shot in the eye
shot in the brain
shot in the ass
shot like a flower in the dance
amazing how death wins hands down
amazing how much credence is given to idiot forms of life
amazing how laughter has been drowned out
amazing how viciousness is such a constant
I must soon declare my own war on their war
I must hold to my last piece of ground
I must protect the small space I have made that has allowed me life
my life not their death
my death not their death…
shot in the brain
shot in the ass
shot like a flower in the dance
amazing how death wins hands down
amazing how much credence is given to idiot forms of life
amazing how laughter has been drowned out
amazing how viciousness is such a constant
I must soon declare my own war on their war
I must hold to my last piece of ground
I must protect the small space I have made that has allowed me life
my life not their death
my death not their death…
Contributed by Riccardo Gullotta - 2020/6/25 - 09:04
Language: Italian
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
Riccardo Gullotta
SFIDA ALLE TENEBRE
colpito in un occhio
colpito nel cervello
colpito nel culo
colpito come un fiore nella danza
meravigliandomi su come la morte vinca senza sforzi
meravigliandomi su come si dà credito a stupide forme di vita
meravigliandomi su come il riso venga soffocato
meravigliandomi su come la crudeltà sia di una tale certezza
presto dovrò dichiarare la mia guerra alla loro guerra
devo aggrapparmi al mio ultimo pezzo di terra
devo proteggere il piccolo spazio che ho creato e che mi ha
permesso di vivere
la mia vita non la loro morte
la mia morte non la loro morte
colpito in un occhio
colpito nel cervello
colpito nel culo
colpito come un fiore nella danza
meravigliandomi su come la morte vinca senza sforzi
meravigliandomi su come si dà credito a stupide forme di vita
meravigliandomi su come il riso venga soffocato
meravigliandomi su come la crudeltà sia di una tale certezza
presto dovrò dichiarare la mia guerra alla loro guerra
devo aggrapparmi al mio ultimo pezzo di terra
devo proteggere il piccolo spazio che ho creato e che mi ha
permesso di vivere
la mia vita non la loro morte
la mia morte non la loro morte
Contributed by Riccardo Gullotta - 2020/6/25 - 09:08
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A Poem by / Poesia / Poème / Elokuva:
Charles Bukowski
Music background / Sottofondo musicale / Musique de fond / Musiikin tausta:
A sad state of freedom by Savfk
Bukowski, un essere umano
Inclinazione sfrenata per il sesso e l’alcool; fobico, cinico, insofferente al punto da cadere nella misantropia, nichilista, un bastardo, e chi più ne ha, più ne metta. Bukowski però è un caso paradigmatico di come le etichette si frappongono alla comprensione di una realtà complessa. Paradossalmente più se ne appongono meno fermo risulta il quadro.
Si rimane perplessi dato che Bukowski, al netto di atteggiamenti epidermici, è un punto di accumulo delle contraddizioni dell’essere umano. Forse è per questo che rimane indigesto , soprattutto ingombrante, non solo per il mondo di sopra ma anche per chi, irriducibile alla” modernità liquida”, non può rinunciare a qualche astro di secondo piano (la stella polare deve essersi eclissata).
La poesia A Challenge to the Dark
C’è una tendenza diffusa a leggere la poesia come un deposito di riflessioni razionali in versi senza pagare dazio alla logica, un discorso insomma in una forma letteraria diversa. Non può essere questo l’approccio: la poesia come qualunque arte è chiamata a riproporre la realtà, a restituircela secondo la sensibilità dell’autore. Quando questi riesce a farsi interprete delle attese della società in cui vive, o addirittura travalicando epoche e luoghi, si manifesta una creazione che lascia il segno.
Le parole di una poesia sono chiamate ad evocare immagini, non a surrogare sentenze. L’analisi di una poesia ci aiuta ad evocare, a vedere con altri occhi.
Di Bukowski si è detto di tutto. Nella giovinezza subì qualche infatuazione per le destre radicali, di breve durata. La sua ammirazione per Céline fu essenzialmente letteraria, non ideologica. Ecco una sua affermazione: Céline è «un maledetto maestro che mi sussurra dentro la testa. Dio, ero come tornato bambino. Ascoltavo. Non c' è nulla tra Céline e Dostoevskij a meno che non sia Henry Miller». Prese le distanze da scontati orientamenti intellettuali a sinistra. Tanto è bastato a parlare di un suo “anarchismo”, termine usato a sproposito come scorciatoia per definire acriticamente qualunque atteggiamento apolitico.
L’etichetta che ci lascia più perplessi, tanto è sottile quanto aberrante, è il nichilismo. Lasciamo giudicare a quanti leggono con un minimo di attenzione questa poesia se chi scrive versi come questi si può definire nichilista. A meno di non slabbrare il termine per includere tutti quelli che contestano senza patteggiamenti il sistema di relazioni in cui vivono.
In questa poesia Bukowski ritrae sé stesso senza esitazioni nell’insofferenza di quelli che si lasciano vivere più che vivere in prima persona. Bukowski è nemico giurato dell’ipocrisia. Senza andare lontano, ancora oggi spesso la parola ass al terzo verso viene sostituita con *** !
Tenebre, guerra e morte sono le immagini che Bukowski ci offre: un discrimine che più netto non poteva essere per rifiutare a qualunque costo la resa ad un mondo di cartoni animati.
“…We are here to laugh at the odds and live our lives so well that Death will tremble to take us.”
E la morte quando si parla di lui, quando lo si legge, quando lo si accoglie senza paure, trema ancora.
[Riccardo Gullotta]