Ho visto un gabbiano volare
sulla riva del mare
Ho visto un gabbiano volare
sopra questo dolore
un bambino che abbraccia suo padre
in una notte illuminata dal sole
ho visto una stella che cade
in una notte di agosto
ha preso un desiderio in soffitta
e l'ha fatto nostro
in questa notte di stelle di vento
di barche nel mare, notte di San Lorenzo
abbiamo l'isola nel sangue
e lo spirito di chi sa viaggiare
abbiamo mani che sanno dipingere
e terra da coltivare
sappiamo bene qual è il prezzo da pagare
per la nostra libertà
quante lacrime da versare
che nessuno scorgerà
la nostra vita è un viavai di treni
di paesaggi da disegnare
una vita fatte di parole
e di bandiere da portare
è un legame così forte che non passa più
nonostante il tempo e gli anni manchi tu
Gildo lo sai che ho ancora un mare
di domande da fare
è vero sono diventato grande
ma il bambino che ho dentro
non sa dove andare
Gildo lo sai che la vita quaggiù
ha tradito le attese
tienimi la mano come un tempo
che torniamo in paese
sulla riva del mare
Ho visto un gabbiano volare
sopra questo dolore
un bambino che abbraccia suo padre
in una notte illuminata dal sole
ho visto una stella che cade
in una notte di agosto
ha preso un desiderio in soffitta
e l'ha fatto nostro
in questa notte di stelle di vento
di barche nel mare, notte di San Lorenzo
abbiamo l'isola nel sangue
e lo spirito di chi sa viaggiare
abbiamo mani che sanno dipingere
e terra da coltivare
sappiamo bene qual è il prezzo da pagare
per la nostra libertà
quante lacrime da versare
che nessuno scorgerà
la nostra vita è un viavai di treni
di paesaggi da disegnare
una vita fatte di parole
e di bandiere da portare
è un legame così forte che non passa più
nonostante il tempo e gli anni manchi tu
Gildo lo sai che ho ancora un mare
di domande da fare
è vero sono diventato grande
ma il bambino che ho dentro
non sa dove andare
Gildo lo sai che la vita quaggiù
ha tradito le attese
tienimi la mano come un tempo
che torniamo in paese
envoyé par Dq82 - 28/7/2019 - 12:34
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L'apostrofo Rosso
Una primissima esecuzione della canzone Il partigiano bambino, fresca di componimento notturno, Luca Taddia l’aveva proposta il 18 giugno 2017, a Cà Malanca, durante la presentazione del libro dedicato alla storia di mio padre, Gildo Moncada (ricordo ancora il post sul suo profilo Facebook: “Si va al lavoro dopo una notte quasi insonne. Mi capita a volte. È arrivata l'alba che avevo finito un brano al quale pensavo da tempo. Dedicata ad una persona splendida come Raimondo Moncada e suo padre Gildo").
A Bagnacavallo il graditissimo regalo, con tanto di dedica, autografo, abbraccio e la sottolineatura: le canzoni a cui si tiene di più aprono e chiudono gli album. L’album L’apostrofo rosso è aperto dall’omonimo canto e chiuso dal Partigiano bambino.
Un componimento delicato, poetico, intenso, sentito – per me molto emozionante, nel testo, nella musica, nell’arrangiamento –, che canta un sentimento condiviso con Luca nelle prime presentazioni del libro in Emilia Romagna.
Dodici i brani contenuti nell’album, tutto in acustico.
Luca Taddia, voce e chitarra, si avvale della collaborazione di diversi artisti: Fabio Cremonini, violino e viola; Andrea Morelli, chitarra, wurlitzer; Valentina Giunta, cori.
Il libro Il partigiano bambino – la storia di Gildo Moncada, edizioni Ad Est, continua il suo cammino, inarrestabile, travolgente. Dal marzo del 2017 è stato presentato in diverse città dell’Italia e anche in Belgio, entrando pure alla Camera dei Deputati (le ultime presentazioni – in totale venticinque – a Genova e Casalgrande a fine aprile). Ha ricevuto due premi. Al libro è stato anche dedicato il concorso di letteratura “Una storia partigiana” a Lastra a Signa e il progetto lettura del liceo Linares di Licata. Ora il canto di Luca Taddia. E non è finita qui.
Raimondo Moncada