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Batti il tuo tempo

Onda Rossa Posse
Lingua: Italiano


Onda Rossa Posse

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Batti Il Tuo Tempo


"Nel 1991 quando il gruppo fa uscire il vinile "Batti il tuo tempo", aperto dalle note di Ennio Morricone e percorso da un beat duro in perfetto stile USA, l'effetto è inaspettato. Il brano si impone unendo musica e politica in una esperienza che segna questo genere perché completamente priva di metafore e digressioni poetiche, si tratta di linguaggio crudo, dove gli obiettivi sono chiari. Questa autoproduzione che vende diverse migliaia di copie tramite vie diverse dai negozi musicali, segna una delle prime esperienze italiane di coniugazione di "educazione" ed "intrattenimento", inserita nel contesto della battaglia politica dichiarata dal collettivo."
it.wikipedia
Questo è il nostro tempo
ti stai fermando perché non è esaltante?
ma io lo voglio battere per farlo grande
non posso perderlo per aspettarti sucker
dicono state calmi
ma intanto io li vedo in armi
che ci stanno cercando
guarda al Leoncavallo assassini al soldo
maiali, qual è la ricompensa
la vostra ricompensa per il Leonka morto
non posso fermarmi in questa sporca terra d'armi
per questo gli rispondo nascosto nella giungla
io dico quel che vedo non invento niente
cos'altro potrei dirti
non posso consumare le menzogne
anche se ho conosciuto le sconfitte
tante
io ci sono nato
ma intorno vedo chiaro perché non vivo a caso
cos'altro potrei dirti
forza chi è che si fa sotto
batti il tuo tempo
ubriachi senza bere un sorso
come quella volta
davanti al fuoco nella strada
la nebbia si dirada
era buio e a ritmo illuminata
seguilo il ritmo della posse
Onda Rossa Posse
un battito che paga
non rimiamo per rimare noi ma per guardare il male

Batti il tuo tempo
batti il tuo tempo per fottere il potere

Io scrivo interpreto recito la rima
come nessuno prima
sì ma ho lo spirito per farlo
come i miei fratelli giù nel fondo
qualcuno sta rubando
da quando è nato: "o fai la guardia o fai il ladro"
inseguito braccato preso prigioniero un giorno presto all'alba
battito del cuore
in quattro armati per portarmi via di casa
devastata spogliata
come in un film al cinema
ma questa volta è vero
credimi è vero
chi è illegale chi illegale
il bandito il criminale
il giusto l'ingiustizia
terribile bellezza dentro le celle nei ghetti
che contrasto con i morti viventi
odiosi uomini fottuti
bastardi, senza dignità
ma con migliaia di miliardi
maestri nei disastri
tu li puoi vedere controllano il paese nel balletto del potere
vergogna
dieci anni di menzogne
triangolo di Ustica la strage di Bologna
guarda in faccia le sue colpe
vivendo in fondo
guardando intorno
alzandolo il livello puoi capirlo molto meglio
dove sono gli illegali
chi protegge noi da voi da questi criminali!

Batti il tuo tempo
batti il tuo tempo per fottere il potere

Questo è l'hip-hop
questo è il suo ritmo
stile della posse in azione
in piena azione a colpire ancora al cuore
non lo conosci?
allora attento perché batte il suo tempo
uccide il suono regole metriche del gioco
ma senza rimpianto
afferra il senso avrai qualcosa in cambio
Onda Rossa Posse sta bruciando
è in fiamme e in forze innescano esplodono la rima
in prima linea
senza mezzi soldi anzi ma tu lo stai capendo
questa oggi non è solo una festa
ti colpirà senza paura
faremo in modo che tu ne voglia ancora
fino alla fine come la pantera
aggredita assalita sempre
ma se tu ci provi fallo in maniera risoluta assoluta
perché se spari disse: "risponderò sparando"
22-8-'89 tu non puoi dimenticarlo
Newton è morto: Huey P. Newton è stato assassinato
cos'altro potrei dirti
forza chi è che si fa sotto
batti il tuo tempo
ubriachi senza bere un sorso
finiremo in una cella...
ma chi è il legale chi illegale in questa sporca terra
sequestrano la gente per degli anni
in questa sporca terra d'armi
uccidono impunite per la strada le pallottole vaganti
chi è illegale chi illegale
chi bandito il criminale
il giusto l'ingiustizia
terribile bellezza dentro le celle nei ghetti
che contrasto con i morti viventi
questo è il momento
devi batterlo il tuo tempo

Batti il tuo tempo
batti il tuo tempo per fottere il potere.

inviata da Alessandro - 18/5/2007 - 11:54


Trent'anni fa usciva il vinile di “Batti il tuo tempo" e iniziava la storia discografica del rap in italiano. L'EP conteneva due canzoni da un lato: "Batti il tuo tempo", "Categorie a rischio" e tre dall'altro: "Quello che siamo", "Omaggio a Sante", "A tempo di rap". Appena uscito dalla fabbrica me lo rigiravo tra le mani e pensavo: "mille copie sono poche, duemila troppe" . Avevamo puntato su duemila. Andarono esaurite subito. Quando lo mettevi su avevi voglia di andare in macchina e sparlarlo a palla coi finestrini abbassati per farlo sentire a tutti. "Batti il tuo tempo" è nato dal basso, nella strada, cantato per la prima volta al Forte Prenestino, imbevuto delle lotte dei centri sociali, tutto il disco è prodotto con una batteria elettronica R8, alcune strumentali americane, linee di basso e chitarra suonate, cercando qualcuno che sapesse registrare e mixare, cosa che allora non sapeva fare praticamente nessuno. Autoprodotto. L'etichetta discografica eravamo sempre noi e portava il nome di Assalti Frontali.

Quando uscì, la canzone era già famosa come colonna sonora del movimento studentesco della Pantera. L’avevamo cantata nelle facoltà occupate e alle manifestazioni e come se fosse scoccata all’improvviso l’ora X, il rap aveva fatto irruzione in Italia. Tutti si erano voltati da questa parte. Quelle tre strofe e quel ritornello rappresentano la fine degli anni ‘80 e l'inizio di una nuova era. In Tv dicevano: "E' il tempo dell’individualismo, del liberismo, della Borsa, la fine di ogni idea di rivoluzione". Noi rispondevamo: “Questo è il nostro tempo! Batti il tuo tempo! Ripigliati la vita!”. Con un linguaggio e un ritmo irresistibile.

Qualcuno ci accusò di essere troppo politici e non in linea con i pionieri. Ma nei fatti, proprio l’interpretazione politica e radicale servì ad accettare la sfida di portare il Rap in Italia. A dare un senso "nel nostro paese" a quel linguaggio, di prossimità, di empatia, di carica, riscatto e vicinanza. A dargli una base sociale e farlo uscire dalla banalizzazione in cui si trascinava. Che poi il sogno di quest'arte è rivoluzionario: opporsi alla violenza della società con la poesia e con il ritmo.

E come scrive Valerio Mattioli nel suo “Remoria – la città invertita”: “L’Onda Rossa Posse arrivò “come un ufo”. Dopo è stato diverso. La musica trovò il contenuto. In tutte le città partì il contagio. Fu un’esplosione di creatività. Si poteva fare politica, musica, comunicazione, in un modo nuovo. Dopo l'estate l'Onda Rossa Posse si sciolse. Troppa pressione per un nome importante che veniva da Radio Onda Rossa. Il disco fu lasciato come patrimonio della radio. Noi continuammo come Assalti Frontali.

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