Francesco Guccini: Il compleanno
GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCGLangue: italien
Non è proprio il giorno del tuo compleanno,
però è di domenica che le feste si fanno
e di sera tuo padre vuol stare a guardar la T.V.
Hai messo il vestito modello francese
che è quasi costato la paga d'un mese...
L'amica ti ha detto dov'è il parrucchiere
che è caro, ma è tanto bravino,
tua madre ti ha fatto la torta di riso,
darai un po' di vermut e un poco di vino,
su "Grazia" hai imparato a ricevere gli ospiti e ormai
aspetti che inizi la grande giornata,
la sala migliore è di già illuminata,
ti guardi allo specchio, sei un po' emozionata perché
lui verrà...
Arrivano i primi in ritardo di rito,
l'amica migliore ti ha copiato il vestito
e attorno a sé sparge il suo fascino e odor di "Chanel".
Ti han fatto il regalo, son stati carini,
il disco di moda ed i cioccolatini.
La zia dalla porta ti manda i cugini:
"perché non volete i bambini"?
Si mettono i dischi, si balla allacciati,
c'è un po' di penombra, son tutti accoppiati,
arriva la torta, si ride e si scherza ed ormai
il tempo è passato e la grande giornata
è quasi finita e non è cominciata:
hai visto che lui la tua amica ha baciato e da te
non verrà...
Non piangere il giorno del tuo compleanno,
gli amici ti guardano, cosa diranno,
tra un po' se ne andranno e tuo padre starà alla T.V...
Non hai più il vestito modello francese,
le luci di sala non sono più accese,
la festa è finita e son tante le spese
e siam solo ai primi del mese.
L'amica migliore ti ha già salutato,
appena lei è uscita anche lui se n'è andato,
ti ha appena guardato per correre fuori con lei.
Consolati e pensa che il tuo compleanno
ritorna fra poco, soltanto fra un anno,
gli amici gentili un regalo faranno, ed il tuo tempo va
e non tornerà...
però è di domenica che le feste si fanno
e di sera tuo padre vuol stare a guardar la T.V.
Hai messo il vestito modello francese
che è quasi costato la paga d'un mese...
L'amica ti ha detto dov'è il parrucchiere
che è caro, ma è tanto bravino,
tua madre ti ha fatto la torta di riso,
darai un po' di vermut e un poco di vino,
su "Grazia" hai imparato a ricevere gli ospiti e ormai
aspetti che inizi la grande giornata,
la sala migliore è di già illuminata,
ti guardi allo specchio, sei un po' emozionata perché
lui verrà...
Arrivano i primi in ritardo di rito,
l'amica migliore ti ha copiato il vestito
e attorno a sé sparge il suo fascino e odor di "Chanel".
Ti han fatto il regalo, son stati carini,
il disco di moda ed i cioccolatini.
La zia dalla porta ti manda i cugini:
"perché non volete i bambini"?
Si mettono i dischi, si balla allacciati,
c'è un po' di penombra, son tutti accoppiati,
arriva la torta, si ride e si scherza ed ormai
il tempo è passato e la grande giornata
è quasi finita e non è cominciata:
hai visto che lui la tua amica ha baciato e da te
non verrà...
Non piangere il giorno del tuo compleanno,
gli amici ti guardano, cosa diranno,
tra un po' se ne andranno e tuo padre starà alla T.V...
Non hai più il vestito modello francese,
le luci di sala non sono più accese,
la festa è finita e son tante le spese
e siam solo ai primi del mese.
L'amica migliore ti ha già salutato,
appena lei è uscita anche lui se n'è andato,
ti ha appena guardato per correre fuori con lei.
Consolati e pensa che il tuo compleanno
ritorna fra poco, soltanto fra un anno,
gli amici gentili un regalo faranno, ed il tuo tempo va
e non tornerà...
envoyé par Riccardo Venturi - 25/9/2019 - 14:25
Krzysiek, grazie veramente doppie! Senza saperlo, mi hai fatto esattamente gli auguri all'ora e minuto quasi spaccato in cui sono nato (alle 23.45, ho "mancato" il 26 settembre per un quarto d'ora :-P): un tempismo eccezionale! :-) Un abbraccio a te!
Riccardo Venturi - 26/9/2019 - 01:38
Grazie di tutto Francesco, e tanti auguri per i tuoi primi ottant'anni. :)
daniela -k.d.- - 14/6/2020 - 13:26
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[1970]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Francesco Guccini
Album / Albumi: Due anni dopo
La vera storia del “Compleanno”
di Riccardo Venturi.
Oggi sarebbe il mio, di compleanno, ma non si tratta di questo: si tratta, invece, di avere -per una felicissima intuizione capitàtami proprio in questo fausto giorno (non ho mai capito, poi, perché debba essere proprio fausto: poteva essere un giorno piero, o un giorno giuseppe, o -al limite- un giorno riccardo)- risolto finalmente il mistero nascosto in questa oramai àvita canzone di Francesco Guccini. A proposito d'éssa, è stato detto che è una delle poche canzoni del Vate di Pàvana (se non proprio l'unica) di “stile francese”; ma non ho mai capito bene in che cosa consista codesto “stile”, anche se l'hanno detto fior di critici e musicologi e anche se non capisco, mi adeguo. Ma parlavo della mia felice intuizione; a dire il vero, era già un po' che l'idea mi frullava per la testa, qualche particolare qua e là, qualche dettaglio apparentemente insignificante...oggi, finalmente, come dicevo, nel fausto giorno del mio genetlìaco (alla mia età, oramai, si può in via eccezionale adoperare questo regale termine), la Verità mi è comparsa sul suo carro alato. La vexata quæstio era: Di chi parla questa canzone? Di chi era il compleanno, il fausto giorno descritto nella sua storia? Di ipotesi ne sono state azzardate tante: una banale amica di Guccini ancora viva (un'altra, come tutti sanno, la aveva fatta spiaccicare in un tragico incidente stradale), la sua vecchia zia, una storia di fantasia....ebbene no. Tali ipotesi vanno scartate definitivamente. Questa canzone parla del 16° compleanno di Giorgia Meloni, e ve ne dimostrerò il perché.
Ambiente piccolo borghese di rigorosa prammatica. Il sig. Meloni, in una domenica sera tipicamente italiana, vuole guardare la televisione (una Brionvega in bianco e nero acquistata da poco con tanti sacrifìzi) anche perché c'è la “Domenica Sportiva” e non ci sono cristi di guardare altro. La festicciuola di compleanno della giovane Giorgia, emozionatissima, dovrà quindi svolgersi nel pomeriggio domenicale, avendo ella ottenuto dai Genitori della sua sana e tradizionale famiglia italiana il permesso di utilizzare il Salotto® di casa (e qui, tiè, fanno evidentemente capolino le tipiche atmosfere gozzaniane dell'Autore, il salotto di Nonna Speranza, le piccole cose di pessimo gusto, venticinqu'anni son vecchio! Son vecchio! Eccetera). La giovanissima Giorgia, per l'occasione, sfoggia un vestitino acquistato all'Upim, “modello francese” (confezionato in realtà dalla Premiata Ditta “Ottorino Pinzauti” di Prato), per la quale si è -peraltro- letteralmente svenata buttandoci tutta la paghetta mensile e rimanendo quindi senza il becco di un quattrino. La sua migliore amica (le due, chiaramente, si odiano come avviene sovente tra “migliori amici”) ha completato l'opera spedendola a farsi l'acconciatura dal parrucchiere “Shylock's” (“ricciolo timido” in inglese), notissimo usurajo di via Tuscolana, ottantamila lire dell'epoca per una permanente, pagamento sull'unghia oppure in natura. Ma l'adolescente Giorgia ha deciso comunque di fare le cose in grande; si è persino documentata attentamente su “Grazia” per diventare una perfetta padrona di casa. Il problema è che, essendo praticamente in bolletta per il vestito e il parrucchiere, le tocca servire per la festa gli avanzi di casa o poco più: una tortaccia di riso (con poco zùcchero, perché costa parecchio) fatta da mamma Meloni -che, fra le altre cose, ha sbagliato la cottura fabbricando una specie di Vinavil dolcificato- e i resti di un paio di bottiglie di alcolici, una mezza boccia di Vermut del Carabiniere acquistata da suo padre per festeggiare la trasvolata atlantica di Italo Balbo, e un fiasco di vino rosso del droghiere all'angolo, di assai dubbia provenienza. Ma poco importa. Perché Lui verrà!
Il “Lui” in questione è tale Amedeo Carrozza Von Thurn und Taxis, di famiglia agghiacciantemente aristocratica e di antichissimo lignaggio, compagno di scuola della Giorgia sebbene due classi avanti (presso il liceo classicamente scientifico, o scientificamente classico, “Giosuè Pascoli”), detto “So' de turno cor tàxi”, che ultimamente ha preso coscïenza ripudiando la famiglia (dalla quale, comunque, continua ad essere abbondantemente foraggiato), la sua classe (sociale, non quella scolastica dalla quale pilucca qua e là alcune compagne) e la maledetta borghesia oramai morta, ed è diventato un importante leader studentesco in quegli anni di cambiamento e di rivoluzione. Sta in mezzo a: Potere Operajo, Avanguardia Comunista Libertaria, Lotta Precipua, Collettivo Ciu-En-Lai, Gruppo Francisco Ascaso, Servi' Er Pòpolo ed altri gruppuscoli della Galassia; è decisamente un bel figliuolo e sa di esserlo, con quel suo fascino torbido di giòvane che sta cambiando il mondo. La migliore amica della Giorgia ne è, come dire, cotta come una pera e ha deciso, proprio nel Salotto® dell'amica, di esercitare le sue arti di seduzione (ne conosciamo anche il nome: tale Daniela Sant'Anché, detta “Dany Holy-Also-Is”): avendo previamente fatto spolpare fino all'osso la Giorgia, la quale ha dovuto mettersi qualche goccia di un profumaccio della Stanhome trovato in bagno che le ha dato un deciso effluvio di naftalina, zàc!, è andata a comprarsi un bottiglione di Chanel n° 5 e se ne e' cosparsa in abbondanza. La tragedia sta per consumarsi.
La giovane Giorgia, che segretamente aveva studiato tutte le problematiche socio-culturali dell'epoca, si era esercitata allo specchio a fare il pugno chiuso e aveva letto da cima a fondo il “Libretto Rosso” di Mao in versione romanesca (con la lingua italiana era ancora un po' incerta), incamera i regali (il disco con la romantica canzone “Ho scritto T'amo sulla scabbia” di Franco I e Franco IV e una scatola di cioccolatini di squisita risulta), si prepara al clou della festa: i balli lenti, durante i quali potrà finalmente dichiarare il suo amore proletario al ragazzo de' suoi sogni, preparandosi ad essere sua sposa fedele e divota, madre de' suoi figli e compagna silenziosa ma presente. Riesce, con una mossa disperata, a respingere a calci nel culo i cuginetti della porta accanto, che si erano preparati scrupolosamente per rompere i coglioni; alle rimostranze della zia, la sbatte prima nel muro e poi le fa rotolare due rampe di scale tra gli applausi della folla. I balli possono cominciare. Arriva la torta di riso, pietosamente ingurgitata dagli òspiti (due dei quali finiranno al pronto soccorso in serata), si ride e si scherza con le gustose e argùte barzellette di Gino Bramieri mentre, di soppiatto, il ragazzo de' sogni si è appolipato in un angolo con la Dany Holy-Also-Is, abbastanza vicino al cesso da poterci sgattaiolare dentro e consumare con la migliore amica della Giorgia un rapido ancorché furibondo amplesso giovanile. I sogni si sono infranti. Bel compleanno di merda!
Mentre la Giorgia versa calde làgrime tentando di non farsi vedere dagli amici, il suo (oramai ex) ragazzo de' sogni e la sua (oramai ex) migliore amica escono volando a Reno (Nevada) per sposarsi, mentre, mestamente, tutto si spegne e la vita sembra essere terminata là, in quella triste e tragica domenica. Ma la reazione della giovane Giorgia Meloni, la cui toccante vicenda è stata narrata in questa bella canzone di Guccini (che era indubbiamente presente: un segreto custodito gelosamente per anni e anni, ma che infine è venuto alla luce!), è sorprendente. E anche, volendo, naturale. Per prima cosa, buttarsi immediatamente a destra. Via Mao, via i pugni chiusi, via 'a rivoluzziòne, fanculo a tutti e a tutto. Poi dice che uno si butta a destra. J'a'a faccio véde io, a que' du' impuniti. Me la pagheranno cara! Ollolanda! Tutti in piazza er diciannove d'ottòbbre!