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In memoria di Andrea Bergonier prete operaio

Ora Sesta
Lingua: Italiano



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[1966]
Parole e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Fra' Galdino (Luisito Bianchi)
Voce e chitarra / Voice and guitar / Voix et guitare / Ääni ja kitara: Giorgio Pazzini
Album / Albumi: Fra' Galdino racconta e canta

orasestabergonier


"Andrea Bergonier era un giovanissimo prete che lavorava nel porto di Marsiglia. Un giorno del febbraio 1966, mentre scaricava delle casse, ebbe il cranio fracassato. La notizia della sua morte si confuse fra quelle che quotidianamente i giornali ci danno di lavoratori morti per incidenti di lavoro. Una notizia come tante altre alle quali, ormai, la nostra buona coscienza ha fatto il callo. Ricordandoti, fratello nostro Andrea, vogliamo ricordare tutti i lavoratori che perdono la vita mentre stanno guadagnando il pane per la testimonianza che non potrà essere cancellata; vogliamo ricordare a noi stessi, spesse volte piccoli borghesi in cerca di commozione sulla pelle altrui, che «essere come loro» comporta semplicemente «essere come loro». Grazie, fratello Andrea, per avercelo insegnato con la tua morte. Te lo diciamo con la stessa voce e gli stessi sentimenti dei tuoi compagni di lavoro." - orasesta.it

andrebergonierAndré Bergonier era nato a Chartres il 19 gennaio 1929 in una famiglia ligia all'ordine e alle tradizioni. Di carattere al tempo stesso meditativo e indipendente, perde la madre all'età di dieci anni e studia presso i Fratelli delle Scuole Cristiane e al liceo della Prytané di La Flèche. Ebbe a dichiarare: “Fino a venti anni, io mi ero nutrito di libri di guerra, d'avventure, di biografie di uomini illustri, perché io volevo vibrare per qualche cosa che mi superasse”; per questo, nel 1951 entra all'accademia militare di Saint-Cyr. Vi resta fino al febbraio del 1954 quando taglia i ponti con tutto il suo passato e, spinto sia dalla vocazione che da un impeto verso la testimonianza tra i lavoratori e nel mondo del lavoro, entra in seminario a Pontigny andando nel contempo a lavorare prima in un cantiere di Nanterre e poi, per due anni, in un'officina meccanica a Colombes. Il suo “avvenire sistemato” come ufficiale, la carriera militare, tutto viene messo da parte con una scelta radicale: sacerdote e lavoratore, senza ripensamenti. Si immerge nel lavoro perché crede in Gesù Cristo e che tutti gli uomini siano fratelli. Il 7 settembre 1965 viene ordinato prete; si era nel frattempo, già dal 1961, trasferito a Marsiglia per lavorare come scaricatore di porto, lontano dalle strutture stanche e sclerotiche della Chiesa: “Io sono sulla banchina del porto perché Cristo deve essere là”. Mercoledì 24 novembre 1965, poco più di due mesi dopo la sua ordinazione, gli scaricatori lavorano con un grosso carico di balle di caffè brasiliano trasportate da un cargo; all'ultima cala prima della pausa di mezzogiorno, una parte del carico si stacca all'improvviso dalla gru e colpisce proprio André Bergonier, che precipita nella stiva del cargo facendo un volo di sette metri. Il prete operaio muore sul colpo. Accorre un collega, un lavoratore nordafricano che lo riconosce e dà, inutilmente, l'allarme; “Dédé” (così lo chiamavano i compagni) è già morto. Un altro suo collega, musulmano, lo chiamava “fratello dell'umanità”. [RV]


Ora Sesta

orases"Il gruppo “Ora Sesta”, ispirato all’episodio evangelico dell’incontro di Gesù con la Samaritana, era attivo a Roma negli anni 1966-67 e raccoglieva alcuni amici che, nel sentirsi Popolo di Dio e nei loro legami elettivi con il Movimento Operaio e Contadino, avevano riconosciuto la base comune per l’approfondimento culturale dei grandi temi su cui si gioca il destino dell’umanità (la pace, il lavoro, l’ecumenismo, la solidarietà internazionale, la libertà, la partecipazione democratica, la fratellanza universale). Non era un gruppo di teorici o di speculatori. Ogni elaborazione o ripensamento voleva partire dai fatti, dalla storia, dalla vita nel suo svolgersi, con riferimento costante all’uomo che di tutto ciò è protagonista. Dalla vita e della storia dei poveri e dei diseredati, già portatori di una cultura spesso dimenticata ed incompresa, il gruppo voleva trarre alimento e voleva cercare di esserne umile e rispettoso interprete, diffondendo poi ogni frutto ottenuto come momento di ulteriore promozione e presa di coscienza.

Dopo quaranta anni i motivi ispiratori del gruppo sono quanto mai attuali all’inizio di un millennio in cui le tante ombre sono però illuminate dalla speranza cristiana. Gli “Amici dell’Abbazia di Viboldone” in occasione degli ottanta anni di fra’ Galdino, autore delle canzoni, hanno deciso di rieditare la produzione musicale del gruppo, piccolo contributo nel testimoniare la fede nella pace fondata sulla giustizia."

Don Luisito Bianchi ("Fra' Galdino") [1927-2012]
Don Luisito Bianchi ("Fra' Galdino") [1927-2012]
“Un terzo e ultimo aspetto da tenere presente riguarda, infine, non più le nuove sonorità e i nuovi testi che stanno entrando nel mondo giovanile cattolico, ma piuttosto quelli che ne escono. Infatti, se in quegli anni nuovi gruppi musicali nascono in ogni angolo del paese (nelle fabbriche, nelle università, tra i gruppi spontanei), è inevitabile che anche in seno al complesso e articolato mondo dei gruppi giovanili cattolici sorgano esperienze musicali volte a tradurre le problematiche che animano la contestazione in un linguaggio musicale e testuale in cui sia riconoscibile la matrice cattolica. Da questo punto di vista, accanto ai gruppi che si dedicano a rinnovare il patrimonio di canti destinati ad accompagnare le celebrazioni liturgiche, si producono esperienze di canzone politica vera e propria; la più straordinaria di queste esperienze è, probabilmente, quella di un gruppo poco noto conosciuto allora e del tutto dimenticato oggi, ma che tra il 1963 e il 1967 riesce ad incidere sette dischi, le cui copie circolano clandestinamente in molte parrocchie: il gruppo si chiama Ora Sesta e, perché sia chiara la loro matrice ideale, sulla copertina dei loro dischi viene riportata questa presentazione:

Il gruppo Ora Sesta che ha curato questo disco raccoglie alcuni amici che, nel sentirsi Popolo di Dio e nei loro legami elettivi con il Movimento Operaio e Contadino, hanno riconosciuto la base comune per l'approfondimento culturale dei grandi temi su cui si gioca il destino dell'umanità (la pace, il lavoro, l'ecumenismo, la solidarietà internazionale, la libertà, la partecipazione democratica, la fratellanza universale).

Con una tale premessa, il gruppo affronta nelle sue canzoni sia argomenti e problematiche interne al mondo cattolico, sia, più in generale, i temi politici di maggiore attualità: i preti operai e il fariseismo di certi ambienti cattolici, il razzismo e il malgoverno democristiano, la guerra in Vietnam e l'ingiustizia dei rapporti che regolano il commercio internazionale. Le parole vengono sorrette da uno stile musicale molto vario, a volte vicino alla tradizione melodica o a quella gregoriana, ma più spesso ispirato alla musica da cabaret, che in quegli anni ha tra i suoi interpreti principali il gruppo milanese dei Gufi.

I testi degli Ora Sesta, letti oggi, appaiono come una singolare miscela di temi datati e ormai storicizzabili e di felici intuizioni ancora oggi di sconcertante attualità.”

Stefano Pivato, Bella ciao – Canto e politica nella storia d'Italia, Gius. Laterza & Figli, 2005, pp. 237-239

In memoria di Andrea Bergonier prete operaio
Senza siepi
Angelo Balzarini, minatore
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Omaggio a Meredith
Popolo e potere

Tu sei morto stamattina
nella stiva, caricando
delle casse su una nave.
I compagni di lavoro
t’hanno preso fra le braccia
con il cranio fracassato.
Han gridato senza lacrime:
Bergonier Andrea, prete!

Ripeterono il tuo nome
lungo il porto e nelle strade
le sirene e i fumaioli
le campane ed i gabbiani
e sull’onde incatramate
corse il grido senza fine:
il fratello è stato ucciso,
Bergonier Andrea, prete!

Il Maestro aveva detto
che i violenti sanno prendere
con la forza il regno eterno.
Sulla croce Pietro e Andrea
e frumento secco Ignazio
e Cecilia dolce e casta;
e fra mille e mille e mille
Bergonier Andrea, prete!

La violenza oggi è stoltezza
e sapienza l’accettare
questo mondo che si sazia
della carne del fratello
nel Viet-Nam e a San Domingo,
in Rhodesia e nell’Angola.
Tu fratello «No!» dicesti,
Bergonier Andrea, prete!

Diventasti come loro,
fatto simile al Maestro
che dall’alto aveva detto:
tutto a me trarrò d’intorno,
prostitute senza nome,
pubblicani senza patria.
E con loro tu, splendente,
Bergonier Andrea, prete!

inviata da Riccardo Venturi - 27/8/2019 - 17:38




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