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Terra senza Dio

Mireille Safa
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Mireille Safa

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Geotenn ar marv
(Denez Prigent)
Alep Syriacon Valley
(Mireille Safa)
Donna stuprata
(Mireille Safa)


2017
Nuovo Cantacronache Volume Uno (Materiali Musicali/Irma Group)
nuovo
testo di Beppe Chierici e musica di Giuseppe Mereu

Nato nel 1957 a Torino con lo scopo di valorizzare il mondo della canzone popolare attraverso l’impegno sociale, il Cantacronache ha raccontato l’Italia del dopoguerra, attraverso le voci di Fausto Amodei, Michele Straniero, Sergio Liberovici, Emilio Jona, Margot Galante Garrone, con uno spirito critico ed anticonformista, consegnando alla memoria collettiva fatti e momenti della storia sociale e politica, ed avvalendosi della collaborazione di scrittori come Italo Calvino, Mario Pogliotti, Franco Fortini, Umberto Eco e Gianni Rodari. A distanza di sessant’anni, e con la supervisione dell’indomita Margot Galante Garrone, il Cantacronache torna in vita, grazie alla collaborazione nata tra il comitato editoriale de “Il Cenacolo di Ares”, Materiali Musicali e Irma Records, per un progetto che vedrà succedersi ben cinque album nel corso del 2017. Il primo volume del Nuovo Cantacronache è franco-libanese Mireille Safa, la quale ha interpretato dieci brani con testi di Beppe Chierici e musiche di Giuseppe Mereu e delle stessa Margot, registrati e mixati da Luca Veroni e Francesco Veroni con Igor Lampis tra i Doc Pippus Studios e i Sound Station Studios con la partecipazione straordinaria di Michele Uccheddu alle percussioni. Si tratta di dieci brani che partono da una prospettiva diversa, e più universale ed attuale, di quella del Cantacronache di fine anni cinquanta, ma ne condividono la medesima consapevolezza e forza espressiva. E’ il caso dell’iniziale “Terra senza Dio” e “Alep Syriacon Valley” che raccontano il dramma della guerra che insanguina ed impoverisce il continente Africano ed il Medio Oriente, o di “Erode non è morto” sul tema dell’infanzia negata, o ancora la struggente “Donna stuprata” ad emergere sono le violenze perpetrate sulle donne. Ad impreziosire i brani sono arrangiamenti che mescolano folk e world music, e nei quali di tanto in tanto fanno capolino gli interventi in lingua araba della cantante franco-libanese, ad imprimere ancor più forza evocativa.
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Addio antica terra ostile e amara
terra di erranze, avara di speranze
anda terra, incolta e disseccata
terra spietata, da Dio abbandonata.
Terra ingrata dove adesso muore
chi ti ha irrigato con il suo sudore.

Non piove più da mesi e la savana
È ridotta li una distesa sahariana.
baobab si aggrappa al suo futuro
come un gladiatore morituro.
Sabbia, vento, desolazione e pianto
La siccità ha disteso il proprio manto.

Non si sente più ridere la iena,
la gazzella è scomparsa dalla scena,
i felini sono uccisi dalla gran sete
e la morte ha raggiunto le sua mete.
Non c'è traccia di vita in quella terra
la natura ha perso ancora un'altra guerra.

Programmi di interventi abbandonati
promesse scordate e mai tenute,
scuole mai create, pozzi mai scavati
Culture e villaggi devastati
per guerre di potere fratricide

fra chi predicò pace e adesso uccide.
La colpa è del bianco!
Del capo guerriero!
Di chi c'era prima!

La colpa è del clima!
Del giallo venuto a cercar l'oro nero!
La colpa è di Wall Street e del suo impero
Della religione che ovunque insinua
La colpa È di tutti! ... e ancora continua.

وداعاة" يا لرض القداما
العداءبية: المرة
ارض الترحل, بخيلة باللامل
ارض قاحطة؛ جرداء وجافة
ارض بلا رحمة هاجرها الله
ارض يموت فيها
اللذي رواقي بعرقه
وداعا" يا ارضضيء وداعا”...
وداها"...

Contributed by Dq82 - 2019/12/3 - 15:25




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