Mein Traum fliegt gen Himmel ins Himmelblau,
Breit’ aus die Schwingen, versilbert vom Tau,
Es strebt meine Sehnsucht zum Firmament
Und fliegt immer höher, nichts, was sie hier hält.
Ach, hätt ich doch Flügel und könnte so fort,
Ich flög in den Äther, ach dorthin, ach dort,
Wo der Friede, die Eintracht, das Glück sind zuhaus’,
Die ewige Ruhe, kein Schauer, kein Graus.
In Silber und Blau und Rot und Gold,
Zu Mond und Sternen und Sonne hold,
Zu Licht und Reinheit und Glanz und Schimmer,
Zur Pracht und Schönheit, auch Leichtsinn und Flimmer.
Mein Traum fliegt gen Himmel ins Himmelblau,
Breit’ aus die Schwingen, versilbert vom Tau,
Es strebt meine Sehnsucht zum Firmament
Und fliegt immer höher, nichts was sie hier hält.
Breit’ aus die Schwingen, versilbert vom Tau,
Es strebt meine Sehnsucht zum Firmament
Und fliegt immer höher, nichts, was sie hier hält.
Ach, hätt ich doch Flügel und könnte so fort,
Ich flög in den Äther, ach dorthin, ach dort,
Wo der Friede, die Eintracht, das Glück sind zuhaus’,
Die ewige Ruhe, kein Schauer, kein Graus.
In Silber und Blau und Rot und Gold,
Zu Mond und Sternen und Sonne hold,
Zu Licht und Reinheit und Glanz und Schimmer,
Zur Pracht und Schönheit, auch Leichtsinn und Flimmer.
Mein Traum fliegt gen Himmel ins Himmelblau,
Breit’ aus die Schwingen, versilbert vom Tau,
Es strebt meine Sehnsucht zum Firmament
Und fliegt immer höher, nichts was sie hier hält.
inviata da Bernart Bartleby - 20/1/2019 - 10:18
Lingua: Italiano
Traduzione italiana da Memoria in scena
SOGNO
Il mio sogno vola in cielo, verso l’azzurro del cielo
si spalancano le mie ali, argentate di rugiada
E la mia nostalgia si dirige al firmamento
E vola sempre più in alto – nulla la può trattenere.
Oh, avessi io veramente le ali e potessi volare
alta nell’etere, laggiù, laggiù,
dove abitano pace, felicità e concordia
Dove il riposo è perenne, e non ci sono né brividi, né orrore.
Volo verso l’argento, il blu, il rosso e l’oro,
Verso la luna e le stelle e il bel sole,
Verso la luce, la purezza, lo scintillio e il fulgore,
Verso lo splendore e la bellezza, la leggerezza e l’incanto.
Il mio sogno vola su in cielo, verso l’azzurro del cielo
si spalancano le mie ali, argentate di rugiada
e la mia nostalgia si dirige al firmamento
e vola sempre più in alto – nulla la può trattenere.
Il mio sogno vola in cielo, verso l’azzurro del cielo
si spalancano le mie ali, argentate di rugiada
E la mia nostalgia si dirige al firmamento
E vola sempre più in alto – nulla la può trattenere.
Oh, avessi io veramente le ali e potessi volare
alta nell’etere, laggiù, laggiù,
dove abitano pace, felicità e concordia
Dove il riposo è perenne, e non ci sono né brividi, né orrore.
Volo verso l’argento, il blu, il rosso e l’oro,
Verso la luna e le stelle e il bel sole,
Verso la luce, la purezza, lo scintillio e il fulgore,
Verso lo splendore e la bellezza, la leggerezza e l’incanto.
Il mio sogno vola su in cielo, verso l’azzurro del cielo
si spalancano le mie ali, argentate di rugiada
e la mia nostalgia si dirige al firmamento
e vola sempre più in alto – nulla la può trattenere.
inviata da B.B. - 20/1/2019 - 10:19
×
Scritta da Johanna Lichtenberg (1915-2008), ebrea lettone, mentre si trovava rinchiusa nel ghetto di Riga. Nel giugno dello stesso anno il ghetto fu liquidato, con il trasferimento di tutti i suoi abitanti nei campi di concentramento, soprattutto quello di Kaiserwald.
Testo trovato su Memoria in scena
Scrisse la struggente canzone Traum (Sogno), mentre era internata nel ghetto di Riga, dove erano confluiti numerosi musicisti, scrittori e artisti da tutta la mitteleuropa, e dove ferveva l’attività teatrale e culturale in una sala adibita a spettacoli presso il settore Köln del ghetto.
Successivamente, Johanna fu deportata in diversi campi di concentramento, e perse tutta la sua famiglia d’origine e il marito Robert Spector.
Ma la terribile esperienza di quegli anni la stimolò a dedicarsi a salvare dall’oblio la tradizione culturale e musicale ebraica fin nelle comunità più sperdute. Un modo per contrastare la Shoah della cultura e della musica messa in atto dai nazisti insieme allo sterminio di chi quei capolavori li aveva prodotti.
Per il Giorno della Memoria 2019, nello spettacolo intitolato "Libero è il mio canto – Musiche di donne deportate", ideato e diretto dal maestro Francesco Lotoro, che da trent'anni si dedica alla raccolta e trascrizione delle musiche composte dagli internati durante la seconda guerra mondiale.
Con il Coro Voci Bianche dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l'Ilse Weber Choir.
Ricerca e scelta dei testi a cura di Viviana Kasam e Marilena Francese.