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ײדי קוּלי

anonimo


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Yedi Kule
[sec. XVII / XVIII ?]
[17th / 18th Century ?]
[17ème / 18ème Siècle ?]
[1600- / 1700-luku ?]

İstanbul: Yedi Kule
İstanbul: Yedi Kule


La terribile fortezza e prigione di Yedi Kule, vale a dire “Sette Torri” in lingua turca, si trova nel quartiere di Fatih, a İstanbul. Fu fatta costruire nel 1458, vale a dire solo cinque anni dopo la conquista ottomana di Costantinopoli, dal sultano Maometto II, aggiungendo tre torri ad una sezione delle antiche mura di Costantinopoli che fu interamente inglobata comprese le due torri gemelle che, originariamente, costituivano la trionfale “Porta d'Oro” costruita dagli imperatori bizantini Teodosio I e Teodosio II. La fortezza comprendeva anche le Segrete Reali, nelle quali furono rinchiusi, attraverso i secoli, personaggi di fama; ma il resto della prigione non era da meno, neppure per i prigionieri sconosciuti. Per la sua assoluta impenetrabilità, a Yedi Kule veniva custodito anche il tesoro imperiale, sorvegliato da una guarnigione che formava un intero quartiere a parte (anch'esso chiamato Yedi Kule). Vi si effettuavano anche le condanne a morte per decapitazione: come somma ingiuria nei confronti del condannato, la sua testa veniva gettata in mare (nella tradizione religiosa musulmana, un corpo sepolto senza la testa è un abominio).

Durante tutta la sua esistenza come fortezza e prigione (il quartiere della guarnigione fu demolito nel XIX secolo, ed al suo posto fu costruita una scuola femminile; la porta esterna fu riaperta nel 1838, mentre l'intero complesso fu trasformato in museo nel 1895), lo Yedi Kule godette sia di un'ovvia e sinistra fama, sia diede luogo a un gran numero di leggende, storie e canzoni popolari. Tra queste ultime, la presente in lingua giudeo-spagnola (ladino, o judezmo), risalente con tutta probabilità al XVII o XVIII secolo: il lamento di un prigioniero rinchiuso nella fortezza, come si evince dal testo, a causa di una donna, ed alla quale egli si rivolge. Dall'ultimo verso si inferisce anche che il prigioniero è, probabilmente, stato condannato a morte.

Secondo alcune ipotesi, lo Yedi Kule della canzone non sarebbe quello di İstanbul, bensí l'omonima fortezza che si trova a Salonicco, anch'essa di costruzione bizantina e nota anche col nome greco di Ἑπταπύργιον (Heptapyrgion). Il nome è evidentemente ripreso dall'analoga fortezza costantinopolitana, sebbene le sue torri non siano sette, ma dieci. Lo Heptapyrgion tessalonicese fu cominciato a trasformare in fortezza nel 1431, ma trasformato in carcere solo alla fine del XIX secolo (e lo è rimasto fino al 1989): non è quindi probabile che la canzone si riferisca ad esso, anche se un incrocio è possibile. Nel video, la canzone è peraltro interpretata dalla tessalonicese Savina Giannatou. Nello Yedi Kule di Salonicco sono ambientate diverse canzoni del rebetiko novecentesco, tra le quali la celeberrima Πέντε χρόνια δικασμένος (“Condannato a cinque anni”). [RV]
ײדי קוּלי ביראש אין פּאסיאנדו
די אלטאס מוּראלייאס סאראדיאדו
ײדי קוּלי ביראש אין פּאסיאנדו
די אלטאס מוּראלייאס סאראדיאדו

אין לה פּריסיון איסטוי פּור טי אטאדו
אין איל בודרוּם לייורו דיסמאסאלאדו
אין לה פּריסיון איסטוי פּור טי אטאדו
אין איל בוּדרוּם ליורו דיסמאסאלאדו

מי קיטארון לה לוּז, איסטוי סוּפריינדו
אי לה מוּאירטי ביניר, נינייה איסטוי ביינדו
מי קיטארון לה לוּז, איסטוי סוּפריינדו
אי לה מוּאירטי ביניר, נינייה איסטוי ביינדו

יו איסטוי אין לה פּריסיון, טוּ אין לאס פלוריס
סוּפרו די קוראזון, קיירו קי לײוריש
יו איסטוי אין לה פּריסיון, טוּ אין לאס פלוריס
סוּפרו די קוראזון, קיירו קי לײוריש

פּור איל ײדי קוּלי בין פּאסיאנדו
מירה אין קי האלי יו איסטוי פּאסאנדו
פּור איל ײדי קוּלי בין פּאסיאנדו
מירה אין קי האלי יו איסטוי פּאסאנדו

פוסטאניקו פּריטו קאלי אזירטי
אי א לה כילה איג֜אר אזײטי
פוסטאניקו פּריטו קאלי אזירטי
אי א לה כילה איג֜אר אזײטי

inviata da Riccardo Venturi - 31/10/2018 - 23:34





Il testo in caratteri latini
Lyrics in Latin characters
Les paroles en caractères latins
Sanat latinalaisin kirjaimin


YEDI KULE

Yedi Kule berax en paseando
De altas muralyas saradeado
Yedi Kule berax en paseando
De altas muralyas saradeado

En la prisyon estoy por ti atado
En el budrum lyoro desmasalado
En la prisyon estoy por ti atado
En el budrum lyoro desmasalado

Me kitaron la luz, estoy sufriendo
I la muerte benir, ninya estoy biendo
Me kitaron la luz, estoy sufriendo
I la muerte benir, ninya estoy biendo

Yo estoy en la prisyon, tu en las flores
Sufro de korazon, kiero ke lyorex
Yo estoy en la prisyon, tu en las flores
Sufro de korazon, kiero ke lyorex

Por el Yedi Kule ben paseando
Mira en ke hali yo estoy pasando
Por el Yedi Kule ben paseando
Mira en ke hali yo estoy pasando

Fostaniko preto kale azerte
I a la khila etxar azeyte
Fostaniko preto kale azerte
I a la khila etxar azeyte

inviata da Riccardo Venturi - 31/10/2018 - 23:40




Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 31-10-2018 23:42
YEDI KULE

Lo Yedi Kule vedrai passeggiando,
Da alte muraglie circondato
Lo Yedi Kule vedrai passeggiando,
Da alte muraglie circondato

Per te, in prigione sto incatenato,
In cella [1] piango disperato
Per te, in prigione sto incatenato,
In cella piango disperato

Mi han tolto la luce, sto soffrendo
E la morte venire, fanciulla, sto vedendo
Mi han tolto la luce, sto soffrendo
E la morte venire, fanciulla, sto vedendo

Io sto in prigione, tu in mezzo ai fiori
Soffro nel cuore, voglio che tu pianga
Io sto in prigione, tu in mezzo ai fiori
Soffro nel cuore, voglio che tu pianga

Allo Yedi Kule vieni passeggiando,
Guarda ciò che lì mi sta succedendo
Allo Yedi Kule vieni passeggiando,
Guarda ciò che lì mi sta succedendo

Bisognerà farti un vestito nero
E offrire olio in sinagoga [2]
Bisognerà farti un vestito nero
E offrire olio in sinagoga
[1] Turco budrum "carcere, cella".

[2] Il termine ebraico כילה indica la sinagoga nella tradizione sefardita iberica (detta anche kal). Normalmente, in ebraico la sinagoga è detta בית־כנסת [beyt kneset] "casa di riunione", termine del tutto analogo quanto a significato all' ἐκκλησία greco. In grafia spagnola, la sinagoga sefardita si chiama quehilá.

31/10/2018 - 23:43




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