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Esplanadi

Hootenanny Trio
Lingua: Finlandese


Hootenanny Trio

Lista delle versioni e commenti


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[1966]
Sanat ja sävel / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique: Keijo Räikkönen
Hootenanny Trio: Pertti Reponen - Keijo Räikkönen - Juhani Joutsenniemi
Albumi / Album: Esplanadi [1966]
Esplanadi - 20 suosikkia [1997]

esplanadi


La discesa agli inferi di un uomo che ha perso il lavoro: in sintesi, è questa la storia di questa canzone dello Hootenanny Trio, formato nel 1964 da Pertti Reponen (1941-1998), Keijo Räikkönen (1945) e Juhani Joutsenniemi, e scioltosi nel 1971 con all'attivo tre album. Il brano proviene proprio dal primo album omonimo, Esplanadi del 1966. La Esplanadi (cioè, proprio “Spianata”, ripreso dal francese esplanade “piazzale”) è, come tutti sanno, è il “salotto” di Helsinki: un piazzale e parco urbano di grande bellezza, realizzato nel 1818 dall'architetto Carl Ludwig Engel. Sull'Esplanadi si trova il ristorante Kappeli, un locale di lusso dove una persona si reca a bersi gli ultimi soldi rimasti e a ubriacarsi di whisky. E' la mattina che si rende conto finalmente di essere stato licenziato, di stare male, di non avere più un soldo né più niente da mangiare e da bere e di che pagarsi l'affitto. Prende una valigia e se ne va, a piedi, da sua nonna in un paese rurale a nord di Helsinki: facile immaginarsi il campagnolo che era andato a lavorare nella grande città. Delle sue pene e sofferenze, però, non gliene importa niente a nessuno: “vai all'assistenza sociale!”. Ma all'assistenza sociale non trova un bel niente. Gli si rompono persino le scarpe e prosegue a piedi scalzi finché non lo trovano morto stecchito per una strada, in mezzo alla neve. Così si vive nel meravigliosamente meraviglioso “stato sociale”; e questo in Finlandia. Figuriamoci dalle nostre parti. Come dire: perdi il lavoro e non sei più nessuno. Puoi anche morire tranquillamente mentre vai dalla nonna. [RV]
Sinä yönä minä itkin yksin murheissain.
Kuljin Esplanadia pitkin, vettä satoi vain.
Oi, veljet, taisin mennä
juomaan Kappeliin.
Kun whisky valui päähän
lainkaan katsomatta säähän,
niin taisi multa huolet, murheet kaikki mennä pois,
taisivat mennä pois.

Aamulla kun palasin ja kiristelin vyötä,
sanoi talonmies hyvät huomenet mutt' minä hyvää yötä,
ja painuin pehkuihin,
vähän ohimoita koittelin,
sillä niin olin sairas mies kuin
mies voi olla kukaties, kun
surujansa mukanansa raahaa meni minne vain,
meni minne vain.

Illalla mä sitten heräsin, kun ikävästi puhelin soi,
kuulokkeen korvaani keräsin ja sanoin: "Oi oi voi!",
sillä päätäni särki niin,
että jyske kuului Hampuriin,
sillä niin olin sairas mies kuin
mies voi olla kukaties, kun
surujansa mukanansa raahaa meni minne vain,
meni minne vain.

Olin potkut saanut työstäni, sen sieltä kuulla sain.
Silloin jostain vintin komerosta matkalaukun hain.
Ei ollut rahaa ruokaan,
ei juomaan, asuntoon.
Niin olin köyhä kuin kirkonrotta,
tää maailma ei mua ymmärrä, ihan totta,
sillä täytyyhän joskus munkin saada olla surullinen,
olla surullinen.

Lähdin siitä sitten matkustamaan kohti mummolaa,
mutt' kengät kului loppuun jo ennen Hollolaa.
Mutt' eivät ihmiset mun pyynnöstäni huolineet,
ei välittäny mun surustain,
vaan sanoivat: »Hän menköön sosiaalihuoltoon,
ja jos menee, niin kukaties vaikka kuolkoon.«
Mutt' minä kun en mistään sellaista löytänyt, niin jatkoin mummolaan,
paljasjaloin vaan.

Aamulla, kun aurinko nousi ja lumi peitti maan,
poliisi joutui kuolleen miehen tieltä kantamaan,
ettei autot kolhiintuisi,
eikä ihmiset kauhistuisi.
Siis jos joku suruistansa piittaa,
niin silloin ne kaikki merkit kuolemaan jo viittaa,
kun tässä elää maailmassa niin ylen ihanassa,
hyvinvointivaltiossa.

inviata da Riccardo Venturi - 27/6/2019 - 05:37




Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italiankielinen käännös / Italian translation / Traduction italienne:
Riccardo Venturi, 27-06-2019 05:42

The picture shows RV after translating (or attempting to translate) anything from the Finnish language.
The picture shows RV after translating (or attempting to translate) anything from the Finnish language.


Nota. La traduzione è stata "riconfezionata" in diversi punti in base alla traduzione inglese di Juha Rämö, che ovviamente conosce il finlandese un pochino meglio di me. E che ringrazio ancora ripromettendomi, prima di rendere l'anima a Dio, di imparare anche lo slangi della Stadi.
ESPLANADI

Quella notte piansi da solo con dolore.
Andai lungo l'Esplanadi, stava piovendo.
Eh, fratelli, mi sa che sono andato
a bere al Kappeli.
E quando il whisky mi ha dato alla testa,
senza proprio badare al tempo che faceva,
tutte le mie pene e le preoccupazioni sembravano scomparire,
sembravano scomparire.

Al mattino, quando sono tornato e mi sono stretto la cintola,
il portinaio mi ha detto buongiorno, e io buonanotte.
E mi sono buttato a dormire,
mi stropicciavo un po' le tempie.
Perché ero un uomo malato, come
uno può stare, forse, quando
si trascina le sue pene ovunque assieme a sé,
ovunque assieme a sé.

La sera poi mi sono svegliato mentre il telefono scassava.
Ho acchiappato la cornetta blaterando qualcosa
perché avevo in testa un rombo
come si sentisse un martello pneumatico fino a Amburgo.
Perché ero un uomo malato, come
uno può stare, forse, quando
si trascina le sue pene ovunque assieme a sé,
ovunque assieme a sé.

La chiamata diceva che ero stato licenziato.
Poi ho preso una valigia da qualche parte nel ripostiglio dell'appartamento.
Non avevo soldi per comprarmi da mangiare,
né da bere, o per pagarmi dove stare.
Ero povero come un topo in chiesa,
questo mondo non mi capisce per nulla.
E poi a volte sí, anch'io ho il diritto di essere triste ogni tanto,
di essere triste ogni tanto.

E poi me ne sono andato diritto da mia nonna,
ma le scarpe mi si sono rotte prima di Hollola. 
Ma alla gente non importa delle mie richieste,
non le interessa della mia sofferenza,
hanno detto: “Farà meglio a andare all'assistenza sociale,
sennò vada all'inferno”.
Ma non ho trovato niente; e allora ho seguitato a andare da mia nonna,
ma a piedi scalzi.

La mattina, quando il sole è sorto e la neve copriva il terreno,
la polizia è dovuta andare a raccattare un morto dalla strada,
sennò le macchine si ammaccano
e la gente si spaventa inorridita.
E quindi, se a qualcuno gliene frega della sofferenza
beh, è quando si accorge di tutti i segni della morte,
quando vive in questo mondo, in questo meravigliosamente
meraviglioso stato sociale.

27/6/2019 - 05:43




Lingua: Finlandese

Traduzione inglese / English translation / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös: Juha Rämö
ESPLANADE 1)

That night I was crying alone and in grief.
I walked along the Esplanade and it was raining.
Oh man, I think I went
to Kappeli 2) for a drink
and having poured in a whiskey or two,
notwithstanding the weather,
all my griefs and sorrows seemed to be wiped away,
seemed to be wiped away.

When I came home in the morning tightening my belt
the janitor said good morning but I said good night
and hit the hay
stroking my temples,
because I was sick
as a man can be
dragging with him all his sorrows wherever he goes,
wherever he goes.

I woke up in the evening at the ominous ring of the phone.
I grabbed the receiver moaning my ohs and ahs.
I had a bang in my head
echoing all the way to Hamburg,
because I was sick
as a man can be
dragging with him all his sorrows wherever he goes,
wherever he goes.

The phone call said I had been sacked
so I went to the attic to fetch a suitcase.
I didn't have any money for food,
for something to drink or a place to stay,
I was poor as a church mouse.
This world doesn't understand me the least bit,
because surely, I too have the right to be sad every now and then,
to be sad every now and then.

That's when I hit the road to go to Granny's,
but my shoes were worn out before Hollola 3).
People didn't care about my pleas, though,
and ignoring my misery
they said »He'd better go to the welfare counter –
and perhaps risk his life if he does.«
But having not found one I continued my way to Granny's,
with bare feet.

Next morning at dawn when the earth was covered with snow,
the police had to collect a corpse from the road
in order for cars not to get damaged
and for people not to get horrified.
So if one cares about his sorrows,
all the odds point to a deadly outcome
when living in this wonderful fabulous world,
living in a welfare state.
1) The Esplanade refers to two parallel streets in the heart of Helsinki, the South and North Esplanade between the Market Square in the east and the Swedish Theater in the west, and the Esplanade Park in between.

2) Kappeli (Chapel) in the Esplanade Park, established in 1867, is one of the oldest and most popular restaurants in Helsinki.

3) A municipality some 100 km north of Helsinki.

inviata da Juha Rämö - 27/6/2019 - 14:30




Lingua: Francese

Version française – ESPLANADE – Marco Valdo M.I. - 2019
d’après la version italienne – ESPLANADI de Riccardo Venturi
de la version anglaise – ESPLANADE
de Juha Rämö
de la chanson finlandaise (finnois) – Esplanadi – Hootenanny Trio - 1966
Paroles: Keijo Räikkönen
Musique: Pertti Reponen - Keijo Räikkönen - Juhani Joutsenniemi


Esplanadi Helsinki


C’est l’histoire de la descente aux enfers d’un homme qui a perdu son emploi ; en résumé, voici l’histoire de cette chanson du Hootenanny Trio, formé en 1964 par Pertti Reponen (1941-1998), Keijo Räikkönen (1945) et Juhani Joutsenniemi, et dissous en 1971 avec trois albums à son crédit. Le titre provient du premier album du même nom, Esplanadi de 1966. L’Esplanadi (c’est-à-dire "Spianata", dérivée de l’esplanade française, en italien "piazzale") est, comme chacun sait, le "salon" d’Helsinki : un parc carré et urbain de grande beauté, construit en 1818 par l’architecte Carl Ludwig Engel. Sur l’Esplanadi, il y a le restaurant Kappeli, un endroit luxueux où l’homme va boire son dernier centime et se soûler au whisky. C’est au matin qu’il apprend qu’il a été viré, qu’il est malade, qu’il n’a plus un sou ni rien à manger ou à boire et qu’il doit payer son loyer. Il prend une valise et se rend à pied chez sa grand-mère dans un village rural au nord d’Helsinki. Il est facile de se représenter le petit garçon de la campagne qui est allé travailler dans la grande ville. Mais personne ne se soucie de sa douleur et de sa souffrance : « Allez à l’aide sociale ! ». Mais il ne trouve aucune écoute à l’aide sociale. Même ses chaussures sont cassées et il continue pieds nus jusqu’à ce qu’on le retrouve mort dans la neige, au milieu d’une rue. On vit donc dans un « État social » merveilleusement beau, et cela en Finlande. Figurons-nous chez nous. Autant dire : on perd son emploi et on n’est plus personne. On peut même mourir tranquillement en allant chez sa grand-mère. [RV]
ESPLANADE

Cette nuit-là, j’étais seul avec ma peine.
Le long de l’Esplanade, il pleuvait.
Et, je m’en fus, mon frère,
Boire chez Kappeli
Et quand à la tête m’est monté le whisky,
Sans plus m’inquiéter du temps qu’il faisait,
Toutes mes peines et mes tracas ont disparus,
Ont disparus.

Au matin, je suis rentré, j’ai pris la rampe,
Le concierge m’a dit bonjour, j’ai dit bonne nuit.
Je suis monté chez moi me jeter sur mon lit.
Je me frottais les tempes,
Je me sentais malade, en somme,
Comme peut l’être un homme
Qui traîne ses peines partout avec lui,
Ses peines partout avec lui.

Réveillé le soir par l’appel du téléphone,
J’ai décroché ; je marmonnais contre le jour,
Des cloches sonnaient dans ma tête
Qui se répercutaient jusqu’à Hambourg.
Je me sentais malade, en somme,
Comme peut l’être un homme
Qui traîne ses peines partout avec lui,
Ses peines partout avec lui.

Le téléphone disait que j’avais été viré.
Alors, j’ouvris l’armoire pour prendre ma valise,
Je n’avais plus de monnaie pour manger,
Ou boire, ou payer mon loyer ;
J’étais pauvre comme un rat d’église.
Ce monde ne me comprenait pas à moitié,
J’ai le droit d’être triste de temps en temps,
Le droit d’être triste de temps en temps.

Alors, je suis parti chez ma grand-mère,
Mes chaussures lâchèrent avant Hollola.
Mais les gens se fichent de mes ohlalas,
Et ignorent mes misères,
Ils m’ont dit : « Il faut demander de l’aide,
Ou tu es foutu. » ; je n’en ai pas reçu
Et j’ai continué vers chez grand-mère,
Mais à pieds nus.

Dès l’aurore, sur le sol couvert de neige,
La police a ramassé mon corps sur la route,
Pour que les véhicules ne soient pas gênés
Et que les gens ne soient pas horrifiés.
Ainsi quand un homme lâche la bonde,
Tout le conduit à une issue fatale,
Dans le merveilleux monde
De ce fabuleux État social.

inviata da Marco Valdo M.I. - 4/7/2019 - 11:46


@ Riccardo Venturi

Thank you very much for posting this great song representing so well the protest song genre of the late 1960s. It's a sad story with a sense of place and a little touch of humour and subtle irony.

As for the picture you posted, I think that one deserves a proper rest after every linguistic struggle.

The Finnish lyrics needed some patching I couldn't help doing. In the 6th line of the 5th stanza, there was an error that turns the meaning upside down and propably makes you want to change your translation accordingly. Here are the revised lyrics:

[...]

Juha Rämö - 27/6/2019 - 14:28


@ Juha Rämö

Dear Juha, it's really a great song. And I completely agree with you, when you say it has a little touch of (dark) humour and subtle irony that, in my opinion, adds much to the genre. As for my Italian translation, the picture I posted represents well my state at 5:43 this morning. To tell you all the truth, I carefully checked your English translation, and I noticed I plainly misunderstood some points in the Finnish lyrics, and I'm going to replace them accordingly. Happily enough, there aren't that many: I may be fairly satisfied. This is my first attempt to translate a Finnish song after 40 years or so. It's a long way to Hollola...But now I'm going to next bar for a jäätelötötterö: I think I deserve it today (42° in Florence). Thank you!

Riccardo Venturi - 27/6/2019 - 16:08


@ Riccardo Venturi

I think this is the time of year I envy you Italians only for your delicious food but surely not for your weather. 42 degrees would be simply unbearable to me. I happily prefer feeling a little bit chilly and not dreaming of a jäätelötötterö at 17 degrees.

Juha Rämö - 27/6/2019 - 17:14


Nella melodia riecheggiano un po' le note di Paddy Works on the Railway, mi pare.
Molto bella, comunque.
Grazie

Krzysiek - 27/6/2019 - 17:37


Ti pare parecchio bene, Krzysiek! Stessa impressione, ma forse non è un caso.
Senti, colgo l'occasione: che accidenti vuole dire "Klus Mitroh"? Non la canzone, proprio il nome....

Riccardo Venturi - 27/6/2019 - 22:42


@Juha Rämö

Dear Juha, this is the wonderful weather report for next week in Florence, Metropolitan City of Florence:

wearep


I wonder what I'll do next Wednesday: I think I'll have my warm shower by only getting my nose out of the door.

That's why I'm living and working by night. I think my translation attempts from Finnish will have a great leap forwards. And that's why I translate from and into Greek mostly in winter. Weather-timed translations!

I may be a bit crazy, I know.

Riccardo Venturi - 27/6/2019 - 23:15


Secondo me è la pronuncia storpiata del nome del gruppo di Janerka, Klaus Mitffoch, ma va a vedere cosa intendeva Lech e i suoi commilitoni chiamando la band così. Ho trovato solo l'informazione che doveva essere un gioco di parole fra il tedesco "Mittwoch" e un personaggio di nome Klaus "con" (mit) foch (che in polacco significa "broncio"). Se fosse, poi, in qualche modo alter ego di Janerka stesso, visto che tutti i testi erano suoi o di sua ragazza di allora Bożena, e fino ai giorni nostri la consorte e violoncellista del gruppo, mi è difficile dire.
Una cosa è sicura, la canzone in questione è cantata in prima persona, è scritta da Janerka e si rivolge a una ipotetica persona facilmente identificabile con LA PATRIA. È comunque uno dei testi più diretti e di facile interpretazione fra tutte le opere sia giovanili sia quelle più maturi di questo autore che spesso e volentiri si abbandona a i più svariati sperimenti linguistici, facendo a volte un po' verso a noto scrittore polacco del secolo scorso, Gombrowicz. Musicalmente si è sempre dichiarato affascinato dai Beatles e la cosa è testimoniata in maniera più ovvia sul suo disco da solista intitolato "Plagiaty" (Plaggi), appunto.
Ho controllato, non c'entra niente Mitrokhin del famoso Dossier :-) il testo è precedente, ma ci potrebbe parlare, in maniera un poco forzata forse, di una chiaroveggenza di un vate moderno :-D
Capita
Spero che "ho esaurito",
Salutoni

Krzysiek - 27/6/2019 - 23:58


@ Riccardo Venturi

Here we go: stadin slangi (my 2nd mother tongue), lession 1

Ku fogelit tsungaa ja kuuset gungaa, ni skutsis on gimis koisaa.

Finnish translation:

Kun linnut laulavat ja kuuset huojuvat, metsässä on mukava nukkua.

Juha Rämö - 28/6/2019 - 09:38


Esauritissimo!!!! E grazie! Aspettavo 'sta cosa per tradurre la canzone....^^

Riccardo Venturi - 28/6/2019 - 10:15


@ Juha Rämö

"Ku fogelit tsungaa"...? But this is Swedish!! ^^

Riccardo Venturi - 28/6/2019 - 10:22


@ Riccardo Venturi

A lot of stadin slangi are loanwords from Swedish and Russian - due to historical reasons I suppose.

Juha Rämö - 28/6/2019 - 10:26


In Finnish music data bases, both the music and the lyrics of the song are credited to Keijo Räikkönen.

Juha Rämö - 4/7/2019 - 20:11




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