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Io son' una

Laura Betti
Lingua: Italiano


Laura Betti

Lista delle versioni e commenti


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(Laura Betti)


[1959]
Scritta da Fabio Mauri (1926-2009) e Franco Nebbia (1927-1984).
Arrangiamento ed orchestrazione di Piero Umiliani (1926-2001)
Interpretata da Laura Betti nel disco "Laura Betti con l'orchestra di Piero Umiliani" (1960)
Il primo testo l'ho trovato su di un numero del 2006 della rivista Prove di drammaturgia ma, nell'ascoltare il brano, ho subito notato cospicue differenze, che ho trascritte in una seconda versione. Credo che sia quella seconda l'originale, molto più efficace e soprattutto politica. Purtroppo all'ascolto non ho ancora compreso alcuni passaggi... Se qualcun altro avesse voglia di cimentarsi, grazie!

Laura Betti con l'orchestra di Piero Umiliani
Ho girato per la Morgue tutta notte
ero in coda al funerale di Charlotte
son due giorni che mi bevo caffellatte
stamattina ho sanguinato dalle botte.

Son felice, sì lo so.

Da bambina mi reggevo a una stampella
da ragazza mi mancava l’occhio destro
mi sfottevano perché non ero bella
mi chiamavano la figlia del disastro.

Son felice, sì lo so.

All’asilo m’han promosso a diciott’anni
verso i venti m’han passato al Montessori
parrà strano avevo i miei corteggiatori
i balilla m’han picchiato sui tamburi.

Son felice, sì lo so.
La la la… la fortuna non mi abbandona
io son' una che vivere sa.

Dalla casa m’han scacciato a mezzanotte
alle nove m’han rubato le ciabatte
verso l’alba m’hanno preso e sigillata
m’han spedito fermo posta in Tanganica

Son felice, sì lo so.

Il gorilla dello zoo mi vuol sposare
ma son furba e non mi lascio più incantare
alle feste non mi invita mai nessuno
sto in un angolo e non faccio che guardare.

Son felice, sì lo so.

In un razzo son finita un po’ per svista
verso Marte gli astronauti m’hanno vista
m’hanno spinta a calci fuori dallo sportello
nello spazio intanto ballo il cha-cha-cha.

Son felice, sì lo so.
La la la… la fortuna non mi abbandona
io son' una che vivere sa.
La la la… la fortuna non mi abbandona
vita è vita, che colpa ne ho?

inviata da Bernart Bartleby - 1/7/2020 - 21:02




Lingua: Italiano

Seconda versione trascritta (parzialmente) da YouTube. E' questo a mio parere il testo originale di Nebbia e Mauri.
IO SON' UNA

Ho girato per la Morgue tutta notte
ero in coda al funerale di Charlotte
son due giorni che mi bevo caffelatte
stamattina ho sanguinato dalle botte.

Son felice, sì lo so.

Da bambina mi reggevo a una stampella
da ragazza avevo solo una mammella
mi sfottevano perché non ero bella
mi chiamavano la storpia monachella.

Son felice, sì lo so.

I nazisti mi hanno ucciso i genitori
i franchisti mi hanno fatto quasi fuori
dai fascisti robe idiote e gran dolori
i balilla m’han violato sui tamburi.

Son felice, sì lo so.
La la la… la fortuna non mi abbandona
io son' una che vivere sa.

Dalla casa m’han scacciato a mezzanotte
alle nove m'hanno messo le manette
sopra a un carro insieme a cinque o sei mignotte
in quel dì mi uscì del pus dalle ossa rotte. [?]

Son felice, sì lo so.

Poi c'è stato quel ricatto sul lavoro
l'infortunio appalto nuovo [... ? ...]
disprezzata sol perchè non ero ricca
mai nessuno m'ha stimato una di loro.

Son felice, sì lo so.

Contro un muro mi ha schiacciato un camionista
son finita nell'inferno un po' per svista
sopra il capo c'è un demonio terrorista
nell'inferno mi dimeno senza sosta.

Son felice, sì lo so.
La la la… la fortuna mai mi abbandona
io son' una che vivere sa.
La la la… la fortuna non mi abbandona
vita è vita, che colpa ne ho?

inviata da B.B. - 1/7/2020 - 21:03


Ciao B.B., ho provato a colmare alcune lacune. Io capisco "sopra il capo c'è un demonio che rovista" ma non sono molto sicuro.

Lorenzo - 1/7/2020 - 22:14


Grazie Lorenzo,

mi pare incredibile che un sito importante come quello della rivista "Prove di drammaturgia" riporti un testo completamente diverso e visibilmente riadattato rispetto a quello, ben più pregnante, di tutte le fonti audio presenti in Rete....

Boh?

Saluti

B.B. - 2/7/2020 - 14:17


Si tratta delle solite genialità dei censori. Vera gentaglia, da sempre. Censurano i nazisti e le mignotte in un testo che proprio di quello vuole parlare, sbeffeggiando, dissacrando, ironizzando, in una parola facendo satira politica e di costume. Chi saranno mai questi censori? Dunque, vediamo... gli dà fastidio che si parli di mignotte e nazisti... Vuoi vedere che sono moralisti e di destra?
Che squallore.

Purtroppo non riesco a rendermi utile sui dettagli ma il testo originale è senz'altro il secondo.

Antonello Nebbia - 31/7/2021 - 05:00




Lingua: Italiano

Trascrizione della versione disponibile su YouTube:
***
Ho girato per la Morgue tutta notte,
ero in coda al funerale di Charlotte,
son due giorni che mi bevo caffellatte,
stamattina ho sanguinato dalle botte.

Son felice, sì, lo so.

Da bambina mi reggevo a una stampella,
da ragazza avevo solo una mammella,
mi sfottevano perché non ero bella,
mi chiamavano “la storpia monachella”.

Son felice, sì, lo so.

I nazisti mi hanno ucciso i genitori,
i franchisti mi hanno fatto quasi fuori,
dai fascisti roba idiota e gran dolori,
i balilla m’han violato sui tamburi.

Son felice, sì, lo so.
La… la… la fortuna non mi abbandona.
Io son una che vivere sa.

Dalla casa m’han scacciato a mezzanotte,
alle nove mi hanno messo le manette,
sopra un carro insieme a cinque o sei mignotte,
in guardina è uscito pus dalle ossa rotte.

Son felice, sì, lo so.

Poi c’è stato quel ricatto sul lavoro,
infortunio, appalto nuovo con la cicca,
disprezzata sol perché non ero ricca,
mai nessuno mi ha stimato una di loro.

Son felice, sì, lo so.

Contro un muro m’ha schiacciato un camionista,
son finita nell’inferno un po’ per svista,
sopra il capo c’ho un demonio che rovista,
nell’inferno mi dimeno senza sosta.

Son felice, sì, lo so.
La… la… la fortuna mai mi abbandona.
Io son una che vivere sa.
La… la… la fortuna non mi abbandona.
Vita è vita, che colpa ne ho?

inviata da Stefano - 30/10/2021 - 13:51


...L'infortunio e IL PALTO'(cappotto) nuovo con la "cicca" (stretto e dritto) -

Il testo originale è assolutamente il secondo, lo so per certo. Inoltre Fabio Mauri, grande artista poliedrico e collaboratore di Pasolini, era nettamente impegnato a sinistra e dunque il testo è ancor più certamente il secondo, non v'è dubbio alcuno.

VIOLANTE - 16/2/2024 - 19:33




Lingua: Francese

Version française - JE SUIS UNE – Marco Valdo M.I. - 2024
Chanson italienne – Io son’ una – Laura Betti – 1959

Écrite par Fabio Mauri (1926-2009) et Franco Nebbia (1927-1984).
Arrangement et orchestration de Piero Umiliani (1926-2001)

Interprétée par Laura Betti dans le disque "Laura Betti avec l'orchestre de Piero Umiliani".
(1960)

Petit dialogue maïeutique
LA DAME AUX MŒURS TARIFÉES     <br />
Georges Koutsandréou - 2006
LA DAME AUX MŒURS TARIFÉES
Georges Koutsandréou - 2006


Deux mots, mon ami Lucien l’âne, à propos de cette chanson, juste pour dire que j’en ai établi les deux versions françaises, une pour chacune des deux versions italiennes.

A priori, dit Lucien l’âne, c’est toujours une bonne idée de proposer des versions françaises de textes d’une autre langue. C’est même une des raisons de notre participation aux Chansons contre la Guerre.

En effet, dit Marco Valdo M.I., et maintenant, moi qui fais souvent des parodies de chansons, c’est-à-dire que j’en donne des versions parfois fort différentes de l’originale, comme d’ailleurs le fait aussi Ventu, je reste perplexe quant à déterminer quelle version est préférable à l’autre. Ce sont toujours simplement deux canzones pour le prix d’une.

C’est toujours ça de gagné, dit Lucien l’âne ; mais de quoi elles causent ?

Oh, dit Marco Valdo M.I., l’une comme l’autre sont la complainte d’une dame aux mœurs tarifiées. Elle y raconte sa vie d’une manière suffisamment ironique pour qu’on comprenne le désarroi de son existence. Dans les deux versions ça finit mal. Mais elle persiste : « Oui, je sais, j’ai de la chance. »

Certes, ça peut toujours être pire, dit Lucien l’âne ; mais quel triste destin. Moi, je le trouve exemplaire et intemporel, car des vies pareilles, j’en ai croisées tant dans mes pérégrinations. Alors, tissons le linceul de ce monde mercantile, brutal, vénal, idiot et cacochyme.

Heureusement !

Ainsi Parlaient Marco Valdo M.I. et Lucien Lane

JE SUIS UNE



JE SUIS UNE – VERSION I


À la morgue, j’ai passé toute la nuit ;
Puis, Charlotte à son enterrement, j’ai suivi.
Pendant deux jours, j’ai bu du café ;
Ce matin, à cause des coups, j'ai saigné.

Oui, je sais, j’ai de la chance.

Petite, je tenais debout avec une béquille ;
Petite, il me manquait l'œil droit ;
Je n'étais pas jolie, on se moquait de moi ;
Ils me disaient désastreuse fille.
Oui, je sais, j’ai de la chance.

À dix-huit ans, au jardin d'enfants.
Chez Montessori, à vingt ans.
J'ai eu d’étranges amours :
Les ballilas m’épinglaient sur leur tambour.

Oui, je sais, j’ai de la chance.
La la la la... jamais la fortune ne m'abandonne.
Je suis une qui sait vivre.

À minuit de chez moi, ils m'ont chassée ;
Mes savates, ils m'ont volées.
À l'aube, ils m'ont prise et enfermée ;
Au Tanganyka, ils m'ont expédiée.
Oui, je sais, j’ai de la chance.

Le gorille du zoo veut m'épouser ;
Rusée et je ne me laisse plus enchanter.
Personne ne m'invite jamais aux fêtes,
Je reste dans mon coin et je regarde.
Oui, je sais, j’ai de la chance.

Dans une fusée, par hasard, je suis montée ;
Vers Mars, les astronautes m'ont trouvée ;
Par l'écoutille, ils m'ont expulsée ;
Je danse dans l'espace, une rumba endiablée.
Oui, je sais, j’ai de la chance.

La la la la... jamais la chance ne m'abandonne.
Je suis une qui sait vivre.
La la la la la... la chance ne m'abandonne pas
La vie est la vie, qu’y puis-je, moi ?


JE SUIS UNE – VERSION II


À la morgue, j’ai passé toute la nuit ;
Puis, Charlotte à son enterrement, j’ai suivi.
Pendant deux jours, j’ai bu du café ;
Ce matin, à cause des coups, j'ai saigné.
Oui, je sais, j’ai de la chance.

Petite, j'avais une béquille.
Un sein, c’est trop peu pour une fille,
On se moquait, je n'étais pas belle ;
La nonne infirme, on m’appelle.
Oui, je sais, j’ai de la chance.

Mes parents assassinés par les nazis ;
Me tuer, les franquistes ont failli.
Fascistes, idioties et douleurs mêlées,
Sur leurs tambours, les balillas m'ont violée.
Oui, je sais, j’ai de la chance.
La la la la... jamais la chance ne m'abandonne.
Je suis une qui sait vivre.

Ils m'ont chassée de chez moi à minuit ;
À neuf heures, ils m'ont passé les menottes,
Embarquée avec cinq ou six mignottes.
Ce jour-là, le jus de mes os a coulé.
Oui, je sais, j’ai de la chance.

Contre un mur, un camion m'a écrasée ;
Ainsi, par accident, en enfer, je suis arrivée.
Là, le chef est un diable terroriste ;
Moi, en enfer, sans arrêt, je résiste.
Oui, je sais, j’ai de la chance.

La la la la... jamais la chance ne m'abandonne.
Je suis une qui sait vivre.
La la la la la... la chance ne m'abandonne pas.
La vie est la vie, qu’y puis-je, moi ?

inviata da Marco Valdo M.I. - 18/2/2024 - 11:25




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