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Petit Poucet

Gaston Couté
Langue: français


Gaston Couté

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Testo / Paroles / Lyrics / Sanat: Gaston Couté
Musica / Musique / Music / Sävel:
Gérard Pierron, En revenant du bal, 1997

petitpoucet
Puisqu’on ne trouve plus sa vie
Au bout des sillons de chez nous,
Un jour, j’ai dû quitter ma mie
Pour la ville où pleuvent les sous ;
Et, ce jour-là, dans ma mémoire :
Lit clos des contes du passé,
J’ai vu se réveiller l’histoire,
L’histoire du Petit Poucet.

En partant chez l’ogresse,
L’ogresse qu’est la vie,
J’ai semé des caresses
Pour retrouver ma mie !

Poucet semait parmi les sentes
Son pain bis et ses cailloux blancs.
Sur le corps blanc de ma charmante
Quel semis de baisers brûlants !
Sur son front et ses yeux en fièvres,
Sur son ventre et ses seins en fleurs,
Le geste rose de mes lèvres
A semé l’Amour de mon cœur.

Plus tard, pour retrouver ma mie :
« Où sont mes baisers d’autrefois ? »
Les baisers sont de blanches mies
Sous le bec des oiseaux des bois.

Plus un seul ! sur sa chair impure,
Un seul ! de mes baisers brûlants !
Tous sont partis sous la morsure
Du baiser des autres galants !

Ma mie qui ne se souvient guère
Se rappelle pourtant qu’un jour,
Je l’ai frappée dans ma colère
D’une gifle de mon poing lourd.
Elle me reproche ce geste
Toujours avec la même ardeur.
Le mal est un caillou qui reste
Dans les pauvres sentiers du cœur !

envoyé par Flavio Poltronieri - 17/3/2020 - 07:57



Langue: italien

Traduzione italiana / Traduction italienne / Italian translation / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 18-03-2020 20:59
Contiene due versi in livornese.
POLLICINO

Poiché i campi, qua da noi,
non ci danno più di che vivere,
un giorno ho lasciato il mio amore
per la città, dove piove denaro.
Quel giorno, nei miei ricordi,
letto chiuso [1] sulle fiabe d'un tempo,
ho visto ridestarsi la storia,
la storia di Pollicino.

Partendo incontro all'orchessa,
l'orchessa che è la vita,
ho seminato carezze
per ritrovare il mio amore !

Pollicino seminava tra i sentieri
il suo pan bigio e ciottoli bianchi.
Sul bianco incarnato della mia adorata
quanta semenza di baci ardenti !
Sulla sua fronte, suoi occhi eccitati,
sul suo ventre, sui suoi seni in fiore,
le mie labbra, muovendosi come rose,
han seminato l'amor del mio cuore.

E dopo, per il mio amor ritrovare :
“Dove sono i miei baci d'un tempo?”
I baci son minuzzaglie bianche
beccate dagli uccelli dei boschi.

Scomparsi dalla sua carne impura,
scomparsi tutti i miei baci ardenti !
Se ne sono andati sotto le ganasce
de' baci d'altri pretendenti !

Il mio smemorato amore
però si ricorda che, un giorno,
dé, 'nciovvistopiù e n'ho tirato
un pìcchio ner zu' ber musino.
E ella mi rimprovera quel gesto
sempre con lo stesso ardore.
Il male è un ciottolo che sta sempre lì
sui poveri sentieri del cuore!
[1] Così nella dizione di Gaston Couté. Il lit clos è un tipo particolare di letto (molto diffuso nella Bretagna tradizionale, e per questo chiamato anche lit breton [br. gwele-kloz], incastonato in un mobile che può essere chiuso. La metafora coutéiana non dev'essere mai risultata facilmente coglibile ; Gérard Pierron, nella sua versione, canta livre clos « libro chiuso ».

18/3/2020 - 21:01


Flavio, ti posso chiedere due cortesie dal profondo della quarantena? La prima è, per favore, che tu aspetti a mettere altri testi di Couté (a meno che non abbia già fatto tu una traduzione) fin quando non avrò terminato di tradurre quelli già presenti nel sito (manca non molto). Mi piacerebbe terminare l'opera, come si suol dire, e così me la aumenti senza che si veda più la fine. La seconda è la seguente: d'accordo il tuo modo estremamente "fantasioso" di inserire i testi qua dentro, ma almeno la smetti di scrivere i titoli in tutte maiuscole?... Per piacere, togli il Caps Lock!!!! :-)) Un abbraccio a distanza!

Riccardo Venturi - 17/3/2020 - 08:16




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