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Travelling

Deproducers
Language: Italian


Deproducers

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(Deproducers)
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Storia compatta della Vita
(Deproducers)


[2012]
Cosma / Maroccolo / Casacci / Sinigaglia
+ Howie B / Dodo Nkishi
Album: Planetario

deplanet


Almeno metà di questo sito, che il prossimo mese di marzo compirà sedici anni di vita ed è quindi nel fiore dell'adolescenza, è nato smanettando a casaccio per la Rete sulla base di idee seminali d'una data sera, o mattina, o notte. Sedici anni che andiamo alla ricerca di canzoni e musiche provenienti da tutta una palla sperduta nell'Universo, di qualsiasi epoca, in qualsiasi lingua, suonate con qualsiasi strumento o con la semplice voce, che in sé è lo strumento più perfetto e inimitabile. Così, ad esempio, stasera, tarda serata del primo giorno dell'anno 2019, mi sono imbattuto nella signora o signorina Maria Chiara Pomarico, che almeno nel 2015 scriveva articoli per Odysseo – Navigatori della Conoscenza. Non ho idea alcuna chi sia questa persona, come naturalmente lei non avrà idea alcuna di chi sia il sottoscritto; tutto questo a parte alcune sue brevi note biografiche presenti sulla pagina. Scriveva però, verso la fine dell'estate del 2015, delle cose parecchio interessanti e chiare, come uno dei suoi nomi. Il suo articolo si intitola in modo non fraintendibile: ”10 canzoni per resistere alle fasciominchiate di Salvini”. Quanto, disgraziatamente, le dieci canzoni scelte per Odysseo da Maria Chiara Pomarico ci abbiano aiutato a “resistere”, lo si può vedere bene attualmente. Ciò non toglie che occorra continuare a proporle, sia mai che prima o poi un raggio di luce non torni ad illuminare le nostre menti oramai perse nei “Tweet”, nei quizzini, nella “moda” e nell'intolleranza più desolante e becera. “Ora e sempre Resistenza!”, dice sempre Marco Valdo M.I.; e noialtri, a modo nostro, continuiamo a farla o, quantomeno, a provare a non farla spegnere. Anche assieme alla Maria Chiara Pomarico, che, se leggerà quanto segue, si ritrova naturalmente ringraziata in modo sentito. Così introduceva le sue “Dieci canzoni”, Maria Chiara Pomarico, il 4 settembre 2015:

arancionzoCome se non bastasse l’ossessiva e costante presenza di Salvini in qualsiasi trasmissione televisiva, con tour de force che lo portano in rapida successione da Agorà a In onda, includendo anche Mezzogiorno Italiano, Pomeriggio 5 e Cuochi e Fiamme, ci si mette anche il web. Attivissimo sui social network, con post tra il “serio” e il faceto, si aggiungano anche le pagine “Gattini su Salvini”, “Matteo il Buono”, “Leggere i post di Salvini per sentirsi una persona migliore”. Tra chi ironizza e chi lo prende sul serio, Salvini è il vero tormentone quattro stagioni: non possiamo sperare di vederlo sparire come accadrà al “mismo sol”, più che tormentone, tortura acustica dell’estate 2015, martellante tanto quanto un Salvini onnipresente. La sessione estiva di quest’anno, in gradevole combinazione con il clima tropicale della mia stanza, è stata accompagnata da un’irrefrenabile voglia di Brasile, di spiagge, di costumi e di samba (questi sono solo alcuni degli effetti collaterali dello studio della Boschi-Renzi, pensate cosa sarà in grado di fare quando entrerà in vigore). Quindi, partendo da Jobim, mi sono ritrovata ad ascoltare artisti che spaziavano dal Brasile a Cuba, dal Belgio al Marocco. E mi sono detta che in fondo, la musica era la migliore resistenza al razzismo. E sì, perché quando una canzone è così bella da farti venir voglia di ballare o di cantare pur non conoscendo una sola parola, inizi a voler bene a chi quella canzone l’ha creata e quindi a tutto il portato della cultura che l’ha generata. Ma soprattutto, inizi a pensare che se questi sporchi immigrati non ci fossero e se non ci fosse interazione tra le culture, nemmeno Beethoven sarebbe stato dei nostri. Quindi, Siori e Siore, ecco a voi una selezione di dieci canzoni così contaminate da far venir voglia di mettersi sulle coste e abbracciare tutti quelli che arrivano. E resistere all’idiozia razzista di Salvini.


Seguono, nell'articolo, i video delle dieci canzoni, ognuna preceduta da una breve e interessante introduzione da riportare, naturalmente, alla tarda estate del 2015. Mi posso immaginare, e con estrema facilità, lo stato d'animo di Maria Chiara Pomarico, e non solo per l'evoluzione e per l'avanzata inarrestabile di Salvini; penso ad esempio al “suo” Brasile, consegnatosi nelle mani di un fascista di origini, peraltro, italiane. Diverse delle dieci canzoni proposte sono già presenti in questo sito: la presente, che è l'ultima della pagina, è forse la più particolare. Così viene introdotta:

“Salvini ha una profonda passione per il cosiddetto 'benaltrismo': il problema non è mai la cattiva integrazione, una legge sulla cittadinanza vecchia, una crescente disparità sociale che condanna ad libitum chi vive in condizioni di disagio, a perpetuare il disagio. Il problema è sempre un altro, cioè l’immigrazione clandestina, cioè gli stranieri a cui vengono assegnate le case prima che agli italiani (non sarà mica perché vivono in condizioni peggiori?). E il problema non è nemmeno che i Casamonica siano un clan mafioso, il problema è che sono zingari (anche se la mafia è un prodotto italiano DOP). Ma Salvini dimentica una cosa essenziale, che invece ci ricordano i Deproducers: siamo uno scorreggino nel cosmo. Possiamo sempre parlare di ben altro, ma resta il fatto che siamo tutti parte di un tutto, come una cellula. E come le cellule, sopravviviamo solo grazie all’interazione tra le parti. Non esiste la cultura in purezza, la nazionalità 100% italiana: siamo sempre figli di un’altra cultura, di un’altra nazionalità. Siamo italiani proprio perché conteniamo al nostro interno tutte le culture, le nazionalità, le storie che sono approdate su queste coste.”


nutronzoParole sante, verrebbe da dire; sante e complete nella loro brevità. Uno “scorreggino nel cosmo” è la Terra, come dice Maria Chiara Pomarico; e uno scorreggino sulla Terra è l'Italia, popolata da tutte le sue squallide figure -ivi compresa quella di un buzzurro milanese che compare dovunque con le sue fette di pane e Nutella, coi suoi spaghetti al sugo in scatola, le sue ex fidanzatone, il suo razzismo da bar Sport, le sue felpe della Polizia e il suo “essere cristiano”. Allo squallore infinito che oramai ci circonda, uno squallore che produce e nutre odio e imbecillità planetaria, sarebbe bene rammentare di quale infinita piccolezza e insignificanza siamo; di fronte al cosmo, non siamo stati nemmeno capaci di inventare un “dio” che lo rappresentasse degnamente, preferendo vecchi giudici dai caratteri bizzosi e dagli orizzonti limitati come quello di un qualsiasi pensionato che inveisce contro gli zingari e gli immigrati ingozzandosi la mattina di tramezzini e sbrodolandosi addosso mentre legge le menzogne di qualche gazzetta.

I Deproducers sono un collettivo musicale formato dal tastierista Vittorio Cosma, dal bassista Gianni Maroccolo, dal chitarrista Max Casacci e dal cantautore e produttore Riccardo Sinigaglia. “Quattro musicisti, quattro produttori con percorsi diversi e importanti. Insieme per condividere un'idea, un progetto di ricerca articolato in capitoli: fare musica per conferenze scientifiche, concepire la scienza come poesia”. I Deproducers si ripropongono di musicare dal vivo conferenze scientifiche raccontate in maniera rigorosa ma accessibile. Il brano Travelling – Viaggio di un raggio di luce, che qui si propone sulla scorta delle “Dieci canzoni” di Maria Chiara Pomarico, è tratto dal loro primo album, Planetario del 2012, dedicato alla scienza del cosmo, l'astronomia. In un mondo e in un paese che ama stupidamente e bovinamente etichettare tutto quanto, i Deproducers sono stati immediatamente definiti un gruppo “New Age”: niente di più lontano dal vero. Nessuna indulgenza verso “filosofie” modaiole e strampalate, ben precotte ad uso di menti vuote che passano con la massima indifferenza dalle ere acquariane alle scie chimiche, e da queste ultime alle “case agli italiani” e al razzismo più idiota. “Planetario” è stato concepito come accompagnamento per le conferenze scientifiche dell'astrofisico Fabio Peri, direttore del Planetario di Milano, con il corredo delle immagini originali fornite dall'ESA per lo spettacolo. Il brano racconta in maniera rigorosa il viaggio di un raggio di luce che parte dal pianeta Terra, scandendo una cronologia fino alle regioni più lontane dell'Universo conosciuto secondo dati scientifici incontrovertibili, ed esprimendo la possibilità (anch'essa basata scientificamente) che possa tornare al punto di partenza. Quel famoso “raggio di luce” di cui si parlava più avanti, quello che dovrebbe tornare a illuminare le menti dei terrestri, sempre più obnubilate e avvolte da un'oscurità resa ancor più fitta da tecnologie di controllo, di massificazione e di repressione in esclusivo nome del profitto. [RV 2-1-2019]

La luce viaggia a 300.000 km al secondo.
Partendo dalla Terra, in un millesimo di secondo incontra i primi satelliti artificiali.
In poco più di un secondo raggiunge la Luna.
In dodici minuti Marte, in quaranta Giove.
Sei ore per lasciare il nostro Sistema Solare.
Nei giorni successivi, incontra le rotte di alcune comete.
Quattro anni per raggiungere la prima stella, Alpha Centauri.
Settant'anni per raggiungere il punto dove sono arrivati fino ad oggi i primi segnali radio inviati dall'uomo.
Un raggio di luce, viaggiando dentro la nostra Galassia, in 100.000 anni incontra ogni tanto una stella, e poi più niente per milioni di anni fino ad Andromeda, la galassia più vicina alla nostra.
Cinque miliardi di anni per raggiungere una Quasar, tra gli oggetti più lontani che possiamo vedere.
In 13,7 miliardi di anni, la luce raggiunge i confini dell'Universo conosciuto, il nostro orizzonte cosmico nello spazio e nel tempo.
Un raggio di luce potrebbe viaggiare all'infinito, senza trovare un confine, o forse per tornare al punto di partenza.

Contributed by Riccardo Venturi - 2019/1/2 - 09:24




Language: Finnish

Traduzione finlandese / Finnish translation / Traduction finnoise / Suomennos: Juha Rämö
VALON MATKASSA

Valon nopeus on 300 000 kilometriä sekunnissa.
Maasta lähtevä valonsäde saavuttaa lähimmät Maata kiertävät satelliitit sekunnin tuhannesosassa.
Hieman yli sekunnissa se saavuttaa Kuun,
kahdessatoista minuutissa Marsin ja neljässäkymmenessä Jupiterin.
Kuudessa tunnissa se on tullut Aurinkokunnan rajalle.
Seuraavien päivien aikana se sivuuttaa joitakin komeettoja.
Neljän vuoden kuluttua se saavuttaa ensimmäisen tähden, Alfa Kentaurin.
Seitsemässäkymmenessä vuodessa se on yhtä kaukana kuin ensimmäiset ihmisen lähettämät radiosignaalit ovat nyt.
Linnunradan sisällä etenevä valonsäde kohtaa 100 000 vuoden aikana silloin tällöin jonkin tähden, mutta ei muuta ennen kuin se miljoonien vuosien kuluttua saavuttaa Andromedan, meitä lähinnä sijaitsevan tähdistön.
Viidessä miljardissa vuodessa se saavuttaa ensimmäisen kvasaarin, joka on kaukasimpia Maasta näkyviä kohteita.
13,7 miljardissa vuodessa valonsäde saavuttaa tunnetun maailmankaikkeuden rajan, kosmisen horisonttimme avaruudessa ja ajassa.
Valonsäde voi taittaa taivalta loputtomiin vailla rajoja tai kukaties palatakseen lähtöpisteeseensä.

Contributed by Juha Rämö - 2019/1/3 - 12:35




Language: English

English translation / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Riccardo Venturi, 4-1-2019 06:53



“Putting things in a cosmological time scale is significant in that it should definitely make us realize and acknowledge our responsibility for the environment we live in”, writes Juha Rämö as a companion to his Finnish translation of this song (as far as I know or can remember, this is the first Finnish translation he made directly from Italian and I find it really great). Deproducers have issued in 2017 an entire album, “Botanica”, dedicated to plants and to the vegetal world: I think Juha Rämö's observation may find in this album still more force. Unfortunately, no lyrics are available and I'll have to cope with, at least for one piece exemplifying well what I am saying. For my English translation, or rendering, of this song, I have chosen to include a video by AMNH on the known Universe, also a song in itself.
TRAVELLING

Light travels at 300,000 km/s.
When a light ray leaves the Earth, it meets the first artificial satellites in a millisecond.
It takes no more than a second to reach the Moon.
Twelve minutes to reach Mars, forty to reach Jupiter.
Six hours to leave our Solar System.
In the following days, it crosses the course of a number of comets.
It takes four years to reach the first star, Alpha Centauri.
Seventy years to reach the point where the first radio signals sent by mankind have come up to now.
A light ray travelling into our Galaxy meets a star here and there in 100,000 years, and then nothing more for millions of years until it reaches Andromeda, the Galaxy that is closest to ours.
It takes five billions years to reach a Quasar, among the most distant objects we can see.
In 13,7 billions years, light reaches the borders of the known Universe, our cosmic horizon in space and time.
A light ray could travel endlessly. It could find no border at all, or maybe come back to its starting point.

2019/1/4 - 06:53




Language: Polish

Versione polacca di Krzysiek Wrona
Polish translation by Krzysiek Wrona
Traduction polonaise de Krzysiek Wrona
Puolankielinen käännös: Krzysiek Wrona


wedrujac
WĘDRUJĄC

Światło porusza się z prędkością trzystu tysięcy kilometrów na sekundę.
Wyruszając z Ziemi, po jednej tysięcznej sekundy napotyka pierwsze sztuczne satelity.
W nieco ponad sekundę dociera do Księżyca.
Po dwunastu minutach do Marsa, po czterdziestu do Jowisza.
Po sześciu godzinach wydostaje się poza Układ Słoneczny.
W kolejnych dniach przecina tor wędrówki niektórych komet.
Potrzebuje czterech lat, aby dotrzeć do najbliższej gwiazdy, Alpha Centauri.
Siedemdziesięciu lat,
aby znaleźć się w miejscu do którego dotarły obecnie pierwsze sygnały radiowe wysłane przez człowieka.
Promień światła, przemierzając w sto tysięcy lat naszą galaktykę, od czasu do czasu spotyka jakąś gwiazdę,
a potem już nic przez miliony lat, dopóki nie dotrze do najbliższej nam Galaktyki Andromedy.
Po pięciu miliardach lat napotka kwazary, jedne z najdalszych obiektów, jakie możemy zobaczyć.
W trzynaście przecinek siedem miliarda lat, światło dotrze do granic znanego nam Wszechświata,
do naszego kosmicznego horyzontu w czasie i w przestrzeni.
Być może promień światła będzie podróżował w nieskończoność, nie napotykając granic,
a może, by powrócić do punktu wyjścia.

Contributed by Krzysiek Wrona - 2019/4/29 - 19:35


Putting things in a cosmological time scale is significant in that it should definitely make us realize and acknowledge our responsibility for the environment we live in.

Juha Rämö - 2019/1/3 - 12:50


This was, indeed, my first ever translation directly from Italian into Finnish. This, however, is not to say that my Italian skills have dramatically improved lately. In fact, they are still next to nothing and will probably remain so for the rest of my life, because I feel twenty years too old to start learning a new language and fifty years too old to learn one. I was able to do the translation for the simple reason that there wasn't a single word in the original text one wouldn't know or couldn't guess with the help of some basic knowledge of a few other languages and a profound interest in the subject matter. Despite my next to nothing Italian skills, LUCE LUCE LONTANA is to my mind the second most beautiful string of words in the world. Thanks, Faber.

Juha Rämö - 2019/1/4 - 19:41




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