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Pejzaż z trzema krzyżami

Jacek Kaczmarski
Lingua: Polacco


Jacek Kaczmarski

Lista delle versioni e commenti


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[10.3.1989]
Parole e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Jacek Kaczmarski

Crocefissione


La Crocifissione di Andrea Mantegna faceva originariamente parte della Pala di San Zeno, dipinta dall’artista tra il 1456 e il 1459 e collocata sull’altare maggiore della Basilica di San Zeno a Verona (considerata la prima pala d’altare pienamente rinascimentale dipinta in Italia settentrionale). La Crocifissione è, in realtà, un pannello che faceva parte della predella della Pala, assieme alla Resurrezione e all’Orazione nell’Orto: tutte e tre le opere furono spoliate per ordine di uno dei più grandi ladri di opere d’arte della storia, vale a dire Napoleone Bonaparte, a mo’ di risarcimento per le spese di guerra, nel 1797. Da allora, la Crocifissione (l’opera centrale della predella) si trova al Louvre, mentre le due opere laterali sono conservate al Musée des Beaux Arts di Tours. Al posto delle tre opere trafugate, nella Pala di San Zeno si trovano oggigiorno copie moderne.

Jacek Kaczmarski, come si sa e come più volte è stato fatto notare per sue canzoni inserite in questo sito, è stato praticamente un unicum nel panorama cantautoriale (e poetico) del XX secolo: una cospicua parte delle sue canzoni si ispirano infatti a grandi opere dell’arte figurativa europea di ogni epoca. Per Jacek Kaczmarski, figlio di due artisti (in particolare, la madre, Anna Trojanowska Kaczmarska, era un'apprezzata pittrice), l’osservazione delle opere d’arte non era certamente fine a se stessa: egli era particolarmente interessato ad artisti ed opere dalla ricchissima e penetrante simbologia, che si occupava di rendere in canzoni dove tale simbologia potesse essere applicata sia universalmente che a situazioni contingenti e, quasi sempre, assai attuali. “Traduceva” l’arte in musica e parole, ma mai per puro esercizio letterario. Da qui l’incontro, inevitabile, anche con Andrea Mantegna. In pochi pittori è presente una simbologia particolare e capillare come nel Mantegna: si pensi ad esempio all’uovo di struzzo presente proprio nella stessa Pala di San Zeno.

La Crocifissione è divisa in due registri. Nel registro inferiore si trovano i soldati, le guardie che si giocano a dadi la veste di Cristo, il gruppo delle pie donne, San Giovanni ed altri spettatori; nel registro superiore si trovano i tre crocifissi sullo sfondo di un cielo terso, che si schiarisce verso l’orizzonte. Alla fiera sopportazione del dolore da parte di Cristo fanno da contraltare le espressive pose contorte dei due ladroni, che Kaczmarski considera “vuote”: di ladri, ce n’è a profusione. A differenza di De André nella “Buona Novella”, Kaczmarski è tutt’altro che comprensivo e benevolo nei confronti dei ladroni: “Di ladri ce n’è a profusione”, dice Jacek pensando sicuramente all’attualità ed anche, forse, all’eternità della Storia. Per questo le loro croci sono “vuote”, sebbene riempite dalle espressioni di cupa e terribile sofferenza.

Come tutte le opere del Mantegna, la Crocifissione si distingue per la profondissima penetrazione psicologica dei personaggi: il dolore straziante ed umanissimo di Maria e la rappresentazione casuale della vita sotto i nostri occhi, affidata alla presenza di significative comparse. Le guardie, disinteressate al dolore che si sta svolgendo accanto a loro, si giocano a dadi la veste di Cristo, preziosa per essere considerata un amuleto in quanto proveniente da una persona condannata al supplizio; il cane lecca la punta della lancia, salata per il sudore del condannato trafitto; due personaggi vengono raffigurati come dimezzati, in primo piano, colti di sorpresa nel loro passaggio. I teschi, presenti in vari punti del dipinto simboleggiano, naturalmente, l’inevitabilità della morte; ma, almeno in parte, fungono anche da volgare “rimbalzino” per i dadi delle guardie che giocano e ruttano ai piedi della Croce. La volgarità e l’incuranza del Potere, che si fa beffe persino di chi viene torturato e suppliziato in quel preciso momento.

La “vita di tutti i giorni”, figure per le quali tutto questo è normale, anche di fronte al più nero dolore ed alla morte innaturale. Lontano, si sente il “ronzio” dell’industriosa “capitale delle api” (Gerusalemme?); il sole scende giù arcuandosi e va “a violentare altre notti”, come nel Testamento di Tito -che pure è una canzone antitetica a questa sebbene ambientata nel medesimo frangente. Ma qui non c’è amore, a parte quello di una madre, e nessuno lo impara. Qui c’è castigo cieco, indifferenza e violenza. La gente passa e va. [RV]
Wg. obrazu A. Mantegni

Na Wzgórzu Kaźni wznoszą się Trzy Krzyże.
Łotrów – w bród. Chętnych do ofiary – mało.
Dwa – puste, a na środkowym, najwyżej,
Zawsze zobaczyć można czyjeś ciało.
Dwa – puste, a na środkowym, najwyżej,
Zawsze zobaczyć można czyjeś ciało.

Pies chciwie słone ostrze włóczni liże,
Na bębnach w kości grają stróże ładu.
Słońce się łukiem stacza coraz niżej,
Cienie po ziemi przechodzą bez śladu.
Słońce się łukiem stacza coraz niżej,
Cienie po ziemi przechodzą bez śladu.

Słychać w oddali szum stolicy pszczeli,
Kości na bębnie warczą, żołdak beknie
I niewidoczni patrzą skądś Anieli,
Jak rzeka krwi strużką przez Imperia cieknie.
I niewidoczni patrzą skądś Anieli,
Jak rzeka krwi strużką przez Imperia cieknie.

Łotrów w bród, chętnych do ofiary – mało.
Na Wzgórzu Kaźni wznoszą się Trzy Krzyże.
Dwa – puste, a na środkowym, najwyżej,
Zawsze zobaczyć można czyjeś ciało.
Dwa – puste, a na środkowym, najwyżej,
Zawsze zobaczyć można czyjeś ciało.

Łotrów w bród, chętnych do ofiary – mało.
Na Wzgórzu Kaźni wznoszą się Trzy Krzyże.
Dwa – puste, a na środkowym, najwyżej,
Zawsze zobaczyć można czyjeś ciało.
Zawsze zobaczyć można czyjeś ciało
Zawsze zobaczyć można czyjeś ciało
Zawsze zobaczyć można czyjeś ciało.

inviata da Krzysiek - 4/4/2019 - 22:39



Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 1-4-2024 23:15
Paesaggio con Tre Croci

Sul Colle del Tormento sorgono le Tre Croci.
Ladri: a profusione. Disposti al sacrificio: pochi.
Due sono vuote. Ma su quella al centro, in alto,
Si può sempre osservare il corpo di qualcuno.
Due sono vuote. Ma su quella al centro, in alto,
Si può sempre osservare il corpo di qualcuno.

Un cane lecca avidamente la punta salata della lancia,
Le guardie giocano con dei dadi d’osso.
Il sole discende arcuandosi sempre più in basso,
Ombre passan sulla terra senza lasciare traccia.
Il sole discende arcuandosi sempre più in basso,
Ombre passan sulla terra senza lasciare traccia.

Si sente in lontananza il ronzio della capitale delle api,
Rombano gli ossi sui dadi, un soldato rutta
Ed Angeli invisibili guardano da qualche parte
Come un fiume di sangue che scorre attraverso gli Imperi.
Ed Angeli invisibili guardano da qualche parte
Come un fiume di sangue che scorre attraverso gli Imperi.

Di ladri, ce n’è in abbondanza. Disposti al sacrificio, pochi.
Sul Colle del Tormento sorgono le Tre Croci.
Due sono vuote. Ma su quella al centro, in alto,
Si può sempre osservare il corpo di qualcuno.
Due sono vuote. Ma su quella al centro, in alto,
Si può sempre osservare il corpo di qualcuno.

Di ladri, ce n’è a profusione. Disposti al sacrificio, pochi.
Sul Colle del Tormento sorgono le Tre Croci.
Due sono vuote. Ma su quella al centro, in alto,
Si può sempre osservare il corpo di qualcuno.
Si può sempre osservare il corpo di qualcuno.
Si può sempre osservare il corpo di qualcuno.
Si può sempre osservare il corpo di qualcuno.

1/4/2024 - 23:18




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