La vita ci offre molti angoli
Come ragni noi progettiamo tele di rapporti sociali
Su cui si adagiano le mosche che poi ci mangiamo
Il lavoro a volte è un tempo morto
Infatti la lancetta è un prete già pronto
Sono allergico alle croci
Da piccolo avevo il collo già pieno di sfoghi
La crescita è fatta di incroci
Io sono rimasto indietro e non ti vedo più
Quante streghe hanno bruciato oggi?
Probabilmente non lo sai neanche tu
Io sogno sabbie blu nella spiaggia industriale
Ombrelloni di lamiera in questo mondo surreale
Tutto intorno, teloni in pvc con su stampato il mare
Automi giocano a racchettoni precisi sul bordo di un vulcano
La nostra pelle non sente le ustioni
Ora che attraversiamo in barca il mediterraneo
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono un perdente
In questa Ravenna decadente
Sono un perdente, sono un perdente
Cerco ancora una via coerente
Sono un perdente, sono un perdente
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono un perdente
In questa Ravenna decadente
Sono un perdente, sono un perdente
Cerco ancora una via coerente
Sono un perdente, sono un perdente
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono
Respirate il mercato da brave risorse umane
Valori, incrementi di debiti, uomini identici, fai cambio con chi ti pare
Interscambio a catena di montaggio, sabotaggio a una domenica di maggio serena
Prossimo briefing alla ghigliottina prima di sera beato chi non c’era
Delicato sui suoi passi, il futuro arriva denso come Fukushima
Rimani qui con me stanotte che il grande freddo si avvicina
Non mi hanno programmato per obbedire e questo per me è un grave danno
La carta mi secca le mani, mi secca il domani, mi secca non avere ripari
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono un perdente
In questa Ravenna decadente
In questa Ravenna decadente
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono un perdente
In questa Ravenna decadente
Sono un perdente, sono
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
In questa Ravenna decadente
Sono un perdente, sono un perdente
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
E non penso più a niente
Chi non conosce odia, chi non conosce ci governa, ma è ancora primavera
E avvertimi quando saranno finite le stagioni
Quanto dista il sole da quelle che chiamo illusioni
Il mio alibi è la crisi va di moda pensare divisi
Noto con piacere che ancora non ci siamo uccisi
Vivo in molecole invisibili di spazio che poi si frammentano in un loop continuo
Come ragni noi progettiamo tele di rapporti sociali
Su cui si adagiano le mosche che poi ci mangiamo
Il lavoro a volte è un tempo morto
Infatti la lancetta è un prete già pronto
Sono allergico alle croci
Da piccolo avevo il collo già pieno di sfoghi
La crescita è fatta di incroci
Io sono rimasto indietro e non ti vedo più
Quante streghe hanno bruciato oggi?
Probabilmente non lo sai neanche tu
Io sogno sabbie blu nella spiaggia industriale
Ombrelloni di lamiera in questo mondo surreale
Tutto intorno, teloni in pvc con su stampato il mare
Automi giocano a racchettoni precisi sul bordo di un vulcano
La nostra pelle non sente le ustioni
Ora che attraversiamo in barca il mediterraneo
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono un perdente
In questa Ravenna decadente
Sono un perdente, sono un perdente
Cerco ancora una via coerente
Sono un perdente, sono un perdente
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono un perdente
In questa Ravenna decadente
Sono un perdente, sono un perdente
Cerco ancora una via coerente
Sono un perdente, sono un perdente
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono
Respirate il mercato da brave risorse umane
Valori, incrementi di debiti, uomini identici, fai cambio con chi ti pare
Interscambio a catena di montaggio, sabotaggio a una domenica di maggio serena
Prossimo briefing alla ghigliottina prima di sera beato chi non c’era
Delicato sui suoi passi, il futuro arriva denso come Fukushima
Rimani qui con me stanotte che il grande freddo si avvicina
Non mi hanno programmato per obbedire e questo per me è un grave danno
La carta mi secca le mani, mi secca il domani, mi secca non avere ripari
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono un perdente
In questa Ravenna decadente
In questa Ravenna decadente
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Sono un perdente, sono un perdente
In questa Ravenna decadente
Sono un perdente, sono
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
In questa Ravenna decadente
Sono un perdente, sono un perdente
Chiudo gli occhi e non penso più a niente
E non penso più a niente
Chi non conosce odia, chi non conosce ci governa, ma è ancora primavera
E avvertimi quando saranno finite le stagioni
Quanto dista il sole da quelle che chiamo illusioni
Il mio alibi è la crisi va di moda pensare divisi
Noto con piacere che ancora non ci siamo uccisi
Vivo in molecole invisibili di spazio che poi si frammentano in un loop continuo
envoyé par Alberto Scotti - 26/12/2019 - 21:02
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