Langue   

Traum

Johanna Lichtenberg
Langue: allemand


Liste des versions


Peut vous intéresser aussi...

Suona Rosamunda
(Vinicio Capossela)
Jugando al futbol
(Luís Pastor)
Blue Tattoo
(Joe Crookston)


[1943]
Scritta da Johanna Lichtenberg (1915-2008), ebrea lettone, mentre si trovava rinchiusa nel ghetto di Riga. Nel giugno dello stesso anno il ghetto fu liquidato, con il trasferimento di tutti i suoi abitanti nei campi di concentramento, soprattutto quello di Kaiserwald.
Testo trovato su Memoria in scena



La musicista lettone Johanna Lichtenberg, nata il 23 Marzo 1915 a Libau/Liepāja (Lettonia), è una artista e studiosa straordinaria che, sopravvissuta alla deportazione e ai maltrattamenti in diversi campi di concentramento, emigrò nel 1947 negli U.S.A. Qui, conseguito il dottorato in Lingua Ebraica alla Union College e un master alla Columbia University, fondò e diresse il dipartimento di etnomusicologia dell’Università di Musica Ebraica del Seminario Teologico Ebraico d’America. Autrice di libri e di contributi in enciclopedie e riviste specializzate, fu produttrice di documentari sulle comunità ebraiche in tutto il mondo e collezionò oltre diecimila registrazioni di musica religiosa e popolare dalle comunità in India, Yemen, Azerbaijan, Egitto, Armenia così come del popolo samaritano, contribuendo alla conoscenza di un patrimonio musicale e culturale che senza di lei sarebbe andato perduto.

Ghetto di Riga. Un cartello, in tedesco e in lettone, avverte che le guardie spareranno contro chiunque tenterà di superare il recinto o di contattare gli abitanti del ghetto.
Ghetto di Riga. Un cartello, in tedesco e in lettone, avverte che le guardie spareranno contro chiunque tenterà di superare il recinto o di contattare gli abitanti del ghetto.


Scrisse la struggente canzone Traum (Sogno), mentre era internata nel ghetto di Riga, dove erano confluiti numerosi musicisti, scrittori e artisti da tutta la mitteleuropa, e dove ferveva l’attività teatrale e culturale in una sala adibita a spettacoli presso il settore Köln del ghetto.
Successivamente, Johanna fu deportata in diversi campi di concentramento, e perse tutta la sua famiglia d’origine e il marito Robert Spector.
Ma la terribile esperienza di quegli anni la stimolò a dedicarsi a salvare dall’oblio la tradizione culturale e musicale ebraica fin nelle comunità più sperdute. Un modo per contrastare la Shoah della cultura e della musica messa in atto dai nazisti insieme allo sterminio di chi quei capolavori li aveva prodotti.


Libero è il mio canto


Per il Giorno della Memoria 2019, nello spettacolo intitolato "Libero è il mio canto – Musiche di donne deportate", ideato e diretto dal maestro Francesco Lotoro, che da trent'anni si dedica alla raccolta e trascrizione delle musiche composte dagli internati durante la seconda guerra mondiale.
Con il Coro Voci Bianche dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia e l'Ilse Weber Choir.
Ricerca e scelta dei testi a cura di Viviana Kasam e Marilena Francese.
Mein Traum fliegt gen Himmel ins Himmelblau,
Breit’ aus die Schwingen, versilbert vom Tau,
Es strebt meine Sehnsucht zum Firmament
Und fliegt immer höher, nichts, was sie hier hält.
Ach, hätt ich doch Flügel und könnte so fort,
Ich flög in den Äther, ach dorthin, ach dort,
Wo der Friede, die Eintracht, das Glück sind zuhaus’,
Die ewige Ruhe, kein Schauer, kein Graus.
In Silber und Blau und Rot und Gold,
Zu Mond und Sternen und Sonne hold,
Zu Licht und Reinheit und Glanz und Schimmer,
Zur Pracht und Schönheit, auch Leichtsinn und Flimmer.
Mein Traum fliegt gen Himmel ins Himmelblau,
Breit’ aus die Schwingen, versilbert vom Tau,
Es strebt meine Sehnsucht zum Firmament
Und fliegt immer höher, nichts was sie hier hält.

envoyé par Bernart Bartleby - 20/1/2019 - 10:18



Langue: italien

Traduzione italiana da Memoria in scena
SOGNO

Il mio sogno vola in cielo, verso l’azzurro del cielo
si spalancano le mie ali, argentate di rugiada
E la mia nostalgia si dirige al firmamento
E vola sempre più in alto – nulla la può trattenere.
Oh, avessi io veramente le ali e potessi volare
alta nell’etere, laggiù, laggiù,
dove abitano pace, felicità e concordia
Dove il riposo è perenne, e non ci sono né brividi, né orrore.
Volo verso l’argento, il blu, il rosso e l’oro,
Verso la luna e le stelle e il bel sole,
Verso la luce, la purezza, lo scintillio e il fulgore,
Verso lo splendore e la bellezza, la leggerezza e l’incanto.
Il mio sogno vola su in cielo, verso l’azzurro del cielo
si spalancano le mie ali, argentate di rugiada
e la mia nostalgia si dirige al firmamento
e vola sempre più in alto – nulla la può trattenere.

envoyé par B.B. - 20/1/2019 - 10:19




Page principale CCG

indiquer les éventuelles erreurs dans les textes ou dans les commentaires antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org