Ritmo della terra, suonami
stella dopo stella cercami
musica ribelle, guidami
entra nella pelle, toccami
Musica musica
libera libera
sento nell’anima
Europa e Africa
Voce della terra, cantami
luce della notte, scoprimi
musica migrante, seguimi
muovi le mie mani, salvami
Musica musica
libera libera
sento nell’anima
Europa e Africa
Musica musica
libera libera
come una zingara
viaggia e si mescola
stella dopo stella cercami
musica ribelle, guidami
entra nella pelle, toccami
Musica musica
libera libera
sento nell’anima
Europa e Africa
Voce della terra, cantami
luce della notte, scoprimi
musica migrante, seguimi
muovi le mie mani, salvami
Musica musica
libera libera
sento nell’anima
Europa e Africa
Musica musica
libera libera
come una zingara
viaggia e si mescola
envoyé par Dq82 - 26/3/2019 - 15:54
×
Odissea
Era già da qualche tempo che BandAdriatica stava cercando nuovi porti che potessero accogliere le proprie sonorità per mescolarle con le loro e in questo viaggio verso un’ isola di suono comune, è nato “Odissea” , una sintesi armoniosa della ricerca attraverso la musica di terre lambite dal mare. Le rivisitate suggestioni del meridione partono dall’Adriatico fino ad arrivare al Mar Mediterraneo più orientale, trascinando con sé i linguaggi popolari delle feste, delle processioni e di tutta la ritualità di cui la Puglia è ricchissima. BandAdriatica sbarca sulle coste macedoni e serbo-croate per poi virare verso il Nord Africa da cui ha preso forte ispirazione interiorizzandone i colori e le ritmiche gnawa. Tra passato e presente, tra mito e attualità, quest’ “Odissea” ci parla della condizione del migrante alla continua ricerca di libertà, così ascoltiamo “musica musica, libera libera, sento nell’anima Europa e Africa” in uno dei tanti brani che affrontano la delicata questione. Nei testi firmati da Claudio Prima e Antonio Castrignanò l’italiano dialoga col dialetto pugliese al servizio di un messaggio sociale contro le barriere linguistiche e territoriali; nel caso de “L’idea” troviamo un taglio ironico mentre in brani come “Stella della notte”, invece, uno assolutamente più poetico. Un disco pensato per far riflettere sull’incomunicabilità contemporanea e sul razzismo dilagante. Molti anche i brani strumentali che riescono ad essere un ponte tra la vivacità del Salento e quella dei Balcani, per esempio, e di colpo sembra di ascoltare delle melodie composte da Bregovic o da Kusturiza per un suo film. Si resta avvolti da un suono pieno di echi di bande e fanfare provenienti non si sa bene da quale sud del mondo, perché le contaminazioni sono così radicate da lasciarci nell’impossibilità di un apporre una precisa etichetta. In questo disco si avverte tutta la necessità di trovare una musica che possa scavalcare le resistenze rispetto all’alterità. Si è coinvolti in un frenetico movimento che collega Capodistria a Dubrovnik e a Durazzo fino ad arrivare nel Sahara per poi ritornare verso Otranto. Un’avventura musicale che unisce popoli lontani inventando nuove rotte. senza mai perdere l’obiettivo principale di una bilanciata fusione.
blogfoolk.com