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Nta sta varca

Shakalab
Language: Sicilian


Shakalab

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(Jaka)


2015
Duepuntozero
2.0

Il difficile viaggio di una barca abbandonata al mare in tempesta ed il punto di vista di un prete colluso, di uno scafista e di tanti migranti: di questo parla la canzone”Nta sta varca”, del giovane collettivo reggae siciliano, gli Shakalab. Le drammatiche scene, a cui purtroppo siamo abituati, che ritraggono tantissimi profughi ammassati come delle bestie nei barconi che veleggiano per il mar Mediterraneo, sono incastonate in un muro di note incalzanti. Speranza e paura. Gli Shakalab scrivono su facebook « A noi piacerebbe scrivere solamente di quanto sia bello il mare e il canale di Sicilia, ma non è così e non lo sarà mai finché anche un solo uomo perderà la vita per attraversarlo nella speranza di una vita migliore.»
per giorni. Può una canzone contemporaneamente avere un valore musicale ed artistico elevato e rilasciare come per eredità un messaggio forte e chiaro? Loro ci riescono attraverso la loro musica, il dialetto siciliano e un video d’animazione realizzato da URKA, giovane impegnato nella street art: « Se avessimo fatto un videoclip classico, con gli attori, avremmo rischiato di non fare arrivare il messaggio », ci dice Davide Lorré, uno dei quattro cantanti del gruppo.
Ma chi sono davvero gli Shakalab? Jahmento, Lorrè, DJ Delta, Br1 e Marcolizzo, sono gli artisti che, iniziata da loro carriera come cantanti solisti, decidono di unire le forze: chi da Palermo chi da Trapani, intraprendono questo percorso insieme per pubblicare il loro primo album il 23 gennaio 2014 intitolato “Tutto sbagliato”. Musica sfumata, che tocca tantissimi generi musicali, non perdendo la propria identità raggae. Il 15 dicembre 2015, superando ogni aspettativa, esce l’album “Duepuntozero”, di cui fa parte la canzone “Nta sta varca”.

Il video musicale si apre con un uomo, presentatore di breaking news Sicilia, che annuncia la notizia di un’altra tragedia nel Mediterraneo con oltre 600 persone a bordo. In un sottofondo che sintetizza suoni afro, il battito di un tamburo ad una musicalità europea scintillante e morbida accompagnano le scene drammatiche dai colori freddi. Le immagini sono caratterizzate dal blu del mare, chiave registica del video musicale, che si riflette anche nei volti stilizzati dei migranti.
Osserviamo la scena dal punto di vista di una persona, la telecamera sbatte le palpebre e ci sentiamo anche noi dentro un barcone che oscilla tra un silenzio ed un pianto; volti impauriti, tremanti e qualcuno su alle stelle a pregare il suo santo. Suoni duri ed un testo rap che ci attanaglia. Ed è qui che il flusso di pensieri dello scafista ci viene addosso, la rugosa ipocrisia di colui che si autodefinisce “u cumannanti di sta schiavitù globali“.La stanchezza si fa sentire ed il nostro protagonista, fortunato , riesce ad arrivare a terra; il primo sguardo è rivolto a li morti cummigliati di ‘n linzolu biancu. Ad accoglierlo un prete corrotto che interpella le persone affamate specificando che per lui tutti sono “numeri e soldi“. L’evidente denuncia della speculazione umana e l’attacco alla chiesa è proposta in modo sia ironico, data la caricatura dei personaggi, sia molto profondo e sottile.
E ora l’angolazione cambia, il programma cambia e ci spostiamo su un italiano, un banalissimo uomo comune che, oscurato dall’inutilità dei programmi televisivi che ogni giorno ci propinano, guarda impassibile il telegiornale mentre si passa dalla notizia del naufragio ad una di gossip. Le parole si fermano; la musica si fa più scandita. Cosa possono voler dire queste immagini? mentre noi guardiamo ciò che qualcuno vuole farci vedere, facendoci credere che sia una nostra scelta, loro sono ancora lì, in acqua, a costruirsi una tomba sul fondo del mare. E così: mentre ce ne stiamo seduti davanti al nostro televisore, succedono delle cose, che non vediamo per colpa di questa vista appannata dai programmi spazzatura. E così: un’ultima frase, e l’ultimo sguardo d’un essere umano che dice “s’anniamu a nuddu c’interessa“.
mediterraneomigrante.it
E niatri semu ccà
‘Nta sta Varca dispersa
abbannunati nu mari in tempesta
semu ammassati
li peri cu a testa
e s’anniamu a nuddu c’interessa

Il motore è spento
adesso inizia l’imbarco
tra un po’ saremo già in mare alto
la notte che ci aspetta ancora è lunga

ma intanto
nascondo il mio denaro e poi mi cerco uno spazio
e vedo la paura ad ogni incrocio di sguardo
qualcuno su alle stelle a pregare il suo santo
e più la notte è buia
tra un silenzio ed un pianto
sento quasi cosa pensa lo scafista qui accanto
qui affianco

Nè matri
Nè patri
figghi ‘i nuddu siti viatri
si vuliti viriri la luci
v’aviti a zittiri
nun putiti mancu sciatari
pagari
lu prezzu di la vostra libertà m’aviti a dari
si ti scanti di lu funnu di lu mari
pua arristari puru n’terra a moriri
sariti viatri
pi unu chi rinuncia
100 pronti pi salpari
io sugnu cumannanti di sta schiavitù globali

E niatri semu ccà
‘Nta sta Varca dispersa
abbannunati nu mari in tempesta
semu ammassati li peri cu a testa
e s’anniamu a nuddu c’interessa

E niatri semu ccà
‘Nta sta Varca dispersa
abbannunati nu mari in tempesta
semu ammassati
li peri cu a testa
e s’anniamu a nuddu c’interessa

E rapu l’occhi
sugnu a ducentu metri di la riva
dopu li nuttati passati dintra la stiva
ora viu la terra ferma ‘n momento arriva
è navutru suli d’Africa a quadiari la me vita
unn’haiu forza di iri avanti
sugnu stancu
n’terra li morti cummigliati di ‘n linzolu biancu
e mentri chianciu picchì staiu arrivannu
cu li vrazza aperti già mi stannu aspittannu

Ora ci pensa lu Papa
i levu d’immezzu la strata
vi lavu, vi vestu, vi dugnu a manciari
la camera è già preparata

in nome di Dio
nel nome del Papa
ogni azione verrà ricambiata
io
mi merito amore da ognuno di voi
bada
haiu amici ‘mportanti
chi mi cummogghianu i spaddi
viatri sulu migranti
siti nu mari di sordi
si vuliti li carti
m’ata dari la carni
mantinitivi carmi
ora chi siti sarvi

E niatri semu ccà
‘Nta sta Varca dispersa
abbannunati nu mari in tempesta
semu ammassati li peri cu a testa
e s’anniamu a nuddu c’interessa

E niatri semu ccà
‘Nta sta Varca dispersa
abbannunati nu mari in tempesta
semu ammassati li peri cu a testa
e s’anniamu a nuddu c’interessa

Contributed by Dq82 - 2019/1/20 - 18:39



Language: Italian

Traduzione italiana
E noi siamo qua
in questa barca dispersa
abbandonati nel mare in tempesta
siamo ammassati
i piedi con la testa
e quando anneghiamo a nessuno interessa

Il motore è spento
adesso inizia l’imbarco
tra un po’ saremo già in mare alto
la notte che ci aspetta ancora è lunga
ma intanto
nascondo il mio denaro e poi mi cerco uno spazio
e vedo la paura ad ogni incrocio di sguardo
qualcuno su alle stelle a pregare il suo santo
e più la notte è buia
tra un silenzio ed un pianto

sento quasi cosa pensa lo scafista qui accanto
qui affianco

Nè madre
Nè padre
figli di nessuno siete voi
se volete vedere la luce dovete stare zitti
non potete neanche fiatare
pagare
il prezzo della vostra libertà mo dovete dare
se hai paura del fondo del mare
puoi rimanere pure a terra, tanto a morire sarete voi
per unu che rinuncia
100 pronti per salpare
io sono il cumandante di questa schiavitù globale

Rit. x2
E noi siamo quà
in questa barca dispersa
abbandonati nel mare in tempesta
siamo ammassati

i piedi con la testa
e quando anneghiamo a nessuno interessa

E apro gli occhi
sono a duecento metri della riva
dopo le notti passate dentro la stiva
ora vedo la terra ferma ‘n momento arriva
è un altro sole d’Africa a riscaldare la me vita
non ho la forza di andare avanti
sono stanco
a terra i morti coperti da un lenzuolo bianco
e mentre piango perchè stò arrivando
con le braccia aperte già mi stanno aspettando l

Ora ci pensa il Papa
ti leva dalla strada
vi lavo, vi vesto, vi dò da mangiare
la camera è già preparata
in nome di Dio
nel nome del Papa
ogni azione verrà ricambiata
io
mi merito amore da ognuno di voi
bada

ho amici ‘importanti
chi mi coprono le spalle
voi siete solo migranti
siete un mare di soldi
se volete le carte
mi dovete dare la carne e mantenetevi calmi
ora chi siete salvi .

Contributed by Dq82 - 2019/1/20 - 18:41




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