Figlio mio lo voglio cantare
Anche se per qualcuno è un’offesa
Se quel crimine ancora gli pesa
Che il fascismo rivuole portar
In quei giorni la guerra fu persa
Si attendeva il passaggio del fronte
Tra le opposte fazioni sul monte
Il paese si andava a schierar
Al mulino che è sotto Piamaggio
S’una piccola radio a galena
Socialisti coll’anima in pena
Ascoltavano le informazion
Si nascondono gli antifascisti
Son dispersi alla macchia nel bosco
In quei mesi l’autunno era fosco
Non avevan vestire o mangiar
Inzuppati dal fango e dal freddo
Fanno presto un rifugio a trovare
Una moglie che voglia rischiare
Ospitarli quel triste mattin
Richiamati da un vile impostore
I tedeschi alla porta han picchiato
D’ammazzare i parenti han giurato
Andar via dovranno di là
L’hanno presi con quella minaccia
L’han trovati leggendo un biglietto
Il vigliacco sarà maledetto
Traditore che li denunciò
Arrivò un altro senza fortuna
Lamentando aver visto i soldati
Ignorando ch’eran gli alleati
Al nemico si va a consegnar
Disse uno di quegli aguzzini
E’ il momento che ognuno aspettava
Ma il soldato la sposa indicava
Opportuno è sparire di là
Cara moglie io qui ti saluto
Raccomando i compagni vicini
Agli albori di altri mattini
Zapperemo la terra del ciel
Il plotone si mise in cammino
A torture li vuol sottoporre
Andran là dove il Lognola scorre
Prigionieri in un vecchio porcil
All’atroce violento supplizio
Rovinati a colpi di scure
Oltraggiate le teste sicure
La barbarie fu senza pietà
E un compagno fuggito al macello
Non sappiamo per quale ragione
Ora vive in un’altra nazione
Né qualcuno lo può ritrovar
Barattando un cordiale silenzio
All’insegna delle istituzioni
Son mancati alle celebrazioni
Tanti sindaci di Monghidor
A quei morti che parlano ancor
Anche se per qualcuno è un’offesa
Se quel crimine ancora gli pesa
Che il fascismo rivuole portar
In quei giorni la guerra fu persa
Si attendeva il passaggio del fronte
Tra le opposte fazioni sul monte
Il paese si andava a schierar
Al mulino che è sotto Piamaggio
S’una piccola radio a galena
Socialisti coll’anima in pena
Ascoltavano le informazion
Si nascondono gli antifascisti
Son dispersi alla macchia nel bosco
In quei mesi l’autunno era fosco
Non avevan vestire o mangiar
Inzuppati dal fango e dal freddo
Fanno presto un rifugio a trovare
Una moglie che voglia rischiare
Ospitarli quel triste mattin
Richiamati da un vile impostore
I tedeschi alla porta han picchiato
D’ammazzare i parenti han giurato
Andar via dovranno di là
L’hanno presi con quella minaccia
L’han trovati leggendo un biglietto
Il vigliacco sarà maledetto
Traditore che li denunciò
Arrivò un altro senza fortuna
Lamentando aver visto i soldati
Ignorando ch’eran gli alleati
Al nemico si va a consegnar
Disse uno di quegli aguzzini
E’ il momento che ognuno aspettava
Ma il soldato la sposa indicava
Opportuno è sparire di là
Cara moglie io qui ti saluto
Raccomando i compagni vicini
Agli albori di altri mattini
Zapperemo la terra del ciel
Il plotone si mise in cammino
A torture li vuol sottoporre
Andran là dove il Lognola scorre
Prigionieri in un vecchio porcil
All’atroce violento supplizio
Rovinati a colpi di scure
Oltraggiate le teste sicure
La barbarie fu senza pietà
E un compagno fuggito al macello
Non sappiamo per quale ragione
Ora vive in un’altra nazione
Né qualcuno lo può ritrovar
Barattando un cordiale silenzio
All’insegna delle istituzioni
Son mancati alle celebrazioni
Tanti sindaci di Monghidor
A quei morti che parlano ancor
envoyé par Bernart Bartleby - 28/3/2019 - 13:50
Ciao Bernart. Grazie per l'inclusione di questo brano nel tuo archivio di canzoni contro la guerra. Una bella presentazione, molto attenta. Hasta siempre companero.
Federico Berti - 2/12/2019 - 22:23
Federico Berti - 2/12/2019 - 22:25
Un grazie a te, Federico, per la tua bella canzone.
L'archivio non è mio, è aperto, a pubblicazione diretta, amministrato, io sono solo un collaboratore di lungo corso.
L'idea originaria del sito è di Riccardo Venturi e Lorenzo Masetti, che lo misero on line la sera del 20 marzo 2003, giorno in cui cominciarono i bombardamenti americani sull'Iraq...
Un caro saluto
L'archivio non è mio, è aperto, a pubblicazione diretta, amministrato, io sono solo un collaboratore di lungo corso.
L'idea originaria del sito è di Riccardo Venturi e Lorenzo Masetti, che lo misero on line la sera del 20 marzo 2003, giorno in cui cominciarono i bombardamenti americani sull'Iraq...
Un caro saluto
B.B. - 2/12/2019 - 23:13
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Testo di Federico Berti, street artist e cantastorie e altro ancora.
Su di una melodia tradizionale dei cantastorie.
Testo trovato sul sito dell'autore
Una canzone dedicata all'eccidio di Roncastaldo di Loiano, Bologna, avvenuto il 2 ottobre del 1944.
Negli ultimi giorni del settembre 1944, mentre si stavano ritirando da Monghidoro verso Loiano, i tedeschi catturarono sette partigiani. Li fucilarono in località Roncastaldo (Loiano) il 2 ottobre 1944.
Erano Carlo Calzolari, Fortunato Caramalli, Bruno Gamberini, Ernesto Gamberini, Giuseppe Marchetti, Emidio Minarini e Pietro Minarini. (fonte: Storia e memoria di Bologna)
La cronaca e la canzone raccontano che i sette non furono fucilati ma addirittura massacrati a colpi di scure...
I versi sono un acrostico e con le iniziali formano la frase "FASCISTI ASSASSINI FUORI DALL'ITALIA DEMOCRAZIA A PAROLE NON BASTA"