Gel Heval, dokun yüreğime
Dokun yüreğimdeki yangına
Yüreğim Cizre'de yanıyor heval, yüreğim Sur'da
Nusaybin, Silopi, Lice ateşler altında
Yüreğimin cehennemi gibi şimdi yurdum
Bedenler paramparça
Bir çuvala sığdırılıyor yedi insan
Yedi kömür beden
Analar ki çocuklarını kokusundan tanır
Evlat kokusu değil soludukları
Analar ki evlat acısından değil artık
Zulüm vurdu onlarıda
Yedi kente dağılmış kömürleşmiş bedenler
Yedi gündür ölü bedeniyle Taybet ana
Cemile 13 yaşında kaldı buzlu dolaplarda
Unutmayacak gözlerimiz tank paletleri altında ezilen Mahsun'u
Ezilen bir çocuk gülüşünü
Sayı yetmez saymaya
Amet, Amet uyan
Şimdi dirilme zamanı
Dicle'ye karışıp yarına akan senin evlatlarının kanı
Uyan Amet, uyan
Dile gelsin halkın öfkesi
Rabe Amet, rabet Amet, rabe
Dokun yüreğimdeki yangına
Yüreğim Cizre'de yanıyor heval, yüreğim Sur'da
Nusaybin, Silopi, Lice ateşler altında
Yüreğimin cehennemi gibi şimdi yurdum
Bedenler paramparça
Bir çuvala sığdırılıyor yedi insan
Yedi kömür beden
Analar ki çocuklarını kokusundan tanır
Evlat kokusu değil soludukları
Analar ki evlat acısından değil artık
Zulüm vurdu onlarıda
Yedi kente dağılmış kömürleşmiş bedenler
Yedi gündür ölü bedeniyle Taybet ana
Cemile 13 yaşında kaldı buzlu dolaplarda
Unutmayacak gözlerimiz tank paletleri altında ezilen Mahsun'u
Ezilen bir çocuk gülüşünü
Sayı yetmez saymaya
Amet, Amet uyan
Şimdi dirilme zamanı
Dicle'ye karışıp yarına akan senin evlatlarının kanı
Uyan Amet, uyan
Dile gelsin halkın öfkesi
Rabe Amet, rabet Amet, rabe
Yarana canım sarayım
Kanamasın Diyarbekir surları
Bir yudum suyu, kerbela eden hayın
Havsel'in Hawarı sonun olacak...
Bir yudum suyu, kerbela eden hayın
Havsel'in Hawarı sonun olacak
Yiğit vurulur ya Diyarbekir'de
Sûrlar yanar ha yanar…
Yiğit vurulur ya Diyarbekir'de
Sûrlar yanar ha yanar
Tohum düşer, Havsel'e
Fideler kanar…
Tohum düşer, Havsel'e
Fideler kanar
Gözlerime iyi bak zulüm
Kibrit çaktım ben yüreğime
Artık her bahar cemre tetiğe düşecek
Yangınım sana cehennem olacak…
Artık her bahar cemre tetiğe düşecek
Yangınım sana cehennem olacak
Yiğit vurulur ya Diyarbekir'de
Surlar yanar ha yanar…
Yiğit vurulur ya Diyarbekir'de
Surlar yanar ha yanar
Tohum düşer, Havsel'e
Fideler kanar…
Tohum düşer, Havsel'e
Fideler kanar.
inviata da Riccardo Gullotta - 10/5/2020 - 17:04
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Anonimo Toscano del XXI Secolo, 14-05-2020 07:32
Anonimo Toscano del XXI Secolo, 14-05-2020 07:32
Grido d'aiuto di Havsel
Ferita è la mia amata dimora
Stanno sanguinando le mura di Diyarbekir [6]
Un sorso d'acqua, […] [7]
Sarà l'ultimo grido d'aiuto di Havsel [8]
Un sorso d'acqua, […]
Sarà l'ultimo grido d'aiuto di Havsel
Un ragazzo viene ucciso a Diyarbekir
Le mura, bruciano, ah, bruciano
Un ragazzo viene ucciso a Diyarbekir
Le mura, bruciano, ah, bruciano
Cade un seme, i germogli
Sanguinano per Havsel...
Cade un seme, i germogli
Sanguinano per Havsel
Guardami bene negli occhi, tirannia,
Ho sfregato un fiammifero sul mio cuore
Ora, ogni disgelo primaverile [9] premerà il grilletto,
Il mio fuoco sarà un inferno per te
Ora, ogni disgelo primaverile premerà il grilletto,
Il mio fuoco sarà un inferno per te
Un ragazzo viene ucciso a Diyarbekir
Le mura, bruciano, ah, bruciano
Un ragazzo viene ucciso a Diyarbekir
Le mura, bruciano, ah, bruciano
Cade un seme, i germogli
Sanguinano per Havsel...
Cade un seme, i germogli
Sanguinano per Havsel
Vieni Compagno [1], tocca il mio cuore,
Tocca il fuoco nel mio cuore
Il mio cuore brucia a Cizre, compagno, il mio cuore a Sur,
Nusaybin, Silopi, Lice in fiamme
Ora la mia patria è come l'inferno del mio cuore
Corpi fatti a pezzi
Sette persone infilate dentro un sacco
Sette corpi carbonizzati
Madri che dall'odore dei loro bambini
Riconoscono che i loro respiri non odorano più di bambino
E che del dolore dei bambini non rimane niente,
La persecuzione li ha colpiti
Corpi carbonizzati sparsi in sette città
Mamma Taybet morta col suo cadavere rimasto là per sette giorni
Cemile, tredici anni [2], rimasta nel frigo congelatore
I nostri occhi non dimenticheranno Mahsun schiacciato dai cingoli di un carrarmato [3]
Un sorriso di bambino oppresso
Non abbastanza per contare qualcosa
Amed [4], Amed, svégliati,
Ora è tempo di risorgere
Il sangue dei tuoi figli si unisce al Tigri e confluisce nel domani
Amed, Amed, svégliati,
Fa' che la lingua sia la rabbia della gente
Svégliati Amed, svégliati Amed, svégliati [5]
Tocca il fuoco nel mio cuore
Il mio cuore brucia a Cizre, compagno, il mio cuore a Sur,
Nusaybin, Silopi, Lice in fiamme
Ora la mia patria è come l'inferno del mio cuore
Corpi fatti a pezzi
Sette persone infilate dentro un sacco
Sette corpi carbonizzati
Madri che dall'odore dei loro bambini
Riconoscono che i loro respiri non odorano più di bambino
E che del dolore dei bambini non rimane niente,
La persecuzione li ha colpiti
Corpi carbonizzati sparsi in sette città
Mamma Taybet morta col suo cadavere rimasto là per sette giorni
Cemile, tredici anni [2], rimasta nel frigo congelatore
I nostri occhi non dimenticheranno Mahsun schiacciato dai cingoli di un carrarmato [3]
Un sorriso di bambino oppresso
Non abbastanza per contare qualcosa
Amed [4], Amed, svégliati,
Ora è tempo di risorgere
Il sangue dei tuoi figli si unisce al Tigri e confluisce nel domani
Amed, Amed, svégliati,
Fa' che la lingua sia la rabbia della gente
Svégliati Amed, svégliati Amed, svégliati [5]
Ferita è la mia amata dimora
Stanno sanguinando le mura di Diyarbekir [6]
Un sorso d'acqua, […] [7]
Sarà l'ultimo grido d'aiuto di Havsel [8]
Un sorso d'acqua, […]
Sarà l'ultimo grido d'aiuto di Havsel
Un ragazzo viene ucciso a Diyarbekir
Le mura, bruciano, ah, bruciano
Un ragazzo viene ucciso a Diyarbekir
Le mura, bruciano, ah, bruciano
Cade un seme, i germogli
Sanguinano per Havsel...
Cade un seme, i germogli
Sanguinano per Havsel
Guardami bene negli occhi, tirannia,
Ho sfregato un fiammifero sul mio cuore
Ora, ogni disgelo primaverile [9] premerà il grilletto,
Il mio fuoco sarà un inferno per te
Ora, ogni disgelo primaverile premerà il grilletto,
Il mio fuoco sarà un inferno per te
Un ragazzo viene ucciso a Diyarbekir
Le mura, bruciano, ah, bruciano
Un ragazzo viene ucciso a Diyarbekir
Le mura, bruciano, ah, bruciano
Cade un seme, i germogli
Sanguinano per Havsel...
Cade un seme, i germogli
Sanguinano per Havsel
[1] In curdo (dove significa sia “compagno” che “amico”).
[2] Così nel testo. Cemile Çağırga aveva invece 10 anni, come affermato correttamente nell'introduzione.
[3] Così nel testo, in contraddizione con quanto affermato nell'introduzione.
[4] Amed, Amet è la denominazione curda della città di Diyarbakır, greco Ἄμιδα, lat. Amida. In ultima analisi, è la più antica denominazione siriaca (e armena) della città, Āmîḏ. Il nome Diyarbakır è arabo: “Terre dei Banu Bakr” (tribù araba che si installò nella regione nel VII secolo dopo la conquista islamica). Come si sa, Diyarbakır è probabilmente la città politicamente turca dove l'etnia curda è più numerosa.
[5] Verso interamente in lingua curda.
[6] Diyarbekir è la forma di Diyarbakır in lingua Zazaki, anch'essa una lingua indoeuropea iranica al pari del curdo.
[7] Qui non ho inteso assolutamente il senso dell'espressione. Potrebbe avere a che fare qualcosa con la “sete” (“un sorso d'acqua...”): Kerbela è il nome della città santa sciita di Kerbala, o Karbala (in Iraq), ma l'espressione idiomatica turca kerbela sıkıntısı, lett. “disgrazia di Karbala”, significa “penuria d'acqua, sete, siccità” (forse per il clima desertico della zona). Ovviamente si tratta solo di una supposizione.
[8] Si veda l'introduzione. E' da intendere “del Kurdistan”.
[9] Traduco così cemre, lett. “preparazione”. Nella cultura popolare turca, il cemre sono le tre fasi del mese di febbraio in cui la temperatura aumenta e si ha il disgelo dopo l'inverno.
[2] Così nel testo. Cemile Çağırga aveva invece 10 anni, come affermato correttamente nell'introduzione.
[3] Così nel testo, in contraddizione con quanto affermato nell'introduzione.
[4] Amed, Amet è la denominazione curda della città di Diyarbakır, greco Ἄμιδα, lat. Amida. In ultima analisi, è la più antica denominazione siriaca (e armena) della città, Āmîḏ. Il nome Diyarbakır è arabo: “Terre dei Banu Bakr” (tribù araba che si installò nella regione nel VII secolo dopo la conquista islamica). Come si sa, Diyarbakır è probabilmente la città politicamente turca dove l'etnia curda è più numerosa.
[5] Verso interamente in lingua curda.
[6] Diyarbekir è la forma di Diyarbakır in lingua Zazaki, anch'essa una lingua indoeuropea iranica al pari del curdo.
[7] Qui non ho inteso assolutamente il senso dell'espressione. Potrebbe avere a che fare qualcosa con la “sete” (“un sorso d'acqua...”): Kerbela è il nome della città santa sciita di Kerbala, o Karbala (in Iraq), ma l'espressione idiomatica turca kerbela sıkıntısı, lett. “disgrazia di Karbala”, significa “penuria d'acqua, sete, siccità” (forse per il clima desertico della zona). Ovviamente si tratta solo di una supposizione.
[8] Si veda l'introduzione. E' da intendere “del Kurdistan”.
[9] Traduco così cemre, lett. “preparazione”. Nella cultura popolare turca, il cemre sono le tre fasi del mese di febbraio in cui la temperatura aumenta e si ha il disgelo dopo l'inverno.
AAA Anonimo cercasi. Obiettivo: Nota 7
Cosa rappresenti l’acqua in una zona desertica e in villaggi non dotati di condutture idriche si può immaginare. Cerco di aggiungere qualche indicazione dopo alcune necessarie premesse, sperando che siano utili per comprendere il riferimento a Kerbala e all’acqua piuttosto che grevi a discapito dell’ascolto e della partecipazione.
Nel 2015 le tensioni tra stato turco e curdi subirono una torsione. La svolta decisiva ebbe luogo il 28 novembre a seguito dell’omicidio di Tahir Elci raggiunto da un proiettile alla nuca. Tahir Elci , presidente dell’Ordine degli Avvocati, era stato già arrestato nel 1993 con 15 colleghi con l’accusa di fiancheggiamento di terroristi per avere rappresentato la difesa nelle aule del tribunale. Furono torturati. Il 19 ottobre 2015 le autorità turche lo arrestarono di nuovo, questa volta con l’accusa di diffusione di propaganda terroristica. L’imputazione era conseguente alla dichiarazione di Elci alla televisione che il PKK non era un’organizzazione terroristica e all’appello a porre fine alle violenze tra PKK e stato turco. Ankara ha negato che a sparare alle spalle fosse un poliziotto turco, addossando la colpa a militanti del PKK in fuga. Dal 2 dicembre fu proclamato il coprifuoco con il blocco totale di tutte le attività e i servizi della città ed il dispiegamento dell’artiglieria pesante. La gente cercò di scappare dall’assedio di Sur, il quartiere popolare di Diyarbakir densamente popolato da curdi sotto la soglia di povertà, teatro delle violenze e delle proteste. Scapparono perché furono tagliati i rifornimenti di cibo e l’acqua. Assediati per sete. Ecco il riferimento al “sorso d’acqua “della canzone.
Veniamo a Kerbala. Per attivare il link con l’acqua occorre mettere il dito sulla piaga dell’islam, la divisione tra Sunnah e Shīʿah. Il personaggio principale è un certo al-Ḥusayn ibn ʿAlī, nipote matrilineare di Maometto in quanto figlio di Fatima e di Alī ibn Abī Ṭālib , quarto e ultimo califfo ortodosso nonché primo imam sciita. Semplificando oltre misura, al-Ḥusayn dovette scontrarsi con Ubayd Allāh ibn Ziyād , comandante dell’esercito omayyade fedele al primo califfo sunnita Yazīd ibn Muʿāwiya.
Per alleviare la noia, ciò che appaiono scontri tra bande armate, resi astrusi dai resoconti anodini e superficiali dei manuali scolastici, furono in realtà guerre sia ideologiche che strategiche in senso geopolitico mascherate da lotte ordinarie dinastiche di potere. Si contrapponevano infatti due impostazioni di islam: quella alide, con base a Mecca, più attenta a sviluppare l’eredità ideale di Maometto, meno incline alla belligeranza se non per rafforzare e mantenere la coesione della dottrina, più movimentista diremmo oggi, e quella omayyade, con base a Kufa e Damasco, decisamente orientata all’egemonia e alle conquiste territoriali, dalla Mesopotamia verso il Mediterraneo (com’è noto si impose quest’ultima).
Orbene, al-Ḥusayn decise di recarsi a Kufa per negoziare con l’avversario. Al suo seguito c’erano infatti non soltanto la scorta ma anche donne e bambini. A Kufa, sulle rive dell’Eufrate, gli fu intimato dagli omayyadi di spostare le tende lontano, in zona desertica. Gli furono tagliati i rifornimenti di acqua con enorme disagio soprattutto per i bambini. Il 10 ottobre del 680 avvenne lo scontro a Kerbala. I cronisti raccontano che la cavalleria omayyade fece una carneficina, lasciando in vita pochissimi. Al-Ḥusayn fu implorato dalla moglie di chiedere acqua per il figlio di sei mesi. Quando Al-Ḥusayn giunse al campo nemico, il neonato fu dissetato ma subito dopo venne ucciso da un soldato. A Kufa i soldati omayyadi mostrarono le teste mozze dei caduti infilzate sulle picche, con donne e bambini al seguito. Ancora prima di essere barbaramente uccisi gli alidi erano mezzi morti per disidratazione.
Per gli sciiti Al-Husayn è il martire per eccellenza alla base del loro credo. Il decimo giorno di ottobre hanno luogo le commemorazioni. Chiunque offre acqua ai visitatori assetati compie un gesto di solidarietà e compassione tenuto nella massima considerazione.
Finisco veramente: dopo avere surriscaldato il pc nella ricerca ed effettuato vari confronti per successive approssimazioni, il profano dice che “eden hayin”, dovrebbe voler dire qualcosa come “traditore” o “boia di un traditore”. “Traditore di Kerbala”?
All’ Anonimo l’ardua sentenza.
Cosa rappresenti l’acqua in una zona desertica e in villaggi non dotati di condutture idriche si può immaginare. Cerco di aggiungere qualche indicazione dopo alcune necessarie premesse, sperando che siano utili per comprendere il riferimento a Kerbala e all’acqua piuttosto che grevi a discapito dell’ascolto e della partecipazione.
Nel 2015 le tensioni tra stato turco e curdi subirono una torsione. La svolta decisiva ebbe luogo il 28 novembre a seguito dell’omicidio di Tahir Elci raggiunto da un proiettile alla nuca. Tahir Elci , presidente dell’Ordine degli Avvocati, era stato già arrestato nel 1993 con 15 colleghi con l’accusa di fiancheggiamento di terroristi per avere rappresentato la difesa nelle aule del tribunale. Furono torturati. Il 19 ottobre 2015 le autorità turche lo arrestarono di nuovo, questa volta con l’accusa di diffusione di propaganda terroristica. L’imputazione era conseguente alla dichiarazione di Elci alla televisione che il PKK non era un’organizzazione terroristica e all’appello a porre fine alle violenze tra PKK e stato turco. Ankara ha negato che a sparare alle spalle fosse un poliziotto turco, addossando la colpa a militanti del PKK in fuga. Dal 2 dicembre fu proclamato il coprifuoco con il blocco totale di tutte le attività e i servizi della città ed il dispiegamento dell’artiglieria pesante. La gente cercò di scappare dall’assedio di Sur, il quartiere popolare di Diyarbakir densamente popolato da curdi sotto la soglia di povertà, teatro delle violenze e delle proteste. Scapparono perché furono tagliati i rifornimenti di cibo e l’acqua. Assediati per sete. Ecco il riferimento al “sorso d’acqua “della canzone.
Veniamo a Kerbala. Per attivare il link con l’acqua occorre mettere il dito sulla piaga dell’islam, la divisione tra Sunnah e Shīʿah. Il personaggio principale è un certo al-Ḥusayn ibn ʿAlī, nipote matrilineare di Maometto in quanto figlio di Fatima e di Alī ibn Abī Ṭālib , quarto e ultimo califfo ortodosso nonché primo imam sciita. Semplificando oltre misura, al-Ḥusayn dovette scontrarsi con Ubayd Allāh ibn Ziyād , comandante dell’esercito omayyade fedele al primo califfo sunnita Yazīd ibn Muʿāwiya.
Per alleviare la noia, ciò che appaiono scontri tra bande armate, resi astrusi dai resoconti anodini e superficiali dei manuali scolastici, furono in realtà guerre sia ideologiche che strategiche in senso geopolitico mascherate da lotte ordinarie dinastiche di potere. Si contrapponevano infatti due impostazioni di islam: quella alide, con base a Mecca, più attenta a sviluppare l’eredità ideale di Maometto, meno incline alla belligeranza se non per rafforzare e mantenere la coesione della dottrina, più movimentista diremmo oggi, e quella omayyade, con base a Kufa e Damasco, decisamente orientata all’egemonia e alle conquiste territoriali, dalla Mesopotamia verso il Mediterraneo (com’è noto si impose quest’ultima).
Orbene, al-Ḥusayn decise di recarsi a Kufa per negoziare con l’avversario. Al suo seguito c’erano infatti non soltanto la scorta ma anche donne e bambini. A Kufa, sulle rive dell’Eufrate, gli fu intimato dagli omayyadi di spostare le tende lontano, in zona desertica. Gli furono tagliati i rifornimenti di acqua con enorme disagio soprattutto per i bambini. Il 10 ottobre del 680 avvenne lo scontro a Kerbala. I cronisti raccontano che la cavalleria omayyade fece una carneficina, lasciando in vita pochissimi. Al-Ḥusayn fu implorato dalla moglie di chiedere acqua per il figlio di sei mesi. Quando Al-Ḥusayn giunse al campo nemico, il neonato fu dissetato ma subito dopo venne ucciso da un soldato. A Kufa i soldati omayyadi mostrarono le teste mozze dei caduti infilzate sulle picche, con donne e bambini al seguito. Ancora prima di essere barbaramente uccisi gli alidi erano mezzi morti per disidratazione.
Per gli sciiti Al-Husayn è il martire per eccellenza alla base del loro credo. Il decimo giorno di ottobre hanno luogo le commemorazioni. Chiunque offre acqua ai visitatori assetati compie un gesto di solidarietà e compassione tenuto nella massima considerazione.
Finisco veramente: dopo avere surriscaldato il pc nella ricerca ed effettuato vari confronti per successive approssimazioni, il profano dice che “eden hayin”, dovrebbe voler dire qualcosa come “traditore” o “boia di un traditore”. “Traditore di Kerbala”?
All’ Anonimo l’ardua sentenza.
Riccardo Gullotta - 16/5/2020 - 19:45
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[2017]
Şarkı Sözleri ve Müzik / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Grup Yorum
Albüm / Album:
İlle Kavga
I Giardini di Havsel sono una terra feconda, tra Diyarbakır ed il Tigri , fa parte della Mezzaluna Fertile.
Sono per antonomasia il Kurdistan.
Di hawar non troviamo riscontro in un buon dizionario turco. Invece nel dizionario curdo la definizione del sostantivo hawar è ”call or cry for help, SOS”. Il suffisso ‘in in turco, ci sembra di ricordare, indica il genitivo.
Quindi, a meno di non prendere un abbaglio, il titolo dovrebbe significare “Grido di aiuto del Kurdistan”
La canzone parla di una catena di eventi , una fiumana di sangue e un susseguirsi di orrori nel Kurdistan turco. Sono spiegati avanti per sommi capi.
Ho cercato, per quanto mi è stato possibile, di ricostruire i fatti ed individuare le vittime, che i carnefici vorrebbero cancellare così come vorrebbero cancellare la Storia, senza indulgere all’uso strumentale dei morti da parte di chi, parte lesa, deve fare i conti con la ragion di “popolo”.
Lice, 20 Ottobre 1993.
Nello scontro tra esercito turco e PKK curdo rimasero uccisi non meno di 30 civili. I feriti furono un centinaio.
Suruç, 20 Luglio 2015
L’Isis compie una strage con un attentatore suicida contro dei giovani curdi: 32 morti e 104 feriti. Dietro i dinieghi di circostanza appaiono evidenti le coperture di Ankara. L’attentato segna la fine della tregua del PKK. L’Akp , il partito di Erdoğan che sembrava in difficoltà, vincerà le elezioni da lì a novembre e intensificherà la repressione contro la popolazione curda.
Cizre, 4 Settembre 2015
Il governatore dichiara dichiara lo stato di emergenza, coprifuoco H24. Le prove raccolte da deputati e attivisti tedeschi, depositate a Berlino con l’accusa di crimini di guerra verso Erdoğan parlano di 270 morti, altri 178 corpi carbonizzati, di civili uccisi da cecchini, decapitati, seni di donne tagliati, uso di gas chimici contro i civili. Contro abitazioni e negozi furono impiegati cecchini, elicotteri e blindati Kobra.Le ferocie compiute contro i civili rifugiati negli scantinati sono inenarrabili. Le scuole furono trasformate in comandi militari turchi. I quali si premurarono di scrivere sulle mura di una scuola: “Questo è il nostro turno per l’istruzione”.
Il ministro degli Interni turco Efka Ala, riferendosi alla lotta contro il PKK, quando il coprifuoco non era ancora concluso dichiarò: “Le operazioni di Cizre sono state un successo”.
Nel 1915 Cizre fu teatro di altri eccidi: dei 3000 armeni residenti gli uomini furono furono trucidati, sgozzati e gettati nel Tigri, le donne furono deportate a Mosul.
Nusaybin, 13 Novembre 2015
Viene imposto il coprifuoco. A settembre 2016 l’esercito turco demolì la città. Dei 60.000 abitanti metà rimasero senza tetto mentre decine di migliaia di abitanti evacuarono.
La città ha subito avversità nel corso dei secoli. Il 14 giugno 1915 vi furono massacrati 150 armeni e 120 assiri. Di recente i militari hanno fatto pressione perché non trapelasse la scoperta delle fosse comuni, in seguito altri funzionari governativi hanno sostenuto che i resti risalgono all’epoca romana.
Sur, 3 Dicembre 2015.
Viene imposto l’assedio. Nei tre mesi successivi si conteranno 25 civili e 271 militanti curdi uccisi. L’80% delle abitazioni è stato distrutto dall’artiglieria.
Taybet Inan ,19 Dicembre 2015.
A Silopi Taybet Inan , 57 anni, madre di 11 bambini è stata uccisa mentre andava a visitare un vicino. Anche suo cognato Yusuf Inan fu ucciso, colpito prima che potesse raggiungerla. Il corpo senza vita di Taybet Inan è rimasto in strada per sette giorni.
Cemile Çağırga, 7 Settembre 2015
Cemile Çağırga
A Cizre Cemile Çağırga, bambina di 10 anni, colpita da un cecchino sull’uscio di casa il 7/9/2015, sotto gli occhi della madre. La madre Emine ha dovuto sistemare il cadavere nel congelatore per tre giorni prima di poterla portare in obitorio.
Mahsun Ertuğrul , 16 luglio 2013
A Ceylanpınar il diciassettenne Mahsun Ertuğrul, colpito al petto morì in ospedale. A colpirlo un proiettile vagante dell’”Esercito siriano libero”.
Ahmet Gündüz , 25 luglio 2013
A Urfa il sedicenne Ahmet Gündüz muore mentre guarda la TV a casa sua dopo essere stato colpito alla testa da un proiettile vagante sparato dalla Siria .
La canzone termina con un pianto sommesso. Nei giardini di Hevsel non scorrono più rivoli di acqua ma fiotti di sangue.
La prima parte, trascritta con il rientro, é recitata da una voce femminile
[Riccardo Gullotta]
Duy beni - Kandan kına yakılmaz- Bir ceza istiyorum - Tanıyorum seni zulüm - Doğru düşün ve çöz - Sen varsın ya - İstemek ve yapmak - İki can fidan - Bu mahalle bizim - Halay potpori İlle kavga - Anadolum - Bir kadın geçer - Uyan Berkin'im - Havsel'in Hawarı - Soma için - Dövüşene - Amerika'dir düşman - Serhildan Jîyan e