tali da smarrire sempre più senza accorgersene quei connotati che distinguono gli umani dai sistemi con intelligenza artificiale, gliela dedichiamo un’attenzione oppure debbono indossare l’elmetto come prerequisito?
Ho appena sfiorato una problematica che certamente esiste da quando è nato il sito. Tutto sommato qualche domanda, magari più argomentata, contribuisce positivamente al confronto e ad assestare la rotta (il cui porto di destinazione oltreché lontano non è noto, per fortuna).
In proposito ringrazio Antonia per avermi dato l'opportunità di riflettere e di proporre.
Per soddisfare i dubbi della prossima lettrice, che si potrebbe chiamare Eufemia o Giorgia, sarà forse opportuno offrire anche un altro tipo di risposta, alla radice: un elenco di canzoni, parziale ma nutrito, di queste pagine in cui la guerra nella sua accezione di violenza armata sembra non figurare. Richiederebbe tempo ma aiuterebbe Amleti & Natascie a ritrovare lo scopo che, penso, abbiamo tutti in comune su questo sito fenomenale: apprezzare talvolta, nei pochi intervalli tra due guerre, la derelitta Irene a danno della zoccola Der Krieg.
Se la statistica non è un’opinione, la prossima volta dovrebbe essere un lettore a sollevare la domanda rituale. Fatemi passare una gag, un po’ d’ilarità non guasta. Ecco, per animare la situazione, il prossimo potrebbe aggiungere la domanda che il noto showman delle porte di Rai1 era solito rivolgere, strusciando le mani strette una all’altra, pupilla mobile e assatanata: Quanti morti? Quanti morti…?
Riccardo Gullotta - 27/7/2020 - 10:32
Non ho capito un accidente, ma non ha importanza. Per me è una bellissima canzone d'amore.
Antonia - 28/7/2020 - 14:02
@ Antonia, II
Antonia, mi spiace di non essermi espresso in modo tale da renderti più agevole un percorso di lettura. Ritengo però che il problema non sia solo il linguaggio, forse gioca anche il legame con i propri schemi e con l’idea che abbiamo della “guerra”. Il che è comprensibile, non tutti reagiamo allo stesso modo allo stesso stimolo, tanto più quando si tratta di simboli e non di argomenti razionali.
Che sia una bella canzone d’amore non c’è dubbio, nel senso che tutti la percepiamo almeno in tali termini. D’altronde la Sellerio è una maga, come buona parte delle isolane, capace di creare contaminazioni struggenti tra ritmi e malinconie diverse. Circe doveva essere una sua antenata. Ma non si tratta soltanto di una bella canzone d’amore, tutto qui.
Ti suggerirei ancora di vedere gli episodi della serie televisiva, non saprei dirti in quale episodio è inserita la canzone. Scorgeresti situazioni attuali e potenziali di violenza, non fisica, di cui sono intrisi tanti, per non dire tutti, rapporti al di là delle intenzioni di chi li vive. Anche i rapporti di amore più intenso, tra la vita e la morte, quelli che le canzoni di Olivia Sellerio riescono a trasfigurare a volte con chiarezza solare, a volte in penombra. Qui il discorso si fa lungo e difficile perché, a mio avviso, non lo si può affrontare senza cadere negli stereotipi e nelle banalità, se non si hanno conoscenze adeguate in campo psicologico e, a sua volta, anche sotto visuali assai diverse tra diverse scuole di pensiero.
Forse sono riuscito per lo meno a farti percepire che prima di proporre una canzone ci penso e ripenso, impiego un certo tempo per cercare di tradurre al meglio, talvolta quando ci riesco cerco di rendere un’atmosfera.
Chiudiamo con lievità. Che ce frega, dicono a Roma, godiamoci la canzone, ciascuno come vuole, per soddisfare le proprie attese e vai.
Se il genere interessa, proporrò qualche altra canzone della Sellerio, ma anche di altre grandi cantautrici siciliane, su tematiche affini cioè non soltanto per il loro taglio “romantico”. Sul sito sono presenti altre canzoni della Sellerio che meritano l'ascolto. Anche se di genere diverso, sono notevoli anche le canzoni di Eleonora Bordonaro per rimanere nella contemporaneità.
ciao
Antonia, mi spiace di non essermi espresso in modo tale da renderti più agevole un percorso di lettura. Ritengo però che il problema non sia solo il linguaggio, forse gioca anche il legame con i propri schemi e con l’idea che abbiamo della “guerra”. Il che è comprensibile, non tutti reagiamo allo stesso modo allo stesso stimolo, tanto più quando si tratta di simboli e non di argomenti razionali.
Che sia una bella canzone d’amore non c’è dubbio, nel senso che tutti la percepiamo almeno in tali termini. D’altronde la Sellerio è una maga, come buona parte delle isolane, capace di creare contaminazioni struggenti tra ritmi e malinconie diverse. Circe doveva essere una sua antenata. Ma non si tratta soltanto di una bella canzone d’amore, tutto qui.
Ti suggerirei ancora di vedere gli episodi della serie televisiva, non saprei dirti in quale episodio è inserita la canzone. Scorgeresti situazioni attuali e potenziali di violenza, non fisica, di cui sono intrisi tanti, per non dire tutti, rapporti al di là delle intenzioni di chi li vive. Anche i rapporti di amore più intenso, tra la vita e la morte, quelli che le canzoni di Olivia Sellerio riescono a trasfigurare a volte con chiarezza solare, a volte in penombra. Qui il discorso si fa lungo e difficile perché, a mio avviso, non lo si può affrontare senza cadere negli stereotipi e nelle banalità, se non si hanno conoscenze adeguate in campo psicologico e, a sua volta, anche sotto visuali assai diverse tra diverse scuole di pensiero.
Forse sono riuscito per lo meno a farti percepire che prima di proporre una canzone ci penso e ripenso, impiego un certo tempo per cercare di tradurre al meglio, talvolta quando ci riesco cerco di rendere un’atmosfera.
Chiudiamo con lievità. Che ce frega, dicono a Roma, godiamoci la canzone, ciascuno come vuole, per soddisfare le proprie attese e vai.
Se il genere interessa, proporrò qualche altra canzone della Sellerio, ma anche di altre grandi cantautrici siciliane, su tematiche affini cioè non soltanto per il loro taglio “romantico”. Sul sito sono presenti altre canzoni della Sellerio che meritano l'ascolto. Anche se di genere diverso, sono notevoli anche le canzoni di Eleonora Bordonaro per rimanere nella contemporaneità.
ciao
Riccardo Gullotta - 28/7/2020 - 19:07
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[ 2017 ]
Film / Movie / Elokuva:
Gianluca Maria Tavarelli
Il giovane Montalbano
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Olivia Sellerio
Album: Zara Zabara
Olivia Sellerio ha avuto molti contatti con la cultura capoverdiana sin dall’infanzia, ne conosce anche la lingua. Gli echi della morna capoverdiana si avvertono chiari in questa canzone nata da una raffinata fusione di elementi delle isole Cabo Verde e dell’isola di Olivia.
[Riccardo Gullotta]