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Shomèr Ma Mi-Llailah

Francesco Guccini
Langues: italien, hébreu


Francesco Guccini

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Shomèr Ma Mi-Llailah
[ 1983 ]

Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Francesco Guccini


14 Giugno 2020
Buon compleanno a Francesco Guccini !






ישעיהו 21
יא מַשָּׂא, דּוּמָה אֵלַי קֹרֵא מִשֵּׂעִיר שֹׁמֵר מַה-מִּלַּיְלָה שֹׁמֵר מַה-מִּלֵּיל
יב אָמַר שֹׁמֵר אָתָה בֹקֶר וְגַם-לָיְלָה; אִם-תִּבְעָיוּן בְּעָיוּ שֻׁבוּ אֵתָיוּ. {פ}

maś-śā dū-māh; ’ê-lay qō-rê miś-śê-‘îr, šō-mêr mah-mil-lay-lāh, šō-mêr mah-mil-lêl.
’ā-mar šō-mêr, ’ā-ṯāh ḇō-qer wə-ḡam- lā-yə-lāh; ’im- tiḇ-‘ā-yūn bə-‘ā-yū šu-ḇū ’ê-ṯā-yū s

A prophecy against Dumah: Someone calls to me from Seir, "Watchman, what is left of the night? Watchman, what is left of the night?"
The watchman replies, "Morning is coming, but also the night. If you would ask, then ask; and come back yet again [Isaiah 21, 11-12]

Oracolo contro Duma. Mi si grida da Seir: “Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella quanto resta della notte?”
La sentinella risponde: “Viene la mattina, e viene anche la notte. Se volete interrogare interrogate pure; tornate e interrogate ancora” [Isaia 21, 11-12]



Memoria e presente

Correvano gli anni 1967, 1968, la stagione della “Contestazione”. Mario Capanna, protagonista e leader del movimento studentesco, ne tracciò un quadro articolato ed appassionato nel suo libro Formidabili quegli anni . La partecipazione fisica di Guccini alle mobilitazioni giovanili fu piuttosto marginale, aveva 28 anni, ma era virtualmente in prima fila, come l’avesse in qualche modo guidato. Infatti fu tra i pochi ad anticiparne i segni, grande ed ascoltato interprete dell’ansia di profondo rinnovamento sociale e culturale che esplose come un fiume in piena. Il primo contatto con le canzoni di Guccini per me e per altre migliaia dei giovani di allora risale a quella stagione. Come avrebbe raccontato Mario Capanna anni dopo, ascoltavamo Guccini tra un’assemblea e l’altra, ci dava la carica, la sua musica ci dava una conferma immediata per via sensoriale , complementare alle analisi ed alle argomentazioni che scaturivano dal pensiero e dalla lotta.
Francesco Guccini è senza dubbio un pezzo della nostra storia, di due, forse tre, generazioni che si riconoscono nelle sue canzoni, nel suo discorrere di cose complicate con parole semplici, mai supponente. Alcune canzoni di quegli anni che continuano a parlarci e ad interrogarci dopo mezzo secolo sono: Auschwitz, o Canzone del bambino nel vento, L'atomica cinese, Noi non ci saremo, Il 3 dicembre del '39, Francesco Guccini: Canzone per un'amica (In morte di S.F.).

La canzone Shomér Ma Mi Lailah

Commento di Francesco Guccini

[…]Io sono uno sempre in ricerca, curioso di tutto. All'epoca stavo leggendo la traduzione di Isaia proposta da Guido Ceronetti, bellissima, uscita per Adelphi. Non si tratta, però, come qualcuno ha voluto vederci, di un simbolo di carattere sociale e politico, ma piuttosto di un universale antropologico. Isaia, il profeta che di regola minaccia fuoco e fiamme per quanti non seguono le indicazioni divine, a un certo momento della sua vicenda dimostra in pieno la sua profonda apertura umana, in un paio di versetti pieni di speranza: sentinella, a che punto stiamo della notte? Vale a dire, non bisogna stancarsi di porsi delle domande: questa è la cosa più importante fra tutte! Coltivare la curiosità, la sete di ricerca. Non ci si può mai fermare. La sentinella risponde: "La notte sta per finire, ma l'alba non è ancora giunta. Tornate, domandate, insistete!". Potrei avvicinare questo pezzo a Signora Bovary, del 1987, in cui m'interrogo su "cosa c'è in fondo a quest'oggi", "cosa c'è in fondo a questa notte", "cosa c'è proprio in fondo in fondo / quando bene o male faremo due conti"... Qui c'è un'angoscia esistenziale, l'angoscia della notte che non finisce[…]



In un’intervista Francesco Guccini ebbe a definire Shomér Ma Mi Lailah “un inno al dubbio”. A differenza di altri autori Guccini non ha elevato il dubbio sempre e comunque a cifra unica dell’esistenza né ci si è contemplato per una plateale captatio benevolentiae.
Da più parti si è voluto dare un’interpretazione appiattita, una lettura prevalentemente confessionale. Il profeta Isaia, o chi per lui, viveva sì l’angoscia di chi pone la domanda e non ottiene risposta. Era però la situazione di chi sapeva, anzi nutriva la certezza, che la risposta sarebbe arrivata, non sapeva quando, però dava per scontate due cose: primo, che una, anzi, la risposta c’era e, secondo, che sarebbe stata palesata. Se così non fosse la lettura della Torah e della letteratura midrashica nel corso dei secoli si dovrebbero far carico di contraddizioni consistenti seguite da ipoteche ingombranti. Analoga considerazione vale per il magistero della Chiesa cattolica. Nella versione CEI il “ritornate“ tra la fine della notte ed il giorno è stato reso con un “convertitevi”.
Non entriamo qui nelle varie interpretazioni ebraiche , luterane e cattoliche dei versetti, tra cui il dibattito se le figurazioni temporali notte / giorno sono cicliche o no con relativo spostamento radicale di significato. Esulano dallo scopo di queste note dedicate alla canzone ed al suo messaggio.

Per Guccini e molti altri, perplessi ma non sopraffatti come straccioni di Valmy allo sbaraglio, le certezze suddette non ci sono o, se ci sono, hanno un andamento alterno: all’alba essi avvertono qualche sensazione che la risposta o almeno una risposta possa venire fuori, al tramonto la loro sensazione si fa tenue sino a svanire. E così atei, agnostici e credenti trovano, con sensibilità diverse, qualcosa in comune e si riconoscono chi a battere chi a levare nello stesso spartito che non è né potrà mai essere decifrato dal pensiero razionale.

Chiariamoci: nell’universo di Guccini non c’è posto per una geometria delle convergenze parallele. Chi si aspetta di potere leggere lo spartito per dare una spintarella al dubbio in un senso o nell’altro è libero di farlo ma andrebbe oltre o fuori dallo spartito.
Detto diversamente, il dubbio che attraversa le esistenze è ontologico. Le anime belle che cercano soluzioni a lieto fine, quale che sia la destinazione, di solito accolgono con relativa indifferenza la canzone. Il che non è difficile da comprendere dato che i dubbi esistenziali complicano la vita, e non poco, piuttosto che semplificarla. Un lato positivo però lo mostrano, forse unico e non riducibile: danno alla vita un senso che unisce le folle e le persone del passato, ignote e note, con i presenti e con quelli che verranno.
È un processo creativo, liberatorio, un canto che si fa universale in un silenzio mai uguale a sé stesso “oltre il sole, memoria o mito”.
[Riccardo Gullotta]

[voce dell’autore]
Io leggo abitualmente la Bibbia in antico Ebraico ...sì, mi diletto di questa cosa insomma. E leggendo la Bibbia in antico ebraico, se ci credete poi ve ne racconto un'altra, mi sono imbattuto qualche tempo fa in una... No, la leggo in antico ebraico perché il moderno ebraico mi sfugge, beh insomma ognuno è specializzato in quello che... una frase di un profeta. I profeti devoti son dei rompi coglioni, minacciano l'ira di Dio. E anche questo minaccia fuoco, fiamme.
Però ha una pagina di una umanità incredibile. Non si capisce bene dove si svolga la vicenda e chi siano i personaggi: c'è una sentinella da qualche parte, una guardia. Arriva un passante e chiede, o un viandante, un pellegrino:” Sentinella quanto della notte, quanto resta ancora, quanto c'è ancora della notte?
“La sentinella risponde: la notte sta per finire ma il giorno non è ancora arrivato; comunque tornate, domandate, insistete.
Questa situazione che la notte sta per finire ma non è finita, il giorno sta per arrivare ma non è arrivato, questo crepuscolo mattutino, quest'incertezza...E quello che non sa cosa rispondere e dice torna, domanda, insisti...come la condizione dell'uomo che si fa sempre delle domande alle quali non avrà mai risposta, ma l'importante è tornare, domandare, insistere, chiedere infinitamente, anche se si sa che non si potrà mai sapere; ma chiedere è importantissimo, domandare è importantissimo!
In ebraico, Sentinella quanto di notte, si dice: Shomèr ma mi llailah.
La notte è quieta senza rumore, c'è solo il suono che fa il silenzio
e l’aria calda porta il sapore di stelle e assenzio,
le dita sfiorano le pietre calme calde d' un sole, memoria o mito,
il buio ha preso con sé le palme, sembra che il giorno non sia esistito...

Io, la vedetta, l’illuminato, guardiano eterno di non so cosa
cerco, innocente o perchè ho peccato, la luna ombrosa
e aspetto immobile che si spanda l’onda di tuono che seguirà
al lampo secco di una domanda, la voce d' uomo che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

Sono da secoli o da un momento fermo in un vuoto in cui tutto tace,
non so più dire da quanto sento angoscia o pace,
coi sensi tesi fuori dal tempo, fuori dal mondo sto ad aspettare
che in un sussurro di voci o vento qualcuno venga per domandare...

e li avverto, radi come le dita, ma sento voci, sento un brusìo
e sento d' essere l’infinita eco di Dio
e dopo innumeri come sabbia, ansiosa e anonima oscurità,
ma voce sola di fede o rabbia, notturno grido che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

La notte, udite, sta per finire, ma il giorno ancora non è arrivato,
sembra che il tempo nel suo fluire resti inchiodato...
Ma io veglio sempre, perciò insistete, voi lo potete, ridomandate,
tornate ancora se lo volete, non vi stancate...

Cadranno i secoli, gli dei e le dee, cadranno torri, cadranno regni
e resteranno di uomini e di idee, polvere e segni,
ma ora capisco il mio non capire, che una risposta non ci sarà,
che la risposta sull' avvenire è in una voce che chiederà:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

envoyé par Riccardo Gullotta - 13/6/2020 - 21:27




Langue: anglais

English translation / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Gyps Fulvus
SHOMÈR MA MI-LLAILAH

The night is silent, without a noise,
there's only the sound of silence
and the warm air carries the taste of stars and absinthe,
the fingers brush against the still stones
warm from the sun, memory or myth,
darkness has taken the palm trees,
it looks like the day never existed.

I, the lookout, the enlightened,
eternal watchman of I don't know what
innocent or sinner, I look for the shady moon
and I await, motionless, the propagation
of the wave of thunder that will follow
the bolt of lightning of a question,
a man's voice asking:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

For centuries or for a moment, I have been
motionless in a void where everything is silent,
I can't tell for how long I have felt anguish or peace,
with heightened senses, detached from time,
detached from the world, I wait
for someone, in a whisper of voices or wind,
to come and ask a question.

And I feel them, as thin as fingers,
but I hear voices, I hear a murmur
and I feel I am the infinite echo of God
and then, countless as sand,
anxious, nameless darkness,
but a single voice of faith or rage
a cry in the night that will ask:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

The night, listen, is almost over,
but the day hasn't arrived yet,
it looks like the flow of time got stuck.
But I am always vigilant, therefore you must insist,
you can do this, ask again2,
come again if you want, don't grow weary.

Centuries, gods and goddesses will crumble
towers will crumble and kingdoms will crumble
and what will be left of men and ideas is dust and symbols,
but now I understand my inability to understand,
that no answer will come,
that the answer about the future
is in a voice that will ask:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

envoyé par Riccardo Gullotta - 14/6/2020 - 14:56




Langue: français

Traduction française / Traduzione francese / French translation / Ranskankielinen käännös:
Monija
SHOMÈR MA MI-LLAILAH

La nuit est calme sans bruit
il y a seulement le son qui fait le silence
et l’air chaud amène la saveur des étoiles et d’absinthe
Les doigts frisent les pierres calmes
chaudes d’un soleil,mémoire ou mythe
L’obscurité a pris avec soi les palmes
il semble que le jour ne soit pas existé

Moi, la sentinelle, l’éveillé
gardien éternel de je ne sais pas quoi
Je cherche, innocent ou parce que j’ai pêché,la lune ombragée
Et j’attends immobile que se répande
la vague de tonner qui suivra
Au lampe sec d’une question
la voix d’homme qui demandera

shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

Je suis depuis des siècles ou depuis un moment
dans un vide dans lequel tout se tait
Je ne sais plus depuis quand je sens de l’angoisse ou de la paix
Avec mes sens tendus hors du temps
hors du monde je suis dans l’attente
que dans un murmure des voix ou vent
quelqu’un vienne pour demander

Et je les sens, espacés comme les doigts
mais je sens les voix, je sens un bourdonnement
et je sens d’être l’infini écho de Dieu
Et après innombrables comme sable,
anxieuse et anonyme obscurité
Mais voix seule de foi ou rage,
cris nocturne qui demandera:

shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

«La nuit, écoutez, est en train de s’achever
mais le jour encore n’est pas arrivé
Il semble que le temps en s’écoulant reste cloué…
Mais moi je veille toujours, alors insistez,
vous le pouvez, demandez à nouveau
Retournez encore si le voulez, ne soyez pas fatigués

Tomberont les siècles, les dieux et les déesses,
tomberont les tours, tomberont les royaumes
et resteront des hommes et des idées poussière et signes
Mais maintenant je comprends mon pas comprendre,
qu’une réponse il n’y aura pas
Que la réponse pour l’avenir
est dans une voix qui demandera:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

envoyé par Riccardo Gullotta - 14/6/2020 - 14:57




Langue: polonais

Polskie tłumaczenie / Traduzione polacca / Polish translation / Traduction polonaise / Puolankielinen käännös:
Azalia
SHOMÈR MA MI-LLAILAH

Noc jest spokojna, bezgłośna,
jedynym dźwiękiem jest cisza,
a ciepły wiatr przynosi zapach gwiazd i absyntu.
Palce muskają nieruchome kamienie,
ogrzane słońcem, pamięcią lub mitem.
Ciemność zabrała ze sobą palmy,
zdaje się, że dzień w ogóle nie zaistniał.

Ja, oświecony wartownik,
wieczny strażnik nie wiem czego
szukam – niewinny lub może grzeszny – zacienionego księżyca
i czekam nieruchomo, żeby się rozlała
fala grzmotu, która następuje
po suchej błyskawicy pytania,
gdy ludzki głos zawoła:

shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

Jestem tu od stuleci, albo od jednej chwili,
zastygły w próżni, w której milknie wszystko.
Już nie umiem powiedzieć, od kiedy czuję niepokój lub spokój;
wyostrzywszy zmysły, ponad czasem,
ponad światem jestem i oczekuję,
że w szepcie głosów lub wiatru
ktoś przyjdzie zadać pytanie.

I czuję je, cienkie jak palce,
lecz słyszę głosy, słyszę pomruk
i czuję, że jestem nieskończonym echem Boga,
a potem niepoliczalnym jak piasek,
jak niespokojna, anonimowa ciemność,
samotnym głosem wiary lub wściekłości,
nocnym krzykiem, który zawoła:

shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

Słuchajcie: noc się prawie skończyła,
lecz dzień jeszcze nie nadszedł;
zdaje się, że czas się zakleszczył w swym biegu.
Lecz ja pełnię straż zawsze, więc nie ustępujcie;
wy możecie to zrobić, więc pytajcie znów,
powróćcie, jeśli taka wasza wola, nie ulegajcie znużeniu2.

Upadną stulecia, bogowie i boginie,
upadną wieże, upadną królestwa
a z ludzi i idei pozostaną ślady i kurz.
Teraz jednak rozumiem swe niezrozumienie;
że odpowiedzi nie będzie,
że odpowiedź o przyszłość
jest w głosie, który zawoła:

Shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell
shomèr ma mi-llailah, shomèr ma mi-lell, shomèr ma mi-llailah, ma mi-lell...

envoyé par Riccardo Gullotta - 14/6/2020 - 15:02




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