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Mohammed u tunisinu

Taberna Mylaensis
Langue: sicilien


Taberna Mylaensis

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[2015]
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«Quel corpo in fondo al mare è mio fratello, aiutatemi»
La ricerca delle famiglie dopo il naufragio del 7 ottobre


Dora è sicura di aver riconosciuto la felpa del fratello tra le immagini del relitto a largo di Lampedusa. E grazie all'ambasciata e all'associazione Terre pour Tous sta cercando la verità, anche col test del dna. «Sono 800 i giovani tunisini desaparecidos dal 2013»

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Aspettano la verità. Qualsiasi essa sia. Dora, chiusa nel suo dolore, è convinta di aver riconosciuto il fratello da una felpa, attraverso le strazianti immagini del naufragio dello scorso 7 ottobre al largo di Lampedusa. Quei fotogrammi, che hanno fatto il giro del web e dei media nazionali ed internazionali, mostrano i corpi rimasti incagliati nel barchino che si è ribaltato a pochi metri dalla costa dell'isola siciliana e Dora li ha visionati centinaia di volte.
«È lui, è mio fratello - dice - aiutateci a riportare il suo corpo a casa. Ha una moglie e una figlia che sono distrutte». Il fratello di Dora si chiama Lazher Chaieb, di 33 anni. Assieme a lui sull'imbarcazione dovevano esserci anche Rabia Ben Amour, di 26 anni, Talal Ben Mohammed di 22 e Fekhr Hmidi di 18, tutti tunisini ed originari di Sfax. Sono i primi nomi resi noti dei 50 partiti dalle coste della Tunisia. In 25 sono morti. La maggior parte di loro erano donne. Tra di loro anche una bambina di 12 anni e un bimbo di appena otto mesi, ritrovato ancora abbracciato a quella che dovrebbe essere la mamma.

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Dei quattro giovani tunisini si sono perse le tracce. Le famiglie sembrano rassegnate ma continuano a mantenere un barlume di speranza. Attraverso l'associazione Terre pour Tous e l'ambasciata, sono già partiti per l'italia i primi test del Dna effettuati per cercare di effettuare il riconoscimento. Rabia, Talal, Fekhr e Lazher al momento risultano dispersi, desaparecidos, come gli oltre 800 giovani tunisini che dalla rivoluzione dei gelsomini ad oggi hanno provato ad affrontare i viaggi della speranza verso l'Europa ma di cui ad oggi, non si hanno più notizie. Di questo di occupa Terre pour Tous, guidata da Imed Soltani, che affiancata dall'associazione Madri dei Dispersi, presieduta da Fatma Kessraoui, da anni chiede verità e giustizia per i desaparecidos tunisini ma non solo, per tutti i giovani che hanno perso la vita nel Mediterraneo.

Dal 2013 a oggi, sono circa 19mila i migranti morti a causa delle politiche migratorie imposte dalla Fortezza Europa. «Non posso accettare - dice Imed Soltani - che queste sciagure avvengano dinnanzi agli occhi di tutti senza che nessuno faccia nulla. La nostra associazione si chiama "una Terra per tutti" - prosegue - ed è proprio così che dovrebbe essere poiché il pianeta appartiene a tutti. La vera causa di queste sciagure è il blocco delle frontiere. Non era così nel 1980 quando bastava prendere il traghetto o l'aereo per raggiungere l'Italia o gli altri Paesi europei senza morti o dispersi. Oggi invece, chiunque voglia partire alla ricerca di una vita migliore è costretto a salire su questi barconi della morte. Da anni chiediamo una revisione delle leggi sul blocco delle frontiere. Andare alla ricerca di un visto è un salto nel buio, verrà sempre rigettato». Rispetto all'ultima tragedia spera che «i corpi siano rimpatriati in tempi brevissimi in modo che possano essere restituti alle proprie madri e affinchè possano avere una degna sepoltura e le famiglie una tomba su cui piangere».

I tunisini, a differenza dei richiedenti asilo, sono considerati migranti economici. Dal 2011 la Tunisia ha firmato un accordo con l'Italia per il rimpatrio dei migranti. Ma spesso chi viene riportato indietro, ritenta la traversata. Perché partono? Non ci sono guerre in Tunisia, sono le frasi ricorrenti sul web. Basta osservare il Paese per capire il perché. Otto anni dopo la rivoluzione, che doveva essere l'inizio del cammino verso la democrazia, i gelsomini sono appassiti. Le ultime elezioni presidenziali, vinte da Kaïs Saïed, hanno evidenziato, visti i numeri dell'affluenza alle urne, la disaffezione dei tunisini verso la propria classe dirigente. Bocciati tutti quei partiti che avevano il compito di guidare la transizione verso la democrazia. La Tunisia dal 2011 ad oggi ha subito un tracollo socioeconomico I prezzi sono saliti, i poveri sono sempre più poveri ed è salito anche il tasso di disoccupazione, soprattutto tra i giovani.
Pamela Giacomarro Da MeridioneNews 26 Ottobre 2019



La storia narrata qui sotto ha invece per fortuna un lieto fine: Il suo protagonista, Mohammed, viene salvato da un simpaticissimo delfino, antichissimo e mitico soccorritore dei naufraghi mediterranei :-) …
delfino
Attaccàtu cu li manu e l'úŋŋja
supra un pezzu di lignu vecchju
a mmenzu di lu mari niru e scuru
si nni stava stancu e mutu.
Cu lu corpu misu a bagnu,
tìsu comu un pisci stoccu,
cu 'ḍḍa facci gjarna parìa
menzu vivu e menzu mortu.
Galliggjàva supra l'ùnni
sulu e sanza cumpagnía,
pigghjàru 'i so cumpàgni
spurtunàti 'n'àutra vía..
ora sùnnu forsi au funnu,
lu fùnnu di lu mare,
arrètu nun si torna
e nenti si pò fàre ..

Mohammèd, Mohammèd,
Mohammèd ...


E 'ntàntu la currenti
lu purtàva chjanu chjanu,
l'uddùri di la terra
ci arrivàva di luntànu,
quannu senti lu mutùri
vicinu di una navi
chi ci passa anlàtu
e súbetu scumpàri..
Ah no, nun c'è spirànza
e afflísci lu matínu
quannu di lu mari anlàtu
fa un sàvutu un delfínu !
Curiùsu s'avvicína –pensa–
"Ora veni e mi mancia",
'a facci 'i Mahommèd
ch'era nira si fa jànca ..

Mohammèd, Mohammèd,
Mohammèd ...

Mohammèd 'u tunisínu,
'unni vai e d'unni veni,
'unni ti porta lu distínu ?


Mohammèd, Mohammèd,
Mohammèd ...

Mohammèd, l'occhi au cèlu,
lu so Díu prigàva,
chi scantu, chi spaventu,
di frìddu tuttu trimàva..
S'avvicína lu delfínu
e, a modu súu, arridènnu
ci dici: «Lu to Díu
è lu stìssu dû me patretèrnu,
ìju sugnu la vita
t'alluntànu da la morti,
ca sulu nna 'sti distèsi
du' jorna e poi si mori,
ìju sugnu la spirànza,
ìju sugnu lu richjàmu»
e accussì sautànnu, 'i luntànu
lu vítti 'u capitànu..

Tuttu di lu davanti
furrjàu prestu 'u bastimèntu,
gira e poi si metti
câ puppa 'nu picca sutta ventu
«Pígghja la cima prestu
e affèrra 'u sarvagènti!
chist 'i tiràmm a bordu
nto un svídere nto un nènti».
Nirvùsu lu delfínu
sempri anlàtu ci giràva
nun ridìa era serju,
tuttu- ìḍḍu guardava
'ḍḍu pòviru miskínu
sulu mmenzu a lu mari
'unni finèru l'àutri cumpàgni?
'unni si nn'annàru ?

Mohammèd, Mohammèd,
Mohammèd ...

Mohammèd, 'u tunisínu,
'unni vai e dunni veni,
'unni ti porta lu distínu?

E lu delfínu era cuntèntu
si nni putìa annàri
Fici un tufu, un volu,
fora di lu mare,
poi, muvènnu la cuda
comu fussi na manu,
salutàu a Mohammèd
e salutò lu capitanu

Chista è la storia
di Mohammèd 'u tunisínu
e di lu capitànu
ca grazi a un delfínu
chi parràva supra 'u mare
anlàtu a un dispiràtu,
cchjù mortu chi bivu, e..
fu l'unicu sarbàtu…

Mohammèd, Mohammèd,
Mohammèd ...

envoyé par giorgio - 20/4/2020 - 09:00



Langue: italien

Traduzione in italiano / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta


MOHAMMED IL TUNISINO

Aggrappato con le mani e con le unghie
su di un pezzo di legno decrepito
in mezzo al mare buio pesto
stava stanco e in silenzio.
Con il corpo a mollo
irrigidito come uno stoccafisso,
con il volto pallido sembrava
a metà tra la vita e la morte.
A galla in mezzo alle onde
solo e senza altri intorno,
i suoi compagni sfortunati
sono andati per un’altra via…
ora forse giacciono in fondo,
sì, in fondo al mare,
indietro non si torna
e non ci si può fare nulla….

Mohammèd, Mohammèd,
Mohammèd ….

E intanto la corrente
lo portava tutto disteso,
l’odore della terraferma
lui lo percepiva lontano,
ecco che sente in vicinanza
il motore di una nave
che passa a lato
e scompare subito…
Ah, no, non c’è speranza
e continua il travaglio del giorno
quando proprio di fianco
un delfino fa un salto!
Si avvicina per curiosare-pensa-
“Ecco che viene a divorarmi”,
il volto di Mohammèd,
scuro, impallidisce…

Mohammèd, Mohammèd,
Mohammèd…

Mohammèd tunisino,
dove vai e da dove vieni,
dove ti porta la sorte?

Mohammèd, Mohammèd,
Mohammèd…

Mohammèd, gli occhi rivolti al cielo,
pregava il suo dio,
che terribile paura,
tremava tutto dal freddo…
Il delfino si avvicina
E, a modo suo, sorridendo
gli dice: ”Il tuo dio
È lo stesso del mio padreterno,
io sono la vita
ti allontano dalla morte,
si sta soltanto
due giorni e poi si muore,
io sono la speranza,
io sono la voce”
e così tra un tuffo e l’altro, da lontano
lo scorse il capitano…

La nave invertì del tutto la rotta,
gira e si mette
con la poppa alquanto sottovento
“Prendi la cima, presto,
afferra il salvagente!
Questi li issiamo a bordo
In un attimo”.
Il delfino irritato
gli girava sempre intorno,
non rideva più si era fatto serio,
non guardava che lui
quel poveretto
solo in mezzo al mare
che fine hanno fatto gli altri compagni?
da che parte sono andati?

Mohammèd, Mohammèd,
Mohammèd …

Mohammèd tunisino,
dove vai e da dove vieni,
dove ti porta la sorte?

E il delfino era contento
poteva andar via
Un tuffo, un volo,
fuori dal mare,
poi, agitando la coda
come una mano,
salutò Mohammèd
e salutò il capitano.

Questa è la storia
di Mohammèd il tunisino,
e del capitano
che grazie ad un delfino
che parlava in mezzo al mare
a fianco di un disperato
più morto che vivo, e..
fu l’unico ad essere tratto in salvo…

Mohammèd, Mohammèd,
Mohammèd …

envoyé par Riccardo Gullotta - 20/4/2020 - 12:19




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