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Bee ya ma yee ah, Afrika !

Bernard Binlin Dadié
Lingua: Mende


Bernard Binlin Dadié

Lista delle versioni e commenti


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[1997]
Kpambi / Poesia / Poésie / A Poem by / Runo :
Bernard Binlin Dadié
Film /Movie / Film / Elokuva :
Steven Spielberg
Amistad
Mijiki / Musica / Musique / Music / Sävel:
John Towner Williams
Yaabla / Interpreti / Interprétée par / Performed by / Laulavat:
1.Reprise-Hollywood Studio Symphony, Direttore John Williams
2.Suite-Hollywood Studio Symphony, Direttore John Williams
3.Reprise-Auditorio Nacional de Música de Madrid , Direttore Miguel Roa
4.Reprise-The City of Prague Philharmonic Orchestra
5.Reprise-Fairfield County Children's Choir, Connecticut





*Dunya Lahi Nuvuu Lɔnyisia Va* [Dichiarazione Universale dei Diritti Umani in lingua mende]

1. Ngayilii Ye Ngilei [Articolo 1]
Numuvuisia Kpɛlɛɛ ta ti le tɛ yɛ nduwɔ ya hu, tao ti nuvuu yei kɛɛ ti lɔnyi maa hɛwungɔ. Kiiya kɛɛ hindaluahu gɔɔla a yɛlɔ ti hun. Fale mahoungɔ ti ti nyɔnyɔhu hoi kia ndeegaa.
[Tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in dignità e diritti. Sono dotati di ragione e coscienza e debbono agire gli uni verso gli altri in spirito di fraternità]



Il testo e la musica
Bernard Binlin Dadié , venuto a mancare sei mesi fa, fu un letterato engagé della Negritudine e ministro della cultura ivoriano. Oltre a romanzi e drammi scrisse anche delle poesie.
La poesia di cui si tratta , Sèche tes pleurs Afrique, fu scritta in francese. Nel film di Spielberg alcuni dialoghi tra gli schiavi sono in mendo, lingua parlata in Sierra Leone. Il musicista John Williams intuì che una riduzione della poesia "Sèche tes pleurs, Afrique” in lingua mende sarebbe andata a pennello come colonna sonora del film. E così fu. Il brano proposto è la OST #1 e #14.



Le vicende storiche da Wikipedia

Amistad (in italiano letteralmente: Amicizia) fu una goletta costiera a due alberi del XIX secolo, battente bandiera spagnola. Divenne il simbolo dell'abolizione dello schiavismo in seguito a un ammutinamento messo in atto da schiavi africani nel luglio 1839, i quali furono catturati, processati e assolti.

Ammutinamento del 1839
Nella prima metà del XIX secolo il trasporto illegale degli schiavi a bordo di navi negriere dall'Africa occidentale all'Avana (Cuba, all'epoca colonia della Spagna) era una pratica abituale, sebbene fosse proibita da tempo. Durante il tragitto i prigionieri erano stivati incatenati in spazi molto ristretti, in stato di malnutrizione e di maltrattamento. Queste condizioni erano ancora più precarie sulla Amistad, che non era nata come nave per il trasporto di schiavi, ma di merce per il commercio costiero.
Nel giugno del 1839 dalla nave negriera portoghese o forse brasiliana Teçora, giunsero all'Avana circa 500-700 schiavi catturati in Sierra Leone. Il 26 giugno furono quindi imbarcati sulla Amistad, capitanata da Ramón Ferrer, 53 schiavi mendi (49 maschi adulti acquistati da José Ruiz, e 4 bambini, di cui 3 femmine e 1 maschio, questi ultimi acquistati da Pedro Montes ma giunti con un'altra nave, gli altri infatti li videro per la prima volta a bordo della Amistad). La destinazione del viaggio era il porto di Guanaja, piccola cittadina della costa centro-settentrionale oggi parte del comune di Esmeralda, nell'allora provincia di Puerto Principe, odierna Camagüey, per destinare gli schiavi comprati dagli spagnoli a lavorare nelle proprie piantagioni di zucchero.
Durante la traversata, nella notte tra il 30 giugno e il 1º luglio, gli schiavi si ammutinarono, guidati dal nero Sengbe Pieh, poi noto negli Stati Uniti d'America come Joseph Cinque. I prigionieri riuscirono a impadronirsi della nave. Uccisero dapprima il cuoco di bordo, il mulatto Celestino di origine portoricana e poi il capitano Ramón Ferrer, spagnolo di Ibiza, mentre altri due membri dell'equipaggio riuscirono a fuggire su una lancia con la quale raggiunsero l'Avana dando l'allarme.

Degli altri membri dell'equipaggio rimasero in vita Ruiz, Montes e lo schiavo del capitano, Antonio, che fece da interprete. Gli schiavi ordinarono agli spagnoli di cambiare rotta per dirigersi verso l'Africa, ma essi finsero di obbedire ingannandoli, navigando invece di notte verso nord-ovest e solo di giorno verso est. La Amistad fu quindi abbordata il 26 agosto 1839 dal guardacoste USRC Washington del servizio navale della finanza statunitense (la United States Revenue Cutter Service), comandato dal tenente di vascello Thomas Gadney, e da questi presa in custodia poco al largo di Culloden Point, Long Island, New York, dove gli ammutinati avevano fatto gettare l'àncora per recarsi sulla costa e procacciarsi così acqua e cibo.
Per poterne reclamare la relativa ricompensa dovuta al salvataggio della nave secondo le prassi del diritto marittimo, gli schiavi ribelli (considerati merce) furono catturati e condotti in porto a New London nel Connecticut, dove, a differenza dello Stato di New York, la schiavitù era ancora tecnicamente legale.

Il 7 gennaio 1840 i prigionieri furono processati per ammutinamento: il giudice ritenne non rilevante il motivo per cui si trovassero sulla nave, cioè essere schiavi, rispetto al fatto che ne avessero assunto il controllo con la forza. Parte dell'opinione pubblica statunitense non accettò il verdetto e nacque un movimento di dissenso, nel quale si distinse il Comitato della Amistad, che già durante il processo si era battuto per ottenere la libertà dei prigionieri e l'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti. Tra i più attivi all'interno del gruppo figurò l'avvocato Roger Baldwin.
Per poter comunicare con gli schiavi un membro del comitato, il professore Josiah Willard Gibbs, Sr., imparò a contare fino a dieci nella lingua mende e si recò al porto di New York, contando ad alta voce. Si fece così notare da James Covey, un marinaio africano della HMS Buzzard (un brigantino appartenente alla Marina britannica) in grado di comprendere e parlare la lingua mende, che divenne il tramite tra il comitato e gli schiavi.

Grazie al dialogo che finalmente si riuscì a instaurare tra difensori e difesi, il comitato riuscì a dimostrare che gli africani erano stati catturati illegalmente, che l'ammutinamento era stato compiuto per rivendicare il loro diritto alla libertà e che pertanto tale azione non poteva essere considerata un reato. La nuova sentenza, emessa nel gennaio 1840, accolse la tesi della difesa, conferì agli schiavi lo status di uomini liberi e rigettò la rivendicazione della Spagna di Isabella II, che ne chiedeva la restituzione come merce in base al Trattato di Pinckney del 1795.

La sentenza contrastava con la politica del presidente Martin Van Buren, tesa a mantenere buone relazioni con la Spagna e, sul piano interno, a non opporsi direttamente alla schiavitù, evitando uno scontro con gli Stati del sud favorevoli allo schiavismo onde favorire una sua rielezione a presidente. Egli sostenne dunque la decisione dell'accusa di proporre appello alla sentenza, portando il caso dinanzi alla Corte Suprema il 23 febbraio 1841. In difesa degli schiavi si schierò l'ex presidente John Quincy Adams: il 24 febbraio, supportato da Baldwin, tenne la sua arringa, riuscendo a convincere la Corte a decretare il 9 marzo 1841 lo stato di libertà degli imputati.
Poiché il governo degli Stati Uniti rifiutò di sobbarcarsi le spese per il ritorno in Africa dei Mendi sopravvissuti, un gruppo di abolizionisti e gli stessi africani raccolsero i fondi necessari a noleggiare la nave Gentleman, che partì per la Sierra Leone nel novembre del 1841. Giunti in patria nel gennaio del 1842, trovarono le loro dimore distrutte e le loro famiglie scomparse, probabilmente in seguito ad altre razzie di commercianti di schiavi.
La Spagna per molti anni chiese un indennizzo agli Stati Uniti per il danno dovuto alla perdita degli schiavi.
Alla Amistad è intitolata una strada all'Avana.



La lingua Mende
Il mendo è una delle lingue parlate nella Sierra Leone e Liberia da 1,5 milioni di persone. Fa parte della famiglia delle lingue mande, parlate nell’Africa Occidentale. Il gruppo è il niger-kordofaniano che comprende la maggior parte di lingue e dialetti dell’Africa centro-meridionale.
E’ una lingua tonale (il significato delle parole cambia a seconda del tono dei fonemi): ha due toni, alto e basso, e due intonazioni, ascendente e discendente. Grafemi: 24 consonanti e 7 vocali. Si scrive con caratteri latini.
Il suo codice ISO 639-3 è [men]. Non va confusa con un’altra lingua omonima parlata nel Papua-Nuova Guinea della famiglia Sepik , il cui codice ISO 639-3 è [sim].

Il film
La sceneggiatura del film di Spielberg si ispirò alla novella Echo of Lions pubblicata dalla statunitense Barbara Chase-Riboud nel 1989 secondo la tesi sostenuta dalla scrittrice che intentò causa per plagio. Secondo Spielberg e il suo sceneggiatore David Franzoni il film fu ispirato invece a Black Mutiny, un racconto di William A. Owens, a Black Odyssey di Mary Cable e a Mutiny on the Amistad dello storico Howard Jones. Dopo lunghe vicende pare che la pendenza giudiziaria si sia conclusa in Francia con un arbitrato di cui non sono stati resi i termini.
Il film è improntato ad uno stile epico ed alla celebrazione della democrazia americana, i fatti storici sono stati “pettinati” come succede nei film di genere non documentario. Ebbe comunque il merito di riportare alla ribalta un fatto ed un periodo di storia largamente ignorato. Notevole l’interpretazione di Anthony Hopkins nel ruolo dell’avvocato John Quincy Adams, ex presidente degli Stati Uniti nel 1825, dopo Monroe.
Il film ottenne notevoli riconoscimenti alla premiazione Oscar del 1998, tra cui la colonna sonora di John Williams.


Premessa alle traduzioni e versioni
Il testo della canzone non è la traduzione letterale in mendo della poesia “Sèche tes pleurs, Afrique“. Purtroppo tutti i siti in rete, nessuno escluso, incorrono in tale errore e affiancano i due testi, anche se ci vuole poco a rendersi conto che sono due cose diverse, non foss’altro che per le ripetizioni e gli schemi del testo mendo.
Ho avuto l’opportunità di disporre della traduzione letterale di gran parte del testo da una californiana , Sarah Culberson, discendente da una famiglia della Sierra Leone.
Al testo della canzone , che ricalca fedelmente l’audio dei videoclip, e alle sue traduzioni in inglese e italiano fa seguito il testo originale della poesia di Bernard Binlin Dadié e la sua traduzione in italiano 

[Riccardo Gullotta]
BEE YA MA YEE AH, AFRIKA !

Bee ya ma yee ah,
bee len geisia bee gammah.
Bee ya ma yee ah,
bee len geisia tee yamanga.

Baa wo, kah ung biah woie yaa.
Baa wo, kah ung biah woie yah, yah.
Oo be ya ma yee ah,
bee len geisia tee yamanga.

Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh, Afrika.

Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh, Afrika.

Bee ya ma yee ah,
bee len geisia tee yamanga.
Mu ya mah mu yeh,
bee len geisia bee gammah.

Oo bee ya mah yee ah
Bee len geisia tee yamanga.
Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh, Afrika.

Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh, Afrika.

Be ya mah yee ah,
bee len geisia tee yamanga.
Be ya mah yee ah,
bee len geisia bee gammah.
Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh, Afrika.

Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh, Afrika.

Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh,
Mu ya mah mu yeh, Afrika.

inviata da Riccardo Gullotta - 6/10/2019 - 10:21




Lingua: Inglese

Yawoteni / English translation / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Riccardo Gullotta , dalle traduzioni parziali di Sarah Culberson , di John Williams (e un manuale mende)
DRY YOUR TEARS, AFRIKA ![1]

Dry your tears
your children are with you.
Dry your tears
your children have returned.

Out of the storms and squalls
Out of the storms and squalls
Of fruitless journeys,
your children have returned.

We have returned home,
We have returned home,
We have returned home, Afrika.

We have returned home,
We have returned home,
We have returned home, Afrika.

Dry your tears,
your children have returned.
Dry your tears,
your children are with you.

Of fruitless journeys,
your children have returned.
We have returned home
We have returned home
We have returned home, Afrika.

We have returned home
We have returned home
We have returned home, Afrika.

Dry your tears,
your children have returned.
Dry your tears,
your children are with you.

We have returned home,
We have returned home,
We have returned home, Afrika.

We have returned home,
We have returned home,
We have returned home, Afrika.

We have returned home,
We have returned home,
We have returned home, Afrika.
[1] con la k nel testo della Colonna sonora

inviata da Riccardo Gullotta - 6/10/2019 - 10:25




Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
AFRICA, ASCIUGATI LE LACRIME !

Asciugati le lacrime,
i tuoi bimbi stanno con te.
Asciugati le lacrime,
i tuoi bimbi sono ritornati.

Non più burrasche né tempeste
Non più burrasche né tempeste
Di viaggi a vuoto,
i tuoi bimbi sono ritornati.

Eccoci a casa,
Eccoci a casa,
Eccoci a casa, Africa.

Eccoci a casa,
Eccoci a casa,
Eccoci a casa, Africa.

Asciugati le lacrime,
i tuoi bimbi sono ritornati.
Asciugati le lacrime,
i tuoi bimbi stanno con te.

Non più burrasche né tempeste
i tuoi bimbi sono ritornati.
Eccoci a casa,
Eccoci a casa,
Eccoci a casa, Africa.

Eccoci a casa,
Eccoci a casa,
Eccoci a casa, Africa.

Asciugati le lacrime,
i tuoi bimbi sono ritornati.
Asciugati le lacrime,
i tuoi bimbi stanno con te.

Eccoci a casa,
Eccoci a casa,
Eccoci a casa, Africa.

Eccoci a casa,
Eccoci a casa,
Eccoci a casa, Africa.

Eccoci a casa,
Eccoci a casa,
Eccoci a casa, Africa.

6/10/2019 - 10:26




Lingua: Francese

TEXTE ORIGINAL de Bernard Binlin Dadié
SECHE TES PLEURS, AFRIQUE!

Tes enfants te reviennent
dans l’orage et la tempête des voyages infructueux.
Sur le ris de l’onde et le babil de la brise,
Sur l’or des levants
Et la pourpre des couchants
des cimes des monts orgueilleux
Et des savanes abreuvées de lumière
Ils te reviennent
dans l’orage et la tempête des voyages infructueux.
Sèche tes pleurs, Afrique
Ayant bu
À toutes les fontaines
d’infortune
et de gloire,
Nos sens se sont ouverts
à la splendeur de ta beauté
à la senteur de tes forêts,
à l’enchantement de tes eaux
à la limpidité de ton ciel
à la caresse de ton soleil
Et au charme de ta verdure emperlée de rosée.
Sèche tes pleurs, Afrique!
Tes enfants te reviennent
Les mains pleines de jouets
Et le coeur plein d’amour.
Ils reviennent te vêtir
De leurs rêves et de leurs espoirs. 

inviata da Riccardo Gullotta - 6/10/2019 - 10:28




Lingua: Italiano

Traduzione italiana del testo originale
Italian translation of the original text
Traduction italienne du texte original
Alkuperäisen tekstin Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
AFRICA, ASCIUGATI LE LACRIME!

I tuoi figli stanno tornando da te
nella tempesta e nel tormento di peregrinazioni senza raccolto
Sulla gaiezza dell'onda e sul balbettio della brezza,
Sull'oro delle albe
E il rosso dei tramonti
dalle vette di montagne superbe
E savane bagnate di luce
Stanno tornando da te
nella tempesta e nel tormento di peregrinazioni senza raccolto.
Africa, asciugati le lacrime.
Abbeverati
a tutte le fonti
di sventura
e di gloria,
I nostri sensi si sono aperti
allo splendore della tua bellezza
al profumo delle tue foreste,
all'incanto delle tue acque
alla limpidezza del tuo cielo
alla carezza del tuo sole
E al fascino della tua vegetazione bordata di perle di rugiada
Africa, asciugati le lacrime!
I tuoi bimbi stanno tornando da te
Con le mani piene di balocchi
E il cuore gonfio d'amore.
Ritornano per agghindarti
Con i sogni e le speranze loro.

inviata da Riccardo Gullotta - 6/10/2019 - 10:29


Grazie Riccardo Gullotta, bellissimo brano e pagina molto ben costruita.
Saluti

B.B. - 6/10/2019 - 13:02




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