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Marco il pazzo

Management del Dolore Post-operatorio
Lingua: Italiano


Management del Dolore Post-operatorio

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(2017)
Album: Un incubo stupendo

Un incubo stupendo

 Management del dolore post-operatorio


Chi è “Marco il pazzo”? Esiste una storia dietro la canzone? Il fatto che la sua storia si interrompa bruscamente con l'arrivo delle divise è un messaggio di resa?

Pazzo per me è un complimento. Comunque sì, è una resa. Ho in mente di scrivere per il futuro un brano dal titolo “La merda vince sempre”. Parlerà di omologazione, di meccanismo capitalistico che viene a vincere, del diverso che pian piano viene emarginato perché da fastidio. Anche le rivoluzioni sono finite, sono tornati al potere sempre gli stessi. Per questo mi piace ripetere che il meccanismo rivoluzionario non è politico ma poetico, la rivoluzione deve tornare per fare in modo di ribadire che il sentimento rivoluzionario è in ognuno di noi. Avevamo ragione ma abbiamo perso sempre e comunque, è tornato sempre quel meccanismo che è comodo a tutti, il meccanismo della compravendita, della vittoria, della scalata sociale. Quindi c'è una resa storica, abbiamo sempre perso, però volevamo dire che il rivoluzionario rimane sempre e per sempre, da morto purtroppo, ma resta sempre nel cuore di tutti. È il nostro santo, è quello che noi preghiamo, e davanti al quale ci commuoviamo. Poi fattivamente se guardiamo il mondo com'è oggi possiamo dire che i rivoluzionari hanno perso, ma il loro messaggio ci fa emozionare, ed è quello su cui si basa la poesia. E per me l'opposizione non deve mai andare al potere, perché alla fine l'opposizione diventa potere e il potere macchia tutti, da dovunque lo guardi. Di conseguenza il meccanismo rivoluzionario deve essere perdente, perché è poetico, se no cosa diventa se vince? Questa aspirazione di libertà è in tutti noi e deve vincere la voglia di libertà, e gli stronzi devono stare là per ricordarci che siamo liberi, se no siamo noi gli stronzi.

I rivoluzionari hanno perso, viva la rivoluzione!
Questa è la storia, l'incredibile storia di Marco, un bambino iperattivo
Quando certe sere girava male, il padre gli dava delle botte sulla testa
come faceva sul televisore
come Fonzie sul Juke Box, come Rocky con la boxe
La maestra, quella bastarda, disse ai genitori: "Portatelo dallo psichiatra"
Ma Marco vuole andare a fondo, Marco non è scemo
lo sa che quelli vogliono riaprire nella tua testa il manicomio
Allora gli viene un'idea un po' pazza, di riunire in piazza i bambini folli come lui
i bambini non comuni, e di fare la rivoluzione
Senti come aizza la popolazione:

"Siamo pazzi, siamo tutti pazzi, e siamo qui per incontrarci
e siamo come degli zombie, vi diamo un morso e diventate come noi"

Marco aveva sempre odiato i doppioni, le vetrine, la moda, le figurine
la gente fotocopiata, radiografata, scannerizzata, surgelata
e in mezzo ci sei pure tu, che c'hai l'asterisco nel menù
Quindi tira fuori lo striscione, lo slogan è una grande invenzione
la piazza fa da cornice al grido: "tua mamma è una fotocopiatrice!"

"Siamo pazzi, siamo tutti pazzi, e siamo qui per incontrarci
e siamo come degli zombie, vi diamo un morso e diventate come noi
E siamo pazzi, siamo tutti pazzi, abbiamo un mucchio di problemi
E siamo tutti un po' stonati, il coro della vita non ci vuole più
il coro della vita non ci vuole"

Ma lo sappiamo come vanno a finire certe storie
arrivano sempre i signori con la divisa
che puntano il dito e cominciano a rompere
con la storia dell'ordine che va ristabilito

19/11/2018 - 22:18




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