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Language: Serbian


Desanka Maksimović / Десанка Максимовић

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Regruterska
(Đorđe Balašević / Ђорђе Балашевић)
Now the Guns Have Stopped
(Karl Jenkins)
Samo da rata ne bude
(Đorđe Balašević / Ђорђе Балашевић)


[1941]
Poesia di Desanka Maksimović /A poem by Desanka Maksimović /
Poème de Desanka Maksimović / Desanka Maksimović'in runo
Musica / Music / Musique / Sävel: Nikola Žanetić [1985]
Miroslav Čangalović / Beogradska Filharmonija / Oskar Danon.
Album / Albumi: Crvena svitanja i snovi mora

Kragujevac, 21 ottobre 1941. La fucilazione di un gruppo di liceali della città.
Kragujevac, 21 ottobre 1941. La fucilazione di un gruppo di liceali della città.


Ho letto stamani dei ragazzi di Sarajevo che, il 10 maggio, hanno cantato la famosa canzone Samo da rata ne bude di Đorđe Balašević per ricordare i 1601 bambini e i ragazzi morti durante l'assedio tra il 1992 e il 1995. Mi è venuta allora a mente una vecchia poesia che dovevo aver letto chissà quando in una di quelle improbabili “antologie delle letterature jugoslave” che venivano pubblicate anni addietro. Perché mi sia venuta a mente lo capirete, credo e spero, leggendola. Poiché si tratta di una poesia a mia conoscenza mai musicata e cantata (ma chissà), la metto negli “Extra”; ma ciò di cui parla è tutt'altro che “Extra”. Si veda qui / See here

L'autrice, Desanka Maksimović, serba di nascita (era nata nel paesino di Rabrovica il 16 maggio 1898), è considerata una delle più grandi poetesse jugoslave del XX secolo. Scrisse questa “Favola di sangue” nel 1941, poco dopo l'occupazione della Jugoslavia da parte delle truppe hitleriane; divenne, in Jugoslavia, una delle poesie più conosciute e amate, tanto da rientrare nei programmi di lettura delle scuole elementari e medie. Con lo stesso titolo, nel 1969, fu girato un film omonimo sulla giornata del 21 ottobre 1941 a Kragujevac.

La vicenda è semplice: tra il 18 e il 21 ottobre 1941, nella città di Kragujevac i nazisti effettuarono un rastrellamento generale della popolazione civile maschile tra i 16 e i 60 anni in risposta a un attacco partigiano contro le truppe di occupazione. Quasi tutti i rastrellati furono portati in una località poco fuori città presso un lago, Šumarice; furono tutti fucilati. Tra di essi, i ragazzi delle scuole medie e dei licei cittadini, molti dei quali prelevati direttamente all'uscita da scuola. Furono fucilati anche tutti i loro insegnanti. I fucilati furono circa duemilaottocento. Praticamente tutta una generazione di ragazzi fu sterminata. La poesia di Desanka parla di questo; ho trovato un video dove la stessa autrice la recita.

Mi sono venuti quindi alla mente quei 1601 ragazzi e ragazze di Sarajevo, che naturalmente e disgraziatamente devono essere moltiplicati per chissà quanto pensando a tutti quelli delle guerre jugoslave di quegli anni. Poi c'è da fare un'ulteriore moltiplicazione pensando ai ragazzi e ai bambini della II Guerra mondiale; un'altra ancora pensando a quelli della Prima; e così via pensando a quante vite di quell'età sono state spezzate in tutte le guerre, o nella “Guerra dei Centomila anni”. Passare dai banchi di scuola alla morte, tutto qui. Una cosa semplice.

Bastano occupazioni, sacri destini, nazioni, nazionalismi, “superiori ragioni storiche”, odi sopiti, odi covati, odi rinfocolati, giornalisti, politici, potentati economici, fabbricanti e venditori d'armi, razze, soldi, denaro, quattrini e quant'altro. Inutile fare la lista di tutti i motivi per cui un ragazzino può essere tranquillamente massacrato assieme a tutti gli altri. Desanka Maksimović è morta, all'età di novantacinque anni, l'11 febbraio 1993 a Belgrado. Ha fatto, cioè, in tempo a vedere la storia che si ripeteva in mille altre favole di sangue. [RV]

Šumarice (Kragujevac). Dei versi della poesia (la seconda strofa) incisi su una pietra nel luogo di fucilazione dei ragazzi.
Šumarice (Kragujevac). Dei versi della poesia (la seconda strofa) incisi su una pietra nel luogo di fucilazione dei ragazzi.
у Крагујевцу, 21. октобра 1941.

Било је то у некој земљи сељака
на брдовитом Балкану,
умрла је мученичком смрћу
чета ђака
у једном дану.

Исте су године
сви били рођени,
исто су им текли школски дани,
на исте свечаности
заједно су вођени,
од истих болести сви пелцовани,
и сви умрли у истом дану.

Било је то у некој земљи сељака
на брдовитом Балкану,
умрла је мученичком смрћу
чета ђака
у једном дану.

А педесет и пет минути
пре смртног трена
седела је у ђачкој клупи
чета малена

И исте задатке тешке
решавала: колико може
путник ако иде пешке...
и тако редом.

Мисли су им биле пуне
истих бројки,
и по свескама у школској торби
бесмислених лежало безброј
петица и двојки.

Прегршт истих снова
и истих тајни
родољубивих и љубавних
стискали су у дну џепова.

И чинило се сваком
да ће дуго
да ће врло дуго,
трчати испод свода плава
док све задатке на свету
не посвршава.

Било је то у некој земљи сељака
на брдовитом Балкану,
умрла је јуначком смрћу
чета ђака
у истом дану.

Дечака редови цели
узели се за руке
и са школског задњег часа
на стрељање пошли мирно
као да смрт није ништа.

Другова редови цели
истог часа се узнели
до вечног боравишта.

Contributed by Riccardo Venturi - 2019/5/13 - 10:26




Language: Serbian

Il testo della poesia in Latinica
The poem in Latinica
Le poème en Latinica
Runo Latinicassa

Desanka Maksimović (1898-1993).
Desanka Maksimović (1898-1993).
KRVAVA BAJKA

u Kragujevcu, 21. oktobra 1941.

Bilo je to u nekoj zemlji seljaka
na brdovitom Balkanu,
umrla je mučeničkom smrću
četa đaka
u jednom danu.

Iste su godine
svi bili rođeni,
isto su im tekli školski dani,
na iste svečanosti
zajedno su vođeni,
od istih bolesti svi pelcovani,
i svi umrli u istom danu.

Bilo je to u nekoj zemlji seljaka
na brdovitom Balkanu,
umrla je mučeničkom smrću
četa đaka
u jednom danu.

A pedeset i pet minuti
pre smrtnog trena
sedela je u đačkoj klupi
četa malena

I iste zadatke teške
rešavala: koliko može
putnik ako ide peške...
i tako redom.

Misli su im bile pune
istih brojki,
i po sveskama u školskoj torbi
besmislenih ležalo bezbroj
petica i dvojki.

Pregršt istih snova
i istih tajni
rodoljubivih i ljubavnih
stiskali su u dnu džepova.

I činilo se svakom
da će dugo,
da će vrlo dugo,
trčati ispod svoda plava
dok sve zadatke na svetu
ne posvršava.

Bilo je to u nekoj zemlji seljaka
na brdovitom Balkanu
umrla je junačkom smrću
četa đaka
u istom danu.

Dečaka redovi celi
uzeli se za ruke
i sa školskog poslednjeg časa
na streljanje pošli mirno
kao da smrt nije ništa.

Drugova redovi celi
istog časa se uzneli
do večnog boravišta.

Contributed by Riccardo Venturi - 2019/5/13 - 10:32




Language: Italian

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 13-05-2019 10:33
FAVOLA DI SANGUE

Kragujevac, 21 ottobre 1941.

Successe in un paese di contadini
nei montagnosi Balcani:
un gruppo di liceali,
un giorno,
fece una morte da martiri.

Tutti quanti erano nati
nello stesso anno,
tutti i loro giorni di scuola erano uguali,
li portavano tutti assieme
alle stesse celebrazioni,
li avevano vaccinati tutti contro le stesse malattie,
e tutti quanti sono morti lo stesso giorno.

Successe in un paese di contadini
nei montagnosi Balcani:
un gruppo di liceali,
un giorno,
fece una morte da martiri.

Cinquantacinque minuti
prima di morire
quel gruppetto di liceali
eran tutti seduti ai banchi di scuola.

A risolvere tutti gli stessi
difficili problemi:
“Quanto percorre un viaggiatore a piedi...”,
e così via.

Avevano la testa piena
degli stessi numeri,
e sui quaderni che avevano in cartella
c'erano non si sa quanti voti senza senso,
quattro, sette, nove...

E si pigiavano nelle tasche
una manciata di sogni tutti uguali,
e di segreti tutti uguali,
il patriottismo, l'amore...

E tutti quanti immaginavano
di correre per tanto tempo,
di correre per tantissimo tempo
sotto il cielo azzurro,
prima di finire
tutti i compiti del mondo.

Successe in un paese di contadini
nei montagnosi Balcani:
un gruppo di scolari,
un giorno,
fece una morte da martiri.

Intere file di ragazzi
si presero per mano
e dall'ultima ora in classe a scuola
andarono in pace alla fucilazione,
come se la morte non fosse niente.

Intere file di amici
ascesero alla stessa ora
alla loro dimora eterna.

2019/5/13 - 10:33




Language: English

English translation / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Dragana Konstantinović

Images from the Kragujevac massacre, 21. October 1941
Images from the Kragujevac massacre, 21. October 1941
A BLOODY FAIRYTALE

Kragujevac, 21. October 1941.

It was in a land of peasants
in the mountainous Balkans,
a company of schoolchildren
died a martyr's death
in one day.

They were all born
in the same year
their school days passed the same
taken together
to the same festivities,
vaccinated against the same diseases,
and all died on the same day.

It was in a land of peasants
in the mountainous Balkans,
a company schoolchildren
died a martyr's death
in one day.

And fifty-five minutes
before the moment of death
the company of small ones
sat at its desk
and the same difficult assignments
they solved: how far can
a traveler go if he is on foot...
and so on.

Their thoughts were full
of the same numbers
and throughout their notebooks in school bags
lay an infinite number
of senseless A's and F's.

A pile of the same dreams
and the same secrets
patriotic and romantic
they clenched in the depths of their pockets.

And it seemed to everyone
that they will run
for a long time beneath the blue arch
until all the assignments in the world
are completed.

It was in a land of peasants
in the mountainous Balkans,
a company of small ones
died a martyr's death
in one day.

Whole rows of boys
took each other by the hand
and from their last class
went peacefully to slaughter
as if death was nothing.

Whole lines of friends
ascended at the same moment
to their eternal residence.

Contributed by Riccardo Venturi - 2019/5/13 - 10:37




Language: Finnish

Traduzione finlandese / Finnish translation / Traduction finnoise / фински превод / Suomennos: Juha Rämö

VERINEN SATU

Kragujevac *), 21. lokakuuta 1941.

Olipa kerran talonpoikien maassa
Balkanin vuoristoseudulla
joukko pieniä koululaisia,
jotka kaikki kuolivat marttyyreina
yhden ainoan päivän aikana.

Kaikki olivat syntyneet
samana vuonna,
kaikkien koulupäivät olivat samanlaisia,
kaikki osallistuivat
samoihin juhliin,
kaikki olivat saaneet rokotuksen samoja tauteja vastaan
ja kaikki kuolivat samana päivänä.

Olipa kerran talonpoikien maassa
Balkanin vuoristoseudulla
joukko pieniä koululaisia,
jotka kaikki kuolivat marttyyreina
yhden ainoan päivän aikana.

Viisikymmentäviisi minuuttia
ennen kuolemansa hetkeä
pienten koululaisten joukko
istui pulpettiensa ääressä.

Kaikki istuivat ratkomassa
samaa vaikeaa tehtävää: Kuinka
pitkälle jalan kulkeva matkaaja ehtii...
ja niin edelleen.

Heidän ajatuksensa olivat täynnä
samoja numeroita
ja vihkot koululaukkujen kätköissä
samoja merkityksettömiä numeroita
viisi ja kaksi.

Niin paljon samoja unelmia
ja samoja salaisuuksia,
isänmaallisia ja romanttisia,
heillä oli taskujensa täydeltä.

Ja kaikista tuntui,
että he saisivat kulkea
pitkään sinisen taivaan alla
ennen kuin kaikki maailman tehtävät
olisi ratkaistu.

Olipa kerran talonpoikien maassa
Balkanin vuoristoseudulla
joukko pieniä koululaisia,
jotka kaikki kuolivat marttyyreina
yhden ainoan päivän aikana.

Kokonaiset poikien rivit
tarttuivat toisiaan kädestä
ja lähtivät viimeiseltä oppitunniltaan
rauhallisesti ammuttaviksi
ikään kuin kuolema ei olisi ollut mitään.

Kokonaiset ystävien rivit
kaatuivat samanaikaisesti
viimeiseen leposijaansa.
* ) Laulu kertoo Kragujevacin verilöylystä, jossa natsit teloittivat 2 323 serbialaista siviiliä, pääasiassa miehiä ja nuoria poikia, kostoksi siitä, että 10 Wehrmachtin sotilasta oli saanut surmansa ja 26 haavoittunut kahakassa serbialaisia partisaaneja vastaan. Taloitettujen joukossa oli 300 paikallisen koulun oppilasta.

Contributed by Juha Rämö - 2019/5/14 - 15:53


Ciao Riccardo, puoi toglierla dagli Extra e inserirla in "Musica classica contro la guerra".

E' stata messa in musica per voce (basso) e orchestra dal compositore Nikola Žanetić.

Miroslav Čangalović, basso, accompagnato dalla Beogradska Filharmonija, direttore Oskar Danon.

Nel disco del 1985 intitolato "Crvena svitanja i snovi mora"

Crvena Svitanja I Snovi Mora

B.B. - 2019/5/15 - 11:59


"Provveggo" con smodato piacere. E grazie!

Riccardo Venturi - 2019/5/15 - 12:56




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